Rapporto "problematico"

Gentili Dottori,
vi scrivo per un problema che non riguarda tanto me personalmente ma una persona che ritengo abbia sviluppato nei miei confronti una qualche sorta di ossessività, tanto da rendermi letteralmente la vita impossibile, con annesse tutte le ripercussioni psicologiche del caso (stati d'ansia e di panico, apatia, momenti di depressione ecc).
Essendo poco lo spazio, evito di scrivere tutto il background che rigurada la storia sulla conoscenza con questa persona perchè ritengo possa essere inutile (al limite la posso scrivere in un secondo post); basti pensare che stiamo parlando di un innamoramento non corrisposto da parte mia (io sono un uomo, e lei una donna) che, come dicevo prima, è sfociato da parte sua in qualcos'altro. Nonostante le abbia spiegato più volte che da parte mia c'è solo amicizia, lei si ostina a non capire, andando avanti per la sua strada (sperando che forse un giorno io possa cambiare idea) ma lo fa nel peggiore dei modi, come se mi volesse tenere in una sorta di "campana di vetro" in cui: non posso assolutamente trovami in contesti o situazioni dove non c'è lei (compresi anche parenti), dobbiamo per forza vederci e sentirci ogni giorno, non posso frequentare persone, ancor peggio, se si tratta di donne ecc ecc, e la lista potrebbe continuare all' infinito. Le "conseguenze" qualora io esca dai suoi schemi sono devastanti, e vanno dalla nevrastenia fino al dichiarare di voler scappare o addirittura farla finita (benchè lo faccia solo, a mio avviso, per tenermi "in scacco"). Gli effetti di tutto questo su di me sono altrettanto devastanti e, come dicevo prima, vanno dall' ansia molto forte, crisi nervose, panico come se dovessi stare sempre sul chi va la ecc. Io vorrei tagliare il rapporto ma è come se mi trovassi rinchiuso in una morsa, nel senso che ho paura di quello che lei potrebbe fare, e cerco per questo sempre di assecondarla in un certo senso, ma sono purtroppo arrivato all' limite che non resisto più (senza contare il fatto che assecondare una persona è comunque sbagliato). Chiedo a voi specialisti un input su come dovrei comportarmi.

Grazie
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Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119 9
<basti pensare che stiamo parlando di un innamoramento non corrisposto da parte mia>
Ma di che tipo di rapporto si tratta? Da quanto tempo dura?

<Io vorrei tagliare il rapporto ma è come se mi trovassi rinchiuso in una morsa, nel senso che ho paura di quello che lei potrebbe fare, e cerco per questo sempre di assecondarla >
ma in questo modo non fa altro che riforzare i comportamenti di questa ragazza.
<Nonostante le abbia spiegato più volte che da parte mia c'è solo amicizia, lei si ostina a non capire, andando avanti per la sua strada> e poi però la asseconda con i suoi comportamenti e così non esca dalla morsa che contribuisce lei stesso a mantenere.

Si dovrebbe chiedere come mai si trova in questa situazione, e se non è innamorato di questa ragazza perché continua ad intrattenersi in questo rapporto e a soggiacere ai ricatti affettivi, senza riuscire a porsi in maniera diversa e più assertiva.
Nessuno può decidere della sua vita se non lei, se c'è chi imprigiona, c'è chi si fa imprigionare, mettendo la propria in vita in mano agli altri.

Bisognerebbe capire di più sui motivi che l'hanno condotta a porsi in relazione con questa persona e molto di più sulle sue scelte affettive e sul suo modo di porsi nei rapporti affettivi.

Restiamo in ascolto

Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it

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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Gentile Utente,

sono molto colpita dalla storia che ci ha raccontato per le stesse motivazioni che ha sottolineato la Collega, dott.ssa Rinella.

