Sono a un bivio e non so che cosa fare... ho paura di cadere in depressione...

Buonasera, spero tanto che qualcuno mi aiuti... Sono una ragazza fragile e insicura, molto emotiva, e faccio tanta fatica a relazionarmi con gli altri, negli ultimi anni più che mai, tanto che ho solo un paio di "buone conoscenze" diciamo, con le quali non c'è quel rapporto profondo e complice che dovrebbe esserci tra amiche.

Anche la mia famiglia è una grande fonte d'angoscia per me.Mio padre è sempre stato assente, autoritario e spesso cattivo nei miei confronti,mi sminuisce, mi accusa di cose che non ho assolutamente fatto, e così via. Mia mamma non lo sopporta, pur essendo ancora formalmente sua moglie; è sempre stanca e triste e ha instaurato con mia sorella minore un rapporto pressoché simbiotico che sembra darle gioia e allegria, dal quale io naturalmente sono esclusa.Ad ogni modo, non ho un dialogo con loro neanche prese separatamente,anzi, mia sorella, che è molto viziata ed egoista, mi dice spesso cose orribili che mi pugnalano al cuore. L'anno scorso ho iniziato un percorso di psicoterapia dal quale è emerso che le mie fobie(es. emetofobia), ansie,attacchi di panico,pensieri ossessivi ecc. sembrano derivare dalla mia difficile condizione familiare.

Sto da quasi cinque anni con un ragazzo meraviglioso, nel senso che mi ha dato tutto quello che in famiglia non ho mai avuto: rispetto, amore, sostegno, dialogo, comprensione, dedizione. Anche troppo. Ormai è da circa due anni che, a periodi alterni, mi sento molto in ansia e insicura sul fatto di voler continuare questa relazione per sempre, e mi prende il panico.Il fatto è che con il mio ragazzo non provo quasi più emozioni.
La mia ultima crisi è scoppiata all'improvviso e fortissima,e gli ho chiesto una pausa.Ho riflettuto molto,e quello che credo di aver concluso è che il mio ragazzo è una persona davvero troppo insicura (anche in ambito sessuale,il che ci ha causato diversi problemi e mi ha sempre impedito di vivere l'intimità con serenità) e dipendente da me, a tratti soffocante, non mi dà alcuno stimolo, mi sento morta, spenta, e in ansia perché lui mi ama sempre alla follia.Ma io non riesco più a farmi carico anche delle sue insicurezze, lui si butta giù per un nonnulla, è troppo buono anche con chi lo tratta male, sembra non abbia carattere, con me piange abbastanza spesso, spesso si definisce brutto, e temo che abbia finito per inculcare queste paranoie anche a me: ora anchio lo vedo come si descrive.Penso che vorrei un uomo forte,che mi scuotesse, mi facesse sentire viva, e mi spronasse a essere migliore.Ma allo stesso tempo il pensiero di perdere il mio ragazzo, il mio confidente,il mio migliore amico, il mio sostegno,i conoscenti in comune,le nostre abitudini,tenerezze,il dialogo,il mio mondo insomma..mi uccide.Penso ai momenti belli della nostra storia e piango tutti i giorni,mi manca,ma ho anche voglia di altro.Ho tanta paura di fare una scelta sbagliata e di pentirmi per sempre. Preciso che l'ho amato da morire; ora non so più cosa provo.Mi sento tanto sola e triste..
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Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Cara ragazza,
La sua trIstezza passa tutta nelle sue parole.
Il desiderio di rimanere accanto al suo ragazzo al quale non puo' piu' fare riferimento e il desiderio di un uomo a cui fare riferimeno che le dia un impulso nuovo.
Non e' una scelta facile, forse neanche possibile da sola.
Occorrerebbe approndire a lungo le ragioni che la conducono dall'uno o dall'altro.
Tranquillita', sicurezza, affetto / bisogno di emozioni .
Ci vorrebbe un aiuto specilistico per accopagnarla in tale elaborazione.
Le sue figure genitoriali costituiscono un modello pOco funzionale. Ne tenga conto.

Dott.a FRANCA ESPOSITO, Roma
Psicoterap dinamic Albo Lazio 15132

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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Gentile Ragazza,
anche io, come la Collega, le suggerisco di farsi aiutare.

La disamina dei suoi desideri, non correla soltanto alla scelta dell'uomo giusto, ma con tantissimo altro che abita e motiva le scelte....

