Ragazzo impossibilitato ad avere rapporti sessuali completi

Salve a tutti, sono una ragazza di 23 anni e chiedo un consulto medico per il mio ragazzo di 24. Stiamo insieme ormai da tre anni inoltrati, tre anni vissuti tra continui tam tam medici per capire perchè lui non riuscisse ad avere rapporti sessuali completi, dapprima visite per capire se fosse un problema fisico, ed una volta appurato scientificamente che non era quello il problema, ci è stato consigliato di andare in cura da uno psichiatra. La terapia da quest'ultimo è durata ben due anni e mezzo (fino ad ora), ha dato i suoi frutti, nel senso che è riuscito a mantenere l'erezione almeno durante i preliminari (ma non sempre!) ma il problema della penetrazione vera e propria si ripresenta come si presentava anni fa, è sempre lì. Decidiamo insieme, anche se come sempre è partito da me, di cambiare medico e recarci in un consultorio per trovare un altro specialista; adesso è in cura da una psicologa, la quale più o meno gli ha detto le stesse ed identiche cose che gli diceva il primo, ossia che il problema era legato all'ansia, all'autostima, all'aspettativa, al fatto che probabilmente lui non vivesse le emozioni come andrebbero realmente vissute, che probabilmente il primo collega aveva scandito la sua terapia in modo troppo schematico (per un periodo mi ha toccato soltanto lui e non ci è stato consigliato il provare ad avere rapporti completi, poi avremmo potuto insieme ecc ecc) e per il problema che ha lui una terapia di questo tipo non è consigliabile. Lui è ancora vergine ed io sarei stata la sua prima volta, ma qualcosa come avrete potuto leggere è andato storto; è difficile spiegare qui anni, giorni di tormenti, dubbi, angosce, pianti, ripensamenti; sono giunta al punto di lasciarlo per poi riprenderlo ma così non può andare, il problema è sempre lì, persistente e lui a volte sembra non volersi aiutare, talvolta lo trovo peggiorato, siamo tornati da una vacanza di una settimana dove ci siamo approcciati fisicamente pochissime volte, di cui una ho provato a toccarlo e lui a poco a poco ha perso l'eccitazione fino al punto in cui ha sospirato e si è scostato, il problema si era ripresentato e da lì è cambiato un pò tutto, nel corso della stessa non l'ho più toccato e lui quelle sporadiche volte che l'ha fatto a me avevo la sensazione che quella non fosse eccitazione vera e propra ma più un "farsi perdonare". Non so più che fare, da chi andare, come consigliarlo e non so neppure se voglio continuare a stare con lui; soltanto una cosa vorrei chiedervi: Dopo tre anni di alti e bassi, di salite e ricadute, di assestamenti ed evoluzioni del problema è possibile che questo ragazzo che ha soltanto 24 anni possa finalmente trovare pace e guarire? cosa bisogna fare? da chi bisogna andare? che percorso bisogna seguire? queste per me non sono domande retoriche, non è possibile che non si riesca a trovare una soluzione....da medici specializzati cosa consigliereste a questo ragazzo? Posso arrendermi io, ma non lui, lui non può e non deve farlo. Grazie.
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Dr. Armando De Vincentiis Psicologo, Psicoterapeuta 7.2k 220 123
gentile utente questo problema lo aveva già postato tempo fa e ricevuto osservazioni in merito.
In casi del genere, ma lo avrà già sentito, potrà essere necessaria sia una psicoterpia mirata, di tipo comportamentale, sia un intervento farmacologico.
Una psicoterapia focalizzata sul problema da effettuare in coppia e una possibile prescrizione farmacologia presso un andrologo dovranno essere gli interventi di elezione.
saluti

Dr. Armando De Vincentiis
Psicologo-Psicoterapeuta
www.psicoterapiataranto.it
https://www.facebook.com/groups/316311005059257/?ref=bookmarks

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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
"il primo collega aveva scandito la sua terapia in modo troppo schematico (per un periodo mi ha toccato soltanto lui e non ci è stato consigliato il provare ad avere rapporti completi, poi avremmo potuto insieme ecc ecc) e per il problema che ha lui una terapia di questo tipo non è consigliabile."

Gentile ragazza,

pur con i limiti di un consulto on line, questa prescrizione mi pare adeguata.
Avete avuto difficoltà nel seguire le prescrizioni?

