Crisi matrimoniale e situazione paradossale.

Gent.li Dottori,
sono sposata da 30 anni e con due figli già adulti (23 e 29 anni).Una dozzina di anni fà ho subito il tradimento da parte di mio marito con una sua collega che per interi mesi lui ha voluto farmi credere essere solo una cara amica. Di fronte all' evidenza del tradimento lui ha rinunciato alla relazione, c'è voluto tempo ed una gran fatica per riuscire a ritrovare un equilibrio anche se - inutile negarlo - i rapporti tra noi sono inevitabilmente mutati. Qualche anno fà lui ha il coraggio di ripropormi l'esperienza di una sua nuova amicizia con una donna che - questa volta - mi assicura essere veramente senza rischi. Io gli dico subito che non ho forze sufficienti per gestire anche questo evento ma principalmente sono fortemente umiliata dalla sua totale assenza di scrupoli che arriva al punto da volermi far credere accettabile che lui senta naturale baciarla affettuosamente sulle labbra.
Lui ha un'indole estremamente indipendente e quindi crede che qualsiasi mio tentativo di soluzione del problema sia diretto a volerlo fare rinunciare a questa amicizia e quindi si impunta, non comprende il mio rammarico che mi porta inevitabilmente ad allontanarmi emotivamente da lui. Ho bisogno di prendere le distanze perchè lui non possa più ferirmi in alcun modo. Si arriva a discutere di separazione ma si decide - di comune accordo - di continuare a convivere mantenendo le cosidette apparenze, principalmente per amore dei figli ai quali non abbiamo il coraggio di dare questo dolore. La situazione si trascina così in un rapporto completamente svuotato di ogni sostanza. Continuiamo a condividere la quotidianità, gli svaghi ed i progetti ma senza "amore" e tutto mi sembra veramente paradossale. Premetto che lui per me è stato l'unico uomo (l'ho conosciuto a 16 anni) e avevo deciso di rinunciare all'amore pur sentendomi, se posso adoperare un paragone, come un barattolo colmo al quale ho dovuto mettere forzosamente un tappo. Circa un anno fà l'incontro con un uomo splendido, con la quale c'è una bellissima intesa ed un fortissimo coinvolgimento emotivo per entrambi. Ma siamo entrambi legati: io al mio "paradosso" e lui ad una splendida figlia di appena 5 anni che adora ... e quindi un anno di ripensamenti e sensi di colpa, rischi e paure. Alla fine lui non ce l'ha fatta. Adesso il mio paradosso è completo: mi ritrovo ad avere accanto un uomo che non amo e ad amare invece un uomo che non potrò mai avere al mio fianco. Non è facile rassegnarsi nuovamente a vivere senza amore quando se ne è inaspettatamente riassaporata l'ebrezza e quindi spero (e temo) di riuscire a sopravvivere emotivamente per questo amore "ideale" che, per quanto impossibile, mi ha fatto sentire viva e desiderabile. Lui ha 40 anni ed ha ancora la speranza di potere ricostruire il suo rapporto familiare, io ne ho 52 e mi sento purtroppo sufficientemente anziana e stanca per potere sperare in un altro incontro magico. Vogliate perdonare il mio sfogo. Grazie.
[#1]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
Non è questione di farsi perdonare, è che purtroppo a distanza si è per forza limitati in ciò che si può rispondere. Se ha bisogno di un aiuto reale, dovrebbe cercare uno psicologo di persona.

Tuttavia la sua non è una situazione paradossale, ma abbastanza frequente. Ci si rassegna a restare in un rapporto ormai svuotato di significato, vuoi per i figli, vuoi per abitudine, vuoi per timore. E mi pare che la rassegnazione non riguardi solo lei ma, in modo diverso, suo marito e persino quest'altro uomo che ha conosciuto.

Come vede è in "buona compagnia".

C'è un'altra persona che l'attrae, che però sembra insicura di lasciare "a piedi" la propria famiglia, ha timore per la bambina di 5 anni.

E lei (che ci scrive) di che cosa ha timore?

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

[#2]
Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119 9
Gentile Signora,
non c'è nulla da perdonare nel suo sfogo, siamo qui per ascoltarla, anche se non possiamo fornirle l'aiuto che meriterebbe.

Comprendo quanto possa essere difficile per lei avere nuovamente assaporato la sensazione di sentirsi amata e poi dovervi rinunciare e come ora, appartenendo a un rapporto che si trascina nella sofferenza e nell’insoddisfazione da troppo tempo, alberghino in lei disillusione, tristezza e l’immagine di un presente e di un futuro colorati di grigio.

Ritengo anch’io, come il Collega che mi ha preceduto, che rivolgersi direttamente ad uno psicologo sarebbe opportuno per ritrovare una migliore condizione di benessere personale in ogni caso. Non si fermi a questo sfogo, è ancora in tempo per dare alla sua vita un sapore meno amaro.

Cari auguri

Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it

[#3]
Dr. Roberto Callina Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 1.3k 32 6
Cara signora,

è chiaro che, da quanto scrive, lei non si aspetta grandi risposte da noi; chiude, infatti, chiedendo scusa per il suo sfogo.

Non si deve scusare per questo e credo che, in fondo, quello che ci sta chiedendo con il suo sfogo sia uno stimolo per cercare una soluzione concreta al suo malessere interiore.

Se ha bisogno di sentirsi, in qualche misura,"autorizzata" a non <<rassegnarsi nuovamente a vivere senza amore quando se ne è inaspettatamente riassaporata l'ebrezza>> può contare su tutto il nostro appoggio emotivo; purtroppo più di questo, da qui, non possiamo fare.

Forse quello che le è successo può essere una molla per cominciare a fare un bilancio del suo matrimonio svuotato di passione e complicità. Forse è giunto il momento di "togliere il tappo da quel barattolo" e lasciare uscire la sua voglia di un presente e di un futuro più sereno e consono a quelli che sono i suoi veri desideri.

