Ansia, derealizzazione, agorafobia e panico

Salve a tutti... ho un grande bisogno di aiuto.
Sono una ragazza di 22 anni e ho sempre svolto una vita normale ma sono sempre stata una persona ansiosa. Da qualche mese la mia vita non è più la stessa: tutto è cominciato con episodi sporadici di derealizzazione (soprattutto in strada o in treno o comunque in luoghi affollati e aperti) sin da quando avevo 16 anni. Oggi so cosa sia la derealizazione ma al tempo, essendo piccolina, non sapevo spiegare questi momenti e l'unica domanda che mi facevo era "ma sto vivendo?" (in quei momenti di grandissimo distacco e confusione). Tutto è peggiorato a dicembre scorso quando mi trovavo in autostrada in macchina e ho avuto un attacco di panico molto forte: tachicardia, mani fredde, bocca secca, forte tremore intermittente nonostante non avessi freddo e senso di svenimento e ricordo che in quel momento l'unica cosa a cui riuscivo a pensare era "sono in autostrada, troppo lontana da un ospedale, se sto male nessuno può soccorrermi". Ho cominciato a stare bene solo quando dopo diverse ore sono tornata a casa (sono stata per circ 2 ore in quelle condizioni e non ho voluto farmi portare al pronto soccorso). Da quel giorno gli attacchi di panico sono diventati frequenti, insieme alla derealizzazione (che ormai provo ogni volta che esco di casa e, raramente, anche a casa), tanto da non riuscire più ad andare a lavoro. Il mese scorso a San Valentino sono uscita con il mio ragazzo, nonostante avessi paura di andare in macchina e allontanarmi troppo per paura di un novo attacco di panico e, difatti, ne ebbi uno molto forte tanto da dovermi recare al pronto soccorso (esito: attacco d'ansia reattiva). Da febbraio quindi ho paura di uscire di casa, riesco a fare davvero pochissime cose (fare la spesa al supermercato sotto casa e andare dal medico di famiglia). Non vado più a casa del mio ragazzo, non esco più a divertirmi e quando vado a fare la spesa ho sempre un fortissimo senso di derealizzazione. Mi sento completamente distaccata dalla realtà, come se non ne facessi parte, come se stessi in un sogno, come se non fossi davvero "lì" in quel momento. Questa sensazione mi TERRORIZZA perchè ho paura di non tornare ad avere di nuovo un contatto normale con la realtà (inoltre ho tantissima paura di morire o di avere un tumore al cervello dal momento che mi sento così strana e "lontana"). Quando sono in casa sto bene ma durante la giornata in alcuni momenti provo una grande angoscia, come se tutto si oscurasse, come se mi sentissi "spacciata" e non avessi più nulla per cui vivere. Sono stata dalla psicologa e venerdì comincerò delle sedute di psicoterapia ma quando ho incontrato la dottoressa (già due volte per colloqui) è come se lei non avesse dato molto peso alla mia derealizzazione. Secondo voi posso guarire? Preciso che sono contro i farmaci, so che creano dipendenza e ho paura che mi causino effetti collaterali (anche perchè ho exstrasistoli e ho paura di infarti o arresti cardiaci) quindi non li prenderò. Spero possiate aiutarmi... grazie mille in anticipo.
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Dr. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta 4.6k 51
Gentile Utente,

si è rivolta ad una psicologa o ad una psichiatra?
Le sono stati prescritti farmaci?
Come mai sente il bisogno di chiedere un consulto se si è già rivolta ad uno specialista?
Chi ha fatto la diagnosi di derealizzazione, ansia, panico ecc.?

Al di là di questo, non credo sia importante "quanto peso" la Collega possa dare alla derealizzazione, perché non è diversa dai tanti altri sintomi che lei ha riportato.





Dott. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta
Specialista in Psicoterapia Psicodinamica
www.psicologoaviterbo.it

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Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119 9
Gentile Ragazza,
ha fatto benissimo a rivolgersi a una psicologa, dato i disagi riferiti che si trascinano da parecchio tempo.
Ha già ricevuto una diagnosi?
Che tipo di psicoterapia, di quale approccio lo sa?
E' seguita in ambito pubblico o privato?

<Preciso che sono contro i farmaci> Cioè le sono stati prescritti farmaci? Da quale specialista?

