Il piacere di guardare

Gentili Dottori,

Vorrei sapere perché desidero vedere il mio compagno avere rapporti con un'altra donna.
La cosa mi eccita moltissimo e non credo di sentire alcun desiderio di umiliazione o frustrazione strana. Sono una donna mediamente equilibrata, mediamente risolta e felice della relazione che ho. Sono anche molto sensibile alle immagini dai film all'arte e la mia impressione è solo che mi piace vedere, guardare e giocare con tutto, sesso incluso.
Proprio perché mi pongo domande su me stessa, vorrei sapere il motivo di questo desiderio che non considero nè patologico nè particolarmente perverso e che vivo meglio che posso per gli effetti collaterali che potrebbe causare. Il mio compagno conosce il mio desiderio e parliamo tranquillamente di questo e di tutto il resto.
E' un desiderio che ho sempre avuto.

Grazie per il tempo che vorrete dedicarmi

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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Gentile Utente,

se tale fantasia non è un problema, nè per Lei nè per la Sua vita di relazione, la Sua curiosità resterà tale. Infatti non esistono risposte preconfezionate sui perchè l'essere umano si comporta in un modo o in un altro.

Cordiali saluti,

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

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Dr.ssa Paola Scalco Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 4.3k 101 45
<<Il mio compagno conosce il mio desiderio e parliamo tranquillamente di questo e di tutto il resto.>>

Gentile Signora,
ne parlate perché avete in mente di concretizzare la sua fantasia o si tratta solamente di condivisione del suo immaginario erotico?
Suo marito come si pone rispetto a questo suo desiderio?

Le allego una lettura sull'argomento che, sebbene declinata al maschile, potrebbe offrirle spunti di riflessione:

https://www.medicitalia.it/minforma/psicoterapia/741-cuckoldismo.html

Cordialità.

Dr.ssa Paola Scalco, Psicoterapia Cognitiva e Sessuologia Clinica
ASTI - Cell. 331 5246947
https://whatsapp.com/channel/0029Va982SIIN9ipi00hwO2i

[#3]
dopo
Utente
Utente
Gentili Dottoresse,

Grazie per le risposte.
Ho letto con interesse l'articolo allegato e mi colpisce che il fenomeno sia codificato ma pensato solo in un'ottica maschile. Teoricamente non dovrebbero esserci differenze, no?
La mia fantasia è stata concretizzata dopo mille premure ed attenzioni a non farsi male, o meglio, a prendere bene anche le inevitabili conseguenze negative che un desiderio del genere comporta. E forse proprio in questo, cioè nella gestione analitica e organizzata del tradimento, sta il motivo del mio desiderio.
Io penso che gli uomini tradiscano sempre, o che almeno abbiano sempre voglia di farlo, e per evitare il trauma improvviso del tradimento, lo organizzo io. Resto un po' traumatizzata ma molto meno di quanto non resterei se il mio compagno si trovasse un'altra.
Chissà, forse dovrei superare i miei preconcetti e fidarmi della fedeltà del mio compagno, ma la trovo una cosa molto difficile, visto che la prima a non riuscire ad essere fedele sono io.
Ah, questo è un altro aspetto. Io penso che nessuno sia fedele per natura, non solo gli uomini. Quindi tanto vale organizzarsi. Ma tutto questo mi lascia con un vago senso di irrisolto che adesso non riesco a focalizzare.
Qualche idea?

Grazie ancora
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Dr.ssa Paola Scalco Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 4.3k 101 45
Il termine fedeltà etimologicamente deriva da fede, ossia il credere in qualcosa al di là di prove concrete o di ragionamenti logici. Presuppone pertanto, secondo me, la possibilità/capacità di affidare ad altri una quota variabile di controllo su alcuni aspetti (anche fondamentali!) della nostra vita, comprese emozioni potenzialmente molto dolorose.
In generale, il tradimento organizzato -se di questo si tratta- penso costituisca una sicurezza illusoria, poiché la certezza assoluta che ciò soddisfi in pieno una "spinta" all'infedeltà non si può avere, non c'è garanzia che l'altro non cerchi altrove una trasgressione più piena, sottraendosi al controllo del partner.
Essere "in relazione con" un Altro comporta l'accettazione del rischio che questo Altro possa volontariamente o involontariamente farci del male e quanto siamo disposti ad assumerci e tollerare questo azzardo dipende da come siamo fatti e da quali esperienze di vita abbiamo vissuto.
Perciò ritengo che alcuni temi fondamentali su cui riflettere siano il controllo, l'autostima, il timore dell'abbandono, la capacità di fidarsi e affidarsi.