Comportamento della mamma dopo il parto...credo sia depressione, ma che fare?

Gentilissimi medici,
mi ritrovo di nuovo a scrivere per problemi di salute. Questa volta il problema riguarda mia moglie. Ha partorito 6 mesi fa. Da subito ha iniziato a fissarsi sulla poca voglia di mangiare del bambino. Per questo abbiamo iniziato a girare diversi pediatri. Dopo 6 mesi e almeno 8 consulti con altrettanti pediatri sembrerebbe secondo i medici che il bambino ha poco appetito e poca voglia di mangiare per pigrizia e soprattutto perchè con quello che mangia riesce ad assimilare e a crescere. Infatti oggi il bambino pesa 8kg circa ( è nato di 3,150). Ciò nonostante lei continua a fissarsi. E appena il bambino dimostra di non voler mangiare lei va su tutte furie, inizia a piangere, se la prende con il piccolo. Questa cosa mi fa paura. La sua fissazione è diventata elemento continuo di litigi tra di noi. Lei stessa riconoscere di avere un problema, ma ogni volta che io l'ho invitata a rivolgersi ad uno psicologo lei mi ha risposto: «non può uno psicologo risolvere il problema. Perchè se io vado dal medico questi non potrà mai aiutare il bambino a mangiare». Oggi dopo l'ennesimo attacco di panico da parte sua, e dopo le ennesime minacce di suicidio, chiedo disperatamente aiuto a voi. cosa devo fare prima che sia troppo tardi?
Aiutatemi.

Grazie
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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Gentile utente,
diventare genitori non è affatto semplice, in special modo per le neo-mamme, che avvertono sulle loro spalle tutta la responsabilità della salute del piccolo.
Spesso il rifiuto del cibo da parte di un bambino, è l'unica forma non verbale di opposizione all'ambiente.
Valuti l'ipotesi di andare da un clinico, per qualche suggerimento e, soprattutto per arginare l'ansia di sua moglie, se non divesse accettare, la faccia affiancare, nel quotidiano, da qualcuno di vostra fiducia( mamma, nonna, zia...), in modo da diluire la tensione.
Provi a dare lei da mangiare al bambino, percepirà subito un clima emozionale più sereno, magari mangia di più e sua moglie si sentirà più tranquilla, in modo tale da valutare poi un consulto psicoterapeutico.
Auguri a tutti voi.





www.valeriarandone.it

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

[#2]
dopo
Utente
Utente
Grazie dottoressa,
purtroppo quello che lei mi consignlia lo abbiamo già provato in qualche modo.
Accompagno quotidinamente mia moglie da sua madre e sua sorella, io stesso ho provato più volte a far mangiare il bambino, ma lui non ha mostrato molti cambiamenti.

Come già detto in precedenza, mia moglie rinnega qualsiasi consiglio o aiuto da parte mia e dei famigliari, oltre che dei medici pediatri. Non so come fare. Ho provato sia con la calma, sia mettedola davanti all'ipotesi che i suoi comportamenti diventino un problema grave per la vita del bambino. Ma tutto sembra inutile, è un muro che non si abbatte!

Aiuto.
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Dr.ssa Giselle Ferretti Psicologo, Psicoterapeuta 615 14 22
Gentile signore,
dalle sue parole emerge una reale preoccupazione per lo stato di salute di sua moglie: se lei teme che ci sia qualche pericolo reale, per sua moglie o per il bambino, deve imporsi su di lei e convincerla in modo deciso a portarla da un medico.

Immagino che tutti in famiglia siate molto cauti e comprensivi, accondiscendenti con lei, visto il delicato periodo del post parto, ma se percepite un pericolo e le avete provate tutte, allora è arrivato il momento in cui dovete agire in modo deciso.

Se avete consultato tutti quei pediatri e se il bambino effettivamente cresce, allora è probabile che sua moglie provi un disagio di cui non sa dire nulla e riversa le sue ansie e preoccupazioni sulla questione dell'alimentazione del piccolo.

È probabile che effettivamente si tratti di depressione post parto, ma solo attraverso una visita medica si puo' accertare quale sia il problema.
Ripeto, queste sono solo ipotesi da accertare in altra sede.
Dalla sua richiesta d'aiuto direi che è giunto il momento che siate voi familiari a tirare su un muro, ma di protezione!