Ne parlavate poi in seduta? Lei era coinvolta nella terapia o solo il suo ragazzo?

Che tipo di trattamento terapeutico ha fatto per questi due anni e mezzo?

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

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dopo
Utente
Utente
Gentili dottori, il problema l'ho già postato tempo fa e più volte anche, ma come potete vedere non è cambiato nulla, la situazione è la stessa, l'apatia forse aumenta e con essa la gravità e la pesantezza della questione dato che anche con l'aiuto di dottori specializzati in materia questa problematica non trova la parola "fine".
Rispondendo alla dottoressa Pileci, le precedenti prescrizioni dello psicoterapeuta erano senza dubbio corrette e sono state messe in atto da entrambi, quindi coinvolgendo anche me. Per quanto riguarda il trattamento terapeutico, si è dovuto adeguare ai ricorrenti alti e bassi, soprattutto umorali, del mio ragazzo, quindi ai periodi di apatia sessuale si susseguivano periodi "così e così" oppre di miglioramento; in poche parole un continuo circolo, senza inizio e senza nemmeno, soprattutto, una fine. Lo psichiatra mi ha dato in un certo senso il ruolo di "spalla" in questo percorso, ma come ho scritto di fatto il percorso terapeutico è stato quello di aumentare la propria autostima, attuare delle scelte nella propria vita, distaccarsi il più possibile dalla complicata vita familiare, raggiungere una serenità individuale e come presupposto quella di coppia, poi avrebbe dovuto toccarmi soltanto lui per un periodo e soltanto io avrei dovuto raggiungere l'orgasmo, poi avremmo potuto farlo insieme (e i miglioramenti ci sono stati dato che sovente riuscivo a toccarlo senza che si afflosciasse, anche se gli alti e bassi erano e sono sempre in agguato) poi avremmo potuto continuare così per parecchio tempo e poi avremmo potuto anche provarci, ma arrivati a questo punto il mio ragazzo non ha quasi mai preso l'iniziativa, non ha mai provato la penetrazione, escluse una o due volte forse, in un anno e mezzo circa, ed al mio chiedere il perchè non ci provasse mi sentivo e mi sento rispondere che la paura di fallire arriva al punto di inibirlo e quindi di non provarci...un circolo vizioso praticamente.
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
"poi avremmo potuto continuare così per parecchio tempo e poi avremmo potuto anche provarci..."

A questo punto il tuo ragazzo riusciva ad avere e mantenere l'erezione, non avendo l'ansia della penetrazione?

"la paura di fallire arriva al punto di inibirlo e quindi di non provarci...un circolo vizioso praticamente"

Se lui ha imparato a toccarti e la serenità di non "dover" fare la penetrazione, adesso il lavoro è proprio sulla paura di fallire per poter poi -come obiettivo finale- arrivare alla penetrazione. Ci sta lavorando in terapia?
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dopo
Utente
Utente
Il mio ragazzo riusciva a mantenere l'erezione a volte si ed altre no...certamente un miglioramento rispetto a prima che invece era una cosa abbastanza ricorrente. Ma cmq dopo il miglioramento, soprattutto iniziale, si è raggiunta una situazione stazionaria che a tratti indietreggia, insomma non si riesce ad andare avanti, soprattutto perchè lui non ci prova. Adesso è in terapia da una psicologa e con lei ha fatto solo una seduta, ma più o meno gli ha detto le stesse cose che diceva lo psichiatra, consigliandogli però, se lo riteneva necessario, delle sedute psicoterapeutiche per approfondire meglio se stesso, le sue emozioni ecc ecc (che si sarebbero tenute due volte a settimana) oppure, sempre se avesse voluto, di ritornare tra un mese circa per parlare di quello che si erano detti la volta precedente, di come l'aveva metabolizzato ecc; ma non ne sono convinta, penso che lui abbia bisogno di una terapia mirata, con un obbiettivo preciso da seguire e non di un dialogo un pò aleatorio e sporadico tra dottore-paziente...ma io non sono un medico e non me la sento di giudicare, se un dottore ha detto così vuol dire che avrà i suoi motivi suppongo, anche se fino ad ora queste metodologie non è che abbiano funzionato benissimo dato che la situazione è quella che è.
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Dr. Armando De Vincentiis Psicologo, Psicoterapeuta 7.2k 220 123
(..)ecc; ma non ne sono convinta, penso che lui abbia bisogno di una terapia mirata, con un obbiettivo preciso da seguire (..)

