Dipendenza d'amore, fallimento dopo 5 anni di psicoterapia

Salve,
sono un uomo di 38 anni ed alla fine di ogni storia d'amore vivevo una sensazione di distacco viscerale , come se qualcosa di molto importante mi avesse abbandonato e cadevo in depressione. A 29 anni ho capito che qualcosa in me non andava e mi sono rivolto ad una psicologa sessuologa. Nei primi 2 anni di terapia ho capito in pratica ciò che è descritto nell'articolo di Medicitalia intitolato: L’amore “affamato”: la dipendenza d'amore. Poi ho interrotto la terapia per 4 anni ed ho ripreso la terapia da 3 anni e lo sono ancora oggi.

Poco tempo fa ho avuto una storia d'amore e quando sono stato lasciato sono ricaduto in una fase di depressione identica a quelle precedenti.

Mi chiedo se dopo 5 anni di psicoterapia sia normale che l'unica cosa che ho capito è in pratica ciò che è scritto nell'articolo sopra citato. Ho cominciato ad avere qualche dubbio sull'efficacia della terapia poichè in 1 ora a settimana sono praticamente l'unico a parlare. Dalla terapeuta ricevo forse pochi spunti su cui riflettere mentre io ho una forte determinazione nel correggere questa dinamica che ormai ha reso quasi impossibile per me instaurare una relazione d'amore equilibrata e di successo.

L'obiettivo della terapia è stato richiesto e scelto da me ed era semplicemente il raggiungimento di una serenità interiore immune da dinamiche di dipendenza affettiva.

Chiedo gentilmente ai medici di questo forum se a loro avviso ed in base a quanto da me accennato , sia normale non aver corretto le mie dinamiche dopo 5 anni (3+2) di terapia. Inoltre chiedo se sia una procedura normale che l'assistito parli per il 90% dell'ora di seduta, nella restante parte non mi vengono fornite spiegazioni ma solo domande , di sicuro alcune sono mirate altre invece sono generiche sull'argomento che ho deciso di trattare in seduta.

Ringrazio Medicitalia per questo servizio e tutti i Medici per il loro prezioso contributo.

[#1]
Dr. Francesco Mori Psicologo, Psicoterapeuta 1.2k 33 31
Gentile utente,
ogni terapeuta ha la sua modalità di lavoro, non ci sono linee guida in proposito. In ogni caso se non è soddisfatto del lavoro, o se comunque nutre dei dubbi sulla sua efficacia, credo che dovrebbe in primis sottolinearlo alla terapeuta stessa.
Detto questo, non credo sia possibile eliminare la sofferenza per una relazione "rotta". Il dolore di un abbandono è molto simile a quello di un lutto. Inoltre non tutti le relazioni sono uguali, ne la responsabilità può essere di uno soltanto...

Restiamo in ascolto

Dr. Francesco Mori
Psicologo, Psicodiagnosta, Psicoterapeuta
http://spazioinascolto.altervista.org/

[#2]
Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119 9
Gentile Utente,
non mi è chiaro se la specialista che la sta seguendo sia anche psicoterapeuta e quale tipo di percorso terapeutico stia facendo, di quale approccio, orientamento?


Intanto legga qui
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/233-la-psicoterapia-che-cos-e-e-come-funziona.html

Restiamo in ascolto

Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it

[#3]
Dr. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta 4.6k 51
Gentile Utente,

Che diagnosi è stata fatta?
Cinque anni di psicoterapia sono molti (a mio avviso troppi) e non sembra aver risolto le sue difficoltà. Credo sia importante riflettere su un'altro punto, ossia sulla sua "dipendenza" nei confronti della professionista.

Se non si è sentito soddisfatto del lavoro fatto inseme alla Collega, come mai ha continuato per cinque anni?
Credo sia importante inoltre comprendere se questa professionista sia specializzata o meno in psicoterapia.
Può verificare tramite questo link:
https://areariservata.psy.it/cgi-bin/areariservata/albo_nazionale.cgi

Il terapeuta "abulico" non aiuta.






