Dislessia

Salve. Sono un ragazzo di 21 anni. Fin da piccolo ho avuto disagi a livello di apprendimento e comprensione che, a quanto pare, persistono e che solo da poco ne parlo. Ciò che mi ha spinto a chiedere un consulto è un esame di italiano all'università (analisi del testo) che non ho passato. Tutti, compresa la ragazza francese e il ragazzo italo-tedesco (in italia da pochi anni) hanno superato la prova. Io no, e la risposta del professore è stata "hai frainteso il testo, Marco". La verità è che io il testo, nonostante l'avessi letto e riletto, non riuscivo a capirlo, come anche tutti i testi che leggevamo durante l'anno di fronte ai quali restavo perplesso, quasi come se non avessi letto nulla e soprattutto con un forte mal di testa. Quando ero piccolo piangevo e le maestre mi dicevano che "battevo la fiacca" e giustificavo le mie lacune ai compagnetti (per vergogna) dicendo che soffrivo di amnesie, quando invece avevo una memoria di acciaio. Per non parlare della matematica e i problemi: sono stati per tutta la mia carriera scolastica come l'arabo. Quindi mi giovavo di ciò che mi leggeva mia madre: anche durante la preparazione di alcuni esami le chiedevo di leggermi alcune cose perché così avevo possibilità di memorizzare. Ho superato cinque esami teorici con 30 (tre con la lode) soprattutto perché durante le lezioni cercavo di memorizzare ciò che i prof dicevano e a casa tentavo di rielaborare tali informazioni. Addirittura, durante le lezioni, scrivevo al computer tutte le parole del prof di italiano per cercare di migliorare la mia comprensione.Tutto inutile. La mia lettura, seppur portata a termine con una pronuncia chiara, ha velocità media e spesso faccio retromarce perché perdo facilmente il segno ed è come se mi si spostassero le lettere. Quando scrivo, spesso dimentico alcune lettere e mi viene difficile ricordare se le medesime portano la doppia o meno. Faccio fatica a imparare e soprattutto ricordare termini non di uso comune e non faccio mai letture di testi pesanti perché non sono in grado di capirli. Anche se leggo, qualche secondo dopo non mi ricordo cosa ho letto perché non lo capisco. Quando parlo, mi viene spesso difficile formulare una frase perché i vocaboli non mi arrivano subito in mente e perciò tendo a dilungarmi nei discorsi per non mostrare la mia difficoltà, nonostante sia preparato in ciò di cui si parla. Questo per me è un disagio dal momento che ho difficoltà a imparare nozioni di politica e altro, che mi sono utili per gli studi che svolgo. Mi dicono che non ho nulla, ma io sono convinto di sì. Cosa posso fare? Mi dia per cortesia un consiglio. L'esame si avvicina e non sono in grado di affrontarlo! I miei tempi di studio sono lunghissimi, specialmente se le cose sono così complesse. Aspetto un suo consulto. La ringrazio per l'attenzione. PS: anche fra amici, a volte, mi vergogno perché mi sento indietro rispetto a loro. Ma la colpa non è mia. Non imparo e non ricordo con la stessa facilità di tutti.
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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Gentile Ragazzo,
Non si disperi, ovviamente non è colpa sua!
La dislessia solitamente dovrebbe essere diagnosticata in seconda elementare con delle prove di letto/ scrittura, forse lei in qualche modo ha compensato da solo.
Si rivolga ad uno psicologo e ad un logopedista, per diagnosi certa e per comprendere come poter intervenire

Consideri che l' ansia successiva che ne deriva dal disagio, peggiora sicuramente le sue prestazioni, si instaura una sorta di ansia da prestazione che inficia ancora di più la sua comprensione.
Il lavoro deve essere poliedrico e toccare tutte i punti salienti sia della lettura/ comprensione, che della sua psiche

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Gentile Utente,

posso chiedere chi ha posto diagnosi di dislessia?
Non ho capito se si è sottoposto a valutazione da parte di un medico in passato oppure no.

In ogni caso Lei scrive: "La verità è che io il testo, nonostante l'avessi letto e riletto, non riuscivo a capirlo, come anche tutti i testi che leggevamo durante l'anno di fronte ai quali restavo perplesso, quasi come se non avessi letto nulla e soprattutto con un forte mal di testa."

Quindi c'è una prima difficoltà di COMPRENSIONE.
Direi che dovrebbe fare una valutazione dal medico in prima battuta, se ancora non l'ha fatta. Solo in seconda battuta è possibile ipotizzare altri disturbi e chiedere allo psicologo una valutazione. Sono certa che il Suo medico di base potrà darle indicazioni più chiare.

"Mi dicono che non ho nulla, ma io sono convinto di sì."
Chi Le ha detto che non ha nulla?

Invece le difficoltà di MEMORIZZAZIONE e di ESPRESSIONE possono essere legate a diversi disturbi, anche psicologici, ma che possono essere presi in considerazione solo dopo una valutazione medica.