gentile ragazza è ciò che le è stato consigliato nel primo post, condivido la sua perplessità
saluti
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dopo
Utente
Utente
Mi è stato consigliato ed infatti abbiamo sentito il parere di due specialisti, la terapia non la posso certamente fare io bensì chi è competente in materia, di conseguenza anche dopo aver affrontato un percorso terapeutico durato due anni e mezzo e averne intrapreso di recente uno nuovo la situazione resta sempre uguale, penso mi sia lecito chiedere nuovamente un altro consulto medico; non so a cosa si riferisca la sua perplessità dottore.
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Dr. Armando De Vincentiis Psicologo, Psicoterapeuta 7.2k 220 123
concordo con il fatto che lei ritenga necessaria una terapia focalizzata sul problema

(..) penso che lui abbia bisogno di una terapia mirata, con un obbiettivo preciso da seguire (..)

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Utente
Utente
Mi scusi Dottore, lei per terapia focalizzata sul problema cosa intende? vorrei capire come potermi muovere per poterlo consigliare al riguardo...grazie.
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Dr. Armando De Vincentiis Psicologo, Psicoterapeuta 7.2k 220 123
una terapia di tipo comportamentale, cogntivo.comportamentale, strategico breve o sistemico-strategica. tutte orientate alla soluzione del problema senza risalire a cause possibili o orientate all'approfondimento di se stessi.
saluti
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dopo
Utente
Utente
E mi scusi ancora, quale tipologia di specialista sarebbe meglio indicata per quello che ha detto lei? psicologo, psichiatra, sessuologo ecc ecc... in materia non conosco molto... Grazie.
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dopo
Utente
Utente
Ho letto i suoi articoli e mi sono fatta un'idea del tipo di terapia da lei consigliata, quindi escludendo la figura del sessuologo dovrei rivolgermi da uno psicoterapeuta, ossia uno psicologo specializzato in psicoterapia? E scusi ancora l'ignoranza sull'argomento, ma lo psichiatra rientra in questa categoria, ossia è anche psicoterapeuta oppure è una figura professionale differente? Grazie.
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Dr. Armando De Vincentiis Psicologo, Psicoterapeuta 7.2k 220 123
lo psichiatra può anche essere psicoterpauta.
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Utente
Utente
Ok, ho capito; ma uno psichiatra specializzato in psicoterapia deve specificarlo dato che uno psichiatra non è sempre psicoterapeuta, quindi, uno psichiatra che non lo specifica suppongo non lo sia. Le chiedo per favore di correggermi se sto sbagliando. La ringrazio.
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Dr. Armando De Vincentiis Psicologo, Psicoterapeuta 7.2k 220 123
i 4 anni di specializzazione in psichiatria consentono allo psichiatra di iscriversi all'albo degli psicoterapeuti, ma non tutti lo fanno e non tutti praticano psicoterapia.. inoltre pur essendo psicoterapeuta non è detto che sia dell'orientamento teorico che lei cerca.
è suo diritto chedere al professionista di quale orientamento sia e che tipo di psicoterapia pratica.
saluti
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Utente
Utente
Ok. La ringrazio moltissimo per essersi prestato al consulto. Saluti.
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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Gentile Signorina,
la famigerata figura del "sessuologo clinico", non riconosciuta dalla legge italiana, ma solo americana, è sempre e soltanto un "medico-psicologo-psicoterapeuta", perfezionato in sessuologia clinica.
E' sempre un professionista, che dopo la laurea, l'iscrizione all'albo professionale, ha conseguito i quattro anni di perfezionamento, per occuparsi di disturbi sessuali.
Infatti si parla di psicologo-psicoterapeuta perfezionato in sessuologia clinica, detto anche "psico-sessuologo".
Molti medici,andrologi-urologi soprattutto, per completare la loro formazione, sono anche "sessuologi", ma sono sempre medici-andrologi-perfezionati in sessuologia, detti più velocemente ed in gergo "sessuologi".

Le allego qualche articolo, per approfondimenti sulle domande da lei poste.

