Dubbio andamento percorso terapia

Buongiorno,
avevo scritto tempo fa circa la mia crisi matrimoniale. Io e mio marito abbiamo iniziato un percorso di psicoterapia. Fino ad oggi abbiamo fatto solo sedute individuali, dove lo specialista ha raccolto tutte le informazioni su quella che è la nostra situazione specificando poi che il problema più grosso è la mancanza di desiderio di mio marito (cosa che ho evidenziato io e che mio marito non gli ha inizialmente detto). A seguito della mia ultima seduta, dove lo specialista ha manifestato ammirazione verso il mio carattere, ha deciso di vedere mio marito per indagare su questa mancanza di desiderio. Premetto che mio marito, come detto dallo stesso specialista ha una personalità molto complessa, lui ha anche parlato di "disturbo della personalità". Questo è infatti uno dei motivi per cui ho ritenuto utile farmi aiutare!
Dopo la seduta con mio marito, lo psicoterapeuta mi ha voluto vedere e ha approcciato l'incontro con sguardi "d'intendimento" del tipo "ti vorrei dire, ma non posso..." e con mezze frasi che parevano volermi portare a "tuo marito sta bene, non ha nessun problema, "semplicemente" non ti desidera più: suo marito le vuole tanto vene, ma non si può vivere da fratello e sorella, l'ho rassicurato che lei è forte e può affrontare quello che le vuole dire...Mi ha anche specificato di aver capito cosa c'è che non va e di sapere che obiettivo raggiungere. Mi ha detto che non ha indagato su "il disturbo di personalità" perchè il problema più grosso è la mancanza di desiderio. Quindi tutto mi ha fatto capire che la situazione "si era chiarita" e che avrei dovuto "affrontare" la separazione. Poi chiacchierando e chiedendomi altre cose (fatti accaduti ancora tra me e mio marito) ha cambiato rotta e mi ha comunicato che ci vedrà ancora perchè vuole indagare se ci sono altri motivi dietro a questa mancanza di desiderio...ma non lo doveva aver già fatto? Non doveva aver già verificato che non c'erano "problemi" in mio marito che causano questo calo? Non doveva aver già verificato che "il disturbo di personalità" non ha nulla a che vedere con il suo calo di desiderio? se lo specialista ha iniziato a ventilarmi la separazione, a parlarmi di un marito che mi vuole tanto bene ma non mi desidera, del fatto che non è facile dire alla persona cara che è finita....io penso che abbia quindi fatto tutte le "verifiche" del caso con mio marito e che sia giunto a questa conclusione! Nel bel mezzo mi ha anche iniziato a chiedere di immaginarmi la seprarazione e dirgli cosa farei "nei fatti", se andare via di casa, restare ad abitare dove sono ora, di chi è la casa etc..a quel punto giuro che mi sembrava di essere davanti ad un avvocato!
La mia domanda è...posto che sono totalmente ignorante in materia, è solo una mia sensazione o qui c'è qualcosa che non va?
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Gentile signora,

che tipo di formazione ha il professonista che avete consultato?

Vorrei anche chiederle se suo marito è un coetaneo o è più grande di lei, perchè alcune cose che ha riferito nell'altro consulto possono far pensare sia ad una situazione patologica (che ovviamente da qui non è possibile indagare nè diagnosticare) sia ad una sorta di "crisi" dovuta all'età.

Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it

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dopo
Utente
Utente
Buongiorno,
il professionista è uno psicoterapeuta e sessuologo.
Mio marito è mio coetaneo, pochi anni di differenza...
La cosa che non le ho detto è che mentre lo specialista si dava da fare a "ventilarmi" la separazione, io mi rivedevo mio marito che fino al giorno stesso ha continuato a comportarsi come se non ci fosse alcun problema tra noi e che quello del calo del desiderio era totalmente affidato ad una terza persona che dovrà risolverlo. Mio marito con me continua a fare progetti di casa e di vita, ma manca l'intimità e da che abbiamo iniziato questo percorso "sta bene attento" a non avere contatti fisici che vadano oltra a un bacio, prorpio come se fosse in attesa che il problema lo risolva una terza persona!
E anche qui mi chiedo se lo specialista abbia chiarito a mio marito come affrontare questo percorso di terapia...
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Si tratta di uno psicologo, uno psichiatra o un medico psicoterapeuta?
Nerll'altro consulto lei ha scritto "mio marito mi ha detto che ha trovato un numero di un analista e lo chiamerà", per questo vorrei capire meglio a chi vi siete rivolti.