Un uomo insicuro, irrisolto e da accudire, non è proprio un buon compagno di vita, non a lungo, inficiando anche la vita sotto le lenzuola....

Il suo desiderio di avere un uomo accanto a lei, sicuro, forte, determinato....può anche correlare con la nascita delle sue parti nuove, più "adulte" e meno dipendenti...

Accade spesso nelle coppie, che si comincia a fare un viaggio insieme e poi con il tempo e gli eventi della vita, uno di due rimanga indietro....

spesso rimane solo il ricordo sbiadito di quello che la coppia era, conservando solo un estraneo sapore...

Le allego qualche lettura sulle scelte del partner, il primo ed il possibile secondo.....


https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/1824-le-scelte-del-partner-e-le-loro-conseguenze.html

https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/1831-la-scelta-del-secondo-partner.html

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Cara Utente,

è probabile che lei abbia ricevuto dal suo ragazzo per lungo tempo quello che le serviva e che non aveva da parte dei suoi familiari ("rispetto, amore, sostegno, dialogo, comprensione, dedizione") e che sia ora giunta a una svolta perchè la vostra relazione ha esaurito la funzione che aveva in precedenza.
A mio avviso lo testimonia il fatto che si è resa conto che non si trattava di una relazione nella quale era lei la parte bisognosa, che riceveva affetto e sostegno, ma che forse lui era perfino più bisognoso di lei e magari dava a lei ciò di cui per primo avrebbe avuto bisogno, tanto da instaurare un legame simbiotico e soffocante:

"il mio ragazzo è una persona davvero troppo insicura e dipendente da me, a tratti soffocante, non mi dà alcuno stimolo, mi sento morta, spenta, e in ansia perché lui mi ama sempre alla follia".

Il desiderio di impegnarsi in una relazione duratura ad un'età molto giovane può dipendere dall'esistenza di un disagio in famiglia e di lacune che tale relazione permetterà di colmare, ma se un rapporto si basa implicitamente su questi presupposti prima o poi uno dei due partner cambierà a sufficienza per non desiderare più di stare assieme all'altro.
Questo comunque succede spesso anche quando, senza particolari disagi e bisogni, due adolescenti si fidanzano e anni dopo si rendono conto di avere accanto una persona molto diversa da quella con la quale si erano messi, decidendo di interrompere la relazione.

E' normale che lei si senta spaesata e dubbiosa al pensiero di troncare del tutto con lui, ma si è già resa conto che la sta "soffocando" e che si sta appoggiando a lei molto più di quanto lei è disposta a tollerare, forse perchè ha già i suoi problemi e non sarebbe in grado di aiutarlo a superare il senso di insicurezza e le sue altre difficoltà.
Forse il nocciolo della questione è che lei ha talmente puntato su di lui che ora non si tratta di lasciare solo un fidanzato, ma anche "il mio confidente,il mio migliore amico, il mio sostegno,i conoscenti in comune,le nostre abitudini,tenerezze,il dialogo,il mio mondo insomma".

La scelta, per come lei la vede ora, è fra perdere "tutto" (o quasi) e continuare su una strada che non la rende felice.
Non è detto però che le cose stiano così e che lei ad esempio perderà anche tutti i conoscenti in comune o magari altre cose alle quali non è certa che si troverà a rinunciare.
Anche se così fosse, però, penso che avrebbe modo di riflettere su quali sono stati i suoi rapporti con gli altri fino ad oggi e di impegnarsi per costruirne di nuovi, che siano solo suoi e non risentano nè beneficino della presenza del suo partner, per evitare di puntare ancora una volta tutto su una sola persona.

In questo momento le sarebbe utile il sostegno di un'amica o un familiare, ma, visto che non le è possibile usufruirne, può riflettere sulla possibilità di farsi assistere da uno psicologo nella transizione che sta compiendo, come suggeriscono anche le mie Colleghe.

