Stress per fase di cambiamento

salve,
sono alle soglie della laurea e vivo una fase molto stressante a causa anche di un amore di dieci anni, finito per un inspiegabile crollo di passione da parte mia( non sono più attratta anche se il sentimento è forte) ho un altro compagno con cui ho una bellissima intimità, ma non riesco a chiudere definitivamente la mia storia precedente; sento il mio ex tutti i giorni perchè siamo legatissimi e non riesco ad essere del tutto chiara con lui perchè temo di farlo soffrire. il caldo poi non mi aiuta per niente, ma in altri momenti non lo notavo neanche. ho tempi molto ristretti per la consegna del lavoro e questo mi crea ansia, qualche volta tachicardia e paura che mi possa accadere qualcosa. mi è già capitato in passato, in occasione della prima laurea, in maniera più intensa, fino al panico. quello che mi preoccupa è che, sebbene sia stata sempre ipocondriaca, in questo periodo riaffiorano paure che non avevo più da un bel po di tempo: quella di avere un infarto e soprattutto quella di andare incontro a shock anafilattico. questa ultima cosa mi limita un po' perchè quando vado in un posto all'aperto ogni tanto mi capita di essere tesa per la possibile presenza delle vespe, che sento come un pericolo. sono un soggetto allergico a diverse cose(al nikel solfato e a un antibiotico cui il mio corpo ha reagito male), ma non ho idea se lo sono anche al veleno degli imenotteri, eppure a volte ora, non sempre, temo questa eventualità in maniera sproporzionata nonostante abbia vissuto in campagna senza problemi per molto tempo in passato. io cerco sempre di aggredire le mie paure facendo il contrario di quello che mi spingerebbero a fare, ma non mi riesce sempre. eppure noto ad esempio che quando ho paura di andare in un posto isolato e poi ci vado, mi godo appieno la situazione e dimentico l'ansia che avevo prima di arrivarci. se invece cedo alla paura per proteggermi, evitando di andarci, invece di sentirmi meglio mi sento peggio. in generale non ho molta fiducia negli psicologi, perchè credo che anche la sofferenza, di qualsiasi tipo essa sia, faccia parte della vita e vada accettata ed elaborata, non curata. ma in questo periodo e cioè da circa una settimana sento di dover affrontare la mie insensate paure e per questo chiedo un consiglio, sperando di scoprire qualcosa di nuovo sul mio stato attuale. so di aver scritto tanto e me ne scuso ma volevo offrire un quadro quanto più dettagliato possibile di questo momento. grazie
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Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119 9
<in generale non ho molta fiducia negli psicologi,>

Gentile Utente,
la invito a leggere questo articolo
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/2109-ansia-depressione-problemi-sessuali-relazionali-c-posso-farcela-da-solo.html

e se crede a comunicarci le sue riflessioni in merito.

Cordialmente

Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it

[#2]
dopo
Utente
Utente
la ringrazio, lo leggerò. speravo si capisse che la mia affemazione era lì per sottolineare che, chiedendo un consulto, ho aperto una porta alla possibilità di capire un po meglio me stessa attraverso la psicologia, e speravo altresì che fosse preso in considerazione il mio disagio, non il mio scetticismo: ho ammesso onestamene i miei dubbi, dovuti probabilmente alla mia formazione e indirettamente agli esiti non felici dei percorsi terapeutici di alcuni amici, ma è sempre bene, a mio avviso,per qualunque professionista confrontarsi con essi. come lei ho studiato con passione anche io e sono sempre pronta a far cambiare idea a chi ha dei dubbi sull'utilità della mia materia. ricambio i saluti e comunicherò certamente l mie riflessioni in merito.
ps. ho letto il testo. c'è del vero, ma attenzione, il modo in cui è scritto questo articolo può essere un forte deterrente a consultarvi e questo soddisfa la paradossale richiesta di chiedervi aiuto per fare a meno del vostro aiuto. credo che lo scopo del vostro forum non sia questo altrimenti non colgo il senso della sua esistenza. vede, è chiaro che a chiedere consulti medici on line siano persone per lo più ipocondriache, le quali( io compresa) sono solite preoccuparsi e cercare di essere rassicurate, tuttavia non trovo abbia senso colpevolizzarle, a quel punto basterebbe non rispondere affatto, ha senso invece provare a fargli cambiare idea. per quanto rguarda me poi, come dicevo sopra, pur essendo stata sempre scettica, ho pensato, credo opportunamente, di aprire la porta alla psicologia, proprio perchè, come spiegavo nella mail, sono consapevole in questo momento della irrazionalità delle mie paure e chiedevo delucidazioni ed eventuali consigli del tipo ( la psicoterapia potrebbe fare al caso mio? d quale tipo? a chi rivolgersi ? ) o almeno questo è quello che mi aspettavo.
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Dr.ssa Sabrina Camplone Psicologo, Psicoterapeuta 4.9k 86 75
"non ho molta fiducia negli psicologi, perchè credo che anche la sofferenza, di qualsiasi tipo essa sia, faccia parte della vita e vada accettata ed elaborata, non curata."

