Facilità a trovare partners distruttivi

Gentili psicologi,
sono una donna di 34 anni. Ho alle spalle svariate esperienze sentimentali di cui la maggior parte sono state turbolente e sono finite male, salvo essere ricercata dai medesimi partners a distanza di anni (quando magari sono già sposati e con figli!).

Attualmente sto soffrendo per una relazione finita recentemente per la riuscita della quale ho speso molte energie e lavorato molto su me stessa per essere più tollerante possibile nei confronti degli atteggiamenti di distanza e indifferenza e delle richieste dell'uomo che vedevo.
Ho cercato per tutto il tempo di creare una mediazione fra i miei desideri affettivi ( qualche abbraccio , qualche parola dolce) e il bisogno suo dei suoi spazi(gli abbracci e l'affettività fuori dal letto lo potevano irritare) ma all'ennesima litigata farcita di parole pesanti da parte sua,( come sempre del resto), io non ci ho visto più e lo ho mandato via.

Questa medesima persona all'inizio della nostra conoscenza si era dimostrata molto insistente nei miei confronti rispetto ai suoi desideri momentanei,cosa che mi infastidiva un po' e cercavo di comunicare (pur senza rischiare di ferirlo), ma contemporaneamente le affinità che avevamo in molti campi mi avevano convinta ad instaurare una relazione in cui ho iniziato ad impegnarmi, assecondandolo.

Ora , quindi dopo la lite finale, come dopo ognuna delle precedenti, mi sento stanca, vuota, non riesco a dormire ( cosa per me molto rara!).

IN sintesi , mi pare di aver rispettato molto i tempi e i modi dell'approccio alla relazione di lui mentre mi pare di essere stata ignorata nelle mie di richieste per tutta la durata della relazione ( in cui anzi i miei desideri erano presi per infantilismi).

MI chiedo come fare , alla mia età, a riconoscere partners distruttivi prima di crearci un'affezione perchè il desiderio di creare una coppia è forte e temo che mi offuschi nel momento della scelta di un papabile compagno.

A questa età trovo difficile ritrovare la speranza di incontrare una persona buona e affidabile con cui creare una famiglia e mi sento un po' persa.

Vi ringrazio in anticipo per l'aiuto.





[#1]
Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Gentile Ragazza,
Seno di chiamarla " ragazza" , proprio per la sua giovane eta' , la scelta del partner piu' o meno ideale o aderente al desiderio di famiglia e di progettualita' , non e' affatto semplice.
Le pregresse e se non ho mal compreso, relazioni distruttive, sembrano un copione disfunzionale che lei tende a ripetere, assecondando il sentire altrui, piu' che il proprio.
Che valore da lei a se stessa?
Cosa porta in " dote" affettiva ed emotiva al rapporto di coppia?
Quali progetti desidererebbe realizzare?m
Inoltre, se non sara' lei la prima a rispettarsi , ascoltarsi e volersi bene, nessun partner, nemmeno un Principe azzurro, lo fara' al posto suo.
V. Randone

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

[#2]
Dr.ssa Sara Ronchi Psicologo 559 8 14
gentilissima,

sono pienamente d'accordo con la collega Randone.
lei sta perpetuando degli script negativi nel rapporto di coppia, mettendosi sempre al secondo posto.
Lei ha un suo valore e una propria autostima che va alimentata ogni giorno; imparando di più ad ascoltarsi interiormente, capirà i suoi veri desideri e imparerà ad amare sia i suoi pregi che i suoi difetti.

Dr. Sara  Ronchi
sara71ronchi@gmail.com -3925207768
www.psicologa-mi.it









[#3]
Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Cara Utente,

nell'analizzare gli "uomini sbagliati" che ha incontrato sulla sua strada trae un bilancio negativo e le viene spontaneo chiederci come trovare "uomini giusti", che non distruggano la relazione ma soprattutto lei e la sua serenità.
In questo susseguirsi di storie finite male però il comune denominatore è lei, che non solo ha trovato questi uomini, ma si è impegnata a sopportarli per tenerseli.

