Crisi di angoscia

Salve, so che in questa sede non si fanno diagnosi e/o prescrivono cure ma, scrivere esternando, seppur brevemente, cio' che ho dentro e aspettare una risposta, di qualsiasi natura, un po' mi solleva...Premetto che il mio problema ormai, credo proprio si sia cronicizzato, perchè per troppo tempo sono rimasta inerte e lo sono tuttora, sperando che mi passi..e invece sempre peggio..non so dare un nome al male che mi affligge, io le chiamo semplicemente " crisi di angoscia". A volte , spesso durante l'ultimo anno, all'improvviso mi assale un'angoscia tremenda, senza motivo.Mi sopravviene una paura immotivata, accompagnata da voglia di piangere, nausea, diarrea, tremori di freddo, voglia di morire, confusione mentale, intolleranza a rumori e odori. Il picco della crisi dura pochi secondi.Poi o mi passa facendo e/o pensando ad altro, oppure se continuo a rimuginarci sopraggiunge di nuovo.In ogni caso mi lascia logorata e con la paura che possa ripresentarsi. La prima crisi l'ho avuta intorno ai 10 anni, di sera mentre mia madre stava apparecchiando la tavola per la cena.Ricordo che avrei voluto morire. All'età di 18 anni attraverso un periodo abbastanza giu' di tono con perdita totale ed improvvisa di appetito. Non sapevo cosa fosse e per cercare di nascondere il problema a mamma ( un po' fissata per il cibo perchè per lei mangiare=stare bene) ho iniziato a nascondere il cibo nella convinzione che fosse passeggero. Mi sono ritrovata nel giro di poche settimane a pesare 45 kg, quando mamma l'ha scoperto per me è stata una liberazione. Piano piano ho ripreso a mangiare. Le crisi le avevo solo in occasione dei pasti, mettermi a tavola e deglutire era la sola causa del mio malessere, nella vita lontano dalla tavola stavo bene. Hanno sempre collegato le mie ansie ( e per soggetto intendo non i medici ma , in primis me stessa e poi la mia famiglia ) al cibo. Invece, io oggi penso che il cibo ,il momento del pasto, non è la causa, ma un sintomo di qualcosa di piu' grande. Io amo mangiare ( fuori casa) . Quando sto bene , andare a cena in buona compagnia è una delle cose piu' belle per me. Oggi, a 30 anni, le crisi si ripresentano, è vero, soprattutto in occasione dei pasti , anche se il cibo non lo nascondo , anzi, cerco di mangiare di piu' per calmarmi e tranquillizzarmi che non è piu' come prima...ma , cio' che mi spaventa, è che sopraggiungono anche durante il giorno e indipendentemente dai pasti.Oggi ogni cosa, anche un odore particolare, un suono, una foto , sembra riportarmi alla mente il ricordo di quando ho avuto l'ultima crisi ed il ricordo si trasforma subito in realtà. A volte ci rido su, mi dico " tanto passa come l'ultima volta"..altre volte sono piu' debole e ci metto una settimana per riprendermi, cadendo in uno stato depressivo. Sono una ragazza apparentemente forte. Anche se ho una crisi nessuno se ne accorge, lavoro , guido , parlo e sorrido, anche se in me c'è un vulcano in piena eruzione.Cosa devo fare?
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Dr. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta 4.6k 51
>>mi dico " tanto passa come l'ultima volta"..<<
può aspettare che passi, oppure può rivolgersi ad un Collega specializzato in psicoterapia e iniziare un percorso.

Dal suo racconto emergono stati ansiosi, depressivi e difficoltà con il cibo che meritano di essere approfondite. Dovrebbe uscire da questo stato di passività altrimenti non potrà considerare la "valenza positiva" che è racchiusa in ogni crisi.






Dott. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta
Specialista in Psicoterapia Psicodinamica
www.psicologoaviterbo.it

[#2]
Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119 9
Gentile Utente,
che ne è stato del percorso psicologico di cui ci parlava in una sua precedente richiesta?

Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it

[#3]
dopo
Utente
Utente
Innanzitutto Vi ringrazio per le cortesi risposte.
Per quanto riguarda il mio precedente percorso...se di percorso si puo' parlare ( sono andata 4/5 volte al massimo) ... beh... in cuor mio non l'ho abbandonato , anzi...direi temporaneamente fermato...vorrei riprendere , rectius, iniziare seriamente quando ne sono convinta senza paure e/o ripensamenti...come mio solito...dopo il piccolo "incidente " relativo al training autogeno che ho raccontato qualche mesetto fa, sono andata di nuovo dal dottore e abbiamo parlato proprio , su sua seppur cortese insistenza, delle sensazioni che mi ha suscitato quell'episodio... la seduta, chiamiamola così, di quel giorno è stata molto rilassante e mi ha fatto bene...e ho trovato il dottore molto comprensivo con me. Siamo rimasti che l'avrei chiamato io, ,ma non l'ho piu' fatto, e non so perchè, forse per paura. Si, ho paura, anche se non so di che cosa.
[#4]
Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119 9
Gentile Utente,
la paura si può trasformare in coraggio, quel coraggio necessario per affrontare i suoi disagi e restituirsi migliore benessere e qualità di vita.

Con il precedente curante, con il quale necessariamente chiarire termini (appproccio, obiettivi ecc.) del percorso, o un nuovo specialista non tardi a prendersi cura di sé.

Perché continuare a transitare nel malessere quando potrebbe trovare il modo per risolverlo?

Pochissime sedute non sono minimamente sufficienti per cominciare ad apprezzare benefici.

Coraggio!
[#5]
Dr. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta 4.6k 51
>>iniziare seriamente quando ne sono convinta senza paure e/o ripensamenti...come mio solito..<<
probabilmente il lavoro preliminare dovrebbe essere centrato sulla motivazione, ossia sulla spinta al cambiamento e sulle sue disponibilità ad affrontare un percorso.









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