Gent.le ragazza,
lo Psicologo ha il compito di creare le condizioni favorevoli ad avviare il processo di elaborazione della sofferenza della persona che pone la richiesta d'aiuto, processo che implica la possibilità di mettersi in discussione per fare chiarezza dentro noi stessi e ampliare la consapevolezza dei nostri bisogni affettivi.

Dr.ssa SABRINA CAMPLONE
Psicologa-Psicoterapeuta Individuale e di Coppia a Pescara
www.psicologaapescara.it

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Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119 9
< chiedevo delucidazioni ed eventuali consigli del tipo ( la psicoterapia potrebbe fare al caso mio? d quale tipo? a chi rivolgersi ? ) o almeno questo è quello che mi aspettavo.>

Gentile Utente,
il suggerimento è quello di rivolgersi ad uno psicologo/psicoterapeuta, meglio se esperto in disturbi d'ansia, per una valutazione diretta e un eventuale trattamento terapeutico.

In generale i disagi da lei descritti possono essere trattati in modo efficace attraverso la psicoterapia, ma occorre per prima cosa una valutazione in presenza.

Le segnalo un articolo che la può aiutare nella scelta dello specialista
https://www.medicitalia.it/minforma/psicoterapia/533-mini-guida-per-la-scelta-dell-orientamento-psicoterapeutico.html.

Se ha ulteriori domande da porci la ascoltiamo.

Cordialmente
[#5]
dopo
Utente
Utente
grazie a tutti ! vorrei solo aggiungere una cosa: conosco molto bene tre persone che fanno psicoterapia da anni e non vengono fuori dai loro problemi, anzi, per me hanno sviluppato delle nevrosi in quanto parlare con loro è come parlare con il manuale di psicologia. loro credono di essere diventate psicologhe per il fatto di essere in terapia da anni e noto con dispiacere che i loro rapporti umani sono spesso mediati da convinzioni che derivano loro dalla terapia psicologica. è come se vedessero tutte le persone malate, tanto da dire che secondo loro tutti dovrebbero andare in psicoterapia! non riescono più a parlare normalmente dei comportamenti umani, senza ricorrere al lessico della psicologia. questo fenomeno che ho riscontrato in tre persone estremamente diverse tra loro, che, per cause differenti, hanno intrapreso percorsi terapeutici differenti, mi fa un po' paura. possibile che si debbano medicalizzare tutti i rapporti umani? scusatemi ma sono davvero interessata a capire se gli psicologi notano queste cose e vi preggo di darmi il vostro parere. una cosa a cui spesso penso è che se un medico è bravo dovrebbe saper selezionare i pazienti che hanno bisogno di cure e quelli che si preoccupano troppo ma non ne hanno bisogno. come mai un normale mal d'amore di chi è stato lasciato ha bisogno di essere curato? mi sembra così normale soffrire per la fine di un amore anche se è vero che siamo tutti diversi e reagiamo in modo diverso alle cose. ma l'essere umano non si indebolisce se usa la psicoterapia come fosse un'aspirina pronta all'uso quando si abbia il mal di testa? sfortunatamente le tre donne hanno incontrato il medico sbagliato? grazie mille per l'attenzione. le mie domande sono poste sinceramente, nulla mi interessa più degli esseri umani.
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Cara Utente,

l'equivoco nasce dall'uso a volte improprio del termine "terapia".
La psicoterapia infatti ha luogo solo quando vi è una psicopatologia da curare, con diagnosi accertata, mentre tutti gli altri interventi consistono in consulenza psicologica, counselling psicologico, sostegno psicologico e riabilitazione psicologica.

Aiutare una persona che vive un perido difficile per la fine di una storia d'amore si configura come un intervento di sostegno psicologico e non di psicoterapia, a meno che la persona in questione non presenti un disturbo psicologico conseguente (o preesistente) all'evento.
Tanto è vero che solo una parte degli psicologi è specializzata in psicoterapia, mentre chi non lo è eroga le prestazioni che elencavo sopra.

Se vuole approfondire il discorso può leggere questo articolo:
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/947-lo-psicologo-e-il-suo-lavoro.html

Di conseguenza solo una parte di chi è seguita da uno psicologo si sta sottoponendo ad una vera e propria psicoterapia; tutti gli altri ci vanno per ricevere un aiuto, trovare uno spazio di riflessione, conoscersi meglio ecc. senza essere "in cura".

