Crisi coppia causa infertilità

Buongiorno,
sono sposata da 6 anni ed alle spalle ho due aborti spontanei. Io e mio marito stiamo tentando di avere una nuova gravidanza ma invanamente.
Mi sono sottoposta a più accertamenti, misuro la temperatura basale, faccio gli stick per l'ovulazione, assumo i farmaci. Una tortura cinese unita al fatto che mio marito continua a chiedermi: "hai preso il farmaco? quant'è la temperatura? lo stick di ovulazione è positivo?". Ieri sono scoppiata e gli ho detto che non ne posso più, voglio vivere la mia vita serenamente e che, cercando la gravidanza, ora mi sento come un animale da riproduzione. Affermazione forte, ma per me la ricerca del figlio è diventata allucinante.
Risposta di mio marito: "non è colpa mia, non ti ho mai chiesto io di fare tutte queste cose, è stata una tua scelta, credi solo tu di avere problemi e di avere persone che ti rompono le scatole".
Capito: sono cornuta e marziata.
Io ho risposto che ora in poi cercherò di condurre la mia vita nel miglior modo.
Da una parte mi assilla con le domande perchè vuole un figlio, però dopo sono io la stupida che si stressa da sola.
Cosa devo fare? Io non ne posso più, sono tentata di rompere.
Grazie e distinti saluti.
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Dr. Francesco Mori Psicologo, Psicoterapeuta 1.2k 33 31
Gentile utente,
credo che non riuscire a dare un figlio ed avere un figlio con la persona che si ama, si una prova molto difficile da affrontare per una giovane coppia.
È possibile che si sia innescato un circolo vizioso di colpe e "rinfacciamenti", i quali hanno finito con l'allontanarvi.
È importante che se lei non se la sente più di continuare con le cure e le eccessive attenzioni alla sua fertilità, lo faccia presente chiaramente a suo marito.
Le invio un link, in cui elenco le caratteristiche di un rapporto duraturo:
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/3813-che-cosa-rende-le-relazioni-stabili-caratteristiche-di-un-rapporto-duraturo.html
Spero possa esserle utile

Restiamo in ascolto

Dr. Francesco Mori
Psicologo, Psicodiagnosta, Psicoterapeuta
http://spazioinascolto.altervista.org/

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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Gentile signora,

in questo delicato momento vi è stato consigliato un sostegno psicologico (dal ginecologo o anche dal medico di base), proprio per poter affrontare e gestire meglio queste tensioni?

Ritengo sia importante, perchè -se provasse a rileggere il Suo post con lucidità- potrebbe rendersi conto che la tensione c'è da entrambe le parti, soltanto che, anzichè lavorare insieme come foste in una stessa squadra, vi attaccate e reagite l'uno all'altra.

Che cosa ne pensa?

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

[#3]
dopo
Utente
Utente
La ringrazio per la risposta.
Ieri sera, infatti, ho fatto presente d'essere stanca nell'accanimento nei miei confronti e cosa ho ottenuto? Risposta di mio marito: "non devi dare la colpa a me, non sei l'unica ad avere problemi ed avere persone che ti infastidiscono". In poche parole davanti ad una mia richiesta ho ottenuto una risposta aggressiva e difensiva.
Io ho fatto un sacco di esami e prelievi di sangue, assunto medicinali che mi hanno fatto anche male. E lui perchè non si è sottoposto ad un esame prescritto da un andrologo? Forse perchè si mette in gioco la sua virilità maschile.
E poi la sua famiglia. Persone superbe. So per certo che addossano a me la colpa degli aborti. Abbiamo anche parlato con i genitori di mio marito in merito ad una possibile adozione. Risposta del padre: "non portatemi a casa un NEGRO, ma siete tutti e due d'accordo? (già perchè sono sempre IO quella che obbliga il figlio), ma siete sicuri che gli assistenti sociali vi reputino adatti ad adottare un figlio?" Insomma tutte domande/affermazioni deleterie. Io ho imparato che i genitori siano persone che ti danno una mano, cosa che devono fare anche i figli.
E poi i miei cognati. Uno che dopo due mesi dall'aborto fa questa battuta davanti a noi: "non so che cosa aspettino quei due ad avere un figlio".
Oppure la cognata verso la figlia di 3 mesi che tenevo in braccio: "dalle un pugno, tirale i capelli".
Io non sono stata abitata a vivere così, ma nella mia pazzia mi sembrano che siano una manica di matti. Scusi per l'affermazione, ma io credo che bisogna che stia lontana da loro il più possibile e mio marito non apre bocca. Anzi tace anche quando la cognata lo insulta con parole tipo cretino o stupido.
Distinti saluti.
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Gentile signora,