Oltre alla scelta dell'uomo con cui iniziare una storia, che sicuramente conta, il problema mi sembra la sua eccessiva disponibilità.
Per esempio è stata molto accomodante nel trattare con un nuovo partner "molto insistente" a seguito di un probabile errore di valutazione:

"Le affinità che avevamo in molti campi mi avevano convinta ad instaurare una relazione in cui ho iniziato ad impegnarmi, assecondandolo."

Non possiamo escludere che se lei fosse stata sessualmente meno disponibile (immagino che si riferisse a questo) lui si sarebbe allontanato, dando corso ad una selezione naturale che è venuta meno perchè lei ha risposto in maniera troppo accogliente ai "desideri momentanei" di lui, che evidentemente non coincidevano con i suoi.
Il problema è che lei parte con l'idea di impegnarsi per rendersi ancor più disponibile di quanto le verrebbe naturale essere:

"sto soffrendo per una relazione finita recentemente per la riuscita della quale ho speso molte energie e lavorato molto su me stessa per essere più tollerante possibile nei confronti degli atteggiamenti di distanza e indifferenza e delle richieste dell'uomo che vedevo.
Ho cercato per tutto il tempo di creare una mediazione fra i miei desideri affettivi (qualche abbraccio, qualche parola dolce) e il bisogno suo dei suoi spazi (gli abbracci e l'affettività fuori dal letto lo potevano irritare) ma all'ennesima litigata farcita di parole pesanti da parte sua,( come sempre del resto), io non ci ho visto più e lo ho mandato via."

Quello che descrive sembra tanto un rapporto in cui uno solo dei due riceve e detta le regole, mentre l'altro si adegua fino ad annullarsi.
Lei cercava affetto, lui sesso, e lei si è convinta che le richieste di lui di annullare l'affettività fuori dal letto fossero legittime e andassero accolte.
Perchè le sue esigenze affettive non avevano pari dignità?

Il problema è che lei ha accettto di farsi trattare così e ha anzi fatto di tutto per compiacere questa persona, sopportando decidamente troppo e per troppo tempo.
Da cosa pensa che dipenda il suo atteggiamento?

E' importante che si renda conto di vivere un forte desiderio di fare coppia che può farle prendere lucciole per lanterne, ma questo errore è avvenuto anche quando era più giovane e non si sentiva messa alle strette dall'"età che avanza": il problema ha presumibilmente radici più antiche che devono essere ricercate nella sua storia personale ed esperienza di vita.

Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it

[#4]
dopo
Utente
Utente
Gentili psicologi anzitutto vi ringrazio per la tempestività delle risposte.
Sono consapevole di avere avuto in passato e forse ancora oggi, un'autostima non granchè elevata. Nonostante in questi ultimi anni abbia fatto un gran lavoro su me stessa mi rendo conto che il mio passato sì, pesa. L'infanzia e l'adolescenza sono state costellate entrambe da disconferme e critiche in vari ambiti della mia vita ( la casa, la scuola e altri gruppi). Le più frequenti che possa ricordare erano che fossi prepotente, intollerante, egocentrica in famiglia ma anche tonta, indecisa e non so che altro fuori casa. Le disconferme che ricordo avvenivano spesso in pubblico. Ne ho ricordi abbastanza infelici.
Ho sempre cercato di fare introspezione fino da ragazzina sul perchè e il per come di queste situazioni ma non sono stata in grado e forse supportata, per prendere coscienza dei miei pregi, più che dei miei difetti, che invece mi venivano ricordati continuamente.Il tutto cercando autonomamente anche aiuti da più terapeuti nei centri pubblici,senza però grandi risultati. Riconosco in questa ultima storia le medesime sensazioni di inadeguatezza che precepivo allora.
C'è da dire che il motivo per cui ho continuato a tollerare nell'ultimo periodo le ripetute mancanze di rispetto ( parolacce e critiche), da parte del partner in questione, è stato perchè l'inizio della nostra relazione è nato in maniera poco chiara: in principio lui non se la sentiva di iniziare un rapporto, (mentre contemporaneamente dichiarava anche di ricercarlo!), io d'altro canto, non conoscendolo ancora ho pensato che potevo provare ad affrontare una relazione leggera, per cui abbiamo preso accordo di ritenerci liberi di conoscerci ugualmente, facendo entrambi altre conoscenze se lo volevamo.
In un secondo momento, quando forse lui era più preso e io un po' meno perchè adattatami alla relazione leggera, a me è capitato veramente di fare un'altra conoscenza, la quale però in brevissimo tempo ( una notte),mi ha fatto prendere coscienza dell'interesse che avevo in lui, per cui non ho proseguito la seconda relazione. Ho provato a tacere la cosa ma alle domande di lui ho ceduto e raccontato , tanto sapevo che avrebbe insistito fino allo sfinimento.
Non l'avessi mai fatto: sono diventata una fidanzata adultera in meno di un secondo!
Supponendo che lui avesse maturato un sentimento nei miei confronti, come pure io mi ero accorta, e mi sono "sdraiata a tappetino" solo perchè volevo riconquistare la persona che veramente trovavo interessante e finalmente impegnarmi in una relazione con lui. Ma si vede che lui è rimasto così deluso e ferito nei sentimenti che da quel momento la cosa non è stata più la stessa e sono cominciate più forti( perchè qualche avvisaglia l'avevo avuta anche prima), le freddezze e le critiche. Volevo solo far capire che al di là della decisione "burocratica" dell'essere coppia o meno, che non era stata mai presa, che avevo capito la sua ferita e che ero disposta a dimostrare che a lui ci tenevo.
Chiaramente adesso però, dopo tante e tante porte in faccia da parte sua, sempre ricucite e tappezzate,e alternate da qualche momento di serenità insieme, il senso di insicurezza in lui e con lui è andato aumentando e l'ultima ("non ho amore per te"detto pure con disprezzo), veramente non l'ho tollerata più. E l'ho cacciato in malo modo.
Sento che averlo mandato via, imponendomi con lui, sia stato come un passo avanti per me, ma ciò non toglie che mi abbia creato un gran dolore, perchè in una relazione con lui, smussati alcuni miei angoli E ALCUNI SUOI, ci credevo.
Sento di tante storie iniziate nei modi più disparati, e vorrei tanto esserne io protagonista una buona volta. La difficoltà che riscontro è nel bilanciare quanto chiedere e quanto dare, specialmente al principio, perchè penso che tutti siamo diversi, che non ci corrispondiamo come formine e che, qualche modifica a se stessi per adattarsi vada fatta. Non vorrei essere prepotente e intollerante come mi veniva detto da più giovane.

Vi ringrazio ancora.
[#5]
Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
E' possibile che per non apparire nè sentirsi prepotente e intollerante lei abbia esagerato nel senso opposto.

Gli interventi psicologici intrapresi presso strutture pubbliche non sono serviti a nulla o le hanno permesso di fare qualche passo avanti?
Ha mai ricevuto una diagnosi?
[#6]
dopo
Utente
Utente
...diagnosi (non scritte ovviamente) sì, in alcune occasioni e più o meno tutte riconducibile al "cerca di volerti più bene". Sto cercando di farlo da tanto tempo, ma evidentemente non azzecco il modo eppure, soprattutto ultimamente, cerco di non isolarmi, di coltivare una socialità, di fare cose che mi piacciono...oltre a questo, "Praticamente", come posso fare per volermi più bene???
[#7]
Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Se le è stato detto solo questo significa che non è stato riscontrato alcun disturbo e che quindi la sua situazione non giustifica una particolare diagnosi.

Non è possibile darle consigli pratici, e mi sembra che stia già facendo tutto quello che è nelle sue possibilità: purtroppo finchè non sarà lei a cambiare sarà difficile che trovi persone diverse da quelle che magari avrebbe voluto non conoscere nemmeno.

Le invito a considerare l'idea di intraprendere un percorso psicologico a questo punto nel privato (visto che nel pubblico non ha risolto) perchè occorrerebbe un lavoro sulla sua storia di relazione e sull'immmagine che ha di sè che le consenta di orientarsi diversamente nella scelta degli uomini.