I disturbi d'ansia, se di questo si trattasse come sembrerebbe, beneficiano di trattamenti appropriati come ad esempio la psicoterapia anche abbinata alla farmacoterapia, previa appunto valutazione specialistica diretta.

Restiamo in ascolto


Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it

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Dr. Antonio Raia Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 140 5
Gentile ragazza,
ha fatto molto bene ad incontrare una psicoterapeuta, sicuramente la collega le sarà d'aiuto per il suo problema. Lei però si fidi della sua terapeuta, è una condizione imprescindibile per iniziare una psicoterapia.
Le auguro il meglio,
Saluti.
Antonio Raia
www.psicologibenevento.it

Dr. Antonio Raia
329.80.29.784
www.centropsicologicodelsannio.it

[#4]
dopo
Utente
Utente
Ringrazio davvero di cuore per le pronte risposte dottori.
Mi sono rivolta ad una psicologa in ambito pubblico poichè non ho la possibilità economica di rivolgermi ad uno psicologo privato. Prima di incontrare questa psicologa, che mi farà intraprendere un percorso di psicoterapia (cominciando con 8 sedute), ho visto una psichiatra (sempre in ambito pubblico) la quale mi ha consigliato appunto la psicoterapia e in più delle gocce da prendere per controllare l'ansia ma i farmaci mi spaventano troppo. Come ho già detto avendo delle exstrasistoli, ho paura che questi farmaci possano darmi dei problemi e arrestarmi il battito cardiaco e in più ho davvero paura della dipendenza che causano.
Per rispondere al dott. Del Signore, sento il bisogno di un vostro consiglio proprio perchè nei primi due colloqui che ho fatto con questa psicologa (la psicoterapia comincerà questo venerdì) non mi sono sentita capita e ho paura di queste sensazioni perchè da quando sono peggiorate mi sento un'altra persona, come se non fossi più me stessa... La psicologa ha detto che non vuole che la sensazione che provo io la chiami "derealizzazione" ma "distacco" perchè la derealizzazione, seondo lei, è un'altra cosa. Io me la sono diagnosticata da sola, avendo letto tanto in internet e mi ritrovo in ogni singola parola legata a questo disturbo. La psicologa mi ha parlato di "nevrosi d'ansia" che mi provoca poi il distacco, l'ipocondria e il panico e mi ha detto che fondamentalmente io ho due paure, quella di vivere e quella di morire. Spero che venerdì con l'inizio della psicoterapia, possa andare un po' meglio.
Inoltre, ho parlato di agorafobia perchè mi riesce difficile uscire, è come se non mi sentissi al sicuro quando sono fuori casa, come se potesse succedermi qualcosa di brutto da un momento all'altro e perchè mi sento distaccata e lontana dalla realtà non appena esco in strada.
Ne approfitto per dirvi che questo pomeriggio sono stata a casa del mio ragazzo (non ci andavo da più di un mese, da quando ebbi un attacco di panico anche lì e da quando ho cominciato ad uscire poco di casa) e mi sono stupita del fatto che sono stata abbastanza bene, ero rilassata. Solo quando sono andata via, mente ero in macchina con il mio ragazzo per ritornare a casa, mi sono sentita un po' confusa, come se quel paio d'ore passate a casa sua fossero trascorse in una manciata di secondi e come se non le avessi vissute io per davvero, ma questa sensazione è svanita una volta che sono scesa dall'auto per salire a casa mia.
Vi terrò aggiornati e ringrazio ancora di cuore per la tempestività nel rispondere.
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Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119 9
<ho paura che questi farmaci possano darmi dei problemi e arrestarmi il battito cardiaco e in più ho davvero paura della dipendenza che causano. >

Dovrebbe esporre questi suoi timori alla specialista prescrivente, saprà risponderle in maniera compiuta e fugare i suoi dubbi.

Quanto alla psicologa, due sedute sono davvero troppo poche, riponga fiducia nel percorso appena intrapreso, la sua motivazione e partecipazione attiva al percorso sono buoni alleati per la sua riuscita.

Molti auguri
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Dr. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta 4.6k 51
Gentile Utente,

Se la Collega che la sta seguendo le suggerisce di non chiamare "derealizzazione" questo tipo di esperienze non comprendo il motivo per il quale lei continua a definirle tali. Le suggerisco di evitare le autodiagnosi, perche' come vede non sono corrette.