è vero che l'esempio genitoriale vicino al quale siamo cresciute è decisamente importante, ma mi chiedo dove sia quella complicità e collaborazione tra Lei e Suo marito.

Anche prima di affrontare questa difficoltà la vostra relazione era soggetta ad interferenze dall'esterno?

Com'è la Sua famiglia d'origine? I Suoi genitori di che parere sono?

Mi pare di capire che Suo marito non sia collaborativo neppure nel sottoporsi ad esami medici per accertare/escludere patologie... Secondo Lei come mai? é solo per la propria virilità come scrive sopra?

Lei ha vissuto male questa risposta: "non è colpa mia, non ti ho mai chiesto io di fare tutte queste cose, è stata una tua scelta, credi solo tu di avere problemi e di avere persone che ti rompono le scatole".
Secondo Lei non è possibile che Suo marito sia mortificato per la situazione? Non ne avete mai parlato sinceramente tra voi?

E' per questa ragione che un aiuto professionale potrebbe essere molto utile sia per evitare fraintendimenti, sia per portare (o riportare) la vostra relazione su un piano più cooperativo possibile, in maniera tale da lasciare fuori intromissioni poco gradite e poter prendere voi tutte le decisioni che riterrete opportune.

Cordiali saluti,

[#5]
dopo
Utente
Utente
Egr.a Dott.ssa Angela Pileci,
i miei genitori mi hanno dato sempre libertà d'agire. Certo mi hanno consigliato, ma essi sono del parere che la vita è mia e devo agire/ragionare con la mia testa, anche sbagliando.
Mi confido maggiormente con mia mamma la quale mi risponde in merito al mio rapporto di coppia di parlarne con mio marito.
Io l'ho fatto, ma quasi sempre lui si inalbera. Allora mi conviene stare zitta e fare quello che voglio. E' brutto da dire, ma è così. Se io gli dico qualcosa in più si arrabbia, mentre con altre persone non fiata (cognati) anche se riceve offese. Io sono stata abituata a riprendere indistintamente chiunque mi faccia del male.
Ora vorrei porLe io gentilmente una domanda: da quello che Le ho scritto, e che è vero al 100%, in merito al padre di mio marito, cosa ne pensa Lei?
Per me i genitori ed i fratelli di mio marito considerano poco e malamente il proprio parente (mio marito), e con esso anche me, solo che io rispetto ed esigo che gli altri rispettino me! Vorrei vedere se io provassi ad insultarli: per la serie tocchiamo ma non dobbiamo essere toccati.
Per me di fondo c'è questo problema: mio marito si è sposato, ma dopo essersi fatto una nuova famiglia ha ancora principalmente nei suoi pensieri i genitori ed i fratelli. Mio marito deve fare questa e quella commissione per i genitori, ma dove sono gli altri due fratelli? Glielo dico io, a divertirsi o ad occuparsi della propria famiglia giustamente.
Il seme, come un figlio, va piantato, ma va anche coltivato con amore e costanza. Io non trovo questa costanza, perchè c'è sempre la sua famiglia di mezzo che comanda, in particolare la madre. Le riporto solo un'affermazione fatta dalla suocera in merito ad una questione della nipotina di 3 mesi rivolta alla madre della stessa nipotina: "che si arrabbi pure, ma salto fuori io e le impedisco ...". Ha capito? Grazie e scusi per lo sfogo.
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Gentile signora,

