Perplessità sulla mia tcc...

Gentili dottori,
parte dal presupposto che la mia TCC è partita da poco,ma mi lascia perplesso,molto perplesso.
Una volta inquadrato il disturbo,il terapeuta ha voluto iniziare con questa "tecnica" psicologica:a causa di un evento traumatico che non sono riuscito a superare e anche altri disturbi e avvenimenti (per la lunghezza del mio caso non posso dire altro) soffro di ansia generalizzata e disturbi psicosomatici che lamento sopratutto in vertigini,sonnolenza improvvisa e tachicardia.

Ritornando alla "tecnica" il terapeuta mi ha detto che si deve lavorare in questo modo:siccome al pensiero nasce il sintomo,pensieri che ho in continuazione (soffro di doc) io devo semplicemente distrarmi,dicendomi che devo fare ciò che mi piace perchè distraendomi elimino i sintomi.

Questo è vero:ma è mai possibile distrarsi 24 ore su 24? Se fosse cosi semplice non lo farebbero tutti? Io ci ho anche provato e il risultato che ho ottenuto è stato un leggero miglioramento fisico,ma resta una forte sofferenza psicologica.

Dopodiché mi ha detto che si arriverà ad affrontare in modo frontale il problema.

La mia perplessità però è alta:se il terapeuta conoscesse specifiche tecniche di intervento psicologico le avrebbe già usate e questo suo indurmi a distrarre a me è parso come il non poter far niente e quindi l'unica cosa che posso fare è distrarmi,ma personalmente se la famosa TCC è questa non c'era bisogno che andassi dal terapeuta a spendere una barca di soldi.

Peraltro il semplice limitarsi a dire "divertiti" per distrarti a me sembra semplicemente assurdo,come posso risolvere un disagio che dura da un anno col semplice distrarmi,e sopratutto come si può pensare di distrarsi tutta la giornata?

A me sembra qualcosa di assurdo,vorrei che qualcuno mi desse qualche delucidazione,grazie a tutti in anticipo.
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Gentile Utente, da quanto tempo è in terapia esattamente?

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

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dopo
Attivo dal 2011 al 2012
Ex utente
1 mese solo per arrivare ad una diagnosi,per quanto riguarda la terapia "ufficiale" sono alle seconda seduta.
Ma non è questo il punto:se il dottore mi dice che devo arrivare alle distrazioni tramite lo "svago" e non insegnandomi determinate tecniche o "accorgimenti" possono passare anche mesi,ma non cambierà nulla.

E la mia domanda è:se il dottore conosce determinati interventi terapeutici,perché ridurre gli interventi terapeutici alla semplice distrazione? In piu dalle sue parole ho percepito chiaramente che non può eliminare il mio problema alla base,che è la concausa o causa principale del mio disturbo.
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Gentile Utente,

da una parte indugiare sui pensieri che la fanno star male amplifica il disagio. Più ci pensa e più sta male. E questo è un dato di fatto.

E vero: la TCC prevede prescrizione di homework. Il Suo terapeuta è stato chiaro nella prescrizione? O Le ha detto solo "Lei deve svagarsi!"

Quanto alla durata di una TCC, io preferisco sempre non sbilanciarmi sui tempi, perchè un imprevisto può sempre accadere, anche per i disturbi molto semplici e "veloci" da trattare. Per il DOC i tempi non sono strettissimi.

Ipotizzo inoltre, ma bisognerebbe chiedere al Suo terapeuta, che se Lei ha una personalità ossessiva, allora le indicazioni del Suo dottore sono corrette.

Saluti,
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dopo
Attivo dal 2011 al 2012
Ex utente
Il doc (solo ossessivo) ce l'ho da ragazzo,mi ha dato disagio mai mai disturbi d'ansia. E io non sono in cura per il doc,ma l'ho fatto presente perché potrebbe avere un ruolo in ciò che mi è accaduto. Tuttavia il mio terapeuta ha escluso questa probabilità. Il problema è un altro:lei mi dice che piu ci penso e piu sto male:questo lo so anche io,come so che è importante distrarsi. Siccome non è possibile farlo tutta la giornata è normale che mi piacerebbe che si lavorasse in un altro modo.
Se io soffro di un disturbo ossessivo ciò contribuisce al presentarsi di pensieri e flashback che alimentano il problema,ma ripeto,se si lavora in modo da far si che questo non lo sia piu,il sintomo è normale che scompaia,ma se si lavora in modo da eluderlo,a me sembra un buco nell'acqua.
Se poi non ci sono soluzioni,allora è meglio che lo sappia subito e ciò significa che era che sarebbe dovuta andare così...
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Gentile Utente, ma Lei ha posto la stessa domanda al Suo terapeuta, come Le avevamo consigliato in precedenza?

Le dico questo perchè non vorrei alimentare i Suoi dubbi ossessivi. Avere tante risposte alimenta ulteriormente i Suoi dubbi.

