Parlare di tumore

A mio papà il 22 Dicembre è stato diagnosticato un tumore allo stomaco.Tra un mese inizierà con la chemioterapia al fine di ridurre la massa tumorale per procedere poi tra 6 mesi all'operazione chirurgica. Attualmente ha già subito un primo intervento. Gli è stato inserito un bypass gastrico, ma momentaneamente non è stato asportato nulla data la posizione pericolosa del tumore sul pancreas.
A mio papà per intanto abbiamo comunicato che dovrà procedere con la chemioterapia, ma non sembra voler sapere altro, nè sul primo intervento che ha già subito, nè perchè sarà necessaria la chemio. Credo che immagini che gli sia stato asporatato lo stomaco. Non sappiamo proprio se sia il caso di dirgli che dovrà subire un'altro intervento. Temiamo che le emozioni negative e i brutti pensieri possano influire sulla efficacia della chemioterapia. Al tempo stesso non vorremmo dirgli delle bugie. Come si può fare?

In attesa di un vostro cortese riscontro, ringrazio per la disponibilità e porgo cordiali saluti.
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Non è previsto il supporto psicologico nell'ospedale in cui è stato operato?

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

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Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119 9
<Credo che immagini che gli sia stato asporatato lo stomaco. Non sappiamo proprio se sia il caso di dirgli che dovrà subire un'altro intervento. Temiamo che le emozioni negative e i brutti pensieri possano influire sulla efficacia della chemioterapia>

Gentile signora,
comprendo la delicatezza della situazione nella quale può essere difficile trovare la strada migliore per aiutare una persona così cara ad affrontare un momento doloroso e un percorso terapeutico complesso.
La compliance del paziente è un elemento di grande importanza per l'efficacia delle cure, per cercare di ottenerla sarebbe utile che questi venisse informato in modo adeguato, empatico e rispettoso.
Si consulti con i medici che hanno in cura suo padre rispetto anche a cosa gli è stato effettivamente comunicato sull'intervento chirurgico subito e sul suo stato di salute.
Valuti se è presente un servizio psicologico presso l'ospedale e se crede ci faccia sapere.

Cordialmente

Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it

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Dr.ssa Michela Rizzo Pinna Psicologo, Psicoterapeuta 23
Gententile signora,
mi sento di aggiungere a quanto già detto dai colleghi che comunque ogni persona ha un modo unico ed individuale di affrontare la propria sofferenza e le terapie a cui va incontro.

Il mio consiglio è di rispettare i tempi di suo padre, cioè di dirgli la verità su tutto ciò che lui chiede di sapere, ma di non dirgli nulla se lui non chiede di sapere.

Dalle sue parole mi sembra di cogliere una difficoltà da parte Vostra nel parlare di ciò che sta accadendo, difficoltà normale e comprensibile ma che spesso crea un isolamento attorno al paziente che finisce per sentirsi solo e non poter parlare con nessuno di ciò che gli accade.
perchè non chiede a suo padre se sa cosa gli è stato fatto e se vuole parlare di qualcosa o no? a volte i diretti interessati tacciono per paura di far stare male i propri congiunti, per paura di sentire delle bugie o per paura di sentire minimizzare il proprio stato d'animo.

frasi del tipo "non ci pensare", "andrà tutto bene", "non ti preoccupare", spesso possono non aiutare ma far sentire soli con la propria paura. è meglio accogliere lo sconforto di chi sta male dicendogli ad esempio "capisco come ti senti, ma ti saremo vicini nell'affrontare ciò che ci aspetta". così lui sentira accolte le sue emozioni e libero di esprimerle.

gli stia accanto, come può, e gli proponga se vuole di incontrare uno psicologo o comunque cercatene uno voi familiari per essere supportati in questo delicato momento.

Con affetto

Dr.ssa Michela Rizzo Pinna
Psicologo Psicoterapeuta
Cognitivo Comportamentale

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Dr.ssa Giselle Ferretti Psicologo, Psicoterapeuta 615 14 22
>>> non sembra voler sapere altro, nè sul primo intervento che ha già subito, nè perchè sarà necessaria la chemio.<<<

La diagnosi di tumore scatena una serie di emozioni, pensieri, timori, molto forti e contrastanti tra loro. Spesso, per far fronte allo shock e all'angoscia, il primo meccanismo di difesa che entra in gioco è la "negazione", ovvero non se ne vuole sapere nulla.

Conoscere i dettagli della propria malattia e le cure necessarie, potrebbe scatenare emozioni come la rabbia, la paura, la depressione: queste sono fasi normali e necessarie al processo di cura, poiché predispongono alla "contrattazione" ovvero permettono di confrontarsi e venire a patti con quella situazione. Alcune persone arrivano persino ad accettare la malattia,cioè a darle un senso all’interno della propria vita, facendone occasione di crescita e cambiamento positivo.

Però ogni persona è diversa, ognuna ha i suoi tempi.

Se suo padre non è ancora pronto a sapere altro, fate bene a rispettare la sua decisione. Però fatevi aiutare a comprendere su come potrebbe essere meglio proseguire, rivolgetevi al servizio di psicologia dell'Ospedale. Aiuterà anche voi ad affrontare questo momento delicato della vostra vita.

Un caro saluto,

Dott.ssa Giselle Ferretti Psicologa Psicoterapeuta
www.giselleferretti.it
https://www.facebook.com/giselleferrettipsicologa?ref=hl

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dopo
Utente
Utente
Vi ringrazio molto delle Vostre gentili risposte e dei vostri consigli.
Nell'ospedale in cui è ricoverato non è previsto il supporto psicologico.

Certo gli abbiamo chiesto se volesse sapere dell'intervento, anche se, anche da parte nostra, c'è stato e c'è timore nel chiederglielo per paura di non sapere bene cosa rispondergli. Diciamo che siamo rimasti d'accordo che ne parleremo meglio quando sarà dimesso dall'ospedale e si sentirà più in forze. Il problema è che già la notizia della chemio lo ha rattristato parecchio. Non sappiamo prorpio come potrebbe reagire all'idea di un'altro intervento. Pensavamo quindi di dirgli che la chemio è una "prassi" e solo nell'ultimo periodo di cure dirgli dell'intervento, anche se questo significherebbe "omettere di dire la verità" per un periodo di quasi sei mesi.

Comunque nei prossimi giorni proverò a parlare meglio con il chirurgo che lo ha operato.

RingraziandoVi nuovamente, porgo cordiali saluti.
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Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119 9
Gentile signora,
la sua sensibilità e l'amore per suo padre sono i migliori alleati per poterlo sostenere nel suo percorso terapeutico.

Le suggerirei comunque di non trascurare l'eventualità di un supporto psicologico.

I miei migliori auguri a lei e alla sua famiglia