Cordialita'

Dott.ssa Giselle Ferretti Psicologa Psicoterapeuta
www.giselleferretti.it
https://www.facebook.com/giselleferrettipsicologa?ref=hl

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Dr.ssa Ilenia Sussarellu Psicologo, Psicoterapeuta 648 21 5
Gentile Signore
lei sostiene che i pediatri abbiano escluso la presenza di un qualsiasi problema a carico dell'alimentazione di suo figlio ed infatti lui cresce bene ed è sano; detto ciò sembrerebbe che non sia questo il problema di cui occuparsi.

Sembrerebbe invece che sua moglie senta forte la preoccupazione quando il bambino non mangia abbastanza e che faccia fatica e gestire l'ansia che deriva da questa preoccupazione. Inoltre da ciò che lei racconta pare che sua moglie, a seguito della preoccupazione, adotti dei comportamenti che, essi stessi, potrebbero costituire un problema per se stessa e per il bambino.

Detto ciò io suggerisco di parlarne prima con il medico di base e poi di insistere fermamente sulla necessità di sottoporsi ad una valutazione psicologica.

Cordiali saluti

Dr.ssa Ilenia Sussarellu, i.sussarellu@libero.it
Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale, Psicologo Cilinico-Forense

[#5]
dopo
Utente
Utente
Grazie a tutti voi per le preziose risposte.
Devo però confessarvi una mia seria difficoltà. Non riesco a convincerla a farsi vedere da un medico. Ieri sera mi ha detto: «non ci andrò mai da un medico per dirgli i fatti miei. Non ci riuscirei, sono sicura che non mi potrà aiutare, e che non riuscirò ad essere sincera.» detto questo credo che l'unica cosa possibile resta k'inganno, cioè portare un medico a casa e farla incontrare "casualmente". Ma non so se può essere efficace una simile operazione.

Ne tantomeno posso sperare di riuscirci seguendo il consiglio della dott.ssa Sussarellu, perchè almeno 2 dei pediatri che abbiamo incontrato le hanno detto chiaramente in faccia: « signora, credo che sia lei ad aver bisogno di una visita e non il bambino». Ma lei a queste affermazioni ha risposto con un sorriso, e poi tornata a casa mi ha detto: «Possibile che nessuno capisce che io non sono pazza, io voglio solo che il bambino mangi".

Capisco che l'esito di questo consulto dipenda molto dalla mia capacità di convincimento, per questo vi chiedo di darmi un suggerimento, una chiave per aprire la porta.

Grazie ancora.
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Dr.ssa Ilenia Sussarellu Psicologo, Psicoterapeuta 648 21 5
Gentile Signore

ma se sua moglie è davvero convinta di non avere alcun problema per quale motivo dovrebbe fare tanta resistenza?

Se non c'è alcun problema sarà lo specilista stesso a confermarlo, provi questa strada e cerchi di rimanere fermo su questo punto.

In alternativa potrebbe provare a farle leggere questi scambi in modo che lei stessa veda ciò che noi riteniamo ma sopratutto che le sia ben chiara la Sua paura che lei stia subendo in modo disfunzionale lo stress derivante dalla nascita del bimbo.

Potrebbe fare leva sul fatto che se lei stesse bene non le capiterebbe alcune volte di avvertire come unica via d'uscita il suicidio, non se la prenderebbe con il bambino stesso e sarebbe più disposta a considerare anche i punti di vista degli altri; il fatto che questo non accada è segno di sofferenza, segno di una condizione emotiva che ormai è diventata irragionevolmente pregnante e dunque non lascia spazio ad altro.

Ci faccia sapere

[#7]
Dr.ssa Giselle Ferretti Psicologo, Psicoterapeuta 615 14 22
Gentile signore,
piu' che altro mi viene da chiederle che cosa la intimorisce nel confronto con sua moglie: da come mette la situazione sembra abbastanza "grave", quindi deve trovare il modo di imporsi. Il metodo specifico non possiamo dirglielo noi, non conoscendo personalmente nè lei nè sua moglie. Anche se noi le suggerissimo le parole, è l'atteggiamento che conta, è il "come" dice le cose che fa presa o meno.

Potrebbe iniziare a parlare lei con il vostro medico di base, spiegare nel dettaglio la situazione e formulare una strategia di intervento che includa anche altre figure della vostra famiglia.

Cerchi di intervenire al più presto.
Se lo desidera ci tenga informati.

Cordiali saluti.
[#8]
Dr.ssa Giselle Ferretti Psicologo, Psicoterapeuta 615 14 22
Gentile signore, ha già letto l'articolo del nostro collega sull'argomento?
Se non l'ha fatto può cliccare nel link qui sotto.



https://www.medicitalia.it/minforma/psichiatria/161-la-depressione-post-partum.html

Cari auguri.