Disturbo fobico-ansioso-ossessivo

Salve, vi ringrazio per il vostro tempo. La mia situazione è complicata. Sono oramai 6 mesi che non riesco più ad uscire di casa per la forte ansia e per uno stimolo continuo ed impellente di urinare. Mi sono costruita una prigione. Il paradosso è che prima di questo periodo passavo fuori casa tutto il tempo possibile, non ho mai perseguito passioni e necessità personali per uscire. Sentivo il bisogno sia di scappare dalla mia pseudo-famiglia e sia di essere sempre presente sia nella mia storia d'amore simbiotica, che dura da 6 anni, e sia nella mia comitiva di conoscenza (visto che veri amici non lo sono mai stati). Ad un certo punto a settembre dell'anno passato ho deciso di mollare tutte queste sicurezze superficiali e mi sono iscritta ad una facoltà molto lontana da casa (circa6 ore di viaggio) per ricercare un mio equilibrio. Sono stati i mesi più reali ed interessanti della mia vita, purtroppo come iniziai questa esperienza iniziai ad avere un'ansia che mi creava uno stimolo continuo di urinare. A casa di un paio di situazioni che mi costringevano a non poter andare in bagno, ho iniziato a vedere questo bisogno come un reale pericolo. Tanto che oramai non esco di casa. Ho lasciato le amicizie e l'università; l'unica persona che ho al mio fianco è il mio ragazzo che sopporta in silenzio di non poter più uscire con me neanche per un caffè. Non voglio vedere più nessuno perchè ho perso la mia dignità ed il rispetto per me che sono sempre stati i miei valori e perciò sono distrutta. Riesco a vedere solo i miei difetti... La mia indecisione nella vita, il mio bisogno estremo di stare male, la paura dell'abbandono, la poca autostima, la mia immaturità... cioè mi sento svuotata e totalmente priva di senso. Sto in casa ed aspetto, le giornate volano e la mia vita è inesistenta,forse per non accettare che sono stata io a sabotare tutto ciò che per me era indispensabile.E oltre al danno, la beffa è che ora lui ha un'indipendenza ed io sono solo un baratro di sofferenza e terrore. Lo so che per rinascere bisogna pur morire, ma non riesco a vedere l'effetto positivo di questa importante crisi e per di più non posso neanche cercare una mia identità perchè mi è impossibile uscire di casa... Ho provato con la psicoterapia, ma forse il dottore non aveva ben capito la gravità e perciò ho preferito fare una pausa... Sento che nella mia vita non riuscirò mai a trovare un mio equilibrio che non si faccia delineare da persone o sofferenze. Mi sento così fragile e debole da essere infinitivamente lontana dall'idea di ciò che vorrei essere. Sono divenuta lo spettro di me stessa e con tutto il tempo che è passato oramai ogni tentativo è vano. Mi sono sempre reputata diversa (per delle situazioni della mia infanzia) e preferivo dirmi "speciale" ma sapevo di essere solo un potenziale e che la mia personalità avrebbe spiccato il volo qualora avesse potuto ed invece... Sono lo spettro di me stessa...
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Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119 9
<Ho provato con la psicoterapia, ma forse il dottore non aveva ben capito la gravità e perciò ho preferito fare una pausa.>

Gentile ragazza,
che tipo di percorso aveva intrapreso?

<ma forse il dottore non aveva ben capito la gravità e perciò ho preferito fare una pausa>
Può spiegare meglio questa frase? E' stato solamente questo il motivo per cui ha sospeso?

Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it

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dopo
Utente
Utente
L'approccio è di tipo cognitivo-comportamentale. Iniziai circa 2 anni fa perchè si manifesto una forte fobia ai fulmini e con il mio medico riuscii parzialmente a risolverla perchè capimmo era frutto della mia paura rispetto ai cambiamenti. Poi continuammo perchè capii che c'erano molti aspetti di me che mi bloccano e/o creavano problemi. E durante questo percorso a dicembre/gennaio inizio a crearsi in modo esplicito questa mia nuova fobia frutto secondo me di una forte crisi esistenziale e/o d'identità (sempre secondo me quindi è molto possibile che io sbagli)... Però con il mio dottore ci concentrammo su dei mie problemi a livello sentimentale ed inoltre inizia a gestire la fobia con un approccio molto pratico. Purtroppo in seguito a dei LIEVI miglioramenti ci sono state delle forti ricadute e perciò ho perso un pò la fiducia nel trattamento e soprattutto a seguito di un altro consulto da una psicoterapeuta familiare ho capito che fosse una cosa un pò più complicata di un problema d'amore, ma che questo problema era solo stato una sorta di proiezione concreta dei due forti lati estremi e dicotomici del mio carattere: forza e sicurezza e fragilità e inutilità... Purtroppo già nella mia infanzia usavo inconsciamente stratagemmi concreti per risolvere situazioni personali ed emotive. Ed ecco che dopo i fulmini ora ci sono ricaduta con lo stimolo impellente di urinare. E purtroppo con questo stimolo "grave per quanto banale" è caduto tutto il resto della mia vita.
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
>>> il mio medico riuscii parzialmente a risolverla perchè capimmo era frutto della mia paura rispetto ai cambiamenti
>>>

>>> Poi continuammo perchè capii che
>>>

In un'ottica breve strategica, per uscire dalla paura e vincere l'ansia non serve prima capire. Innanzitutto si deve agire, poi la comprensione arriva dopo, in base a ciò che si è fatto. Dice che il suo era un terapeuta TCC, può dirci che tipo d'indicazioni comportamentali ha ricevuto, se ne ha ricevute?

Cordiali saluti

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

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dopo
Utente
Utente
Per lo più il suggerimento era di spingermi più che potevo nell'uscire perchè dovevo cercare di abbattere il mio estremo bisogno di mantenere il controllo e provare a gestire la situazione; ed inoltre riallacciare rapporti tramite telefono o internet con i miei amici. Poi stavamo concordando una tecnica graduale di esposizione alla paura, ma subii una regressione e persi la volontà di provare ad uscire. Essendo molto scettica ho iniziato a credere che continuare a combattere la fobia/ansia, e di conseguenza gestire lo stimolo, mi permetteva di creare un'illusoria vittoria, perchè qualora fosse successo un'avvenimento per me scomodo, sarei ritornata al punto di partenza. Cioè fingere che posso riuscirci è inutile perchè oramai so che ci ricadrò... Lo so che così chiudo molte strade ma sono molto concreta e scettica.
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
E fa bene a esserlo. E proprio per questo, concretamente, in questi casi si devono esporre i propri dubbi al terapeuta. Lo ha fatto o ha deciso da sola di smettere di andarci?

Cordiali saluti
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dopo
Utente
Utente
Inizialmente ne abbiamo parlato però poi ho deciso di prendermi un pò di tempo per riflettere se sia giusto continuare la terapia con il medesimo dottore e soprattutto ho deciso di prendere tempo per ritrovare la vera motivazione dentro di me per combattere perchè credo che in fondo non ho il coraggio di iniziare questa lunghissima guerra contro la mia ansia perchè poi le ricadute saranno sempre più dolorose ed esponendomi al pericolo temo di crollare in presenza di altre persone così da perdere quel poco di dignità che è rimasta, poichè in questi mesi mi sono protetta dagli sguardi di tutti quelli che mi conoscono... Ma oramai è un circolo vizioso troppo importante ed è difficile uscirne.
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
La motivazione direi che ce l'hai, se hai sentito lo stimolo di scriverci. Forse andrebbe rivista questa convinzione sulle guerre lunghissime contro l'ansia perché l'ansia, fra i disturbi psichici, è spesso uno di quelli meno difficoltosi da risolvere. Tuttavia il tuo caso dovrebbe essere valutato in modo completo perché a quanto pare ci sono anche difficoltà di autostima e relazionali.

Dovresti chiedere un consulto di persona, magari a un differente terapeuta. Non sarebbe realistico aspettarsi di ricevere un vero aiuto da qui, a distanza.

Puoi leggere questi due articoli per orientarti e iniziare a prendere conoscenza delle differenze fra alcuni dei più diffusi tipi di terapia esistenti:

https://www.medicitalia.it/minforma/psicoterapia/533-mini-guida-per-la-scelta-dell-orientamento-psicoterapeutico.html

https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/233-la-psicoterapia-che-cos-e-e-come-funziona.html

La terapia cognitivo-comportamentale sembra comunque adatta al tuo caso, così come potrebbe esserlo la breve strategica.

Cordiali saluti
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dopo
Utente
Utente
La ringrazio di cuore...Rifletterò sui suoi consigli!
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