quando Lei scrive: "Io l'ho fatto, ma quasi sempre lui si inalbera. Allora mi conviene stare zitta e fare quello che voglio..." e quando racconta tutto ciò che accade nella relazione con Suo suocero, suocera e cognati e soprattutto la reazione di Suo marito, ritengo si debbano modificare le dinamiche di relazione perchè è molto probabile che le relazioni tra voi siano malate e disfunzionali, indipendentemente dal problema del figlio.

In altre parole, qualora voi aveste già un figlio, è probabile che queste problematiche sarebbero ancora presenti. Forse questo problema tra voi per il bimbo che tarda ad arrivare non fa altro che accentuare gli attriti, ma ritengo debba essere ugualmente affrontato e risolto.

Se però Lei vede che Suo marito si inalbera quando Lei parla con lui ( e bisognerebbe capire come si pone Lei...magari in modo troppo diretto o, sentendosi ferita, a sua volta in modo aggressivo, ecc...), sarebbe opportuno ammorbidire un po' i toni per evitare inutili conflitti e fare in modo che la comunicazione sia facile. In altre parole è importante che Lei riesca proprio a trasmettere il messaggio che vuole trasmettere e non altro.

Cordiali saluti,
[#7]
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Utente
Utente
Quando mi viene posta una domanda io rispondo e non sono io di certo una persona attacca briga, ma capirà che è mio diritto difendermi nel momento in cui vengo lesa: la libertà propria finisce quando inizia quella altrui. Grande e sacra verità.
Mi scusi se continuo a replicare, ma Lei non pensa che quando due persone si sposano è per creare una nuova famiglia?
E' dovere pensare ai propri genitori, ma a me sembra che mio marito sia concentrato in modo maggiore a quella d'origine. Perchè deve sempre essere lui a risolvere i problemi, non esistono anche altri due figli?
Alla base di tutto per me è il diverso trattamento di mio marito rispetto agli altri due fratelli. Quest'ultimi hanno una giusta vena di egoismo, mentre mio marito è il servetto di tutto. Deve pensare anche ai problemi di suo nipote più grande. Ma dove sono i suoi genitori. E' giusto aiutare, ma non essere un servo.
Ecco che puntando la mente altrove si perde di vista i problemi sotto il naso e quelli personali, ovvero quelli della nuova famiglia.
Le chiedo anche: secondo Lei perchè mio marito non risponde a tono agli insulti?
Secondo me perchè ha paura essendo sottomesso da tutti, poi gira la sua frustazione nei miei confronti. Troppo facile.
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Gentile signora,

non deve scusarsi per le repliche: il servizio di questo sito è nato proprio per fare chiarezza e cercare di orientare l'Utenza.

Quello che vorrei farLe capire è che non è proprio automatico nè ovvio che dopo il matrimonio vada tutto liscio. Le difficoltà ci sono.

Lei scrive: "E' dovere pensare ai propri genitori, ma a me sembra che mio marito sia concentrato in modo maggiore a quella d'origine". Come mai accade questo secondo Lei? Perchè Suo marito non si svincola dalla famiglia d'origine?
E soprattutto: Lei - INVOLONTARIAMENTE- contribuisce a tutto ciò, cioè a mantenere questo equilibrio?

Per questa ragione sarebbe opportuno rivolgersi ad uno psicologo psicoterapeuta, perchè mi pare che l'infertilità di cui ci parla abbia solo accentuato delle dinamiche famigliari già presenti e da correggere.

