Difficoltà relazionali

Gentile Psicologo,

volevo una informazione generale riguardo a delle difficoltà che presenta la mia compagna (che scrive qui con me).

Per vari problemi sui quali non vado nello specifico ritengo avrebbe bisogno di un aiuto psicologico ma lei ritiene di non necessitarne, non tanto razionalmente ma per paura: semplicemente non riesce, ha paura di creare un legame e di chiedere aiuto.

Nel corso degli anni l' ho portata quasi forzatamente senza buoni risultati, o si è trovata male o abbiamo disdetto. Chiaramente ho sempre chiamato io, perchè lei non riesce a chiamare, non riesce proprio, le mette una forte ansia, quasi da panico.

Aggiungo anche che non riesce ad andare a comprare le sigarette o dei vestiti ad una bancarella al mercato, situazione nelle quali ha un rapporto diretto con delle persone (lei mi ha detto: "quando mi trovo nella situazione di avere bisogno di qualcosa") mentre ad esempio quando andiamo al supermercato il problema non si pone, così come quando è in situazioni meno dirette. Addirittura dice che se l' unico modo per avere cibo fosse quello di andare ad acquistarlo ad una bancarella si lascerebbe morire o viceversa rimarebbe senza vestiti.

La domanda da parte di entrambi è quindi:

"Per una persona che presenta queste difficoltà indicativamente cosa vuol dire e che possibilità ci sono per migliorare (se si può migliorare perchè magari non si può)?"

Grazie
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Gentile Utente,

vedo che ha chiesto un consulto sulla sindrome di Asperger: è questa la diagnosi ricevuta dalla sua fidanzata?
E' infatti importante che lei specifichi di cosa stiamo parlando, perchè possiamo fornirvi una risposta.

Vorrei inoltre chiederle se attualmente la ragazza è in terapia farmacologica o meno e se lo è stata in passato (e con quali risultati), e di aggiungere eventuali altri dati che ritiene possano contribuire a rendere un po' più chiaro il quadro della situazione.

Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it

[#2]
Dr. Maurizio Brescello Psicologo 102 1
Credo che la domanda interessi solo lei (scrivente). Non e' possibile dare alcuna risposta in merito, non conoscendo nulla della persona interessata al problema. Comprendo si possa sentire preoccupato, ma oltre al sostegno che lei gia' sta fornendo non potra' fare altro, certamente non obbligare la sua fidanzata senza che sia lei a convincersi della necessita' di farsi aiutare.

Dr. Maurizio Brescello

[#3]
Attivo dal 2011 al 2012
Psicologo, Psicoterapeuta
Gentile Signore,

il problema della sua compagna pone davvero un grosso limite alle sue possibilita' di vivere e muoversi liberamente nelle sue giornate, Avete scritto insieme, quindi mi rivolgo a entrambi.
Il primo aspetto importante e' relativo alla decisione di condividere questa sofferenza con un professionista: questa decisione, e qui mi rivolgo alla persona sofferente, deve essere assunta da lei in prima persona.Nell'attuazione pratica di questa decisione potra' anche farsi aiutare dal suo compagno, ma la prognosi sara' tanto piu' favorevole quanto piu' nutrira' il desiderio di liberarsi dalle sue attuali limitazioni.
Il secondo aspetto importante e', secondo me, la storia dei suoi sintomi: da quanto perdurano, come si sono manifestati, qual e' il loro andamento, quali strategie ha messo in atto per sopravvivere, ecc... Non sono domande alle quali puo' rispondere on line, ovviamente, ma se si rivolgera' a un esperto, l'inquadramento anamnestico del suo sintomo potra' aiutarla sia favorendo una maggiore auto-comprensione, sia offrirle l'occasione per verificare se e come riesce a "stare" nella relazione con il/la suo psicoterapeuta.
Il terzo aspetto, infine, e' la domanda con la quale chiudete il vostro messaggio: si puo' migliorare? Certo capite che solo una consultazione possa valutare e fornire indicazioni prognostiche, ma e' altrettanto doveroso dirvi che la letteratura scientifica disponibile e' confortante per la prognosi di casi analoghi.
In bocca al lupo!
[#4]
dopo
Attivo dal 2010 al 2012
Ex utente
Salve, andando con ordine.

La diagnosi di Asperger è stata confermata da una psicologa che però non ci ha convinto, la cosa è stata gestita male e il rapporto è stato interrotto (non vado nei dettagli essendo un messaggio pubblico).

Ci sono anche dei problemi di rapporto con il cibo, sopratutto in passato che sono stati spiegati dalla vostra collega come legati alle intolleranze alimentari tipiche dell' autismo e che la famiglia, obbligandola a mangiare la hanno portata verso questa strada.

Non ci sono state terapie farmacologiche,
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
In adolescenza la sua situazione era simile a quella odierna?
Non è stata presa in carico da qualcuno su iniziativa della famiglia?

Se si tratta di Sindrome di Aspeger, infatti, la ragazza deve aver presentato difficoltà fin dall'infanzia: è così?
Di conseguenza si presume anche che dovrebbe essere stata visitata da un neuropsichiatra infantile o da uno psicologo già molti anni fa, mentre lei ci dice di essersi fatto carico da diversi anni del suo disagio prendendo appuntamenti e accompagnandola da vari professionisti:

"Nel corso degli anni l' ho portata quasi forzatamente senza buoni risultati, o si è trovata male o abbiamo disdetto. Chiaramente ho sempre chiamato io, perchè lei non riesce a chiamare, non riesce proprio, le mette una forte ansia, quasi da panico"

Come sono andate le cose?
Non è mai stato presa in considerazione un altro tipo di diagnosi?
[#6]
Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Gentile Ragazzo,
Anche se le problematiche della sua fidanzata sembrano essere multiple e sfaccettate, se non e' la diretta interessata a chiedere un consulto o megio ad andare in consultazione, il tutto potrebbe vanificarsi.
Diventa indispensabile, che il disagio sia della sua fidanzata, non suo, se non per riflesso.
Solo la potenziale paziente, sofferente per il suo disagio e scadente qualita' di vita, si rechera' dallo psicologo, psichiatra ecc.....l' invio non puo' essere lei, purtroppo.
Saluti

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it