Sembra che Lei non abbia la pazienza o la fiducia verso il Suo dottore. E' così?
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dopo
Attivo dal 2011 al 2012
Ex utente
La fiducia ce l'ho ancora perché il dottore ha una reputazione in giro molto alta;manifesto comunque delle perplessità come detto in precedenza e non le nascondo che se il dottore fosse stato un giovane "sconosciuto" me ne sarei già andato...con questo non significa che io abbia ragione,dico solo quello che ho interpretato tramite la mia esperienza;una cosa ancora piu "grave" è questa:in genere le mie perplessità si sono tramutate in conferma,pagandone di seguito le conseguenze.

Io so solo che non c'è bisogno che me lo dica un dottore che mi devo distrarre e di certo non è la soluzione per il mio male. Ho parlato con il dottore che mi ha detto che si passerà poi ad analizzare il problema frontalmente,ma solo quando io gli ho espresso il mio totale disappunto per questo "cura iniziale". Non capisco però perchè è partito dicendomi che si doveva lavorare sul verso della distrazione perchè non era semplice affrontare il problema frontalmente,per poi rinnegare quando io gli ho esposto le mie perplessità.

Ho fiducia nella persona,ma il dubbio cade sul fatto della scelta della terapia,se è quella giusta o meno. Purtroppo mi sono fidato sulle statistiche della TCC:da ciò che ho letto mi era sembrata la migliore.
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Dr. Armando De Vincentiis Psicologo, Psicoterapeuta 7.2k 220 123
gentile ragazzo, è vero che determinate terapie sono di maggior elezione rispetto alle altre per specifici problemi, ma è anche vero che bisogna fare i conti con la personalità del terapeuta ed il suo stile di impostare determinati progetti.Tuttavia, in caso di perplessità, bisogna essere espliciti con il proprio terapeuta onde evitare che si battano percorsi infruttuosi.
saluti

Dr. Armando De Vincentiis
Psicologo-Psicoterapeuta
www.psicoterapiataranto.it
https://www.facebook.com/groups/316311005059257/?ref=bookmarks

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dopo
Attivo dal 2011 al 2012
Ex utente
Gentile Dr.De Vincentiis
Mi è piaciuta La sua chiarezza,ed è proprio quello che intendo fare.
Quello che le voglio chiedere è: la TCC è una terapia che produce miglioramenti anche quando si parla di episodi di mobbing? E' una terapia che può lavorare sulle errate convizioni (ne ho tante) di una persona? E' una terapia che può migliorare l'autostima di una persona?

Credo che siano i punti dove bisogna lavorare,la TCC è capace di fare ciò?Altrimenti quale scegliere? Preferisco lasciare adesso che quando è troppo tardi se ho commesso la scelta sbagliata.
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Gentile Utente, la TCC è molto efficace per lavorare sulle errate convinzioni e sulla bassa autostima, ma ciò che mi pare di percepire è una sfiducia di base.
Aveva aspettative diverse rispetto alla terapia? La immaginava in altro modo?


" la TCC è una terapia che produce miglioramenti anche quando si parla di episodi di mobbing?"

che cosa intende per mobbing? vuole dirci qualcosa di più?
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dopo
Attivo dal 2011 al 2012
Ex utente
Significa quello che detto:episodi di violenza psicologica subita sul posto di lavoro tre anni fa per un periodo di due mesi. Anche se con l'ansia ci avevo avuto a che fare molto prima mai ho toccato soglie del genere.

Non avevo chissà quali aspettative,semplicemente mi aspettavo che la terapia non iniziasse con un "distraiti" quando c'è un disagio profondo,irruente e stabilizzato.

Questo sarebbe dovuto essere a mio avviso solo un consiglio,non una terapia. Il terapeuta si aspetta che con questa tecnica io riacquisti il benessere,per poi lavorare anche sulle cause del mio male.

Ma il benessere in questo modo non la raggiungerò mai,è semplicemente assurdo e non so piu dove battere la testa.

Cosa devo fare?
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
Il suggerimento migliore che possiamo darti è di rivolgere apertamente queste questioni al terapeuta, esigendo risposte precise. Se queste non ti convinceranno, puoi sempre sentire un parere da un terapeuta diverso, nessuno te lo impedisce. Oltretutto per avere un inquadramento diagnostico può bastare una sola seduta, a seconda del terapeuta e dell'approccio usato.

Per il resto la TCC è una terapia che può ottenere gli obiettivi che hai elencato sopra, ma prima di tutto è necessario stabilire con la maggior chiarezza possibile di che problema si tratta. Si tratta di ossessioni, di mobbing o di altro ancora? Ci sono aspetti compresenti (ossessioni + mobbing o altro)? È chiaro che da qui non abbiamo modo di saperlo.

Perciò: 1) esigi tranquillamente delle risposte dal tuo terapeuta ed eventualmente 2) chiedi un parere a un diverso professionista.

Cordiali saluti

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

[#12]
dopo
Attivo dal 2011 al 2012
Ex utente
La mia diagnosi è durata 5 sedute di un'ora e piu! Sapevo che il mio non era proprio semplice,per questo accettai questa anteprima che anteponeva il terapeuta.