Se ha dubbi sui farmaci deve chiedere alla psichiatra che li ha prescritti, ma se li ha prescritti significa, molto probabilmente, che non ci sono controindicazioni, tranne che per il suo stato ansioso che potrebbe amplificare il tutto (ma questa e' una variabile indipendente dai farmaci).




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dopo
Utente
Utente
Salve... ho bisogno di un ulteriore consulto.
Oggi ho cominciato la prima seduta di psicoterapia ma prima di cominciare la psicologa mi ha chiesto come fosse andata questa settimana (ricordo che con lei avevo già fatto due colloqui parlandole della derealizzazione e del panico soprattutto) e io le ho detto che gli episodi di distacco dalla realtà (lei vuole che io non usi la parola "derealizzazione") e sensazione di sogno continuano e si presentano spesso, soprattutto quando esco di casa. Lei continua a ripetermi che non devo dare peso alla derealizzazione perchè non mi provocherà problemi fisici (in quanto ho paura di infarti dovuti all'ansia e alla tachicardia) e che è una sensazione a cui devo abituarmi perchè è innocua. Perchè continua a ripetermi questo? Non mi ha mai detto che con la psicoterapia potrei superare il problema, anzi, mi dice che la psicoterapia non serve alla derealizzazione ma al malessere che mi provoca la derealizzazione. Significa che non guarirò? Che dovrò conviverci per sempre? Spero possiate darmi una risposta.
Come sempre, ringrazio in anticipo.
[#8]
Dr. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta 4.6k 51
>>Lei continua a ripetermi che non devo dare peso alla derealizzazione perchè non mi provocherà problemi fisici..<<
pensa che questo disturbo possa portare dei danni fisici?

>>Significa che non guarirò? Che dovrò conviverci per sempre? <<
significa che la psicoterapia può curare la derealizzazione (così come tante altre psicopatologie), ma probabilmente non intervenendo direttamente su di essa, ma sulle cause che la originano.

Come mai è così interessata a questo fenomeno?








[#9]
dopo
Utente
Utente
Perché mi spaventa tantissimo, dottore. Da quando ho cominciato a soffrirne in maniera cronica mi sento un'altra persona, come se non fossi più me e non riesco a stare del tutto serena. Mi sento come condannata a vivere in questo modo e per di più durante quei momenti di forte distacco provo la tremenda paura che non vada più via e che quindi io resti bloccata in quella "irrealtà". Quando la derealizzazione si manifestava in episodi sporadici, non mi preoccupavo più di tanto perchè durava pochissimo, passava dopo un minuto circa, adesso invece dura di più, tutto il tempo in cui cammino per strada o affronto un tragitto in macchina... Io non voglio essere rassicurata dalla mia psicologa perché so che, così facendo, farebbe male il suo lavoro, ma lei mi dice solo di abituarmici e le assicuro che è una cosa impossibile perchè io in quei momenti (seppur riesca a non farmi venire attacchi di panico) sento che non sto vivendo, mi sento da un'altra parte... E per quanto riguarda i problemi fisici, sì, ho paura che in quei momenti il mio cervello possa spegnersi e io posso morire perchè provo delle sensazioni davvero stranissime, come se ogni secondo che passa fosse completamente slegato da quello precedente e quella sensazione mi fa sentir davvero morire (durante gli attacchi di panico ho paura invece di avere un infarto a causa della tachicardia oppure quando ho le exstrasistoli ho paura di arresti cardiaci).
Grazie infinite per le sue pronte risposte dottore.
[#10]
dopo
Utente
Utente
Salve dottori,
ho bisogno di un vostro parere perchè si sono presentate delle novità e ho davvero bisogno di capire cosa fare. Questa settimana sono peggiorata molto in quanto sabato scorso ebbi una forte fitta al petto e da lunedì ho avvertito fastidio al braccio sinistro e formicolio alle ultime dita della mano quindi, essendo questi sintomi di infarto, sono andata nel panico più totale. Sono andata dal medico curante, il quale mi ha detto che sono sintomi cauati dall'ansiae devo star tranquilla e, non contenta, ho anche effettuato un elettrogardiogramma dal quale non è emerso nulla. Questi fastidi hanno però peggiorato MOLTO la mia ansia: adesso è diventata costante, la sento crescere tra il petto e lo stomaco mille volte al giorno, come una sensazione di paura, non riesco a dormire a causa delle palpitazioni e cosa ancor più grave non riesco ad allontanare la preoccupazione, la paura, il timore di stare per impazzire o che non ce la farò a vivere così o che magari dovrò viverci per sempre così. Ieri quando ho fatto la mia seduta di psicoterapia ho parlato di tutto qiesto alla psicologa e lei mi ha detto che c'è bisogno di una cura farmacologica. Io però so che alcuni farmaci creano dipendenza e non voglio assolutamente aggravare i miei problemi con una dipendenza da un farmaco ed inoltre ho davvero paura che possano causarmi effetti collaterali come arresto cardiaco. Ho spiegato tutto questo alla psicologa e lei mi aggrediva, dicendomi che non faccio altro che lamentarmi e che se voglio guarire devo prendere anche i farmaci. Il fatto che lei insista tanto sui farmaci fino a sgridarmi mi ha fatto sentire peggio ed inoltre durante la seduta cercavo di spiegarle tutte le mie paure e le mie ansie e quello che provo durante esse ma lei mi ha detto che non voleva ascoltare e che le dovevo parlare di ricordi felici. Adesso vi chiedo: pensate che i farmaci siano davvero così indispensabili? Vi prego rispondetemi... Sto vivendo malissimo con questa perenne ansia e questo senso di oppressione mentale visto che non riesco a fermare i pensieri negativi come la paura di impazzire o morire e mi è passata la fame (avverto sempre nausea o bruciore di stomaco).
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Dr. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta 4.6k 51
>>..essendo questi sintomi di infarto..<<
questo è quello che lei pensa.