L'aiuto di uno psicologo psicoterapeuta de visu, in questo momento, potrebbe rivelarsi molto utile e sorprendente.

Un caro saluto

Dr. Roberto Callina - Psicologo Psicoterapeuta Sessuologo
Specialista in psicoterapia dinamica - Milano
www.robertocallina.com

[#4]
Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Cara Signora,
la sua storia è ricca di dolore e sofferenza e meriterebbe ascolti specialsitici e, soprattutto de visu.
Tra l'uomo che non ama, con cui vive e l'uomo che ama, con cui non vive, lei sembra avere smarrito un apersona di fondamentale importanza: " se stessa!".
Racconta dei suoi uomini, delle donne di suo martito, dei tradimenti subiti ecc, ma non focalizza l'attenzione sul suo volere,sentire sperare, se non nella frase finale, dove si perpepisce anziana e senza speranze.
Credo che un lavoro su di sè, potrebbe essere la soluzione per poter ripartire proprio da se stessa, smarrita dalla sofferenza e dalla rassegnazione.

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

[#5]
dopo
Utente
Utente
Ringrazio tutti,
non è che non contassi sulle Vostre utili risposte, ma ho consapevolezza dei limiti del mezzo utilizzato.Gli spunti che mi fornite sono tanti: il chiedermi realmente cosa più temo che si può sintetizzare nella paura di vivere senza "amore" attaccandomi illusoriamente ad un sentimento forte e certamente ricambiato ma fondamentalmente
"non concreto" e quindi insufficiente sotto tutti i punti di vista. Quando non si possiede "nulla" purtroppo ci si accontenta anche delle briciole. E' vero ciò che sostiene la Dott.ssa Randone: ho sempre pensato prima al benessere degli altri che non a me stessa, ma questo fà parte della mia indole ed è l'unica maniera che mi fà sentire a posto con la coscienza, forse dovrei imparare ad essere un pò più egoista.
Quello che mi duole è che in fondo credo che gli altri si comportino con te come tu gli "consenti" di fare. Quindi ne ricavo che i miei atteggiamenti comprensivi, tolleranti
o accomodanti da soli mi condannino! Dovrei trovare il coraggio di consultare "de visu" un esperto anzichè pensare di risolvermi tutto da sola. Grazie ancora.
[#6]
Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
"forse dovrei imparare ad essere un pò più egoista"

Cara Signora,

quello che deve imparare è che pensare anche a sè stessa non è affatto egoismo.
E' necessario un ribaltamento di prospettiva perchè lei esca da questa situazione e comprenda di avere il diritto di pensare anche ai propri interessi, oltre che a quelli degli altri.
Le consiglio la lettura di questo libro che secondo me potrebbe esserle davvero utile:
"Troppo buone!" di R. Gockel

Ovviamente anche a mio avviso sarà opportuno che lei si faccia aiutare a gestire la situazione da uno psicologo, non solo per imparare a prendersi cura di sè stessa ma anche per evitare di trovare altri uomini non disposti a creare un legame esclusivo con lei - cosa che mi sembra di capire sta succedendo con la relazione che ha intrapreso.

Lei è tutt'altro che anziana e ha il diritto di rifarsi una vita, se è quello che desidera.

Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it

[#7]
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Utente
Gent.le Dott.ssa Massaro,
La ringrazio, acquisterò senza dubbio il libro che mi consiglia.
Anche il decidere di intraprendere un percorso presso uno psicologo presuppone comunque il maturare dentro di sè del "diritto di pensare ai propri interessi".
Purtroppo sapevo già che la relazione che ho intrapreso non sarebbe potuta essere esclusiva e non ne ho nemmeno la pretesa. E' vero che il mio matrimonio forse aspetta solo un ultimo scossone e, nella mia condizione (figli adulti ed indipendenti), dovrei avere il coraggio di una decisione "coerente" e sopratutto maggiormente onesta ... purtroppo non è lo stesso per l'uomo che amo che, pur amandomi a sua volta, non ha l'animo di "sacrificare" la serenità ed il benessere della sua bambina.
E' unicamente per questa "priorità" che abbiamo condiviso la decisione di rinunciare. Sono una madre e se il mio matrimonio non ha fatto il capitombolo estremo è principalmente per l'amore che ho per i miei figli. Questo l'ho sempre saputo ed ho creduto di potermi accontentare infatti di quelle che ho definito "briciole" ma che, pur essendo tali, hanno comunque riempito la mia vita di una dolcezza inimmaginabile ed insperata. Quello che temo è che io non riesca più a guardare ... oltre.
Cari saluti
[#8]
Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
"il decidere di intraprendere un percorso presso uno psicologo presuppone comunque il maturare dentro di sè del "diritto di pensare ai propri interessi".

Ha ragione, e penso che questo in lei stia già iniziando ad avvenire.
[#9]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
È probabile siano vari i fattori in gioco che stanno contribuendo a confonderla.

Ad esempio, uno è quello relativo al suo supposto poco egoismo. Dice di mettere sempre gli altri al primo posto, ma il problema è che quando si fa di tutto per piacere agli altri, finisce che ti considerano solo per ciò che fai per loro, non per quello che sei come persona. Esiste un egoismo buono, che porta del bene a se *e* agli altri, è dovere di ognuno impararlo.

Un altro aspetto è l'accontentarsi delle briciole. Un modo più centrato di esprimere quest'idea l'aveva trovato Nietzsche: una cosa buona non ci piace, se non ne siamo all'altezza. Avere un'autostima insufficiente porta alla convinzione di non meritare le cose troppo buone.

Un terzo aspetto è quello dei figli. Abbandonare una famiglia e i figli può essere effettivamente traumatico, ma la realtà spesso è dicotomica solo nella nostra testa. Ossia, sono gli esseri umani a crearsi sofferenza dicendo a se stessi: o bianco o nero. Ci sono tante possibili soluzioni alternative, che spesso dimentichiamo di vedere.