Saluti,
[#9]
dopo
Utente
Utente
La ringrazio per la risposta.
Perchè mio marito non si svincola dalla famiglia d'origine? Perchè: 1) ha paura dei genitori che sono anziani e, quindi, abituati ad educare i figli in modo rigido; 2) gli altri due fratelli fanno orecchie da mercante. Si pensi che mio marito programma le ferie nel periodo in cui il padre ha bisogno di una mano maggiormente. Perchè non potrebbe utilizzare questi gg per farsi una vacanza con la moglie? Ha già prenotato le ferie per lo stesso periodo di ogni anno, ovvero per lavorare alle dipendenze del padre. Io cosa devo fare. Ne ho parlato e lui mi ha detto che non vuole abbandonare i genitori. Non si tratta di abbandonare, si tratta di dare più spazio alla propria di famiglia. Lavoriamo da Lunedì a Venerdì, ogni Sabato pomeriggio deve andare a dare una mano al padre. E gli altri fratelli? Giustamente sono a casa e in tranquillità si godono la famiglia e fanno i lavoretti in casa.
Secondo me siamo davanti ad un regime dittatoriano. Le sembra corretto che un padre metta la mani già avanti affermando che non vuole NEGRI in casa SUA. Sì, ha letto bene l'aggettivo possessivo: SUA. E' tutto di proprietà del figlio secondo loro, la casa certamente ma non i mobili che anch'io ho comperato. Le sembra corretto da parte di mio marito e della sua famiglia pormi davanti ad un fatto compiuto per fare vedere l'appartamento arredo e NON invitare i miei genitori? Solo dopo la visita di perlustrazione mio marito mi ha detto di andare a chiamare i MIEI di genitori al che io ho risposto di NO. Le sembra NORMALE essere per strada insieme a mia madre e vedere che il fratello di mio marito e la ragazza ti ridono dietro come matti? Quanta superiorità non crede?

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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Gentile signora,

come Le ho già detto le dinamiche in questa famiglia si sono stabilizzate in un certo modo e quindi ciò che Lei scrive è una diretta conseguenza.

Se Suo marito si spostasse dal ruolo che ha adesso (accuditore dei genitori e aiutante nei lavori di famiglia), i Suoi cognati sarebbero costretti a sostituirlo -anche parzialmente- così come Suo suocero, che probabilmente dovrebbe organizzarsi, in mancanza di altra forza lavoro, con altri dipendenti.

In tale circostanza mi pare anche piuttosto ovvio che tutti stiano cooperando per mantenere queste dinamiche, ma la cosa più incredibile è che lo sta facendo anche Lei con il Suo atteggiamento.

Nel puntare il dito su cosa fanno gli altri, infatti, dimentica di vedere ciò che fa Lei: questo atteggiamento non fa altro che generare altra rigidità in tutti gli altri.

Si faccia aiutare da uno psicologo psicoterapeuta per evitrare che la situazione, già compromessa, possa degenerare. Inoltre se ci sono aspetti che Lei non gradisce, è fondamentale ciò che FA e non quanto si lamenta con Suo marito o quanto punta il dito.

