Disturbi alimentari e famiglia religiosa

Sono una ragazza di 25 anni che vive in famiglia per finire gli studi.
Da tanti anni ho problemi alimentari tipo intolleranza al lattosio, colon irritabile.
Scrivo per avere un consulto in merito alla mia situazione un po' particolare. Non sono mai stata da uno psicologo, ma sto pensando di farlo a breve, perché ultimamente non mi sento mai molto bene. Mi sento un nodo in gola, mi manca l'aria, piango spesso, mi manca la voglia di portare a termine i miei obiettivi e non so cosa vorrei fare in futuro, mi sembra tutto inutile e non riesco ad essere indipendente come vorrei.
In casa mi occupo di tutto, mia madre e' praticamente assente e ha sempre scuse per non far niente, mio padre invece ha come hobby l'imposizione della religione cattolica in tutte le sue possibili forme e quindi non solo non fa quasi nulla, ma obbliga tutti a fare quello che vuole lui da anni. Io sono cresciuta in un ambiente dove occultismo e religione sono la stessa cosa, dove la preghiera viene prima di tutto e dove ci si cura dai veggenti e non dai medici.
Fino a 16 anni vivevo bene pensando fosse tutto normale, ma da quando ho cercato la mia strada, ho notato che ho iniziato a stare male, perché non ho privacy, non posso nemmeno pensarla a modo mio, perché altrimenti ciò ha ripercussioni gravi su tutta la famiglia.
I problemi alimentari possono essere collegati ai legami familiari secondo voi? E' possibile che siano problemi psicosomatici?

Grazie in anticipo per le eventuali risposte.
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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Gentile ragazza,
Non è facile rispondere alla sue domande online.
Una famiglia problematica sicuramente rende difficile ogni "processo digestivo" , le imposizioni sono sempre indigeste nella vita....
La diagnosi deve farla il medico, escluse le cause organiche e le intolleranze, si stabiliranno le cause psichiche ed ovviamente ambientali che concorrono non soltanto al' insorgenza delle sintomatologia, ma anche al suo " mantenimento"

Si rivolga alla ausl, può trovare dei nostri colleghi in convenzione

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

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Dr. Francesco Mori Psicologo, Psicoterapeuta 1.2k 33 31
Gentile utente,
concordo con quanto scrive la mia collega, dr.ssa Randone.
C'è sempre una certa correlazione tra lo stato psicologico e le reazioni somatiche ma quale sia la causa principale del suo malessere può dirlo solo il medico.
Quello che mi viene da pensare intorno al suo vissuto è che lei ormai è adulta. Un adolescente o un bambino hanno poche possibilità di scelta su come vivere i rapporti familiari in quanto dipendono da essi in modo "quasi" totale. Lei invece può decidere come reagire, come vivere il rapporto in famiglia. Non può sperare che i suoi genitori cambino ma può farlo lei, ad esempio non svolgendo i compiti di cui dovrebbe occuparsi sua madre.

Restiamo in ascolto

Dr. Francesco Mori
Psicologo, Psicodiagnosta, Psicoterapeuta
http://spazioinascolto.altervista.org/

[#3]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
Difficile dire se i disturbi che accusa possano dipendere dalla situazione psicologica, anche se è abbastanza assodato che uno dei fattori promuoventi di alcuni problemi gastrointestinali e di digestione sia proprio lo stress.

I disturbi dell'alimentazione sono comunque un'altra cosa.

Piuttosto mi sembra che ci sia una certezza, quella sì evidente:

>>> Mi sento un nodo in gola, mi manca l'aria, piango spesso, mi manca la voglia di portare a termine i miei obiettivi e non so cosa vorrei fare in futuro, mi sembra tutto inutile e non riesco ad essere indipendente come vorrei.
>>>

Questo da solo basterebbe per consigliarle di rivolgersi a uno psicologo.

È possibile che a causa di una situazione familiare e relazionale non ottimale, lei sia rimasta indietro, che abbia in realtà molto meno dei suoi 25 anni e che questo la stia facendo soffrire.

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

[#4]
dopo
Utente
Utente
Vi ringrazio per le risposte, il medico mi ha consigliato uno psicologo e mi ha detto che soffro di disturbo dell'umore. Oggi sto andando anche dal gastroenterologo per un controllo.
riguardo al fatto di poter cambiare o non fare ciò che spetta agli altri, mi piacerebbe molto perché almeno potrei occuparmi delle mie cose, ma se non lo faccio ci sono ripercussioni negative e a volte anche violente. Più che altro e' la paura che spinge a farle per prevenire.
non riesco ad accettarlo, perché mi sembra di concludere nulla personalmente, inoltre ho anche il rigetto per la religione in se' e faccio finta di crederci solo per non dover subire.
Purtroppo ora non posso nemmeno permettermi di uscire di casa, non ho aiuti e ho dovuto smettere di lavorare per finire gli studi.
Sicuramente come dite voi ci sono molte cose "indigeste", ormai non riesco nememno a comunicare in casa, se ho qualche problema mi dicono che non prego abbastanza e che penso solo al ragazzo o alla vita "materiale", quindi siamo sempre in conflitto.
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
>>> ormai non riesco nememno a comunicare in casa, se ho qualche problema mi dicono che non prego abbastanza e che penso solo al ragazzo o alla vita "materiale", quindi siamo sempre in conflitto
>>>

E questo non fa altro che confermare che non è in famiglia che potrà trovare la soluzione ai suoi problemi. O, per dirla meglio, non deve aspettarsi che siano i suoi genitori a darle il benestare per fare ciò che sente di voler fare, perché così facendo rischia di aspettare un bel pezzo.

Arriva un momento, presto o tardi, in cui è necessario emanciparsi dalla propria famiglia e smettere di esserne troppo dipendenti. Nei casi come il suo, poi, dove la famiglia protegge fino a stritolare, è una necessità.
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