Saluti,

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

[#3]
dopo
Attivo dal 2013 al 2016
Ex utente
Salve ancora e grazie a entrambe per le vostre risposte. Io non ho fatto alcun controllo medico e quando parlo di "tutti" mi riferisco alle persone alle quali ho parlato di questo mio problema e mi dicono che mi sbaglio e che non ho proprio nulla di cui preoccuparmi.

A me è venuta in mente la dislessia perché alle superiori una mia compagna era dislessica (diagnosticata) e aveva le mie stesse difficoltà. Ho paura di parlare col medico di famiglia perché, come è già successo, mi ha dato dell'ipocondriaco (naturalmente non in questi termini) e che, in quel caso, la mia intolleranza al lattosio mi veniva dettata dal cervello. Ma questa è un'altra storia. Nessuno mi crede perché questi stupidi numeri (i voti) dicono tutt'altro. Anche a scuola, per esempio, mi ricordo che svolsi un compito di storia (programma da settembre a novembre) senza aprire libro. Essendo cosciente del fatto che coi libri poco avrei risolto, sfruttai mia capacità di ascolto e presa d'appunti. Be', il mio voto fu 8 e mezzo. Come può una persona credere che abbia dei problemi? . Come dice la dr. Randone, è probabile che io abbia colmato le mie lacune autonomamente, infatti la maggior parte del lavoro l'ho sempre fatta da autodidatta. Purtroppo io sento che qualcosa non va, sia che di fronte a me abbia un bel libro da leggere (prediligo le letture semplici) , sia che abbia un testo letterario o qualsiasi altra cosa. Io rammento tanti episodi, fin da quando ero piccolo, in cui avevo difficoltà durante lo studio e chiudevo tutto perché non riuscivo a cavarne piedi. Eppure sono sempre andato avanti, senza che nessuno si accorgesse di ciò. Perciò mi chiedo, alcuni insegnanti (parlo sia di maestri che professori) sono in realtà in grado di stabilire se un bambino o un ragazzo ha difficoltà? Io frequento la facoltà di traduttori e interpreti. Come faccio se di fronte a me ho un testo che non riesco a decifrare? Dopo aver rivisto dei vecchi quaderni operativi delle elementari (di V elementare) che sono nella libreria, mi sono accorto che la maggior parte degli esercizi erano vuoti o incompleti. Infatti, chiedevo sempre aiuto al mio compagnetto di fiducia e proprio in questo momento riesco a provare la vergogna e l'imbarazzo di quei momenti, proprio la stessa che mi scalfisce al giorno d'oggi.

Saluti e a presto.
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Dr.ssa Paola Scalco Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 4.3k 101 45
Gentile Marco,
il capitolo dei disturbi dell'apprendimento è piuttosto ampio e sfaccettato e da alcuni anni a questa parte se ne discute molto di più, anche a livello legislativo.
Ad esempio, oltre alla più conosciuta dislessia, esiste proprio un disturbo specifico di comprensione del testo che può essere definito a grandi linee quella difficoltà di lettura che non riguarda la capacità di decifrare un testo, ma proprio l’abilità di coglierne efficacemente il significato.

Così come per gli altri gradi scolastici, anche per l'Università è prevista l'introduzione di strumenti compensativi o dispensativi che possano agevolare chi ha problemi di questo genere, sia in sede di test di ammissione sia negli esami.
Mi riferisco ad esempio alla possibilità di registrare le lezioni per riascoltarle, all'utilizzo di software per la sintesi vocale dei testi da studiare, all'adattamento di prove d'esame...
In varie Università esistono anche sportelli di supporto per studenti con DSA:
http://www.aiditalia.org/it/esempi_di_buona_pratica.html

Ora, naturalmente, si tratta di avere una valutazione specifica delle tue difficoltà in modo da vedere se rientri nei criteri per la diagnosi di un disturbo dell'apprendimento e per far questo ti puoi rivolgere alla tua ASL per chiedere informazioni.
In base a ciò che emergerà (o non emergerà) si vedrà come muoversi.

Saluti e auguri.

Dr.ssa Paola Scalco, Psicoterapia Cognitiva e Sessuologia Clinica
ASTI - Cell. 331 5246947
https://whatsapp.com/channel/0029Va982SIIN9ipi00hwO2i

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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
"alcuni insegnanti (parlo sia di maestri che professori) sono in realtà in grado di stabilire se un bambino o un ragazzo ha difficoltà?"

Gentile Utente,

da una parte è vero gli insegnanti sono a contatto ogni giorno con bambini e ragazzi e che comunque sanno riconoscere situazioni problematiche, ma certamente non sono in grado di porre alcuna diagnosi.

Quindi confermo quanto detto sopra e La invito a riferirsi al medico.
Se il Suo medico Le ha detto che potrebbe trattarsi di ipocondria, chieda ulteriori lumi in merito. Eventualmente senta un altro parere, ma abbandoni l'idea delle autodiagnosi.

Buona giornata,