La sicurezza di tornare nel mio nido

Un anno fa ho intrapreso una relazione coniugale con una donna,relazione che ha posto fine sia al suo matrimonio che al mio (non abbiamo figli).Non sto a descrivere cosa non andasse nel mio matrimonio perche' ci sarebbe da aprire un consulto a parte come ho gia' fatto.Ovviamente nonostante io e questa donna ci siamo ritrovati subito affini ed innamorati e abbiamo finalmente potuto darci cio' che i nostri matrimoni non ci hanno dato il mio senso di colpa nei confronti della mia ex moglie era devastante e tutt'oggi sono in terapia da uno psicologo. I progressi ci sono ma ogni tanto mi ritrovo impantanato.Questa donna ora aspetta un figlio da me e la felicita' e' davvero grande per entrambi,come se le tessere di un mosaico prendessero finalmente il loro posto. Vivo pero' ancora nel mio appartamento che reputo il mio "luogo sicuro".Con questa donna facciamo piani per il nostro futuro e presto io mi trasferiro' da lei(casa piu' grande),tuttavia nonostane io stia benissimo con lei la sera e' per me una sicurezza il poter tornare nel mio appartamento ( weekend a parte) e stare li in solitudine,anche se e' vero che ieri parlando le ho detto " quando torno a casa" riferito alla casa sua dove siamo noi,ed e' stato molto bello.
Casa mia e' l'appartamento in cui ho vissuto con mia moglie ma questo non vuol dire nulla,mia moglie ci abito' e basta,non la visse mai come casa sua e questa fu una delle cose che mino' la nostra unione. Insomma mi spaventa questa mia "ancora di salvezza",questo mia costante voglia di avere una via di fuga,nonche' mi genera degli ulteriori sensi di colpa visto che ora la mia compagna e' incinta e non dovrei assolutamente avere queste sensazioni. Va detto che la mia situazione coniugale dal punto di vista legale ancora non e' chiara in quanto dopo oltre 10 mesi mia moglie e' sparita e non da alcuna risposta alle richieste amichevoli telefoniche e ora scritte del mio avvocato,costringendomi ora a passare a vie giudiziali. Tutto cio' per me e' fonte di grande rabbia e frustrazione. Certi giorni sono felice e mi ritrovo a casa della mia compagna a prendere le misure per quando portero' i miei mobili,poi arrivo a casa mia la sera e di colpo mi sento in realta' sicuro,anestetizzato da tutto e tutti,nel piu' totale silenzio e relax mentale. Non ne ho ancora parlato con il mio terapeuta,forse mi sento troppo in colpa nei confronti della donna che dara' al mondo mio figlio. O forse perche' ancora mi sento in colpa verso una moglie che nonstante tutto in 8 anni di unione non mi ha dato nulla,non ci siamo dati nulla,perlomeno nulla con cui si potessero' costruire le solide basi per un unione di qualita',con i conseguenti risultati.
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Gentile Utente,

come mai non ne ha ancora parlato con il terapeuta, che La consoce e può certamente dare indicazioni più precise delle nostre?

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

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Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119 9
Gentile Utente,
sarebbe davvero importante che ne parlasse con il suo terapeuta, dato quanto parrebbe ancora trascinarsi sensi di colpa rispetto alla fine del suo matrimonio e ora anche verso la donna dalla quale aspetta un bambino.

Le modalità che hanno caratterizzato la fine del suo matrimonio come descritte nel suo precedente consulto e l'atteggiamento attuale di sua moglie, credo contribuiscano ai suoi vissuti attuali e non le consentono probabilmente di ricostruire la sua vita con serenità. Quanto ancora non elaborato in merito necessita di uno spazio nel suo percorso terapeutico proprio per riuscire a vivere in migliore pienezza e senza carichi il suo rapporto attuale. Ancora più importante per vivere con serenità il prossimo lieto evento, libero da ombre di un passato che comunque sembra averla lasciata con la bocca amara.

I migliori auguri

Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it