Adesso siamo alla seconda seduta di terapia e ancora si parla della diagnosi,ancora non si è arrivati ad un inizio.
Tre sedute riguardarono dei test inutili sulla mia personalità,con domande a risposta multipla. Io dissi che ciò secondo me era inutile,quando c'erano ancora tanti aspetti da chiarire sul mio caso "particolare".

Mi fu detto di non preoccuparmi ma avrei fatto molto meglio a farlo!
Inoltre non ho mai ricevuto risposte concrete su delle spiegazioni chieste al terapeuta riguardo il mio disturbo,i classi perché che uno si chiede. Ad esempio:perchè l'ansia riguardo ciò che mi accadde si è manifestata tre anni dopo e non prima?

Uno dei tanti perché cui vorrei avere risposta...
Il terapeuta che mi tiene in cura è molto conosciuto,il classico "Super Professorone" che però non mi sta convincendo.

La paura che ho è che il terapeuta non mi stia dedicando il tempo necessario,ma non mi piace accusare senza prove concrete.

Non so se lo studio di un caso avviene solo durante la visita o gli dedichiate del tempo oltre la stessa,perchè ripeto,io non vado ancora dopo sette sedute a fare una terapia,andiamo ancora ad analizzare come si potrebbe intervenire...
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dopo
Attivo dal 2011 al 2012
Ex utente
"Si tratta di ossessioni, di mobbing o di altro ancora? Ci sono aspetti compresenti (ossessioni + mobbing o altro)? È chiaro che da qui non abbiamo modo di saperlo."

Anche questo avrei voluto sapere,ma il mio terapeuta - forse perché già convinto - snobba la questione,o meglio ancora non ha mai fatto presente questa eventualità.

Lui dice che siamo solo alla seconda seduta e si deve fare ancora un'idea generale,io che so che criticare è inutile,non gli rispondo che avevamo fatto cinque sedute
di diagnosi(durata del tutto 50 giorni)e che i test potevamo risparmiarli.

Inoltre sul fascicolo riguardo la mia diagnosi c'è scritto di tutto tranne note riguardo ciò che io ho comunicato al terapeuta,ma solo il risultato dei test fatti che nulla hanno a che vedere con il mio caso.


So che di pazienza forse non ne ho molta,ma sono quasi due mesi che sono in terapia e siamo ancora in alto mare...
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Psicologo, Psicoterapeuta attivo dal 2010 al 2016
Psicologo, Psicoterapeuta
Gentile signora, diverse ipotesi sono possibili.

E' possibile che il terapeuta che la segue stia cercando di formulare il suo caso nel modo più preciso possibile. In TCC questo aspetto è fondamentale, e non è possibile stabilire a priori quanto tempo serva. In media, si va dalle 3-4 sedute iniziali (compresa l'eventuale somministrazione di questionari, test etc.) alle 6-7 sedute; a volte si impiega meno tempo, altre di più.

E' possibile che lei abbia aspettative molto elevate, o magari non realistiche. Questo potrebbe essere connesso, ad esempio, ad una sofferenza psicologica che non si vorrebbe (comprensibilmente) avere più.

E' possibile che ci sia una difficoltà nello strutturare quella collaborazione che in TCC è l'aspetto fondamentale della terapia. In sintesi, non sarà il terapeuta a "curarla": sarà la solidità della vostra collaborazione a rappresentare un motore importante del processo di cambiamento.

Non è facile stabilire quale delle ipotesi è più realistica: potrebbe essere un intreccio di fattori, o altre ancora.

L'unico "fattore comune" è che mi sembra di rilevare una certa dose di insoddisfazione, sfiducia e forse anche rabbia nei confronti delle indicazioni datele dal terapeuta.

In accordo con quanto indicatole dai colleghi, la soluzione più sensata mi sembra quella di esprimere al terapeuta le sue perplessità.

Se ne avrà voglia, potrà aggiornarci sull'esito di questo confronto.

Cordialmente
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dopo
Attivo dal 2011 al 2012
Ex utente
"E' possibile che lei abbia aspettative molto elevate, o magari non realistiche"

Io ho l'obiettivo della guarigione;avere obiettivi a metà o limitati non mi interessa.Sono giovane e devo fare di tutto perché guarisca del tutto.

"In sintesi, non sarà il terapeuta a "curarla": sarà la solidità della vostra collaborazione a rappresentare un motore importante del processo di cambiamento."

Questo l'ho capito anche io,ecco perché lavoro molto su me stesso (nei limiti del possibile) e sopratutto ho parlato al terapeuta a 360° senza eludere nulla.
Però il terapeuta deve sapere come agire e quali interventi terapeutici adottare;quando questo non avviene,allora bisogna iniziare a porsi degli interrogativi e a prendere delle decisioni.
[#16]
Psicologo, Psicoterapeuta attivo dal 2010 al 2016
Psicologo, Psicoterapeuta
>>Però il terapeuta deve sapere come agire e quali interventi terapeutici adottare;quando questo non avviene,allora bisogna iniziare a porsi degli interrogativi e a prendere delle decisioni.

Alla luce delle sue considerazioni, non vedo altra strada se non confrontarsi serenamente con il suo terapeuta sull'andamento della sua terapia.

Cordialmente