Ansia?

Gentili medici,
Il punto di domanda inserito nell'oggetto del consulto è indicativo dell'ambiguità del problema.
Sarò breve: da circa un anno e sei mesi soffro di un'infiammazione della zona anale, nonché di attacchi di proctalgia fugace notturna, bruciore, al punto da non poter più passeggiare, se non a ritmi bassissimi, a tarda sera. Ho effettuato tre visite proctologiche, le ultime due diagnosi concordi su un punto: che a livello clinico non c'è nulla, e che il problema va cercato altrove (di fatto avrei la muscolatura perianale troppo tesa, e questo, nel corso del tempo, avrebbe causato stipsi, infiammazione, e tutta la sintomatologia che trovate in uno dei consulti che ho aperto nell'apposita sezione, credo basti guardare nel mio profilo). Aggiungo che negli ultimi quattro giorni il problema si era presentato anche nella zona dei genitali, ma la sintomatologia era così oscura che andrebbe prima accertato il nesso diretto.
L'ultima visita proctologica risale al 3 dicembre 2013. Ho sempre rifiutato categoricamente che una simile patologia, che dura da tutto questo tempo e mi ha reso la vita un tormento (con tutto il rispetto per chi sta peggio di me), potesse avere un'origine psicosomatica, ma oggi, in seguito all'episodio di ieri, ho definitivamente accettato anch'io la diagnosi dei medici che mi hanno visitato.
Ieri me ne stavo bello tranquillo al computer, come adesso, pronto per pranzare, quando a un certo punto ha incominciato a girarmi la testa, così forte che ho dovuto accasciarmi al suolo, le mani rigide, il formicolio ovunque, l'impossibilità di respirare. Insomma, un attacco di panico. In pochi minuti era tornato tutto alla normalità, ma i miei genitori hanno insistito affinché mi recassi in ambulanza al pronto soccorso. Giunto sul posto, dopo pochi istanti ho avuto un secondo attacco di panico. Mi hanno fatto respirare in un sacchetto e mi hanno iniettato un tranquillante, poi è passato tutto. Il medico dell'ospedale mi ha prescritto 10 gocce di Lexotan per 20 giorni, ma prima di assumerle ho preferito aspettare, trattandosi di psicofarmaci.
Quello che vi chiedo è, allo stato attuale, da quale specialista mi dovrei recare? Da uno psicologo? Da uno psichiatra? In famiglia più persone, parlando per propria esperienza, mi hanno spinto nella direzione dell'omeopata, anche per non farmi assumere psicofarmaci in giovane età, ma su internet ne ho lette di tutti i colori in materia. Qual è la vostra posizione ufficiale sull'omeopatia? Si tratta di un mero placebo?
Lasciando da parte per un momento la questione dell'attacco di panico, che sicuramente contribuisce a delineare il quadro, la domanda più importante è: come si comportano gli psicologi di fronte a disturbi come quello illustrato all'inizio, quello della zona anale? Come si fa per accertare che l'origine di quella odiosa infiammazione sia di natura psicologica? E come si agisce?

Vi ringrazio molto per l'attenzione
Cordiali saluti
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Dr. Francesco Mori Psicologo, Psicoterapeuta 1.2k 33 31
Gentile utente,
il fatto che il suo stato fisico sia ottimale mentre continuino ad esserci problemi somatici, mi sembra un ottimo indicatore di una diagnosi "psicosomatica". In ogni caso alcuni professionisti utilizzano dei test per questo tipo di valutazione.
I problemi somatici hanno, solitamente, un legame con conflitti di cui l'individuo non ha piena coscienza e che di conseguenza, non potendo essere verbalizzati, vengono "scaricati" su alcune zone corporee.
Ritengo di conseguenza opportuno un consulto psicologico, il che non esclude un lavoro in tandem con lo psichiatra.

Restiamo in ascolto

Dr. Francesco Mori
Psicologo, Psicodiagnosta, Psicoterapeuta
http://spazioinascolto.altervista.org/

[#2]
dopo
Utente
Utente
Gentile Dr. Mori,

La ringrazio per la risposta tempestiva. Probabilmente la mia domanda sarà stupida, ma quali sono i criteri con cui individuare lo psicologo a cui rivolgersi? Non mi era mai capitato prima d'ora di doverlo fare. Tutti quanti mi spingono da questa dottoressa che cura con l'omeopatia, ma avendo letto che questo tipo di terapia costituirebbe nient'altro che un placebo, partirei prevenuto. Lei cosa ne pensa?
Grazie ancora
[#3]
Dr.ssa Valentina Sciubba Psicologo, Psicoterapeuta 1.6k 38 9
Gentile utente,
non credo sia corretto che lo psicologo possa dare pareri su branche della medicina seppure non convenzionali; d'altra parte ritengo che vadano tenuti ben distinti i campi di azione dello psicologo e del medico.

Nulla vieta ed anzi è consigliabile che per i disturbi psicosomatici il paziente si affidi sia al medico che allo psicologo e ciò mi sembra la cosa più sensata dal momento che vari medici le hanno indicato una genesi psicosomatica del disturbo.
Tenga ben presente che il medico, a meno che non abbia anche la laurea in Psicologia non è uno psicologo e non può vicariarne le funzioni, neppure un medico omeopata.
Per la cura dei disturbi psicosomatici vale quanto le ha detto il collega, anche se spesso non c'è bisogno dello psichiatra quanto del medico di base o di altre specialità.
Per la scelta dello psicologo psicoterapeuta le conviene orientarsi verso professionisti che si occupano di salute e psicosomatica, anche se, come le diceva il collega l'importante è capire e curare le problematiche psicologiche che sostengono il disturbo e ciò può essere fatto da qualunque psicologo psicoterapeuta.

Valentina Sciubba Psicologa
www.valentinasciubba.it Servizi on line
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Disturbi psicologici e mente-corpo

[#4]
dopo
Utente
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Gentile Dr.ssa Sciubba,

Tutto molto chiaro, la ringrazio. Qui nella mia zona non saprei bene come effettuare la ricerca, ma forse il medico di famiglia saprà darmi qualche indicazione approfondita.
Cordiali saluti

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