Parlare di persona con uno psicologo potrebbe aiutarla a chiarire meglio tutti questi punti e a prendere decisioni più in linea con ciò che sente.
[#10]
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Utente
Utente
Gent.Dott.Santonocito,
credo che il primo ed il secondo punto da Lei individuati siano collegati.
Probabilmente l'esigenza di compiacere gli altri e quindi sforzarsi di combaciare con un prototipo ideale di "perfezione" sia in fondo la maniera di cercare negli altri l'apprezzamento che alimenti in qualche modo la propria autostima? Non voglio individuare un colpevole ma credo che non sia indifferente il fatto che mio marito (con il quale sono in pratica cresciuta) sia sempre stato avaro di "complimenti" e poco propenso ad esprimere le proprie emozioni e sentimenti. Sul lavoro, nella vita di relazione in genere ed anche nel mio rapporto con i figli non mi percepisco affatto come inadeguata. La mia inesperienza con gli uomini ( 35 anni "solo" con mio marito ) forse invece mi ha penalizzata come "donna". In buona sostanza ho assaporato solo a 52 anni la gratificazione di sentirsi "bella" (ovviamente in senso ampio) agli occhi di un uomo. Lusinghiero naturalmente il fatto che quest'uomo è bello e molto più giovane di me. Lo consideravo talmente al di fuori della mia portata da non capire nemmeno che mi stesse corteggiando! ... "Avere un'autostima insufficiente porta alla convinzione di non meritare le cose troppo buone"....
Ringrazio sempre tutti.
Un saluto.

[#11]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
Certo, i due aspetti sono collegati ed entrambi dipendono da una certa mancanza di autostima, magari non generalizzata, forse una mancanza di competenza e senso di autoefficacia limitatamente all'area "uomini":

>>> Lo consideravo talmente al di fuori della mia portata da non capire nemmeno che mi stesse corteggiando!
>>>

Se ha avuto sempre e solo suo marito per 35 anni e non è stata in grado di fare quelle esperienze giovanili che permettono di sperimentare, di capire meglio chi si è e cosa si vuole, è possibile che ne sia rimasta condizionata e limitata.

D'altra parte, se la poca empatia e disponibilità di suo marito avranno contribuito al disagio, non credo siano state di per sé la causa del modo in cui lei è. Piuttosto è probabile sia avvenuto il contrario:

>>> l'esigenza di compiacere gli altri e quindi sforzarsi di combaciare con un prototipo ideale di "perfezione" sia in fondo la maniera di cercare negli altri l'apprezzamento che alimenti in qualche modo la propria autostima?
>>>

Questo è un malinteso in cui si può cadere: se io non mi stimo, devo riuscire a farmi stimare da qualcun altro. È come una stampella a cui si ricorre nella convinzione di poter fare a meno di conquistarsi l'amor proprio. Però ha visto dove può portare...
[#12]
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Utente
Utente
Ha pienamente ragione. Probabilmente la mancanza di amor proprio è quella che mi ha impedito - nel tempo - di "pretendere" da mio marito e con maggiore autorevolezza comportamenti più consoni e rispettosi. Ho tollerato tanto finora ed adesso - che non riesco più a farlo - ai suoi occhi (che, ripeto, ha un indole estremamente indipendente) mi trasformo improvvisamente in aguzzino.
Solo che ormai siamo andati troppo oltre ... ed a tal proposito mi rifaccio a ciò che mi diceva nella Sua precedente: ..."Ci sono tante possibili soluzioni alternative, che spesso dimentichiamo di vedere"... Anche agli occhi dei figli spesso si desidera apparire perfetti - in questo caso come "genitori" e quindi in quanto coppia.
Non so se sia più semplice far accettare una separazione a dei bambini o piuttosto a dei figli già grandi ai quali di debbono delle spiegazioni "adulte".
Grazie di cuore per l'attenzione.
Saluti.
[#13]
Dr. Roberto Callina Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 1.3k 32 6
<<Non so se sia più semplice far accettare una separazione a dei bambini o piuttosto a dei figli già grandi ai quali di debbono delle spiegazioni "adulte">>

Questa sua preoccupazione sembra ricalcare la medesima dinamica di "ricerca di perfezione" agli occhi degli altri, il suo "bisogno" di compiacere l'altro.

Crede davvero che i suoi figli già grandi abbiano bisogno di risposte? Non potrebbe essere che abbiano già "compreso" (mi riferisco ad una comprensione emotiva) alcune cose rispetto al rapporto tra i genitori?

Se anche così non fosse, cosa che francamente vedo difficile, non sarebbe bene che cominciasse a pensare al "sano egoismo" di cui ai precedenti post?

Un caro saluto
[#14]
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Utente
Utente
Grazie Dott.Callina per il Suo intervento,
sapesse quante volte ho meditato di tirarmi fuori da questa situazione con un atto di coraggio ma ovviamente le grandi difficoltà da affrontare non sono unicamente di ordine emotivo. Ci sono state tante occasioni in cui ho avuto la sensazione di combattere con armi "spuntate" ... A causa dell'indole di mio marito avallata ed incoraggiata certamente dal mio atteggiamento "accomodante" ho avuto spesso la sensazione non soltanto di non riuscire nemmeno a far rispettare il mio "amor proprio" ma il mio stesso "ruolo" di moglie (disconosciuto qualsiasi "diritto istituzionale"). Uno dei miei due figli abita in un'altra città da diversi anni e quindi la sua percezione potrebbe essere diluita, l'altro invece vive in casa e, per quanto si sia sempre evitato di discutere in sua presenza, non dubito che abbia potuto percepire la tensione che c'è nell'aria. Non è facile comunque.
Saluti

[#15]
Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Gentile Signora,
anche se complesso, credo che lei meriti di essere almeno serena, se non felice.
La coniugallità è differente dalla genitorialità, che potreste continuare a mantenere anche con i figli grandi e fuori sede
[#16]
Dr.ssa Sabrina Camplone Psicologo, Psicoterapeuta 4.9k 86 75
"Sono una madre e se il mio matrimonio non ha fatto il capitombolo estremo è principalmente per l'amore che ho per i miei figli. "

Gent.le Sig.ra,
diventare madri non significa annullarsi nei figli, i figli continueranno a stimarla e ad amarla ugualmente anche se Lei farà scelte dolorose e difficili, svincolandosi da alibi e condizionamenti culturali e riprendendosi il potere di vivere una vita che le somigli e non un copione logoro che sta spegnendo la sua vitalità.