La figura del "sessuologo" comunque per la legge non esiste, si tratta di uno psicologo o di un medico - solitamente psichiatra o ginecologo - che ha seguito un'ulteriore formazione in sessuologia (ma tutti gli psicologi e gli psichiatri si occupano della sessualità, che è parte integrante della vita psichica e di relazione di qualunque paziente).

La situazione comunque è parecchio confusa, e mi sembra piuttosto chiaro che chi vi segue non la sta aiutando a capire qualcosa di più.
Francamente penso che potreste considerare l'idea di rivolgervi a qualcun'altro, facendo presente al dottore che non capite come si sta strutturando il percorso e che obiettivi avrebbe secondo lui.
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Utente
Utente
Dunque, il nome lo ha ricevuto da un amico che tempo fa si era rivolto già a lui.
Non vorrei sbagliare ma la definizione è psicolgo psicoterapeuta. Poi quando durante il mio incontro gli ho raccontato della mancanza di desiderio di mio marito lui mi ha detto" io sono anche sessuologo".
Ho pensato all'ìipotesi di cambiare, ma si immagini mio marito se gli dovessi dire che non ritengo idoneo questo specialista! Lui mi dice che secondo lui è bravo, che lo mette a suo agio etc. Io tenga xconto che sono talmente in confusione che ho solo paura di sbagliare, qualsasi cosa...
E per questo la penultima volta lo specialista mi ha "suggerito" di non cercare più mio marito, al termine dell'ultima seduta mi ha invece detto "faccia quello che si sente"...ma che confusione!
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Appunto, una grande confusione nei messaggi che lei ha recepito e negli obiettivi che state perseguendo.
Urge un chiarimento, possibilmente tutti assieme, perchè lei ha tutti i diritti di capire cosa state facendo e anche di rifiutarsi di continuare così.

Se poi il dottore ha riscontrato un quadro psicopatologico che rende necessaria una psicoterapia per suo marito nulla vieta che continuino a lavorare assieme sul suo caso.
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Utente
Utente
Sì, la prossima volta ci rivedremo tutti assieme. Dice che se è possibile smuovere qualcosa in mio marito questo può solo accadere durante un incontro a tre...
nel frattempo cosa faccio? Non parlo di questo percorso come lui sta facendo con me, provo ad aprire il discorso...e soprattutto lo cerco o seguo il primo consiglio dello specialista e trattengo i miei istinti?
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Non conoscendo la situazione di persona non posso rispondere sull'opportunità o meno di cercare suo marito, ma posso consigliarle di iniziare a dirgli che c'è qualcosa che non la convince in quello che state facendo, per non arrivare alla seduta senza che lui sappia cosa lei sta pensando ed evitare situazioni spiacevoli.
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Utente
Utente
la ringrazio.
Ma secondo lei questo approccio dello psicoterapeuta che mi chiede in caso di separazione dove vorrei abitare, è una prassi normale, sono io che non conosco la materia? Perchè a me sembra così strano! Se è vero che non dà consigli, che come dice lui "non fa la spia", perchè parlare continuamente "ventilando" una volontà di separazione da parte di mio marito e arrivarmi a chiedere della casa? per poi cambiare e dirmi che vuole ancora indagare se c'è qualcosa dietro alla mancanza di desiderio...e dirmi pure che se la terapia dovesse portare a una soluzione per lui sarebbe un grande successo...Ma dico io, chi se ne frega del suo successo! Qui si parla del mio matrimonio, della mia famiglia!
Sono io ho qui oggettivamente lo specialista sta "annaspando"! Ma soprattutto segue un approccio corretto? E' corretto che si sbilanci così tanto?
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Non posso pronunciarmi sulla correttezza o meno dell'agire di un collega, tanto più non avendone conoscenza diretta e non sapendo neanche che tipo di formazione ha e che tipo di approccio utilizza.

Detto ciò, posso sicuramente consigliarle di non tenersi per sè i dubbi che ha esposto e il disagio che sta sentendo rispetto alla situazione che si è creata.
In parole povere: lo metta alle strette e si faccia rispondere in maniera chiara sul perchè dei messaggi contraddittori e su quale obiettivo ha il percorso che avete iniziato.
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Gentile signora, alle corrette indicazioni della dr.ssa Massaro mi permetto di aggiungere soltanto una precisazione: nel trattamento delle coppie, che sia presente un disturbo sessuale o una crisi più profonda, è DOVERE dello psicoterapeuta indagare in prima battuta le vostre intenzioni, le vostre credenze, i vostri valori sul futuro della coppia.

Mi spiego meglio: se per Lei e per Suo marito la separazione è improponiblie perchè violerebbe un valore per voi importante in cui credere, si attuerà -discutendolo tutti insieme- un altro tipo di intervento che tenga conto in prima battuta dei vostri valori.

