Paura del dolore

Buongiorno,
ho deciso di chiedere un consulto perchè vorrei sapere se un mio problema che ho avuto modo di riscontrare necessiti un aiuto da uno specialista.

Sono stata lasciata dopo una storia di 5 anni. Dopo qualche mese dalla separazione, ho scoperto che la persona con cui stavo si era venduta per qualcuno che non era e in poche parole, ero stata presa in giro fin dall'inizio. Ho vissuto un anno molto difficile a causa di questa scoperta: non riuscivo più a a fare niente, piangevo ogni giorno e ogni volta in cui mi veniva nominato il mio ex, vedevo una sua foto, sentivo un forte dolore di costrizione al petto, palpitazioni fino al punto di piangere con la conseguenza di avere poi forti cefalee e non riuscire più a uscire e lavorare.
Ho vissuto un forte periodo di crisi: mi sono domandata chi ero io per non aver mai scoperto niente, insomma mi sono messa a tal punto in discussione da non ritrovarmi più.
Da allora, a fatica ho ritrovato un equilibrio, ho ritrovato un lavoro e sto bene. Il mio quesito nasce dal fatto che dopo la mia separazione, alcuni ragazzi mi hanno proposto di uscire, ma io ho sempre rifiutato adducendo tante scuse, ma la verità è che ho paura di rivivere quel grande dolore sopra descritto, ho paura di riperdere questo equilibrio che ho conquistato a fatica, dovendo anche superare il licenziamento a cui ero andata incontro.
E' passato un anno e ho detto di "no" a ca 12 ragazzi, nonostante alcuni di loro mi piacessero seriamente. Questo mio stato d'animo si riversa anche nelle amicizie: avendo paura che anche i miei amici possano crearmi quel dolore così forte, tento di non approfondire i rapporti, cosa molto inusuale per me che ho sempre investito molte cure e attenzioni nelle relazioni.
Ringraziandovi anticipatamente per le risposte e il tempo dedicatomi, vi porgo cari saluti.
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Cara Utente,

è possibile che quanto è accaduto costituisca per lei un vero e proprio trauma, che l'ha portata a rivedere tutte le sicurezze che pensava di avere sia sugli altri, sia soprattutto su di sè: "chi è la persona che per 5 anni non si accorge dell'inganno che il partner le propina?"

In realtà se il suo fidanzato era un manipolatore, magari un narcisista, è plausibile che lei non sia sia accorta di nulla perchè ha costruito un'identità fittizia probabilmente molto difficile da smascherare.

Ci vuole raccontare qualcosa in più dell'accaduto?

Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it

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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Gentile Utente,

secondo il modello cognitivo-comportamentale è molto probabile che Lei abbia attuato delle soluzioni disfunzionali per cercare di stare bene dopo la sepazione, cioè evitare di avere nuovi contatti per paura di soffrire.

Infatti scrive: "...ho paura di rivivere quel grande dolore sopra descritto, ho paura di riperdere questo equilibrio che ho conquistato a fatica, dovendo anche superare il licenziamento a cui ero andata incontro."

Ora Lei ha memorizzato che la separazione fa male e che il tradimento (cioè il fatto di non aver saputo la verità su questa persona) brucia.
Ed è vero che è così. Ma ciò che alimenta il disagio è continuare ad evitare. Più Lei fuggirà dai contatti personali con gli altri, assumendosi anche una quota di responsabilità e rischio, più la Sua paura di essere nuovamente lasciata e tradita aumenteranno...

Che cosa fare allora?
Cominciare ad evitare di evitare, ricominciando a frequentare le persone.
Ci sono tipi di sofferenza che non sono patologiche, ma che fanno parte della vita. La rottura di una relazione sentimentale è una di queste (se pensa alla reazione delle altre persone, nessuno fa i salti di gioia dopo una separazione).
Più Lei si concentra su questa storia e sulla ricerca delle cause e dei motivi -che peraltro potrebbe anche non sapere mai con precisione- più contribuisce a mantenere viva la sofferenza e il problema.

Se da sola Lei non riuscisse a mettere in atto questa nuova modalità, potrebbe farsi aiutare da uno psicologo psicoterapeuta.

Ci pensi.
Un cordiale saluto,

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Gentile Utente,
Il dolore , in tutte le sue forme e manifestazioni, lascia una terribile " memoria corporea" , spesso indelebile se non adeguatamente elaborata .

I suoi " no" , hanno una funzione difensiva, servono ad evitare una possibile altra sofferenza, abbandono.....una sorta di " profilassi dell' abbandono" , ma la vita continua e senza amore è vivere a metà .
Valuti se soltanto la terapia temporale, può bastare, nel caso contrario, un aiuto specilistico ptrebbe darle una mano

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

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