Affrontare assieme perdita lavoro e separazione

Buongiorno,
mi trovo ad affrontare a 40 anni una situazione veramente difficile e avrei bisogno di qualche suggerimento.
A giugno mi separarò consensualmente da mia moglie e da luglio andrò per la prima volta (dopo 15 anni di lavoro continuativo) in cassa integrazione.
Pur essendo sempre stata una persona ottimista, dinamica, con molti interessi e amici, dover affrontare contemporaneamente i due pilastri della vita di una persona (matrimonio e lavoro), sono giù di morale e ho veramente paura del futuro.
Su cosa mi consigliereste di lavorare su me stesso per non rischiare di cadere rapidamente in depressione?
Premetto che i due eventi (separazione e cassa integrazione) sono assolutamente scollegati tra loro.
Ringrazio anticipatamente
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Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Gentile signore,
Lei ha colto perfettamente il pericolo che si cela dietro ka com inazione di questi 2 eventi:
Si tratta di 2 lutti che sommandosi possono diventare davvero pesanti.
Il "lavoro" che puo' fare in questo periodo e' sulle sue rappresentazioni "interne" dei due eventi. Per questa elaborazione deve chiedere la collaborazione di uno psicologo psicoterapeutae attraverso dei colloqui.
Cerchi un Consultorio familiare nella sua citt'a' e inizi a prendere contatti per dei colloqui preliminari.
I migliori saluti

Dott.a FRANCA ESPOSITO, Roma
Psicoterap dinamic Albo Lazio 15132

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Attivo dal 2010 al 2016
Psicologo, Psicoterapeuta
>>Pur essendo sempre stata una persona ottimista, dinamica, con molti interessi e amici, dover affrontare contemporaneamente i due pilastri della vita di una persona (matrimonio e lavoro), sono giù di morale e ho veramente paura del futuro.

Gentile utente, credo che un primo passo possa essere la semplice accettazione sia di quello che sta accadendo, sia dei sentimenti e delle emozioni che prova. Essere giù di morale in occasione di due eventi difficili e duri, specialmente dato che rappresentano per lei due pilastri, è comprensibile ed umano.

"Accettare" ciò che le sta accadendo non significa nè rassegnarsi, nè tantomeno che le debba piacere. Implica soltanto prenderne atto, dato che non ha modo di impedirlo. Ed "accettare" quello che sente e prova non implica deprimersi, ma soltanto prendere atto del fatto di sentirsi giù di morale e spaventato.

"Essere giù" è molto differente dall'essere "depressi". La depressione ha a che fare con la perdita di orizzonti presenti e futuri, con il dirsi cose molto negative su di sè, sugli altri, sul futuro, con l'allontanarsi da tutte le fonti di gratificazione e rinforzo che abbiamo nella vita.

Significa chiudersi in sè stessi, non cercare più confronto (e conforto), rinunciare a tutto ciò che nella vita ha per noi importanza per davvero.

Per contro, rimanere aperti agli altri, cercare contatti umani significativi, continuare a progettare il proprio futuro, rimanere comprensivi nei confronti degli altri e di sè stessi, e sopratutto continuare a vivere in direzione di ciò che per noi ha davvero valore può avere un grande effetto "protettivo".

Lei ha una rete di supporto di parenti e/o amici? Ci sono nella sua vita degli ambiti che per lei sono importanti? Ha figli, interessi, passioni, valori in cui crede profondamente?

Se proprio dovesse sentire di non farcela, di pensare in modo molto negativo e pessimista e di lasciarsi buttar giù da questi pensieri, e se dovesse accorgersi che si sta rinchiudendo in sè stesso e sta rinunciando a tutte le cose che hanno reso la sua vita dinamica come ce la descrive, allora non esiti a chiedere aiuto ad uno psicologo, che possa aiutarla in questo momento difficile di passaggio della sua vita.