Onicofagia

Gentili dottori,
scrivo questo consulto in merito principalmente alla mia tendenza all'onicofagia, ma anche ad altri "problemi" che mi porto dietro chiedendomi se in fondo possano essere correlati...

Sono una studentessa in Medicina e Chirurgia.
La facoltà che sto affrontando è indubbiamente pesante e questo mi causa non poco stress ma da che ho memoria di me stessa il vizio di mangiarmi le unghie è sempre esistito. Ora sto tentando di farle crescere perché più volte mi è capitato di sentirmi a disagio nel mostrare la mie mani poco curate (nonché perennemente fredde e sudaticce, cosa brutta a dirsi ma vera, e questo mi crea ulteriore disagio: già ora è difficile stringere la mano a uno sconosciuto, come sarà possibile domani visitare un paziente? O sopportare una lunga operazione con i guanti in lattice pieni di acqua?).

Da quando sto cercando di non mangiarle più (più di venti giorni ormai) si sono allungate di qualche millimetro ma tutto ciò è effimero dato che continuo a portarle alla bocca, a mordicchiarle...

Tutto ciò si aggiunge a altalenante odio per il mio corpo: da bambina ero cicciottella, poi ho perso un po' di peso crescendo, ma negli ultimi due anni ho perso 6 chili, il tutto combattendo con una mamma che mi controlla quando mangio, mi rende il rapporto con il cibo un vero incubo dicendo che nella mia mente c'è un qualcosa di anoressico, dato che lei ha sfiorato questa malattia, a sua detta. Io nego, ma ammetto a voi e a nessun altro (compreso il mio ragazzo) che più di una volta ho tentato di indurmi il vomito, senza mai riuscirci per paura di essere scoperta... nonostante ciò io mi odio, vedo il grasso dapperutto, le mie gambe non sono mai abbastanza magre.

Per non parlare del mio seno che mi crea un terribile disagio: non sto qui a descriverlo, ma spogliarmi per me è ancora difficile dopo 3 anni con lo stesso partner! Ragazzo che amo sia mentalmente che fisicamente, eppure rilassarmi per me è impossibile, forse perché mi accompagna una continua paura di una gravidanza.

Insomma, non so se questo è uno sfogo o un consulto. Vi chiedo solo se a vostro parere c'è una correlazione in tutto questo e come mi consigliate di agire, perché ho davvero intenzione di cambiare vita, di superare tutto questo, ma non so da dove iniziare!

Grazie.
[#1]
Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Cara Ragazza,

l'onicofagia è sostanzialmente un comportamento auto-aggressivo messo in atto in situazioni di stress sia per scaricare la tensione (e la rabbia), sia per non rivolgere verso altri l'aggressività che rimane indirizzata verso la persona stessa che non solo si rosicchia le unghie, ma spesso si procura delle piccole ferite strappandosi le pellicine attorno ad esse.

Se non ami il tuo corpo è possibile che tu lo aggredisca in questo modo, ma è anche possibile che tu diriga verso te stessa la rabbia che nasce da contesti difficili come quello del rapporto con tua madre.

Il tema è molto delicato anche per via della presenza di una madre ex-anoressica che molto probabilmente, stando a quanto ci dici, proietta su di te le proprie angosce e non ritiene possibile che tu sia un individuo separato e diverso da lei.
Di conseguenza sarebbe davvero utile che tu parlassi di persona con uno psicologo della tua zona per approfondire l'argomento.

Aggiungo solo che le mani fredde, sudaticce e con le unghie rosicchiate sono sicuramente un biglietto da visita che ti presenta male, e forse rispecchiano e danno una motivazione concreta alle tue insicurezze e alla paura di essere male accetta agli altri, di fare brutta figura, di essere guidicata male.
E' così?

Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it

[#2]
Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Gentile ragazza,
L'onicofagia e la bulimia hanno in comune l'organo cher viene utilizzato per praticarle, la bocca, che viene investita di una particolare valeza libidica. Per caso e' anche fumatrice o una consumatrice accanita di caramelle/gomme?
I suoi probelmi potrbbero essere dovuti ad una tendenza all"oralita, un capitolo ampio della storia pschica che cocerne il rapporto piu' o meno appagante avuto da bambina/ lattante con il seno materno.
Questo infatti oltre a rappresentare la disponibiita' di nutrimento e' il simbolo dell'accudimento e del rapporto affettivo che lega la madre al suo piccolo neonato.
Non e' certo una valuazione che possa essere fatta on line ma le consiglierei di rifletterci su e di parlarne con sua madre perche' tale tendenza all'oralita' presenta varie sfaccettature nella personalita' che sarebbero da esplorare nei modi opportuni.
Le porgo i migliori saluti per ora e ci aggiorniamo quando lo desidera.

Dott.a FRANCA ESPOSITO, Roma
Psicoterap dinamic Albo Lazio 15132

[#3]
dopo
Utente
Utente
Gentili dottoresse, innanzitutto ringrazio entrambe per la risposta.

Per la dott. Massaro:
vorrei precisare che mia mamma non è stata anoressica o meglio, lei sostiene di aver sfiorato questa malattia ma di essersene tirata fuori "in tempo". Effettivamente per quel poco che posso capirne il suo rapporto con il cibo è strano... Nel senso che spesso si fissa con un alimento in particolare, ne consuma a volontà... Aborre quasi tutti i dolci anche se ultimamente ne consuma più spesso. Da piccola la ricordo a mangiare enormi piatti di verdure... Il rapporto con lei poi è ottimo, per me è una confidente, una complice ma al tempo stesso la rispeto e sopratutto la stimo. Ma mi rendo conto che alcune volte è un modello che mi sembra quasi irragiungibile e questo mi fa sentire debole. Il mio corpo? Lo odio perché da bambina ero la brutta amichetta delle reginette della scuola... E essendo anche bravina ero la secchiona che nessuno guardava ma il messo per arrivare alle altre ragazze. Poi la natura ha fatto il suo corso, la mia stima è cresciuta ma non al punto da amarmi come sono.

Per la dott. Esposito:
non sono una fumatrice o meglio mi capita di accendere una sigaretta quando esco con gli amici, lo trovo un gesto conviviale e un piccolo piacere, ma non la cerco al di fuori di questi contesti... magari mi capita di non fumare per due tre mesi ma senza alcun problema. Per quanto riguarda la bulimia, è tale anche se si tenta senza riuscire a vomitare effettivamente?

In ogni caso parlare con uno psicologo personalmente implicherebbe il dover parlarne prima con i miei... non mi sento pronta a questo passo! Anche perché penso che non capirebbero... qualche volta che ho provato a far intendere che mi sentivo sotto pressione in ambito universitario anche per causa (non colpa) loro, ne sono rimasti molto feriti...
[#4]
Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
"In ogni caso parlare con uno psicologo implicherebbe il dover parlarne prima con i miei... non mi sento pronta a questo passo! Anche perché penso che non capirebbero... qualche volta che ho provato a far intendere che mi sentivo sotto pressione in ambito universitario anche per causa (non colpa) loro, ne sono rimasti molto feriti... "

Gentile ragazza, le ho riportato questa frase del suo messaggii che la inviterei a considerare con attenzione perche' in essa potrebbe essere indicata una delle principali espressioni della sua maniera di porsi verso i suoi.
Lei e' maggiorenne e non ha bisogno della loro autorizzazione. Scegliere autonomamente e' il primo passo da fare verso uno svincolo indispensabie e auspicabile!
Riguardo il vomito esso non e' sempre presente nella bulimia.
I migliori saluti
[#5]
Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Anche se ti farebbe piacere essere compresa e sostenuta in questo, andare dallo psicologo è una tua scelta che deriva da una tua insindacabile esigenza, del tutto estranea all'approvazione dei tuoi genitori.

Sarebbe la prima volta che faresti qualcosa senza che loro siano d'accordo?
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