>>lei mi ha detto che c'è bisogno di una cura farmacologica.<<
concordo.

>>Io però so che alcuni farmaci creano dipendenza e non voglio assolutamente aggravare i miei problemi con una dipendenza da un farmaco ed inoltre ho davvero paura che possano causarmi effetti collaterali come arresto cardiaco.<<
la dipendenza è prima di tutto psicologica, quindi va trattata in psicoterapia. I timori sull'arresto cardiaco (o sugli effetti collaterali) sono legati all'ansia non al farmaco in se, ne parli apertamente con lo psichiatra.

>>dicendomi che non faccio altro che lamentarmi e che se voglio guarire devo prendere anche i farmaci.<<
le lamentele non aiutano perché mettono i pazienti in una posizione di passività. Se lei decide di affidarsi a dei professionisti (psicologo, psichiatra) dovrebbe semplicemente accettare i termini di cura e affrontare le sue difficoltà che solo in parte sono legate ai suoi timori manifesti.






[#12]
dopo
Utente
Utente
Grazie per essere intervenuto ancora una volta dottor Del Signore.
Lunedì chiamerò la psichiatra e fisserò un appuntamento per cominciare anche la cura farmacologica... nel frattempo sto prendendo valeriana despert per cercare di rilassarmi. Provo questa forte ansia costantemente durante la giornata, a volte si allevia leggermente ma non sparisce mai. Ho un sonno disturbato, nel senso che non riesco a prendere sonno subito proprio a causa dell'ansia, così prendo due compresse di valeriana e la mattina mi sveglio già con palpitazioni e ansia e questa mancanza di appetito presente da giorni mi preoccupa molto, insieme al senso di nausea... inoltre insieme all'ansia provo anche questa angoscia intensa che mi fa sentire insofferente qualsiasi cosa faccia o immagini di fare per cercare di stare meglio... In questi giorni il pensiero che mi spaventa di più è che possa ammalarmi a causa della depressione causata da questa situazione e non uscirne più oppure la paura di impazzire. Sono paure legate al mio disturbo d'ansia o c'è il rischio che possa impazzire davvero? La mia mente non trova nemmeno un attimo di riposo da questi pensieri
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Dr. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta 4.6k 51
>>Sono paure legate al mio disturbo d'ansia o c'è il rischio che possa impazzire davvero?<<
il timore di impazzire potrebbe essere un sintomo del suo stato ansioso. Probabilmente lei definisce "pazzia" la sua paura di perdere il controllo.






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