Dr.ssa SABRINA CAMPLONE
Psicologa-Psicoterapeuta Individuale e di Coppia a Pescara
www.psicologaapescara.it

[#17]
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Utente
Utente
Gentili Dottori,
l'altro ieri sera ho "appurato" che mio marito ha un'altra (non so se la presunta amica o altra donna ... ma poco importa). Ne sono rimasta parecchio turbata anche se, considerata la mia esperienza, non posso certo giudicarlo. Sull'onda dell'emozione gli ho proposto quindi di cogliere l'occasione del rientro di mio figlio per affrontare la realtà e fare capire intanto a lui (non lo vediamo spesso) come stanno le cose tra noi. E' stato dolorosissimo anche se credo che tutti siamo riusciti ad essere sufficientemente lucidi e sereni, ma comunque vedere un figlio piangere per causa tua è una vera coltellata nel cuore. Non siamo stati in grado di dargli un idea di cosa decideremo per il futuro (anche perchè non lo sappiamo) ma intanto che ci sembrava leale nei suoi confronti dirgli la verità. Ha ammesso che qualcosa l'aveva già intuita. Dovremo fare lo stesso con il fratello che vive in casa con noi. In questo momento non riesco ad immaginare di poter affrontare anche questo e poi ... tutto il resto.
Grazie sempre.
[#18]
Dr.ssa Sabrina Camplone Psicologo, Psicoterapeuta 4.9k 86 75
Gent.le Sig.ra,
è stato e sarà doloroso e non solo per lei, inutile negarselo ma forse era necessario l'alternativa avrebbe imposto a tutti di "far finta di non vedere" trasformando l'argomento in un tabù che obbligava tutti a tenere tutto dentro: la rabbia, il dolore ecc.
I suoi figli oramai sono adulti quindi potranno comprendere e affrontare tutto questo con maggiori risorse rispetto ad un bambino.
Avrete bisogno ciascuno della comprensione dell'altro ma avrete l'opportunità di lasciarvi alle spalle ogni ipocrisia e questo vi aiuterà a sentirvi più vicini nell'affrontare la situazione.
E' stata coraggiosa una volta, saprà esserlo ancora.
[#19]
Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Stando a quello che ci ha raccontato questa è le terza volta che suo marito ha un'altra, quindi non mi sembra che si possa considerare sul suo stesso piano.
E' comunque positivo che questo sentirsi accomunata a lui le abbia consentito di mantenere una certa serenità nel parlare con vostro figlio, che avete fatto bene a rendere partecipe della situazione.
Immagino quanto l'abbia fatta soffrire vederlo piangere e sentirsene responsabile, ma non si può escludere che il ragazzo si fosse già reso conto che fra voi qualcosa non andava, visto che i problemi sono iniziati diversi anni fa, e magari non abbia voluto a sua volta comprenderlo pienamente fino ad ora.

Adesso ha la possibilità di ripensare la sua vita senza sensi di colpa, e le auguro davvero di riuscire a farlo quanto prima.
[#20]
Dr. Roberto Callina Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 1.3k 32 6
Cara signora,

credo che la decisione che avete preso sia quella giusta.
Nonostante il suo comprensibile stato d'animo non credo che continuare a far finta di nulla sarebbe servito a migliorare l'atmosfera domestica.

Lei stessa dice che suo figlio, che vive fuori casa, aveva intuito qualcosa; possiamo immaginare che non sarà molto diverso per il fratello che vive sotto il vostro stesso tetto.

Il suo mi sembra un grande atto di coraggio e un primo passo verso un nuovo stile di vita interiore, più sintonico con le sue aspettative.

Un caro saluto e un augurio affinché possa riprendere in mano le redini della sua vita con maggiore serenità.
[#21]
dopo
Utente
Utente
Gentili Dottori,
sono cosciente che questo è stato il primo passo che mi ha messo di fronte alla lucida consapevolezza di volere dare un indirizzo diverso alla mia vita. Lo è stato sicuramente da un punto di vista emotivo ma, mi chiedo e Vi chiedo, è efficace anche se non si ha ancora alcuna chiarezza su ciò che si vorrà fare "praticamente"?
Le difficoltà organizzative e logistiche sembrano insormontabili al punto che al momento abbiamo concordato con mio marito che - anche per dare tempo ai ragazzi di metabolizzare la notizia (e comunque ancora non abbiamo parlato con il minore) -
resteremo nella stessa casa cercando di ristabilire, alla luce degli ultimi eventi, un certo equilibrio. Non so se questo è un bene. Tra l'altro per me c'è una ulteriore difficoltà rappresentata da mia madre. Per non addolorarla sono stata capace di nasconderle persino un intervento chirurgico importante (carcinoma al colon) subìto 4 anni fà e so quanto mi è costato in termini emotivi ...
Vi sono sempre riconoscente per l'appoggio ed il conforto che mi date.
Cari saluti.
[#22]
Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Cara signora,

quello che deciderà di fare "praticamente" è in un certo senso solo un dettaglio: per il momento si accontenti della "lucida consapevolezza di volere dare un indirizzo diverso alla sua vita" perchè non è davvero poco, dopo 30 anni di matrimonio e un'esistenza intera condotta al fianco di suo marito.

Arrovellarsi eccessivamente in questo momento potrebbe essere controproducente, perchè ha di fronte a sè molte e diverse possibilità e c'è il rischio che l'idea di iniziare a pensare a sè stessa e per sè stessa, da sola, la spaventi inutilmente.