Nel mio blog e sito, troverà moltissimo materiale su coppia e sessualità.
Cari auguri

https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/1225-deficit-erettile-un-problema-di-coppia-il-ruolo-della-partner.html

https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/1929-mancanza-d-erezione-il-sintomo-va-sempre-tolto-o-talvolta-mantenuto.html

https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/1593-mancanza-d-erezione-10-cose-da-sapere.html

https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/1336-verginita-parte-seconda-dalla-parte-dell-uomo.html

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
Se l'erezione è situazionale, ovvero se in alcuni momenti c'è per poi scomparire in altre, il problema deve avere senz'altro una componente psicologica importante. Per risolvere la quale non sono necessari "percorsi" che vanno alla ricerca di "cause" remote o dove si parla a lungo sempre delle stesse cose ma, come le suggerisce il collega De Vincentiis, di una forma di terapia attiva e focalizzata.

Problemi come quello del suo ragazzo POSSONO essere risolti anche nel giro di poche sedute, se si riesce a trovare il professionista adatto che applica l'approccio adatto.

È necessario indagare il funzionamento attuale del problema più che le sue "cause", includendo i comportamenti, il vissuto emotivo e lo stato di umore della persona.

Quando si sono già provate diverse terapie in passato, a volte è segno che il problema è davvero difficile da risolvere. Ma può anche essere, più banalmente, che nessuno degli specialisti consultati finora abbia fatto ciò che serve fare per sbloccarlo.

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Gentile ragazza,

non posso che concordare col Collega De Vincentiis sulle forme di trattamento per disturbi di questo tipo.
Tra l'altro sono anche un po' perplessa perchè disturbi di questo tipo sono quelli di più facile e veloce risoluzione. E due anni e mezzo di trattamento mi sembrano davvero tanti. Quindi comprendo perfettamente anche il tuo stato d'animo. La prescrizione comportamentale, che è ottima in questi casi, se non contestualizzata e se non fornita in maniera adeguata da un professionista preparato, non porta da nessuna parte.

Rivolgetevi dunque a professionisti seri e competenti, verificando la regolare iscrizione sia all'elenco psicologi sia a quello degli psicoterapeuti. Puoi verificarlo anche qui www.psy.it

Inoltre, per maggiore chiarezza, ti suggerisco la lettura di questo articolo:

https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/1625-sessuologo-chi-e-costui.html

Tienici aggiornati, se vuoi.
Buona giornata,
[#21]
dopo
Utente
Utente
Buonasera, ho letto i vostri interventi e gli articoli consigliatomi, peraltro molto interessanti. Mi è stato inoltre consigliato dalla dottoressa Pileci di far riferimento all'elenco psicologi e psicoterapeuti su www.psy.it , ma una domanda mi sorge spontanea, ho verificato se fosse presente lo psichiatra con il quale il mio ragazzo è stato in cura 2 anni e mezzo ma non l'ho trovato, possibile? gli psichiatri hanno un albo diverso forse? vi ringrazio per eventuali chiarimenti a proposito; ed inoltre uno psico-sessuologo, giustamente nome a vostro dire improprio, deve specificare di essere psicologo-psicoterapeuta specializzato in sessuologia? (per essere credibile intendo) Grazie.
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Dr. Armando De Vincentiis Psicologo, Psicoterapeuta 7.2k 220 123
gentile ragazza, qualsiasi sia il tipo di perfezionamento che il professionista dichiari (sessuologia, disturbi del comportamento alimentare, ansia ecc) deve assicurarsi che sia iscritto all'albo degli psicoterapeuti.Il solo perfezionamento non consente di esercitare la psicoterapia. Lo psicoterapeuta (pur non avendo alcun perfezionamento) è specializzato nella cura dei disturbi del comportamento sessuale.
saluti
[#23]
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Utente
Utente
La ringrazio dottore, quindi lei mi sta dicendo che anche uno psichiatra dovrebbe essere iscritto all'albo degli psicologi, giusto? La prego di correggermi se ho frainteso. Grazie.
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Dr. Armando De Vincentiis Psicologo, Psicoterapeuta 7.2k 220 123
no, lo psichiatra è un medico iscritto all'albo dei medici, ma come le ho già detto in un precedente post, lo psichiatra può esercitare la psicoterapia.
saluti
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Lo psichiatra è iscritto all'ordine dei medici e poi specializzato in psichiatria.