Lei infatti scrive: "Io vorrei tagliare il rapporto ma è come se mi trovassi rinchiuso in una morsa, nel senso che ho paura di quello che lei potrebbe fare, e cerco per questo sempre di assecondarla in un certo senso, ma sono purtroppo arrivato all' limite che non resisto più (senza contare il fatto che assecondare una persona è comunque sbagliato)."

Se non riesce a farlo da solo, è sensato che il problema da parte Sua che scrive sia qui e potrebbe farsi aiutare da uno psicologo psicoterapeuta di persona.

Cordiali saluti,

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

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dopo
Utente
Utente
Innanzitutto ringrazio per le risposte, e rispondendo ad entrambe le dr.sse:

Il rapporto è di amicizia e va avanti da circa due anni. E' un rapporto nato in una chat, che poi si è via via sviluppato con una frequentazione di persona. Nonostante il mio non interessamento, i motivi che mi hanno portato alla frequentazione di persona sono molteplici, e vanno dalle continue pressioni di lei, al fatto di volerle io stare vicino in un momento non bello della sua vita (situazione non facile a casa, e morte di suo padre). Se sul primo punto, con un attimo di lungimiranza in più, avrei potuto evitare la frequentazione, sul secondo punto, invece, non ne ho potuto fare a meno, perchè non sono mai riuscito a voltare le spalle a chi mi abbia chiesto aiuto, e neanche a chi non me lo abbia chiesto in modo esplicito. Nonostante l'età magari pecco di ingenuità, ma non avrei immaginato mai che il rapporto sarebbe potuto sfociare in questo. Io ho cercato di pormi in maniera diversa, come ho già detto prima, sia spiegandole che io non la vedo in modo diverso se non come amica, ma anche impuntandomi io nel non accondiscendere a tutte le sue richieste, ma tutto è stato vano.

Rispondendo alla dott.ssa Pileci, ammesso che sia io ad andare da un psicoterapeuta, non vedo come poi possa risolvere il problema dell'altra persona.

Grazie
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Gentile Utente,

forse non mi sono spiegata molto bene: questa ragazza ha indubbiamente dei problemi e questo mi pare pacifico.
Ma Lei (che scrive qui) dovrebbe domandarsi come mai è incappato in una situazione del genere, quando normalmente da persone del genere ci si tiene molto alla larga.
Essere generosi e voler aiutare gli altri va benissimo, ma va bene anche essere in grado di mettere dei paletti con gli altri, senza lasciarsi divorare dalle pretese altrui e/o dai propri sensi di colpa.
Quindi se Lei si rivolgesse ad uno psicoterapeuta, l'obiettivo NON sarebbe quello di cambiare o aiutare la ragazza a risolvere il problema, ma quello di aiutare Lei a gestire meglio la situazione e allontanarsi da questa relazione tossica, nella quale pare impantanato.

Gli altri ci trattano infatti come noi permettiamo di essere trattati...

Cordiali saluti,
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dopo
Utente
Utente
Come ci sono incappato ho cercato di spiegarlo nel messaggio precedente, però io non capisco come avrei potuto "stare alla larga da persone del genere" se la persona in questione non ha mai manifestato i "sintomi". A me è capitato di non essere stato corrisposto a mia volta ovviamente, e le persone in questione mi hanno concesso delle uscite, ma, come si suol dire, sono stato io ad allontanarmi quando ho "capito la sonata". Il consiglio della Dott.ssa Rinella, e cioè di essere più assertivo in realtà l'avevo già messo in pratica fin da subito, cercando di spiegare alla persona interessata in maniera pacata e gentile come stanno le cose e mi sono sempre comportanto, con le stesse modalità, di conseguenza. Io ripeto, ci potrei pure andare dallo psicoterapeuta, ma non vedo su quali "binari" questo potrebbe mettermi (i modi di chiudere un rapporto non penso siano tantissimi). L'unico mio "errore", se vogliamo, è stato quello forse di concedere troppo, di essere stato troppo permissivo (magari sperando in un allontanamento volontario da parte sua) ma ripeto, in ogni caso, non mi sarei mai aspettato reazioni di questo tipo da parte sua.
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Gentile Utente,

