La mia ex è depressa e io non so come aiutarla, mi sento tremendamente in colpa
Buongiorno, ho convissuto con la mia ex ragazza per 4 anni, ad aprile la nostra storia si è interrotta e lei è tornata a casa dei genitori.
Da allora si è chiusa dentro la sua stanza e non esce, mangia pochissimo e non parla con nessuno.
Io mi sento il peso di tutto ciò sulle spalle e non so come aiutarla.
Ho provato varie volte a convincerla ad uscire, a consultare un medico, ma niente da fare.
Non so neanche se contattarla sia giusto per lei ma si trova completamente sola e i genitori l'hanno abbandonata in quella stanza, non fanno nulla per cercare di farla uscire.
Vorrei sapere come dovrei comportarmi.
Vi ringrazio in anticipo.
Da allora si è chiusa dentro la sua stanza e non esce, mangia pochissimo e non parla con nessuno.
Io mi sento il peso di tutto ciò sulle spalle e non so come aiutarla.
Ho provato varie volte a convincerla ad uscire, a consultare un medico, ma niente da fare.
Non so neanche se contattarla sia giusto per lei ma si trova completamente sola e i genitori l'hanno abbandonata in quella stanza, non fanno nulla per cercare di farla uscire.
Vorrei sapere come dovrei comportarmi.
Vi ringrazio in anticipo.
Gentile utente,
devo dirle che apprezzo la solidarietà che mostra verso una persona che non è più la sua compagna. Questo rimane un merito, anche nel caso che sia sua la "colpa" della separazione.
Un periodo depressivo anche intenso dopo una separazione è scontato, a maggior ragione da parte di quello dei due che non ha preso l'iniziativa, quindi vive sentimenti di incredulità e ribellione per ciò che ritiene di aver dovuto "ingiustamente" subire.
Tra l'altro lei parla di una ex "ragazza", ma dubito che l'età sia così giovanile, e l'orologio biologico grida le sue ragioni al di là del vezzo moderno di considerare "ragazzi" dei trentenni e oltre.
Può darsi quindi che la sua ex si rifiuti di accettare quello che è avvenuto, veda il futuro nei termini più oscuri, e questo rappresenta un secondo trauma, perché crea un rimuginare continuo e doloroso, impegnando proprio le energie che invece aiuterebbero a guarire e a progettare una nuova esistenza.
Questo avviene ancora di più se l'abbandono da parte del compagno viene considerato "incomprensibile" o "ingiusto".
Spesso il dolore dell'abbandono porta allo scoperto delle fragilità che la relazione aveva nascosto: l'assenza di altre figure di attaccamento (lei ci parla di genitori forse inadeguati all'aiuto), oppure una condizione psicologica già compromessa, forse proprio quella che ha determinato la separazione.
Tutto questo rimane sotto il livello conscio, soprattutto se si vive entro contesti che prescrivono di essere "forti", far tacere il dolore per orgoglio e così via.
Proprio per questo noi suggeriamo, in caso di separazione, di rivolgersi ad uno specialista che conduca i due a capire sé stessi e a farsi capire dall'altro e dia un senso alla storia passata e alla sua fine.
Spesso è proprio la mancanza di senso a porre chi viene lasciato in una condizione sospesa, di rabbia, di attesa di una soluzione dall'esterno e così via.
Lei potrebbe contattare i genitori della ex dicendo quanto è preoccupato; la ex stessa, purché sappia chiarire che questo gesto è solidarietà e affetto, non un ritorno sulla propria decisione; infine, come sta facendo su questa pagina, può contattare di persona un consulente psicologo, per rendere noti anche a sé stesso quali sono stati i veri motivi della fine della sua relazione, e avere quindi una più serena chiarezza anche con la ex.
Per farle un esempio, alcune persone lasciano il partner con la motivazione che l'amore è finito.
Questo non è mai vero: l'amore, come legame di attaccamento, se c'era davvero non evapora, non è mica naftalina!
Nemmeno il "mi sono innamorato di un'altra" è reale. Non ci si rende disponibili ad un nuovo innamoramento, se il legame in atto è intenso, appagante, vitale.
Lei ora soffre per senso di colpa, ma spero anche per sincera compassione verso la sua ex. Di qui ad un anno potrebbe vivere, come succede a molti, un suo momento depressivo, scoprendo che l'alternativa alla relazione non è poi la bella favola senza nubi che aveva immaginato.