"inoltre uno psico-sessuologo, giustamente nome a vostro dire improprio, deve specificare di essere psicologo-psicoterapeuta specializzato in sessuologia?"

Sì, come ti ha già detto il Collega De Vincentiis, bisogna verificare che lo psicologo sia psicoterapeuta per poter trattare una psicopatologia del comportamento sessuale o della coppia. Lo psicologo non specializzato può fare diagnosi e supporto psicologico ma NON erogare la psicoterapia.

"Sessuologo" e "psico-sessuologo" sono termini impropri e fuorvianti, perchè molti "counselor" e anche semplici diplomati si fregiano del titolo di "sessuologo".

Come avrai letto nel mio articolo, attualmente l'unica legge che permette di trattare tali disturbi è quella che abilita all'esercizio della professione di psicologo (Legge 56/89).

Spero sia tutto più chiaro e che soprattutto tu e il tuo ragazzo troverete presto il professionista più adatto e la soluzione di tale disagio.

Saluti,



[#26]
dopo
Utente
Utente
E' tutto molto più chiaro adesso. Grazie e speriamo bene.
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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Gentile Signorina,
dopo tutte queste dissertazioni su titoli, specilaizzazioni, albi professionali , ecc...
siamo proprio sicuri che il suo fidanzato voglia curarsi?
Perchè scrive lei e non lui?

Consideri, che le difficoltà sessuologiche , si risolvono "soltanto" se è il paziente, colui che è portatore del sintomo sessuale, che decide di andare in trattamento.

E' vero che il sintomo sessuale, va considerato, diagnosticato ed interpretato come una spia dell'eventuale disagio di coppia, ma è il paziente il vero protagonista assoluto, che stabilirà quale clinico, quale percorso e quale alleanza terapeutica, sarà idonea per lui.

ha letto i miei articoli, sul signifato del deficit erettivo?

Sulle implicazioni di coppia?
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dopo
Utente
Utente
Buongiorno dottoressa Randone; si, ho letto i suoi articoli e sono consapevole del fatto che lei ha completamente ragione; forse questo sta diventando un accanimento più mio che suo, lui non è particolarmente motivato e la sua giustificazione a tale atteggiamento probabilmente è anche plausibile, dopo 3 anni di relazione senza poter consumare materialmente un rapporto sessuale e dopo aver consultato non pochi specialisti ci può stare che la motivazione perda di significato; ma ciò non vuol dire che sia "normale" il fatto che sia io ad informarmi qui, il fatto che sia io a consigliargli di cambiare dottore, ed il fatto che sia ancora io a consultare internet per trovare uno specialista che faccia al caso suo. Molte volte ho avuto la sensazione che il mio ragazzo non avesse una totale convinzione alla cura, sarà la delicatezza del problema a frenarlo, sarà il vissuto, sarà altro, resta il fatto che dovrebbe comunque pensarci lui; è vero che siamo una coppia, ma è la sua vita. Cmq ci parlerò, grazie dottoressa.
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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Gentile Ragazza,
Avevo compreso dalla sua richiesta di consulto le difficolta' del suo ragazzo nell' affrontare realmente le sua difficolta' , che vanno ben oltre il professionista.
Dare la colpa al clinico, e' sempre piu' semplice e risolutivo, cosi' come cambiare sempre, equivale e rinforzare la sintomatologia e rappresenta spesso un meccanismo di difesa per non affrontare e risolvere i problemi.
Comprendo bene il suo sentire, il suo malessere e la sua impotenza.
Il deficit erettivo, non colpisce soltanto l' uomo che ne soffre, ma soprattutto la sua compagna , la donna infatti si sente brutta, incapace, inadeguata, insicura , poco seduttiva e riceve un reiterato attacco acuto alla propria capacita' seduttiva, arte amatoria e fisicita' .
Oggi in clinica l' erzione dell' uomo, correla con la sicurezza ed autostima della donna, cosi' come la risposta orgasmica della donna, correla con l' autostima maschile.
Le auguro ogni bene e, se desidera, ci dia notizie.
Disfunzione erettile

La disfunzione erettile è la difficoltà a mantenere l'erezione. Definita anche impotenza, è dovuta a varie cause. Come fare la diagnosi? Quali sono le cure possibili?

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