Cordiali saluti,
[#11]
dopo
Utente
Utente
Anche Lei mi rimprovera di lamentarmi.
Il problema è che con mio marito non mi lamento più perchè è tempo sprecato.
Ho fatto presente con lui della situazione di sfruttamento in cui versa, ma non c'è più sordo di non vuole sentire. In poche parole mi ha fatto capire che NON vuole cambiare la situazione, e naturalmente gli altri due fratelli si adeguano. Fanno bene a sfruttare il lavoro del fratello, loro ne traggono solo benefici.
Quindi per cortesia non mi si incolpi di non fare, perchè contro il muro di cemento ho già battuto la testa e non si può fare nulla. Le ho già scritto: la mentalità di quella famiglia è da DITTATURA. Anzi di più perchè offendono anche: cornuti e marziati.
Come può capire sono persone toste, ottuse e testarde. Anch'io sono testarda ad un certo punto io non ce la faccio più a lottare contro persone ignoranti. Già, perchè devono essere gli stessi genitori a far muovere il sedere anche agli altri due figli. Quindi che vantaggi avrei io di apparire ai loro occhi come ulteriore rompi scatole? Non mi resta che stare alla larga da loro. Credevo che mio marito l'avesse capita, ma la cosa non cambia. Lui non vuole curare la sua famiglia, allora la sua famiglia, che sarei io, si allontana. E' una cosa naturale. Io non sono il tipo "tutta apparenza e poca sostanza". Non sono razzista per il colore di pelle della gente come il padre di mio marito. Visto che tale signore è bigotto, vorrei sapere se in Chiesa alla Domenica trovando un prete di colore a celebrare la messa resterebbe in Chiesa o se ne andrebbe! Naturalmente resterebbe in Chiesa, ma non basta predicare bene bisogna anche razzolare bene.
Spero di avermi spiegata. Lo so che sembro una lagna, ma alla fine le lamentele sono basate sulla verità ed ora conduco la mia vita senza avere tanti rapporti con loro. Per me i parenti di mio marito sono degli sconosciuti arroganti, vivi e lascia vivere.
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
"Anche Lei mi rimprovera di lamentarmi"

A dire il vero sto cercando di farLe prendere un po' le distanze dalla situazione, decentrando, per poter vedere in maniera più lucida tutto l'insieme, ma come vedo Lei è talmente invischiata in queste dinamiche da non riuscire a capire.

A parte che non ho nessun interesse a rimproverarLa e Lei non è una bambina che deve essere rimproverata; soprattutto non è nè il mio compito nè il mio ruolo.

Detto questo, Lei insiste nel sottolineare che è circondata da dittatori (per usare un Suo termine): va bene, ne prendiamo atto, ma che cosa si può fare per fare in modo che la situazione non si rafforzi ulteriormente e non degeni?

Soprattutto Lei dice: "Ho fatto presente con lui della situazione di sfruttamento in cui versa, ma non c'è più sordo di non vuole sentire..."
Ok, Lei ha DETTO a Suo marito che pensa che lui sia uno che viene sfruttato dal papà... che effetto si aspettava di ottenere? Se quelle dinamiche famigliari sono molto radicate e rigide, non crede che Suo marito faccia fatica (come chiunque al posto suo) a cogliere un punto di vista così radicale e diverso da come egli fin qui si è raccontato o ha pensato alla propria famiglia?
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dopo
Utente
Utente
E' sacrosanto che ogni famiglia abbia il proprio modo di fare e pensare, sono la prima ad ammetterlo. Ma per questo motivo non è permesso offendere o trattare dall'alto al basso chi non la pensa nello stesso modo.
Io ho modi diversi di pensare ed agire, ma per questo motivo non mi sono mai permessa di offendere a quattr'occhi una persona, oppure ridere sulle disgrazie altrui in presenza sempre dell'interessato.
Per me qui subentra l'intelligenza, perchè secondo me i familiari di mio marito sono come dei cavalli con i para occhi: quello che è ok per loro va bene, mentre lo stile di vita altrui è down.
Ecco perchè parlo di dittatura, e cosa devo fare io da sola contro una dittatura? Non mi resta che stare alla larga, non sono della loro stessa specie.
Trova normale da parte dei genitori di mio marito andare a chiedere informazioni circa il reddito (possesso di casa propria e di terreni) ed il livello di religiosità della mia famiglia ancora quando io e mio marito eravamo fidanzati e dopo avermi conosciuta? Se i suoceri si ritengono tanto credenti, perchè poi fanno del razzismo?
Per me sono delle persone tutta apparenza e poca consistenza.
Ripeto io non cerco i problemi, ma se qualcuno mi pesta i piedi...
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Gentile signora,

gli altri ci trattano come noi permettiamo loro di trattarci e quindi è per questo che Le dicevo che parte del lavoro spetta a Lei; Le era stato detto anche qui: https://www.medicitalia.it/consulti/psicologia/292641-rapporti-con-i-parenti-del-marito.html in passato.
Se prova a spegnere il pc e a rileggere la conversazione tra qualche giorno, si renderà conto che quella che soffre e che è rancorosa è Lei.
Per questa ragione non riesce ad affrontare con efficacia i problemi.
E quelli che può risparmiarsi, se li risparmi, non trova?