Inizi col procedere passo dopo passo sul cammino verso la separazione da suo marito, che già di per sè sarà impegnativa perchè implicherà la necessità di ripensare organizzativamente a molti aspetti del quotidiano e del futuro.

Per quanto riguarda sua madre, è sicura che non sospetti nulla circa la vostra infelicità?
[#23]
Dr. Roberto Callina Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 1.3k 32 6
Cara Signora,

non credo che il problema che debba porsi nell'immediato sia quello di capire cosa fare "praticamente" nel suo futuro.

La consapevolezza emotiva è il passo più importante ed è quello che le è accaduto.

La paura di dover affrontare situazioni nuove e non ancora definite è assolutamente comprensibile e condivisibile; questo significherà rivedere aspetti di vita concreti e organizzativi che, dopo 30 anni di "abitudine", sono difficili da affrontare con leggerezza. E' assolutamente normale che lei si senta un po' "spaesata".

Quanto dice rispetto a sua madre sembrerebbe rientrare nelle sue abitutali modalità relazionali che si coglie nei suoi post e che si può riassumere nell'esigenza di compiacere l'altro.
Anche qui sembra esserci una eccessiva preoccupazione per l'altro a discapito del suo benessere.

Questo è un punto su cui avrà modo di riflettere con calma e sono certo che potrà trovare una soluzione che si posizioni nel mezzo, senza fare del male a nessuno, ma è accontenti le sue necessità.

Rinnovo il consiglio a farsi supportare da uno psicologo in questo momento di "transizione":
Un caro saluto
[#24]
dopo
Utente
Utente
Mi rendo già conto di essere sempre maggiormente capace di "lucidità". Ho stabilito di affrontare un problema alla volta. Anche il fatto che io - in questo momento - non abbia il "salvagente" di un'altra relazione (anche se emotivamente molto coinvolta) mi rende ancora più serena perchè mai vorrei credere di avere agito se non per me stessa. Credo fondamentalmente di avere smesso di trovare attenuanti al comportamento di mio marito ed il solo fatto di non soffrire più di tanto per la scoperta del suo tradimento mi ha dato la reale misura della mia distanza da lui. Tutto il resto è forse conseguenza della maturazione di ciò che non si poteva più evitare.
Sempre grata a tutti, mi piacerebbe conoscere anche l'opinione del Dott.Santonocito, che in un primo tempo ho trovato un pò "brutale" (mi passi il termine) ma "efficace"
Cari saluti
[#25]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
>>> Tutto il resto è forse conseguenza della maturazione di ciò che non si poteva più evitare.
>>>

Mi sembra che su questo punto tutti concordiamo. Date le premesse, era solo questione di tempo che accadesse quanto sta accadendo.

I vostri figli sono grandi, anche se di recente è uscito uno studio che collocherebbe l'età d'uscita dall'adolescenza, oggi, a 24 anni. La separazione dei genitori fa male a qualunque età, si può solo sperare che con il passare degli anni i figli dispongano di difese e tempi di recupero sempre più efficaci. In ogni caso non sempre un matrimonio va mantenuto a qualunque costo in vita artificiale, perché anche questo ha i suoi costi.

Proprio perché la situazione è molto fluida, non so quanto potrebbe essere opportuno darle indicazioni od opinioni decise, a distanza. È come se avesse preso un pezzo di metallo e lo avesse fuso: ora è liquido, ma deve scegliere in quale forma riversarlo prima che solidifichi di nuovo. Potrebbe essere rischioso dirle da qui: "Prenda il crogiuolo con la mano destra, lo regga in questo modo ecc." Anche perché lei, in fondo, potrebbe già sapere quale forma scegliere: forse deve solo farsene convinta.

Rinnovo perciò insieme ai colleghi la raccomandazione di rivolgersi a uno psicologo di persona, per farsi seguire in questa fase.
[#26]
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Utente
Utente
Gent.le Dott.Santonocito,
il suo paragone è più che adatto. In effetti la mia preoccupazione è proprio che la situazione possa cristallizzarsi in una nuova staticità insoddisfacente. Non c'è una ricetta che Voi possiate darmi, lo comprendo bene ed oltretutto, come ben dice, sarebbe "rischioso" e non è quello che voglio. Sappiate che mi siete comunque di grande aiuto e conforto. Quello che mi preoccupa un pò, per quanto riguarda le "immediate" scelte logistiche è che, con la consapevolezza della relazione che ha in atto mio marito, per quanto io possa esserne indifferente, lui possa - per la leggerezza che purtroppo lo contraddistingue - mettermi ancora di fronte a situazioni comunque per me spiacevoli.
Ma credo che le priorità al momento siano comunque altre e su quelle occorre che si lavori. Saluti e sempre grazie a tutti.
[#27]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
>>> come ben dice, sarebbe "rischioso" e non è quello che voglio
>>>

Lo sarebbe soprattutto a distanza, è questo che intendevo. Se deciderà di rivolgersi di persona a un collega, potrà ricevere indicazioni e suggerimenti preziosi pur nel rispetto dei suoi valori e delle sue convinzioni. Soprattutto trattandosi di un collega formato in un approccio che prevede questo tipo d'interazione fra terapeuta e paziente.

