Disagio a casa: ansia, soffocamento e paura di tornare.
salve, è da un po’ di tempo che nel momento in cui devo fare rientro a casa provo molto disagio.
Quando sono fuori, sia per l’università che per le uscite con gli amici o quando sto con il mio fidanzato, a casa sua, non ho alcun problema.
Già qualche anno fa, dopo la morte di mia madre, riscontrai questo problema che credevo di aver superato.
Purtroppo quando arrivo e mi ritrovo in camera, sopratutto di sera, sento un forte senso di soffocamento.
Non sono per niente tranquilla e non riesco a rilassarmi nemmeno vedendo un film, leggendo o dormendo.
Al momento sono molto impegnata con gli esami e perciò anche il poco tempo che avrei per rilassarmi lo impiego a pensare agli esami, e questo non mi aiuta a liberare la mente.
C’è anche il fatto che, da quando sono fidanzata, mi capita far fatica a tornare a casa perché ho paura che possa accadere qualcosa alla mia relazione.
Non lo penso direttamente, però è ormai quasi un pensiero in sottofondo che mi genera ansia, ancor più quando devo rientrare a casa.
Spesso di sera esco per fare giri in macchina e far passare il tempo.
Prima lo facevo soltanto quando il mio ragazzo magari era fuori e non poteva rispondermi.
Sono consapevole che può sembrare esagerato come comportamento, ma io trovo sollievo solo facendo così.
Forse indirettamente voglio un po’ sfuggire dal grosso carico emotivo che mi danno gli esami, però non so più come fare.
spesso mi capita di poter stare tranquilla soltanto dopo che do la buonanotte al mio ragazzo.
(sto già seguendo una terapia psicologica per problemi di ansia)
Quando sono fuori, sia per l’università che per le uscite con gli amici o quando sto con il mio fidanzato, a casa sua, non ho alcun problema.
Già qualche anno fa, dopo la morte di mia madre, riscontrai questo problema che credevo di aver superato.
Purtroppo quando arrivo e mi ritrovo in camera, sopratutto di sera, sento un forte senso di soffocamento.
Non sono per niente tranquilla e non riesco a rilassarmi nemmeno vedendo un film, leggendo o dormendo.
Al momento sono molto impegnata con gli esami e perciò anche il poco tempo che avrei per rilassarmi lo impiego a pensare agli esami, e questo non mi aiuta a liberare la mente.
C’è anche il fatto che, da quando sono fidanzata, mi capita far fatica a tornare a casa perché ho paura che possa accadere qualcosa alla mia relazione.
Non lo penso direttamente, però è ormai quasi un pensiero in sottofondo che mi genera ansia, ancor più quando devo rientrare a casa.
Spesso di sera esco per fare giri in macchina e far passare il tempo.
Prima lo facevo soltanto quando il mio ragazzo magari era fuori e non poteva rispondermi.
Sono consapevole che può sembrare esagerato come comportamento, ma io trovo sollievo solo facendo così.
Forse indirettamente voglio un po’ sfuggire dal grosso carico emotivo che mi danno gli esami, però non so più come fare.
spesso mi capita di poter stare tranquilla soltanto dopo che do la buonanotte al mio ragazzo.
(sto già seguendo una terapia psicologica per problemi di ansia)
Buongiorno,
Mi sembra che il disagio non nasca a casa in senso generico, ma quando rientra in uno spazio che forse porta ancora tracce della perdita di sua madre e di un carico che fuori, nelle relazioni vive, non sente allo stesso modo. È come se casa Le restituisse una versione di sé più sola e più esposta, mentre altrove si sente sostenuta.
Mi colpisce il bisogno di allungare il ritorno con giri in macchina: cosa succede dentro di lei in quel tragitto? Sta cercando di rallentare un’emozione che teme di non reggere appena chiude la porta della sua stanza? E come mai la tranquillità arriva solo dopo la buonanotte del Suo ragazzo?
Il pensiero di fondo sulla relazione non sembra un vero timore concreto, quanto piuttosto il segnale che nei momenti di passaggio emergono emozioni che durante il giorno riesce a tenere sotto controllo.
La domanda potrebbe essere: cosa teme davvero di incontrare quando torna a casa? Portare questi temi in terapia può aiutarla a capire che significato ha per lei quello spazio e perché oggi fa così fatica a sostenerlo.
Cordialmente,
Mi sembra che il disagio non nasca a casa in senso generico, ma quando rientra in uno spazio che forse porta ancora tracce della perdita di sua madre e di un carico che fuori, nelle relazioni vive, non sente allo stesso modo. È come se casa Le restituisse una versione di sé più sola e più esposta, mentre altrove si sente sostenuta.
Mi colpisce il bisogno di allungare il ritorno con giri in macchina: cosa succede dentro di lei in quel tragitto? Sta cercando di rallentare un’emozione che teme di non reggere appena chiude la porta della sua stanza? E come mai la tranquillità arriva solo dopo la buonanotte del Suo ragazzo?
Il pensiero di fondo sulla relazione non sembra un vero timore concreto, quanto piuttosto il segnale che nei momenti di passaggio emergono emozioni che durante il giorno riesce a tenere sotto controllo.
La domanda potrebbe essere: cosa teme davvero di incontrare quando torna a casa? Portare questi temi in terapia può aiutarla a capire che significato ha per lei quello spazio e perché oggi fa così fatica a sostenerlo.
Cordialmente,
Dott.ssa Elisabetta Carbone
Psicologa sistemico relazionale | Sessuologa clinica |
psicologa@elisabettacarbone.it | 351.777.9483
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 19 visite dal 26/11/2025.
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