Il mio ragazzo non mi coinvolge nei suoi problemi

Buonasera,
sono fidanzata con un ragazzo più giovane di me di 4 anni (io ne ho quasi 26, lui 22). Ciononostante è decisamente molto più maturo dei suoi coetanei, e spesso lo è anche più di me, soprattutto per quello che riguarda decisioni pratiche, discorsi tra me e lui o tra lui e gente più grande, prospettive sul futuro, etc.. mentre io sono, come lui ogni tanto mi sottolinea, "persa nel magico mondo di Amelie".
Il nostro rapporto non è mai stato troppo facile per via delle differenze di carattere: lui autonomo, deciso, intraprendente e furbo, abile oratore, legato a certi princìpi un po' convenzionali e tradizionali (mi riferisco ai classici "ruoli" dell'uomo e della donna), forte e indipendente, mentre io sono cresciuta in una famiglia molto apprensiva e amorevole, quasi "la famiglia del mulino bianco" dove tutto è bello e tutto è a posto.
E quindi sono il suo esatto opposto: un po' svampita, distratta, indecisa su molte cose, bisognosa di conferme, aperta mentalmente, per nulla gelosa, comprensiva ed "elastica" su molte questioni in cui lui è più fermo. Ma vengo al sodo: in questa settimana ha scoperto che il nonno ha un tumore maligno ai polmoni, mentre la nonna (dall'altra parte della famiglia) ha un tumore allo stomaco.
Una brutta sfortuna che lo ha profondamente scosso.
Ora, nel suo sfogo notturno, dopo la notizia del caso del nonno, si è molto aperto con me (cosa che non fa troppo spesso, perché troppo orgoglioso di farsi vedere fragile ai miei occhi, SECONDO ME) eppure non sono stata molto in grado di consolarlo, tant'è che ha chiuso il discorso appena mezz'ora dopo.
Oggi ha saputo della nonna. Era dall'altra parte della città e mi ha dato questa notizia in lacrime.. io gli ho chiesto dove fosse per raggiungerlo ma lui ha preferito restare da solo, chiedendomi di poterci vedere dopo cena (andava a cena proprio dalla nonna). E invece mi chiama dicendomi: "-ti spiace se non ci vediamo? E' che non sono di compagnia.." io gli rispondo che non voglio lasciarlo solo, ma lui pronto mi risponde che "non è da solo, e va a farsi un giro"- immagino coi suoi amici.
Appena ha attaccato mi si è stretto il cuore. Sono abituata a colpevolizzarmi, ma mi fa soffrire l'ipotesi che lui preferisca altre compagnie a me (e a quanto pare, non è un'ipotesi).. mi sento inutile, incapace e anche un po' stupida. Cavoli, appena 8 mesi fa ho scoperto che mia mamma aveva un tumore al seno (io sono di Roma, ma vivo a Torino da 2 anni... e questo l'ho "scoperto" perché lei non me l'ha detto finché non sono scesa per le vacanze.. per farvi capire quanto sia protettiva pur avendo io 26 anni!) e ho subito cercato il suo conforto e la sua protezione.. mentre lui mi esclude quasi totalmente dai suoi problemi.
Ci sto male, mi sento davvero inutile e ne soffro.
Non so come comportarmi perché se lo lascio "da solo" sembra che non me ne importa nulla.. e se gli chiedo di stargli accanto, sembrerei invasiva.
Ma in Amore non si dovrebbe "restare uniti nel bene e nel male"?
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Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Gentile ragazza,

La prima carattteristica dell'amore e" la comprensione. L'accettazione dei modi di essere del partnerm
Lei si descrive estroversa e affettiva, il suo ragazzo vienE da lei descrtto forte e indipendentem avrak un suo. Modo di affrontare i momenti di crisi, come lei ha i suoi.
Non gli stia percio' a cucire addosso i suoi gusti, sarebbe inutile e conroproducente.
I migliori auguri!

Dott.a FRANCA ESPOSITO, Roma
Psicoterap dinamic Albo Lazio 15132

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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Gentile Utente,
tra le leggende metropolitane legate all'amore, vi è quella di dover fare tutto insieme.
Un legame è dato da due individui distinti, con i loro modi di fare ed essere, spesso antitetici.
Le diversità andrebbero rispettate, anche nella gestione della sofferenza, non obbligatoriamente omologate.
Sembra dal suo racconto che la problematica sia sua e che lei senta il bisogno di stargli vicino a tutti i costi.
Forse rispettare questo suo modo di affrontare le difficoltà, pur dandogli la sensazione di esserci anche nell'assenza, potrebbe essere una soluzione

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

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Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119 9
Gentile Ragazza,
le reazioni sue e del suo ragazzo a una circostanza critica analoga come la grave malattia di un congiunto non sono le stesse semplicemente perché siete due individui unici, ognuno con la propria personalità, la propria storia, il proprio modo di affrontare gli eventi.
Del resto proprio lei stessa dà una descrizione differente di voi due.

<Sono abituata a colpevolizzarmi...bisognosa di conferme> non potrebbe essere per questo e per come lei si percepisce che interpreta nel modo esposto il comportamento del suo ragazzo?
<mentre lui mi esclude quasi totalmente dai suoi problemi.> è riferito a questa circostanza o anche ad altro?

<se lo lascio "da solo" sembra che non me ne importa nulla> No, perché si è già offerta di raggiungerlo, dunque lui sa che lei è disponibile, rispetterei le sue esigenze, non tema.

Cordialmente

Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it