Dott. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta
Specialista in Psicoterapia Psicodinamica
www.psicologoaviterbo.it

[#4]
dopo
Utente
Utente
Salve,
grazie per le risposte .

Gentile Dott. Mori,
ho manifestato più volte le mie perplessità alla mia terapeuta chiedendole una maggiore partecipazione da parte sua poichè ogni seduta terminava sempre con l'assenza di reazioni da parte mia. Spesso mi sono anche sentito sbandato, disorientato nel senso che non capivo più su cosa stavamo lavorando. Non sono mai stato coinvolto nel percorso che stavamo facendo, mi trovavo a parlare sempre di cose differenti spesso senza capire su cosa dovevo focalizzarmi.

Non voglio certo eliminare la sofferenza, sono un essere umano e vorrei semplicemente provare la giusta intensità. Nel mio caso non è così ed il problema comincia proprio da un'errata scelta del partner. Scelgo persone che non provano il mio stesso sentimento, persone candidate a deludermi e vivo il rapporto con l'obiettivo di ribaltare la situazione, quasi come se rivivessi un amore familiare non goduto e volessi riconquistarlo per poterlo finalmente vivere, per dimostrare di meritarlo... Queste dinamiche rendono il rapporto di coppia non equilibrato , sono sempre oppressivo e troppo attaccato alla mia compagna e meno sono amato, più amo. Questo presto determina la fine del rapporto e non è oggettivamente una dinamica corretta.

Gentile Dott.ssa Rinella,
è una psicoterapeuta ma non mi ha mai detto che tipo di tecnica usiamo o forse l'ho dimenticato visto che non mi rende molto partecipe al percorso. Ho letto con attenzione l'articolo che mi ha suggerito e nello specifico i momenti di elevata intensità emotiva sono pochissimi e non percepisco i cambiamenti che mi aspetto dal trattamento. Insomma in 5 anni credo di aver capito abbastanza bene l'origine delle mie dinamiche ma non sono riuscito a mutarle neanche di una virgola.

Gentile Dott. Del Signore,
si, è iscritta all'albo come psicologa e psicoterapeuta , la diagnosi non mi è nota ma lo sono invece le origini delle mie dinamiche emotive. Con le donne riesco ad enyrare più nel profondo ma non credo di dipendere da lei, la stimo molto perchè mi ha fatto capire molto di me anche se ci ha messo 5 anni ma comunque non abbiamo raggiunto il mio obiettivo. Magari la prende forse un pò comoda e certo per me è un sacrificio sia di tempo che economico...

Sinceramente ho investito molto nella mia persona con questa terapia e mi sento affranto dopo averne riscontrato il fallimento.

Devo prendere una decisione e cambiare le cose nel mio interesse. Dopo avergliene parlato più volte forse è il momento di sostituirla.

Grazie a tutti per le risposte, sono molto importanti per me.
Saluti
[#5]
Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119 9
Gentile Utente,
se non si sente soddisfatto del percorso in essere nulla le vieta di prendere in considerazione l'opportunità di rivolgersi ad un altro professionista.
Ha parlato della sua insoddisfazione e dei suoi dubbi alla sua curante?


Qui trova informazioni su alcuni approcci terapeutici
https://www.medicitalia.it/minforma/psicoterapia/533-mini-guida-per-la-scelta-dell-orientamento-psicoterapeutico.html

[#6]
Dr. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta 4.6k 51
Gentile Utente,

lei probabilmente è una persona che tende a dipendere "troppo" dall'altro e ripresenta la stessa dinamica frustrante nella relazione terapeutica.

I pattern di interazione nelle coppie tendono a ripresentarsi, ovviamente in forme diverse, nella relazione tra paziente e psicoterapeuta.