Però La invito alla cautela: magari il terapeuta ha domandato la stessa cosa che Le sto domandando io in maniera diversa, turbandoLa.

Se c'è il progetto di stare insieme, supportato da valori e credenze forti, il lavoro terapeutico dovrà basarsi sul gioco, ovvero sul ritrovare la voglia (il desiderio) di stare insieme, magari anche in modo diverso rispetto al passato, esplorando realtà ludiche che prima forse non potevate o non riuscivate a concedervi.

Due colloqui sono pochi e, sebbene individuali, Lei e Suo marito non vi siete raccontati quello che è accaduto in questi colloqui individuali?

Il terapeuta, sebbene all'interno di una terapia di coppia, su quei colloqui è tenuto al segreto professionale stretto, quindi non potrà dire a Lei che cosa ha detto Suo marito in Sua assenza.

Comunque per il trattamento dei disturbi sessuali è consigliata una terapia di tipo cognitivo-comportamentale, in quanto prescrittiva, ovvero ci sono dei compiti da fare (o non fare) a casa tra una seduta e l'altra e poi se ne discute col terapeuta.
Anche le terapie strategico-sistemiche possono essere utili nel trattamento dei disturbi sessuali.



Saluti,

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

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dopo
Utente
Utente
La ringrazio per avermi chiarito questo punto, sì è probabile che mi abbia chiesto/detto la stessa cosa in altra maniera e io ne sia uscita turbata, forse anche a causa del mio stato confusionale.
In effetti lui ha rimarcato il fatto che come coppia abbiamo sempre fatto e facciamo tutt'ora molti progetti...
Le chiedo se questo tipo di terapia cognitivo-comportamentale di cui mi parla verrà seguita sicuramente anche dal mio psicoterapeuta a partire dal prossimo incontro a tre o se è invece possibile che lui utilizzi altri metodi per trattare i disturbi sessuali nella coppia. Perchè mi piacerebbe affrontare questo tipo di terapia, con compiti da fare o non fare, credo aiuterebbe molto anche mio marito che in questo momento si sente totalmente nelle mani dello psicoterapeuta.
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
La Terapia Cognitivo Comportamentale è erogata esclusivamente dagli psicoterapeuti che si sono formati in una scuola di psicoterapia di questo orientamento.
La risposta dipende quindi dal percorso formativo del collega.
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dopo
Utente
Utente
Quindi è probabile che non ci dia alcun "compito a casa"? Che il "lavoro" venga solo svolto a tre in studio?...perchè in tal caso la mia paura è che mio marito "stacchi la spina" una volta uscito da lì e resti in attesa dell'incontro successivo.
Perchè sta facendo così! Mi dice di essere curioso di vedere cosa accade con lo psicoterapeuta e con me non fa alcuna mossa, alcuno "sforzo" in nessuna direzione...Ma prima o poi dovrà fare o dire qualcosa quando siamo soli...! Non so se usa la terapia come ennesima scusa per fuggire dal confronto con me "a tu per tu"
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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
gentile Signora,
dal suo racconto emerge una gran confusione, sia riguardante gli obiettivi, che la modalità di approccio.
Se il terapeuta che vi sta trattando è uno psicoterapeuta ed anche perfezionato in sessuologia clinica, dovrebbe lavorare con la coppia, sulla modalità , tempi e luoghi, chieda a lui personalemnte , saprà di sicuro offrirle i chiarimenti che necessita.
Saluti

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Gentile signora,

le precisazioni sull'erogazione della terapia cognitivo-comportamentale Le ha già descritte la Collega Massaro, nonchè sulla figura denominata impropriamente "sessuologo"
https://www.medicitalia.it/minforma/psicoterapia/580-chi-cura-i-disturbi-sessuali.html

Diciamo che una psicoterapia di questo tipo la si riconosce dalle modalità, dagli strumenti utilizzati, per cui la rimando alla seguente lettura.
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/1384-e-davvero-psicoterapia-cognitivo-comportamentale.html

Se Suo marito "stacca la spina" una volta uscito dalla stanza della terapia, probabilmente non è terapia cognitivo-comportamentale e probabilmente c'è qualcosa che non funziona in termini di aspettative: chi fa fatica e lavora durante una terapia è il paziente (in questo caso i pazienti/la coppia).

Il terapeuta NON ha il potere di cambiarvi, ha solo le competenze per facilitare, per suggerire, per promuovere in voi il cambiamento.

Ma a questo punto, a mio parere, la cosa proritaria è ridefinire le ragioni per cui vi siete rivolti al terapeuta prima di ulteriori passi.

Spero di esserLe stata utile.

Un cordiale saluto,