Disturbo alimentazione

Buongiorno dottore,
è il primo consulto che chiedo, spero di essere il più chiaro possibile.
Come da oggetto, da molto soffro di disturbi alimentari, dico disturbi, perché la situazione non è rimasta stabile ma ha avuto varie evoluzioni nel corso degli anni.
All'età di 17 anni ho subito varie "perdite affettive", oggettivamente poco gravi, ma le ho accusate più del dovuto. Avevo pochi amici veri al liceo, ma sono stato tradito dalla mia ragazza col mio migliore amico (un classico), e gli altri miei migliori amici si sono trasferiti in altre zone d'Italia, la cosa mi ha scosso non poco, sopratutto il tradimento, in seguito al quale ho manifestato uno strano comportamento nei confronti della mia estetica. Oltre a questo, ho sviluppato un atteggiamento anoressico e ossessivamente salutistico. Credo di aver cercato di riconquistarla, ma quando mi sono accorto che non c'era nulla da fare la cosa è peggiorata. Così a 18 quella che era anoressia si è trasformata in bulimia. Nonostante la mia vita stesse diventando molto più complicata riuscivo a portare a termine ogni mio interesse (diploma 100 lode, breakdance, chitarra), tuttavia sentivo di non esser più al top. L'università è cominciata in modo molto, molto peggiore. Purtroppo le frequenze emetiche sono aumentate al punto da rendere la mia vita invivibile, anche perché, se prima uscendo non mi veniva neanche in mente di abbuffarmi/vomitare, nel corso dei miei 19/20 anni ho cominciato a farlo ovunque: bagni pubblici, università... Ho cominciato ad avere paura di mangiare... La mia bocca era costantemente spaccata, il solo pensare di mettermi le dita in gola mi faceva piangere, ma lo facevo. Sono stato anche in cura per un pò presso un centro psicologico, e convinto a non vomitare, ho ripreso qualche kilo, anche se in modo malsano, perché ho cominciato a mangiare tutto senza alcun controllo (credo si indichi con "binge"). Ma, visto le spese, ho abbandonato. Ne è seguito un periodo di riequilibrio di circa un anno (21/22). Ma il fenomeno è riapparso, e con una violenza inimmagginabile. La cosa è peggiorata anche perché ora non faccio nulla per vomitare, viene da solo. E se cerco di mangiare il poco che basta, rimane li per ore, non c'è verso di digerire. Sono costantemente stanco, cerco di integrare con vitamine ma capisco che è un palliativo. Inoltre i miei credono che io ne sia uscito completamente e mi preparano sempre pasti abbondanti. Mi trovo in una situazione nella quale se non mangio loro si preoccuperebbero. E' paradossale. Ho letto l'articolo sul vomiting, ma non credo sia il mio caso, in quanto per me il vomito non ha nulla di piacevole, anche se è una prassi da cui non riesco a staccarmi. Anche l'abbuffata sinceramente la eviterei volentieri, solo che come le ho detto non riesco a sentirmi bene nemmeno dopo i pasti leggeri. Che cosa posso fare? E secondo lei, a chi posso rivolgermi per i problemi ora fisiologici pervenuti?

La ringrazio per la sua attenzione.
Alessandro
[#1]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
>>> per me il vomito non ha nulla di piacevole
>>>

I disturbi alimentari sul versante anoressoide, come potrebbe essere il suo caso, al maschile possono declinarsi in modo diverso che al femminile. In generale i comportamenti sacrificanti e restrittivi denotano un bisogno di controllo, che può esprimersi attraverso disturbi dell'alimentazione.

Dovrebbe rivolgersi al suo medico per l'immediato, ma a uno psicologo psicoterapeuta per curare la radice del problema, che verosimilmente sta lì.

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

[#2]
Dr.ssa Elisabetta Scolamacchia Psicologo, Psicoterapeuta 739 20 3
Gentile utente,
Il problema alimentare che lei descrive e' certamente molto serio e va affrontato da più punti di vista e attraverso una rete che comprenda il versante medico e quello psicologico/psicoterapeutico. Voglio chiederle se, prima dell'episodio del tradimento, la sua alimentazione era egualmente problematica e così la sua vita affettiva e relazionale. Come sono i suoi rapporti con i familiari?
Un cordiale saluto
Dott.ssa E.Scolamacchia