Questo l'aiuterà anche a essere più protetta dagli "attachi" di suo marito.
[#28]
dopo
Utente
Utente
Certamente, anche io mi riferivo al "rischio" legato alla distanza ed al mezzo.
Sono orientata a cercare un contatto diretto anche se non ho ancora un'idea precisa se non una conoscenza superficiale con un medico che credo però sia Pedagogista clinico. Ho in progetto di chiamarla per capire se può essermi di aiuto lei personalmente o diversamente consigliarmi. Non Vi nego sinceramente che disponendo di scarse risorse economiche vorrei poter capire se è possibile accedere ad un servizio in convenzione sanitaria.
Cari saluti.
[#29]
dopo
Utente
Utente
Gentili Dottori,
sabato ho avuto un primo incontro con la terapista di cui Vi ho detto. Fondamentalmente ho cercato di lei perchè "a pelle" la trovo rassicurante e quindi mi ispira fiducia. Credo che sia meglio del cercare un nome senza un volto (non ho alcun altro contatto). Come Vi dicevo è Pedagogista clinico e - per mancanza di dimestichezza e di competenza - mi risulta difficile riuscire a fare una distinzione tra la diversa formazione e quindi le specifiche competenze che la differenziano dallo psicologo o psicoterapeuta. Mi sembra di capire che dipenda dal tipo di approccio terapeutico o dalla scuola di pensiero... Potreste fare luce su questo aspetto così che, al di là dell'orientamento dettato dall'empatia con la professionista in questione, io possa valutare se risulti adatta alle mie necessità?
Grazie.Saluti.
[#30]
Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Cara signora,

il "pedagogista clinico" è una figura che non esiste per la Legge italiana: si tratta di una figura che non dà alcuna garanzia formativa e che non è autorizzata ad occuparsi nè di difficoltà psicologiche nè di patologie della relazione e cioè di quello che normalmente rientra nell'ambito di intervento dello psicologo psicoterapeuta.
Le figure che operano ai limiti del legale e che spesso fanno solo perdere tempo (quando non fanno veri e propri danni) sono tante, ed è importante riconoscerle ed evitarle quando ci sis trova a vivere una situazione che richiede un intervento psicologico.

In questo senso se la persona alla quale si è rivolta non è iscritta all'Albo degli psicologi ( www.psy.it ) nè eventualmente a quello dei medici ( www.fnomceo.it ) con esplicito inserimento nell'elenco speciale dei medici psicoterapeuti o specializzazione in psicologia clinica non è preparata nè abilitata ad occuparsi di lei e della sua situazione.

Può essere la donna più simpatica e rassicurante di questo mondo, ma se sta erogando prestazioni riservate allo psicologo - come la consulenza psicologica o il sostegno psicologico - sta compiendo un abuso punibile dalla Legge.

La invito pertanto a cercare il nominativo di uno psicologo presso questo sito alla pagina www.medicitalia.it/specialisti/Psicologia o presso l'albo online dell'Ordine degli Psicologi della sua regione.
[#31]
dopo
Utente
Utente
Gent.le Dott.ssa Massaro,
Le devo dire che l'incontro mi aveva lasciata perplessa sotto diversi punti di vista.
Anche un certo indirizzo mistico/religioso, che per quanto condiviso e condivisibile (i miei conflitti interiori sono anche relativi a questo aspetto) non mi sembrava corretto, da un punto di vista strettamente professionale, che lei lasciasse trasparire.
Per quello che posso capirne, sarei orientata verso uno psicologo/psicoterapeuta che abbia anche una specializzazione in Terapia Breve Strategica. Sia perchè mi preoccupa un percorso troppo lungo, ma anche perchè credo potrebbe fare al caso mio. Potreste consigliarmi in tal senso?
Grazie sempre
Cari saluti
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Dr. Roberto Callina Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 1.3k 32 6
Cara signora,

può trovare un elenco degli iscritti a questo sito nella sua città al seguente link:

https://www.medicitalia.it/specialisti/psicologia/

Eventualmente può contattare in privato qualcuno di loro per un consulto diretto o, se crede, anche solo per un consiglio su quale professionista scegliere.

Un caro saluto e tanti cari auguri per il suo percorso.
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Indipendentemente dall'orientamento teorico l'importante è che contatti una persona qualificata e in grado di occuparsi di lei, che la seguirà fin che ce ne sarà bisogno - il che si renderà chiaro strada facendo e non può esserlo in via preliminare.

Ci faccia sapere!
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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Cara Signora,
Prima di immaginare il tempo del percorso, che sia lungo, medio o breve, dovrebbe trovarsi bene con il professionista scelto ed essere certa che sia qualificato.
L' aspetto mistico, religioso, non credo faccia parte degli aspetti che un professionsita deve fare trapelare di se' .
[#35]
dopo
Utente
Utente
Grazie a tutti,
intanto ho avuto un contatto con un' associazione che opera nella mia città
(Apssi Associazione Psicologi) dove opera un gruppo di lavoro.
Intendo comunque valutare la scelta senza alcuna fretta e con la necessaria cautela.

Gent.le Dott.ssa Randone, per fortuna ho avuto la lucidità di cogliere alcuni aspetti della persona che ho incontrato che - almeno sul piano professionale - mi hanno insospettita. Ma mi sorge una curiosità, in quale ambito può esercitare quindi il Pedagogista?

Saluti, Vi terrò informati.
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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Nelle scuole
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dopo
Utente
Utente
Gentili Dottori,
posso dedicarVi, anche per dirVi grazie, questo?

Più dei tramonti, più del volo di un uccello, la cosa meravigliosa in assoluto è una donna in rinascita.

Quando si rimette in piedi dopo la catastrofe, dopo la caduta.
Che uno dice: è finita.
No, non è mai finita per una donna.
Una donna si rialza sempre, anche quando non ci crede, anche se non vuole.

Non parlo solo dei dolori immensi, di quelle ferite da mina anti-uomo che ti fa la morte o la malattia.

Parlo di te, che questo periodo non finisce più, che ti stai giocando l'esistenza in un lavoro difficile, che ogni mattina è un esame, peggio che a scuola.
Te, implacabile arbitro di te stessa, che da come il tuo capo ti guarderà deciderai se sei all'altezza o se ti devi condannare.
Così ogni giorno, e questo noviziato non finisce mai.
E sei tu che lo fai durare.

Oppure parlo di te, che hai paura anche solo di dormirci, con un uomo; che sei terrorizzata che una storia ti tolga l'aria, che non flirti con nessuno perché hai il terrore che qualcuno s'infiltri nella tua vita.
Peggio: se ci rimani presa in mezzo tu, poi soffri come un cane.
Sei stanca: c'è sempre qualcuno con cui ti devi giustificare, che ti vuole cambiare, o che devi cambiare tu per tenertelo stretto.
Così ti stai coltivando la solitudine dentro casa.
Eppure te la racconti, te lo dici anche quando parli con le altre: "Io sto bene così. Sto bene così, sto meglio così".
E il cielo si abbassa di un altro palmo.