se Lei sta scrivendo qui non per se stesso ma per aiutare questa ragazza a cambiare, sta confermando di avere qualche difficoltà e di apparire ... onnipotente!
Lei non può cambiare questa ragazza; a dire il vero non può farlo nessuno, perchè non sta a noi cambiarla, ma è lei che deve giungere alla consapevolezza di avere un problema e di voler cambiare. Ma io dubito fortemente di questo e credo che per il momento questa ragazza sia molto lontano da questo traguardo...

Detto ciò il problema ritengo sia Suo (di Lei che scrive) perchè non appena ha conosciuto le modalità di questa ragazza non ha saputo tirarsi fuori velocemente e senza tornare sui Suoi passi.

Infatti, come Le è già stato fatto notare, non essere fermi nella decisione di svincolarsi, non fa altro che dare potere a questa ragazza che percepisce le Sue difficoltà e ne approfitta.

Allora, che cosa Le impedisce di chiudere veramente con questa ragazza? Il senso di colpa? Il desiderio di salvarla? altro...?

Dal momento che questa ragazza ha qualche bizzarria, mi pare che Lei non possa fare nulla, se non evitare di cedere ai ricatti di questa persona.
Se poi la ragazza dovesse continuare a darLe noia, Lei sa bene che lo stalking è un reato. Ma prima di questo, Lei ha l'opportunità di chiudere veramente, dal momento che sa che i modi per chiudere sono pochi...

Cordiali saluti,
[#7]
dopo
Utente
Utente
<<Allora, che cosa Le impedisce di chiudere veramente con questa ragazza? Il senso di colpa? Il desiderio di salvarla? altro...?>>

Senso di colpa riguardo al "infrangere un cuore" sicuramente no, anche perchè ripeto, è capitato diverse volte di non essere stato corrisposto, e do per scontato che se si presenta la situazione opposta, gli altri utilizzino la stessa "filosofia" che utilizzo io, o quantomeno, non arrivare a queste situazioni estreme. Il senso di colpa, o meglio, la forte preoccupazione ci sta nel momento in cui penso che potrebbe farsi del male. questo senso di colpa è giustificato? Io non voglio cambiare la ragazza.
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Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119 9
<cercando di spiegare alla persona interessata in maniera pacata e gentile come stanno le cose e mi sono sempre comportanto, con le stesse modalità, di conseguenza>
Evidentemente le stesse modalità non funzionano e poi tra l'altro lei continua ad assecondarla con i fatti, dunque come fa a sganciarsi?

Quale è il confine tra l'aiuto agli altri ( e qui tra l'altro occorrerebbero dei distinguo - quali altri ecc.)e i propri inviolabili diritti che lei in qualche modo sembra non riconoscersi? (dire di no e fare di conseguenza, ascoltare e seguire i suoi bisogni )
<L'unico mio "errore", se vogliamo, è stato quello forse di concedere troppo, di essere stato troppo permissivo > Permetta, toglierei il forse e aggiungerei anche il tempo presente, dato che si sta tuttora dibattendo in questa spiacevole situazione ( e da ben due anni!)

<ma non vedo su quali "binari" questo potrebbe mettermi> questo non lo può sapere fino a che non ha un incontro diretto, ma gli spunti che le abbiamo fornito a mio parere andrebbero approfonditi direttamente, relativamente sul suo modo di porsi con gli altri e sui presupposti che li guidano.

< non ne ho potuto fare a meno, perchè non sono mai riuscito a voltare le spalle a chi mi abbia chiesto aiuto, e neanche a chi non me lo abbia chiesto in modo esplicito> E' proprio su questo che la ragazza la tiene in pugno, facendo leva presumibilmente sui suoi sensi di colpa e del dovere. Ci rifletta

Cordialità
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dopo
Utente
Utente
Sicuramente, ripeto, mi rendo conto dei miei sbagli, e da questa esperienza comunque cercherò di fare tesoro per non ripetere gli stessi sbagli in futuro, ma da persona pragmatica quale sono mi chiedo: e ora cosa fare?

