Depressione da lavoro

Buongiorno,
Convivo con il mio ragazzo da Aprile e stiamo insieme da 2 anni. Il suo problema è sempre stato quello di non trovarsi bene nel suo attuale posto di lavoro. Sta molto molto male, se potesse si licenzierebbe immediatamente ma di questi tempi trovare un lavoro è un lusso e con le spese che abbiamo e 2 mutui per le nostre auto non ci si può permettere di stare a casa. L'ambiente di lavoro è pessimo. Il titolare è cattivissimo lo fa lavorare tantissimo mentre per quanto riguarda i colleghi ognuno pensa ai fatti suoi e nessuno aiuta nessuno. Dove lavorava prima non aveva questi problemi si trovava benissimo e non gli pesava per niente andare al lavoro anzi il clima lavorativo era favorevole in tutti i suoi aspetti. Ora vivendo con lui mi sono accorta ancora di più di quanto soffra. Ogni mattina appena sveglio quasi gli viene da piangere e ogni sera quando torna a casa continua a ripetere quanto sia stufo e di desiderare di non voler più vedere quella gente, di volerla vedere morta. E' un ragazzo estroverso e simpatico all'infuori non ha problemi a relazionarsi con gli altri, è solo capitato nel posto sbagliato. Quel lavoro lo sta distruggendo gli ha rovinato la vita. Comunque ciò influisce anche sulla nostra vita di coppia per via dei suoi sbalzi d'umore. E' sempre triste e scoraggiato. Ripete in continuazione che è stufo e non ce la fa più. Io sono una persona molto tranquilla e paziente il più delle riesco a stare calma ogni tanto però avendo anch'io magari i miei momenti no reagisco male. Ma capita raramente. Cerco di stare più calma possibile e di non prendermela se magari si arrabbia e risponde male. Non so più come comportarmi cosa dire e cosa fare per dargli un aiuto in quanto è questo che lui chiede.
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Dr. Armando De Vincentiis Psicologo, Psicoterapeuta 7.2k 220 123
gentile ragazza, senza nulla togliere all'oggettività della vostra esperienza, il rapportarsi ad essa (negativo o positivo) può fare la differenza.
(.. )Ripete in continuazione che è stufo e non ce la fa più.(..)
questo non risolve il probema, azni ne peggiora la percezione.

cosa fare? cominciare un percorso che ne migliori, inanzitutto, i vissuti personali.
Una cosulenza presso uno psicologo può sicurtamente essere un inizio.
saluti

Dr. Armando De Vincentiis
Psicologo-Psicoterapeuta
www.psicoterapiataranto.it
https://www.facebook.com/groups/316311005059257/?ref=bookmarks

[#2]
Dr. Daniela Benedetto Psicologo, Psicoterapeuta 204 5 12
Gentile Utente non è facile trovare una soluzione ad un problema che appartiene ad un'altra persona.
Ci troviamo impotenti soprattutto perchè non siamo in grado di agire al posto degli altri.
Mi domando però se lei nota nel suo ragazzo la capacità di "reagire" agli stimoli dolorosi (come ad es. questo lavoro sgradito)
La sensazione di impotenza che trasmette attraverso le sue parole ci fa pensare al fatto che sia un vissuto condiviso e questo irrigidisce le prospettive e la capacità di sapersi adattare, anche se temporaneamente, alla situazione.
Valuti quindi anche la possibilità che, il suo ragazzo, abbia un approccio depressivo alla vita in genere, svalutando gli stimoli anche esterni al lavoro. La vostra vita di coppia ne risente ma non è detto che il problema nasca solo dal lavoro.
Ad esempio bisogna valutare se nel suo ragazzo ci sia la "volontà" di stare bene e soprattutto se ha evidenziato una scala di priorità di valori e desideri sui quali concentrarsi.
E' evidente che potrebbe essere aiutato da uno psicologo specialista.

Dr.ssa Daniela Benedetto
Psicologa e Psicoterapeuta EMDR Roma
tel. 3396306112 www.danielabenedetto.it
Visite in presenza e da remoto (on line)

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Dr.ssa Ambra Mazzola Psicologo 39
Gentilissima ragazza,
vorrei aggiungere soltanto alcuni dettagli a quanto già scritto dai miei colleghi.
Per prima cosa credo che rinforzare le qualità del suo ragazzo potrebbe aiutarlo ad uscire da una visione così negativa della situazione lavorativa che sta vivendo: quello che in gergo si chiama "empowerment", ovvero la capacità di tirar fuori le proprie capacità (relazionali, sociali, pratiche e concrete) nei momenti di difficoltà, riconoscendo (o aiutando a riconoscere) di essere in grado di gestire qualcosa di negativo, uscendone però con un'immagine di sè positiva e in qualche modo "vincente". Se infatti si consola una persona riconoscendo la sua sofferenza senza valorizzarne gli aspetti positivi, di forza e di resistenza al problema, si rischia di cadere in un vortice in cui entrambi vedete soltanto la negatività della cosa.
Non è detto che tale approccio sia sufficiente o efficace, naturalmente dipende dal contesto ed ogni caso è unico, ma aiutarlo ad affrontare insieme ragionamenti alternativi potrebbe essere un punto di partenza utile sia a lui, ma anche ad entrambi come coppia.

Dr.ssa Ambra Mazzola
www.psicologocrema-mazzola.it

[#4]
Dr. Alessandro Raggi Psicologo, Psicoterapeuta 479 13 31
gentile utente, il suo ragazzo può cercare di capire se il problema che lei riferisce è relativo solo all'ambito lavorativo ed eventualmente causato da quest'ultimo, oppure più generalizzato.

Le suggerisco di leggere e far leggere al suo ragazzo questo articolo:

https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/1297-il-mobbing-soprusi-psicologici-sul-luogo-di-lavoro.html

dopodichè cercare di capire, con l'aiuto di uno specialista, se può rientrare o meno il disagio del ragazzo nella fattispecie descritta del mobbing.

La saluto molto cordialmente

Dr. Alessandro Raggi
psicoterapeuta psicoanalista
www.psicheanima.it

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