Oppure con quel ragazzo ci sei andata a vivere, ci hai abitato Natali e Pasqua.
In quell'uomo ci hai buttato dentro l'anima ed è passato tanto tempo, e ne hai buttata talmente tanta di anima, che un giorno cominci a cercarti dentro lo specchio perché non sai più chi sei diventata.
Comunque sia andata, ora sei qui e so che c'è stato un momento che hai guardato giù e avevi i piedi nel cemento.
Dovunque fossi, ci stavi stretta: nella tua storia, nel tuo lavoro, nella tua solitudine.
Ed è stata crisi, e hai pianto.

Dio quanto piangete!
Avete una sorgente d'acqua nello stomaco.
Hai pianto mentre camminavi in una strada affollata, alla fermata della metro, sul motorino.
Così, improvvisamente. Non potevi trattenerlo.
E quella notte che hai preso la macchina e hai guidato per ore, perché l'aria buia ti asciugasse le guance?

E poi hai scavato, hai parlato, quanto parlate, ragazze!
Lacrime e parole. Per capire, per tirare fuori una radice lunga sei metri che dia un senso al tuo dolore.
"Perché faccio così? Com'è che ripeto sempre lo stesso schema? Sono forse pazza?"
Se lo sono chiesto tutte.
E allora vai giù con la ruspa dentro alla tua storia, a due, a quattro mani, e saltano fuori migliaia di tasselli. Un puzzle inestricabile.
Ecco, è qui che inizia tutto. Non lo sapevi?
E' da quel grande fegato che ti ci vuole per guardarti così, scomposta in mille coriandoli, che ricomincerai.
Perché una donna ricomincia comunque, ha dentro un istinto che la trascinerà sempre avanti.
Ti servirà una strategia, dovrai inventarti una nuova forma per la tua nuova te.
Perché ti è toccato di conoscerti di nuovo, di presentarti a te stessa.
Non puoi più essere quella di prima. Prima della ruspa.

Non ti entusiasma? Ti avvincerà lentamente.
Innamorarsi di nuovo di se stessi, o farlo per la prima volta, è come un diesel.
Parte piano, bisogna insistere.
Ma quando va, va in corsa.
E' un'avventura, ricostruire se stesse.
La più grande.
Non importa da dove cominci, se dalla casa, dal colore delle tende o dal taglio di capelli.

Vi ho sempre adorato, donne in rinascita, per questo meraviglioso modo di gridare al mondo "sono nuova" con una gonna a fiori o con un fresco ricciolo biondo.
Perché tutti devono capire e vedere: "Attenti: il cantiere è aperto, stiamo lavorando anche per voi. Ma soprattutto per noi stesse".

Più delle albe, più del sole, una donna in rinascita è la più grande meraviglia.
Per chi la incontra e per se stessa.
È la primavera a novembre.
Quando meno te l'aspetti...
Jack Folla " Donne in rinascita"

[#38]
dopo
Utente
Utente
Gent.li Dottori,
come Vi avevo anticipato ho preso contatto con un' Associazione all'interno della quale opera un gruppo di lavoro. Ho già avuto un primo incontro al termine del quale la Psicologa mi ha detto che avrebbe preferito indirizzarmi ad una collega che, secondo il suo giudizio, sarebbe stata più adatta a me. L'ho infatti conosciuta ieri e si è concordato di incontrarci un paio di volte per conoscerci meglio e stabilire, solo dopo, il percorso da seguire. Mi ha detto che il rapporto che nascerà è reciproco e che dobbiamo capire entrambe se è opportuno continuare. Mi è sembrato un approccio onesto e garbato. Spero che la mia connaturata tendenza a "fidarmi troppo" non appanni il mio senso critico. Nel frattempo mio marito mi propone di "sopportarlo" perchè sostiene di non riuscire a tagliare il cordone ombelicale ... (pur ammettendo che non intende rinunciare alla sua relazione extra). Continua ad essere premuroso ed affettuoso (anche più di prima) quasi facendomi sentire in colpa per il fatto che io non riesca a "sentire" di fare lo stesso con lui. In fondo non riesce a "comprendere" il mio rancore. Ho la sensazione che "utopisticamente" abbia l'ambizione di voler riuscire a mantenere tutto in equilibrio! Gli ho detto che qualsiasi tipo di decisione - in questo momento - comporterà il dolore di qualcuno e che ognuno se ne deve riuscire ad assumere la propria parte di responsabilità.
Spero proprio di venire fuori da questo "meccanismo" nel migliore dei modi.
Cari saluti.

[#39]
Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
"mio marito mi propone di "sopportarlo" perchè sostiene di non riuscire a tagliare il cordone ombelicale..."

"Ho la sensazione che "utopisticamente" abbia l'ambizione di voler riuscire a mantenere tutto in equilibrio!"

Sarebbe una soluzione di comodo molto gradita a suo marito quella di continuare a tenere in piedi una relazione extraconiugale - come ha già fatto in passato - contando nel frattempo sulla sua presenza quasi materna (il riferimento al cordone ombelicale è molto significativo in questo senso).