Dovrei spiegare a questa persona, con la stessa assertività che mi ha consigliato, che è meglio chiudere il rapporto, spiegandole anche i motivi, e successivamente farlo in maniera definitiva (e senza tornare indietro) anche con azioni importanti nel senso di "scomparire" magari cambiando numero di telefono se è necessario (per quanto nell' era dei Social network si è quasi reperibili ovunque), oppure dovrei evitare anche le spiegazioni, e scomparire del tutto?

Il messaggio che mi state inviando (ma magari sto mal interpretando io) mi sembra chiaro, e cioè: in una situazione del genere, ammesso che lei possa fare qualcosa, io non sarei ne direttamente e ne indirettamente responsabile. E' giusto o sto diciamo afferrando male?
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Gentile Utente,

se una persona decidesse di farsi fuori perchè viene lasciata da un'altra, paleserebbe di non stare affatto bene. E la responsabilità NON sarebbe la Sua (di Lei che scrive).

Ma è anche probabile che qui la questione sia una dinamica relazionale di MANIPOLAZIONE con l'utilizzo del "se mi lasci, mi ammazzo" che è una modalità molto teatrale ed inquietante. Quindi è comprensibile che Lei ne sia turbato, ma che tipo di responsabilità pensa di poter avere nelle decisioni altrui?

E' molto più probabile che questa ragazza abbia pienamente capito (perchè è disturbata ma non certo stupida!) che il Suo punto debole è questo senso di colpa. Allora è su questo punto debole che Lei deve farsi aiutare. Altrimenti non solo non riuscirà a sganciarsi da questa presenza, ma rischierà di incappare in un'altra relazione altrettanto soffocante. Ci pensi.

Cordiali saluti,
[#11]
dopo
Utente
Utente
Mi chiedo però perchè continuare a fare leva su un senso di colpa, costatando che dopo più di due anni non solo non gli esce niente, ma proprio perchè non è stupida, non dovrebbe capire che non fa altro che aggravare la situazione a suo svantaggio?

Oppure gli basta solo la mia presenza, e quindi avendo trovato il modo, si limita solo a quello?
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Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119 9
Perché continua a focalizzarsi sulla ragazza anziché su quello che fa lei?
<non dovrebbe capire che non fa altro che aggravare la situazione a suo svantaggio?> Capisce che è il modo per trattenerla (che è quello che conta evidentemente, almeno per ora date le illusioni che si farebbe) quindi ribalti magari la domanda, perché lei si fa trattenere dai sensi di colpa?

Si mette in trappola da solo in questo modo. Nessuno la può tenere in gabbia, è lei stesso che continua a starci, perdoni la franchezza.
Nessuno può obbligarla a fare ciò che lei non vorrebbe fare.

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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Gentile Utente,

possono essere vere entrambe le ipotesi che Lei fa qui, ma ancora una volta -per il Suo bene- vorrei spostare il focus dalla ragazza a Lei.

Perchè in realtà il gioco di ricatto emotivo sta riuscendo, dal momento che Lei non riesce a chiudere. Si focalizzi su questo e su quali soluzioni implementare con fermezza.

Cordiali saluti,
[#14]
dopo
Utente
Utente
Quindi l'interpretazione che diciamo avete dato da queste poche informazioni (lo dico perchè mi rendo conto che si tratta di un consulto online con tutti i limiti del caso) è che il suo sia un atteggiamento studiato a tavolino che non un atteggiamento "inconscio" come una sorta di vittimismo di cui nemmeno lei si rende conto, cioè mi state dicendo che il "caso clinico" (se cosi lo posso chiamare) è di una persona ben cosciente di quello che sta facendo?