Dr.ssa Elisabetta Scolamacchia
Psicologa. Psicoterapeuta. Analista Transazionale

[#3]
dopo
Utente
Utente
Grazie Dr. Santonocito.
Grazie anche a lei D.ssa Scolamacchia,
devo dire che è molto difficile per me ricordare esattamente se ci fosse qualcosa di problematico prima di quell'evento, posso dire che per uanto riguarda l'inizio di un'alimentazione più moderata e un'attività fisica di tutto rispetto il tutto è iniziato all'età di 15 anni, come un modo per attirare le ragazze (cosa che mi è riuscita piuttosto bene). Il rapporto con la mia famiglia è dei migliori, non mi sono mai fatto scrupolo di parlare con loro e mi hanno ancompagnato in questi anni soffrendo insieme a me. Sono due professori, sono esigenti con me solo dal lato intellettuale/scolastico, e non mi richiedono particolari sforzi in altri campi, nonostante ciò non ho faticato a diventare anche un casalingo/lavoratore davvero niente male. Non mi hanno mai fatto mancare affeto, presenza e ogni cosa che avrei potuto volere, credo che se fossi stato leggermente diverso, ora sarei viziato oltre misura (tuttosommato forse lo sono). Mia madre è sempre stata caratterizzata da un odio per il grasso, cerca di non ingrassare, ma non ha mai usato condotte che andassero oltre fare una bella passeggiata. Sono due lavoratori instancabili, riescono a curare casa, lavoro e orto senza mai lamentarsi, nonostante abbiano un età. Nonostante la loro forza, mi sono accorto che il mio problema li ha davvero danneggiati, e ora che hanno ritrovato la serenità, non me la sento di dir loro che è ricomparso. Solo che non so quanto tempo mi è rimasto, mi sento davvero sempre più debole. La mia mancanza di spina dorsale mi fa venire la nausea, e il mio fisico non è mai stato così esile e patetico. Il punto è che non so come fare per curarmi senza doverli far intervenire.
Spero di aver risposto alla sua domanda.

Grazie davvero.
Alessandro
[#4]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
>>> non so come fare per curarmi senza doverli far intervenire
>>>

Un modo semplice, essendo maggiorenne, è rivolgersi alla sua Asl. Non è necessario informare i suoi genitori e non dovrebbe essere necessaria neanche l'impegnativa del medico. Chieda un primo colloquio psicologico, pagherà soltanto il ticket.

Altrimenti può fare un primo tentativo allo sportello di ascolto psicologico della sua facoltà, ma non potrà ricevere cure, solo consulenza e orientamento.

Non cerchi però di risolversi il problema da solo o attraverso consigli online, non funzionerebbe. Il bisogno di controllo e di essere responsabile, che sembra piuttosto marcato in lei e in parte forse "ereditato" dai suoi genitori, le può far credere che si tratti di un problema da risolversi da soli, però legga qui:

https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/2109-ansia-depressione-problemi-sessuali-relazionali-c-posso-farcela-da-solo.html

[#5]
Dr.ssa Elisabetta Scolamacchia Psicologo, Psicoterapeuta 739 20 3
Caro Alessandro,
Come anche il mio Collega le ha scritto, il suo non è' un problema da sottovalutare. Capisco che lei vorrebbe evitare di coinvolgere i suoi genitori, ma quale alternativa può esserci? Lei potrebbe provare a rivolgersi al CSM di zona per una valutazione. Non vi è' bisogno di grosse risorse economiche per farlo, solo il pagamento del ticket. I tempi di attesa possono essere più o meno lunghi a seconda della zona dove abita. Pensa di poterlo fare? Altrimenti, le rinnovo l'invito a parlarne con i suoi e a chiedere loro un supporto. Ho idea anch'io che lei abbia appreso modalità di controllo e di standard eccessivamente elevati. Il suo corpo, tuttavia, le sta dando ben altri segnali.
[#6]
dopo
Utente
Utente
Vi ringrazio davvero.
Era da tempo ormai che mi ero reso conto che non sarei riuscito ad uscirne con le mie sole forze, ma sentirlo da persone esperte mi ha convinto definitivamente.
Cercherò di seguire al meglio i vostri consigli, cominciando
con un colloquio presso la mia ASL o il CSM e magari cercando anche il consiglio del mio medico per un controllo fisico.

Grazie dell'attenzione che mi avete dedicato.
Cordiali saluti.
Alessandro
[#7]
Dr.ssa Elisabetta Scolamacchia Psicologo, Psicoterapeuta 739 20 3
I miei migliori auguri . Se vuole, può farci sapere come e' andato l'incontro.
Un caro saluto.
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