Non crede che ci sia un'assonanza tra il suo modo di costruire relazioni affettive e la relazione terapeutica?
Le scrivo questo perché credo che comprendere la relazione con il proprio psicoterapeuta significa (almeno in parte) comprendere la sua modalità di costruire relazioni affettive significative.






[#7]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
" io ho una forte determinazione nel correggere questa dinamica che ormai ha reso quasi impossibile per me instaurare una relazione d'amore equilibrata e di successo."

Gentile Utente,

per certi aspetti potrebbe essere del tutto "normale" che sia il pz. a parlare per il 90% del tempo e il terapeuta rimanga sullo sfondo.
Infatti, il focus è sul pz, i tempi sono del pz, ecc...

Tuttavia concordo con il fatto che cinque anni di psicoterapia per aver chiaro solo il Suo funzionamento mentale sono davvero troppi.

Comunque a questo punto non vale la pena buttare via questi anni, ma -proprio perchè è maggiormente consapevole di se stesso e di come funziona e di dove sia il "punto debole" (meno è amato, più ama, ecc...) potrebbe prendere in considerazione l'idea di scegliere un tipo di psicoterapia diverso, magari più attivo e con quelle indicazioni utili a correggere questa dinamica.

Cordiali saluti,

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

[#8]
dopo
Utente
Utente
Salve ,
credo che il Dott. Del Signore abbia "smascherato" una delle mie dinamiche e pensandoci bene mi trovo in accordo con lui.

E' ora di dare il colpo decisivo al mio inconscio e , come dice giustamente la Dott.ssa Pileci, utilizzare la mia consapevolezza per come arma per la "battaglia finale".

Oltre alla mia motivazione ed alla consapevolezza mi occorre un nuovo/a terapeuta e scegliere la tecnica giusta ma non ho la competenza adeguata per farlo.

Potreste darmi questo ultimo consiglio ? Dovrei sceglierla io la nuova tecnica? Sono sicuro che scegliendola bene risolverei tutto in poco tempo.

Vi ringrazio molto, siete stati tutti di grandissimo aiuto, sono davvero felicissimo di questa esperienza, mi sentivo un tantino sconfortato ma ora mi è tutto più chiaro.



[#9]
Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119 9
Ha letto l'articolo linkato in replica #5?
[#10]
dopo
Utente
Utente
Salve Dott.ssa Rinella,
ho letto attentamente il suo articolo e da profano direi che la nostra è stata più una psicoanalisi Freudiana poichè i nostri incontri sono basati su parole e tendiamo spesso a discutere dell'io e dell'inconscio senza poter mai stimare quanto lunga sarà la terapia.

Ancora da inesperto tenderei però a cambiare tecnica e dirigermi verso qualcosa di più rapido ed efficace e soprattutto che generi velocemente momenti di alto impatto emotivo in modo che la mia consapevolezza dell'io venga trasferita all'inconscio. Ad esempio la Terapia Breve Strategica.

Credo ci voglia anche uno specialista "adatto" nel senso che con lui devo poter riuscire a raggiungere brevemente un feeling emotivo , fiducia.

Sono sempre convinto che devo orientarmi verso una "lei" in modo da affrontare e vincere anche l'eventuale dipendenza che possa insorgere con la terapeuta.

Non conosco molti nomi, posso solo sceglierne uno da una lista...

Grazie mille per la risposta.
Saluti

[#11]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Sicuramente ci vuole lo specialista giusto, con cui ci sia una relazione di fiducia.
Come metodo va bene la strategica o la cognitivo-comportamentale, se vuole interventi più prescrittivi e mirati.

Cordiali saluti,
[#12]
dopo
Utente
Utente
Grazie per il consiglio Dott.ssa Pileci, ne farò tesoro.

Ho letto le linee guida della sezione psicologia e chiedo ai medici che gentilmente hanno risposto la loro disponibilità ad essere contattati , mediante i loro recapiti pubblici o posta elettronica, per ottenere orientamento su una figura professionale della mia zona probabilmente adatta al mio caso o magari consigliata.

Cordialmente.