Probabilmente le sue amiche fanno parte di questo secondo gruppo di persone, e, avendo apprezzato tutto quello che sono in grado di comprendere in virtù dei percorsi psicologici che hanno effettuato (o stanno effettuando), ritengono che la maggior parte delle persone prima o poi potrebbe trarre giovamento dal consultare uno psicologo (cosa sulla quale sicuramente concordo).

Penso che la sua irritazione nel sentirsi dire queste cose da loro dipenda dal fatto che, rendendosi loro conto dei suoi importanti problemi d'ansia/ipocondria, le dicano e insistano ad ogni occasione che lei avrebbe bisogno di farsi seguire da uno psicologo.
E' così?

Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it

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Dr. Fernando Bellizzi Psicologo, Psicoterapeuta 1.1k 37 6
Gentile Utente,

e quindi, aprtendo da questa premessa

>conosco molto bene tre persone che fanno psicoterapia da anni e non vengono fuori dai loro problemi, anzi, per me hanno sviluppato delle nevrosi in quanto parlare con loro è come parlare con il manuale di psicologia.

Perchè parlare con degli psicologi, visto che sono bravi a generare delle nevrosi?

Un'altra domanda? Posso sapere in cosa è laureata? ed in cosa si bis-laurerà?

Comunque, delle volte capita che non vi sia gaurigione, ma spostamento del sintomo, cioè, la mente è molto abile a difendersi ed a produrre un cambiamento apparente che sembra una guarigione, ma in realtà è solo cambiato il contenuto, ma non la struttura mentale.

Un pò simile alla frase attribuita ad Andreotti "bisogna cambiare tutto affinchè niente cambi e tutto resti il più possibile come prima".

Dr. Fernando Bellizzi
Albo Psicologi Lazio matr. 10492

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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
>>> ps. ho letto il testo. c'è del vero, ma attenzione, il modo in cui è scritto questo articolo può essere un forte deterrente a consultarvi
>>>

Può tranquillizzarsi (se vuole), non solo l'articolo non è un deterrente, ma le persone continuano a rivolgersi a noi.

>>> e questo soddisfa la paradossale richiesta di chiedervi aiuto per fare a meno del vostro aiuto
>>>

Il fatto è che quando una persona ha già deciso in cuor suo che non si sente ancora di andare dallo psicologo, non ci andrà comunque. Non solo sarebbe inutile tentare di farle cambiare idea, ma sarebbe profondamente sbagliato se a fare il tentativo fosse proprio lo psicologo. Lo psicologo non può e non deve cercare di convincere le persone a recarsi da lui, non deve correr loro dietro dicendo: "Venite, venite".

Quando sono convinte di andarci, le persone alzano il telefono e lo chiamano, non stanno a farsi troppe domande.

Sugli ipocondriaci è vero che in genere "vedono male" lo psicologo, ma ciò non ha nulla a che vedere con articoli o altro: dipende solo dal fatto che chi è convinto di avere una malattia "fisica" ha molta difficoltà a prendere in considerazione l'ipotesi che il suo malessere possa avere origine psichica. Perciò si rivolgerà più volentieri al medico, che invano e spesso non senza esasperazione tenterà di riferirlo allo psichiatra o allo psicologo.

>>> è chiaro che a chiedere consulti medici on line siano persone per lo più ipocondriache, le quali( io compresa) sono solite preoccuparsi e cercare di essere rassicurate
>>>

Qui ha perfettamente ragione, ma rassicurare chi soffre d'ipocondria o ansia non solo non risolve il problema, lo ALIMENTA. Ecco perché è meglio non rassicurare.

Sulla medicalizzazione ha parzialmente ragione, nel senso che i terapeuti e gli approcci psicoterapeutici sono tanti e molto diversi. Sapere che tre conoscenti sono andati in terapia tutti e tre con esiti insoddisfacenti non significa nulla. Bisogna vedere che tipo di terapia hanno fatto, che valutazione diagnostica avevano ricevuto, ecc.

Ma è chiaro che se si è pregiudizialmente poco ben disposti verso qualcosa, si tenderà a vedere più spesso i casi che vanno a confermare la convinzione preesistente. È un fenomeno ben noto.

Concludo dicendole una cosa un po' dura, ma che purtroppo corrisponde a realtà: molte volte le persone non si recano dallo psicologo perché non hanno ancora sofferto abbastanza. Che visto dal lato positivo significa: stanno ancora riuscendo a compensare il proprio disagio in qualche modo. Sarebbe come colui che ha una caviglia rotta, ma rifiuta da andare dal medico: tenterà di camminare sull'altra gamba, oppure camminerà poco, si comprerà vari tipi di stampelle ecc.

Quando le persone arrivano da noi, o è perché non hanno pregiudizi verso gli psicologi, oppure è perché sono alla frutta.

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

[#9]
dopo
Utente
Utente
thank you everyone! leggerò l'articolo appena possibile. saluti
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