Prenda in considerazione l'idea di cercare una spiegazione e un rimedio da uno specialista, per aiutare davvero tutti e due.
Buone cose.
devo dirle che apprezzo la solidarietà che mostra verso una persona che non è più la sua compagna. Questo rimane un merito, anche nel caso che sia sua la "colpa" della separazione.
Un periodo depressivo anche intenso dopo una separazione è scontato, a maggior ragione da parte di quello dei due che non ha preso l'iniziativa, quindi vive sentimenti di incredulità e ribellione per ciò che ritiene di aver dovuto "ingiustamente" subire.
Tra l'altro lei parla di una ex "ragazza", ma dubito che l'età sia così giovanile, e l'orologio biologico grida le sue ragioni al di là del vezzo moderno di considerare "ragazzi" dei trentenni e oltre.
Può darsi quindi che la sua ex si rifiuti di accettare quello che è avvenuto, veda il futuro nei termini più oscuri, e questo rappresenta un secondo trauma, perché crea un rimuginare continuo e doloroso, impegnando proprio le energie che invece aiuterebbero a guarire e a progettare una nuova esistenza.
Questo avviene ancora di più se l'abbandono da parte del compagno viene considerato "incomprensibile" o "ingiusto".
Spesso il dolore dell'abbandono porta allo scoperto delle fragilità che la relazione aveva nascosto: l'assenza di altre figure di attaccamento (lei ci parla di genitori forse inadeguati all'aiuto), oppure una condizione psicologica già compromessa, forse proprio quella che ha determinato la separazione.
Tutto questo rimane sotto il livello conscio, soprattutto se si vive entro contesti che prescrivono di essere "forti", far tacere il dolore per orgoglio e così via.
Proprio per questo noi suggeriamo, in caso di separazione, di rivolgersi ad uno specialista che conduca i due a capire sé stessi e a farsi capire dall'altro e dia un senso alla storia passata e alla sua fine.
Spesso è proprio la mancanza di senso a porre chi viene lasciato in una condizione sospesa, di rabbia, di attesa di una soluzione dall'esterno e così via.
Lei potrebbe contattare i genitori della ex dicendo quanto è preoccupato; la ex stessa, purché sappia chiarire che questo gesto è solidarietà e affetto, non un ritorno sulla propria decisione; infine, come sta facendo su questa pagina, può contattare di persona un consulente psicologo, per rendere noti anche a sé stesso quali sono stati i veri motivi della fine della sua relazione, e avere quindi una più serena chiarezza anche con la ex.
Per farle un esempio, alcune persone lasciano il partner con la motivazione che l'amore è finito.
Questo non è mai vero: l'amore, come legame di attaccamento, se c'era davvero non evapora, non è mica naftalina!
Nemmeno il "mi sono innamorato di un'altra" è reale. Non ci si rende disponibili ad un nuovo innamoramento, se il legame in atto è intenso, appagante, vitale.
Lei ora soffre per senso di colpa, ma spero anche per sincera compassione verso la sua ex. Di qui ad un anno potrebbe vivere, come succede a molti, un suo momento depressivo, scoprendo che l'alternativa alla relazione non è poi la bella favola senza nubi che aveva immaginato.
Prenda in considerazione l'idea di cercare una spiegazione e un rimedio da uno specialista, per aiutare davvero tutti e due.
Buone cose.
Prof.ssa Anna Potenza
Riceve in presenza e online
Primo consulto gratuito inviando documento d'identità a: gairos1971@gmail.com
Utente
La ringrazio molto per la sua risposta, proverò a mettere in atto i suoi consigli, grazie ancora.
Lieta se posso essere stata utile, le auguro di trovare una serena soluzione.
Prof.ssa Anna Potenza
Riceve in presenza e online
Primo consulto gratuito inviando documento d'identità a: gairos1971@gmail.com
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 365 visite dal 25/11/2025.
Se sei uno specialista e vuoi rispondere ai consulti esegui il login oppure registrati al sito.
Se sei uno specialista e vuoi rispondere ai consulti esegui il login oppure registrati al sito.
Consulti su problemi relazionali
Altri consulti in psicologia
- Trauma dopo scambio di coppia
- Parlare a degli adulti dei loro errori in ambito genitoriale
- Ansia da prestazione: è normale e come affrontarla?
- Ansia, isolamento e futuro: terapia è sufficiente?
- Disagio in terapia: le espressioni della terapeuta compromettono il lavoro?
- Sessualità stravolta: aumento desiderio e attrazione per uomini (genitali).