Un caro saluto,

Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it

[#4]
dopo
Utente
Utente
Gentili dottoresse,
grazie per le vostre risposte. Sono consapevole del fatto di aver sbagliato a puntare tutto su di lui, perché questo fa sì che la mia decisione di lasciarlo o meno sia molto influenzata dalla paura di restare sola. In effetti sto seguendo un percorso di psicoterapia, che mi ha aiutata ad elaborare alcuni aspetti della mia storia personale, ma che purtroppo in quest'ambito non sembra dare risultati. So di dover trovare dentro di me la forza di darmi una risposta, ma non ci riesco. In questi giorni ho cambiato idea mille e mille volte: mi convincevo di aver preso una decisione, e il momento dopo tornavo sui miei passi. Ho tanta paura che se lo lasciassi me ne pentirei, perché temo che non troverei più un rapporto così profondo con nessuno; d'altronde, so di non poter andare avanti in questo modo. Non so se, una volta che gli parlerò di tutto questo, lui vorrà e riuscirà a cambiare, e in ogni caso non so se i miei sentimenti nei suoi confronti si potranno riaccendere, purtoppo non dipende da me. Mi sento in colpa da morire, non vorrei mai fargli del male due volte. Ma non voglio neanche fare male a me stessa. Passo dalla tristezza per la sua mancanza all'ansia pensando di ricominciare con lui; per quanto mi senta sola, so che questo periodo di transizione mi sta servendo a capire se e in che misura posso cavarmela con le mie forze, senza qualcuno che accorra appena ne ho bisogno, anche se è pur vero che se mi trovassi in grave necessità, lui verrebbe. Per ora però, non per sempre.
Se voi dottoresse poteste darmi uno spunto di riflessione, qualcosa a cui ancora non ho pensato, qualcosa che mi spinga a capire cosa voglio davvero, nel profondo...vi sarei eternamente grata. Non vi sto chiedendo una formula magica alla risoluzione del mio problema, so che quella non esiste, solo un piccolo aiuto, una piccola spinta per uscire da questo caos. Potreste darmela, per favore?
Grazie davvero per il vostro tempo
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Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Gentile ragazza,
La sento troppo combattuta e sofferente in questo momento per consigliarle alcun che'.
A mio avviso lei dovrebbe lasciare sedimentare un po' le sensazioni che le affastellano la mente e il cuore e resistere all'impulso di farle cessare con una qualche decisione repentina.
La decisione emergera' da sola, senza sforzo, quando l'avra' davvero maturata.
So che e' una strada faticosa, ma e' la meno rIschiosa. Abbia fiducia in lei!
Auguri
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Da quanto tempo è in psicoterapia?
Di che approccio si tratta?
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dopo
Utente
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Da circa un anno..non sono sicura di aver capito cosa intende per "approccio", comunque posso dirle che con la dottoressa sto cercando di elaborare tutte le cose brutte che mi porto dietro dall'infanzia e mi impediscono di vivere serenamente..a volte abbiamo usato l'EMDR, o MDR, non sono sicura del nome, mi scusi..qualche risultato sembra esserci stato, perlomeno ora capisco il perché di alcune paure che ho oggi..purtroppo però sembra che sulla faccenda del mio ragazzo non ci sia modo di venire a capo di qualcosa..ho anche avuto dei piccoli diverbi con la dottoressa in merito a ciò..si rifiuta di darmi consigli di qualsiasi tipo, non mi dà spunti su cui riflettere, quando le dico che mi sembra di aver capito qualcosa lei mi dà ragione, ma la volta dopo quando le richiedo conferma di ciò, dice che mi sbaglio...è strana questa cosa, perché mi è sempre sembrata una persona competente...è solo per quanto riguarda questa faccenda che non sembra capace di aiutarmi..sembra che non voglia assolutamente sbilanciarsi in nessun senso, ma a me serve qualche dritta per capire il caos che ho dentro..l'unico consiglio che mi sento ripetere è quello di far passare del tempo, ma il tempo passa e io mi ritrovo sempre allo stesso punto..per questo ho chiesto un parere anche qui..lei che cosa ne pensa, dottoressa? Oltre a quello che già mi ha detto, che trovo giusto e con cui sono assolutamente d'accordo
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Si tratta dell'EMDR, uno strumento utilizzato per agevolare l'elaborazione e il superamento dei traumi.

Penso che sia importante che lei si senta ascoltata e aiutata a 360° dalla sua terapeuta, a meno che non abbiate concordato obiettivi specifici che esulano dalla trattazione del problema di relazione che ci ha riferito, che secondo me è centrale per lei in questo momento ma anche in previsione della sua vita di relazione futura.

Se lei è già in terapia e scrive a noi che "teme di cadere in depressione" questo non è un buon segno: non trova?
Quando rivedrà la dottoressa le parli di quali sono le sue attuali priorità e le chieda se si sente in grado di aiutarla a risolvere il tipo di problema che ci ha esposto, che va ben oltre la semplice decisione sul futuro dell'attuale relazione.