Lasci perdere i Suoi suoceri e il rancore che prova per loro (se rilegge tutto, si accorgerà che li nomina sempre): si occupi di come far funzionare la relazione con Suo marito :-)

Cordiali saluti,
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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Gentile Utente,
Le allego una lettura che potrebbe aiutarla a riflettere, la legga e, se desidera, ne riparliamo

https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/1839-infertilita-coppia-psiche-e-sessualita.html

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

[#16]
dopo
Utente
Utente
Ringrazio ancora per le cortesi risposte.
Vorrei sottolineare quanto segue:
1) in generale è doveroso avere pazienza, perchè tutti sbagliamo. Con le persone io tento vari approcci, ma se dopo vari fallimenti vedo che la persona che ho davanti vuole rimanere sempre nel suo guscio o seduta sul suo alto trono, io getto la spugna e lascio stare. E tutto qui va bene per me, non sopporto però chi unisce l'atteggiamento sopra descritto alla cattiveria di qualsiasi tipo. Non capisco perchè in una normale conversazioni bisogna sempre fare battute di cattivo gusto. Con questo tipo di gente mi sarà permesso di allontanarmi e di non avere un buon occhio?
2) secondo me il problema più grande è mio marito, che, pur essendo lui stesso offeso direttamente, non ha nulla neanche per calmare l'impeto di QUALSIASI persona che manchi di rispetto a me. Così alla fine passo sempre io da quella che litiga, perchè lui sta zitto e non ha problemi. Semplice la cosa, ma con questo tipo di furbizia si va poco avanti. Mi sembra che abbia una doppia vita: quando è con me ha un modo di fare/pensare, quando è con le altre persone cambia a seconda di chi ha davanti. In generale, comunque, mi sembra che mio marito tenda a assumere un atteggiamento di sottomissione.
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
"...secondo me il problema più grande è mio marito, che, pur essendo lui stesso offeso direttamente, non ha nulla neanche per calmare l'impeto di QUALSIASI persona che manchi di rispetto a me. Così alla fine passo sempre io da quella che litiga..."

Infatti, signora, il nocciolo è questo: Lei può evitare i Suoi suoceri, ma deve salvaguardare il Suo matrimonio.

E' per questa ragione che, già nel consulto precedente, Le era stato suggerito un aiuto psicologico: questo non significa che Lei abbia torto, ci mancherebbe, ma è indispensabile fare in modo che non si creino più problemi inutili, non crede?
[#18]
dopo
Utente
Utente
Certo che bisogna evitare che si creino problemi inutili.
Ma crede che mio marito sia favorevole ad andare da uno psicologo?
Secondo me no.
Le cose per lui sono sempre semplici, si può rimediare facilmente a tutto.
Vecchia mentalità... come Le avevo già scritto... e tutto va tenuto sotto la direzione di persone più anziani (hanno voluto persino la chiave di casa anche se io con mio marito ho manifestato il diniego).
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Faccia Lei il primo passo, rivolgendosi ad uno psicologo di persona: potrebbe discutere col collega di eventuali strategie comportamentali per arginare alcuni comportamenti.

Poi, se fosse il caso di coinvolgere Suo marito, sarà il collega a valutare.

Le faccio tanti auguri per tutto.
Cordiali saluti,
Ovulazione

L'ovulazione è la fase del ciclo mestruale in cui la donna è fertile, ossia quando l'ovocita viene rilasciato nelle tube e può essere fecondato: tutto quello che devi sapere.

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