Ora spetta a lei trovare la forza e la determinazione di non accettare più situazioni del genere, e se ha imboccato la strada del lavoro psicologico su sè stessa sono sicura che ci riuscirà.
[#40]
dopo
Utente
Utente
Gent.le Dott.ssa Massaro,
in effetti c'è da chiedersi se la comodità di non separare "fisicamente" le nostre strade non possa essere anche la mia. Anche se paradossalmente, infatti il nostro rapporto sembra funzionare a prescindere dalle implicazioni sentimentali (che sono certamente venute meno ed ora più che mai). Questa è anche una delle ragioni del mio disorientamento. Vorrei capire bene se è ancora una volta un "accomodamento" dettato dalla mia incapacità di tirare fuori la rabbia o se non sia al momento la migliore soluzione anche per me e per il mio stesso benessere. Nel frattempo purtroppo è anche destabilizzante la presenza "emotiva" dell'uomo al quale ho dovuto rinunciare con il quale - anche se sporadicamente - continuiamo a rinnovarci reciprocamente conferme d'amore razionalmente impossibili e quindi quanto mai avvilenti e dolorose. Fanno bene e male nello stesso tempo! Il lavoro psicologico che stò intraprendendo mi sarà certamente di aiuto ma per adesso mi sembra ancora un percorso impreciso e del quale non riesco ad immaginare un orizzonte prossimo.
Grazie sempre per l'attenzione.
Cari saluti.
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
"Il lavoro psicologico che stò intraprendendo mi sarà certamente di aiuto ma per adesso mi sembra ancora un percorso impreciso e del quale non riesco ad immaginare un orizzonte prossimo"

Ha appena iniziato: dia un po' di tempo sia a sè stessa sia alla psicologa che la sta seguendo per lavorare affinchè il percorso intrapreso prenda per così dire forma.
L'importante è che abbia compiuto questo passo, i risultati arriveranno!
[#42]
dopo
Utente
Utente
Cari Dottori,
mi piace aggiornarVi sulla mia vicenda.
Nel corso delle sedute (ne ho già fatte sette) l'impressione era stata anche quella che non stesse succedendo proprio nulla, quando invece - sorprendentemente - mi sono ritrovata ad affrontare, con inaspettate decisione e sicurezza, difficoltà che mi sembravano prima insormontabili. All'ennesima e purtroppo prevedibile mancanza di rispetto da parte di mio marito, ho reagito con fermezza, ho deciso di parlarne con mia madre, l'ho messo di fronte alla mia volontà di separarmi. Ci sono ancora tanti momenti in cui mi sento disorientata ma l'audacia e la spontaneità con le quali ho affrontato tutte queste cose sembravano non appartenermi!
Un caro saluto
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Dr. Roberto Callina Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 1.3k 32 6
Sono davvero contento per i grandi progressi che ci racconta.

Spesso, come lei racconta, si ha la sensazione che in seduta non accada quasi nulla ma poi, quasi magicamente, ci si accorge che qualcosa dentro di noi è cambiato.

Le auguro che i momenti di disorientamento che sono rimasti possano presto diventare un lontano ricordo.


Un caro saluto
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Molto bene, sta facendo rapidamente dei progressi e le auguro di continuare così!
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dopo
Utente
Utente
Gent.li Dottori,
Vi ringrazio per gli incoraggiamenti.
Nonostante le difficoltà che non mancheranno, ho la sensazione di avere energie "nuove" per ricostruirmi.

Alla Dott.ssa Massaro dico anche che sono riuscita con difficoltà a procurarmi il libro che mi ha consigliato: "Troppo buone" ... ( mio figlio me lo ha procurato in una biblioteca a Bologna e lo ha fotocopiato perchè introvabile in libreria ). Ho terminato di leggerlo proprio ieri. Per tanti spunti e considerazioni sembra proprio cucito addosso a me!

Vi saluto tutti caramente
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Lo immaginavo, per questo gliel'ho consigliato.

Purtroppo quel libro non è attualmente in commercio, ma spero che verrà ristampato perchè esemplifica e analizza benissimo situazioni come la sua.

[#47]
dopo
Utente
Utente
Gentili Dottori,
nei mesi trascorsi la mia situazione si è sempre più delineata. Se posso riassumerVi il mio attuale stato è come se fossi tornata "padrona della mia vita" ... e forse non lo sono mai stata! I problemi non mancano ma non mi spaventano. Ho smesso anche di avere problemi di colite (non mi sembra vero ...erano anni che avevo disturbi ).
I miei figli - pur soffrendo - si sono dimostrati maturi e responsabili ... diciamo pure "adulti" a differenza del padre che - nemmeno con loro riesce a farne una giusta. Stà purtroppo sfuggendo anche alle sue responsabilità di genitore e questo mi addolora enormemente ma io non posso farci più nulla ...
Ho già presentato istanza di separazione agendo autonomamente, trovare il consenso mi sembra un miraggio, lui addirittura non intendeva prendere accordi con me se non in presenza del figlio - coinvolgendolo emotivamente più di quanto non abbia già fatto - ed io questa cosa non ho inteso avallarla.
I Vs consigli e l'aiuto della terapista sono stati efficaci. Ho deciso di fare l'ultima seduta e da ora in poi fare da sola. Vi ringrazio tutti e di vero cuore Vi auguro Buone Feste.
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Dr. Roberto Callina Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 1.3k 32 6
Cara signora,

sono lieto che, finalmente, stia ritrovando l'equilibrio che merita.
Auguro anche a lei di trascorrere serene feste.

Un caro saluto
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Cara Signora,

mi fa piacere sentire che la situazione si è sbloccata e che lei ha trovato il coraggio e la forza di prendere posizione.

Ora potrà ricominciare a pensare alla sua vita e a quale direzione desidera che prenda.

Per quanto riguarda il percorso psicologico se ora si sente sufficientemente sicura lo può interrompere, ma non si precluda la possibilità di ricorrervi ulteriormente, nel caso in cui la separazione fosse più problematica del previsto.

Le faccio anch'io tanti auguri,
[#50]
dopo
Utente
Utente
Gent.mi Dottori,
Vi ringrazio tutti per l'incoraggiamento e per gli auguri.
Per quanto riguarda il percorso psicologico anche io ho pensato di potervi ricorrere
nuovamente più avanti, se necessario. Al momento, anche su questo punto, mi sembra di avere raggiunto una meta. Sono certa che ci saranno ancora momenti difficili anche perchè in atto la situazione è stagnante, in attesa di sviluppi "legali" e mio marito - come è sua natura - si è adagiato comodamente e sfugge come sempre dal problema. Non escludo che "scoppi" al momento cruciale.
Vi saluto tutti caramente.