Autostima e ansia

Buonasera dottori, desidero scrivere questo messaggio per avere un primo aiuto su come orientarmi.
sono sempre stato una persona introversa e ansiosetta, ma tuttavia ho sempre avuto amici, non ho mai avuto difficoltà nel linguaggio, e a relazionarmi. ho infatti anche superato prove importanti a riguardo come ad esempio parlare in aula magna durante la tesi di laurea con centinaia di persone che mi ascoltavano, senza esitare.
Ultimamente però sto vivendo delle difficoltà particolari, che credo siano dovute ad una maggiore ansia in questo periodo: sono lontano dal lavoro da ormai un anno per colpa dei tagli al personale, e pur essendo bravo e apprezzato nel mio campo ho sviluppato una bassa autostima, una paura di non riuscire a gestire eventuali situazioni lavorative che richiedono un mio intervento, anche perchè dopo la perdita del lavoro non ho nemmeno continuato l'aggiornamento. mi sento un passo indietro ai miei colleghi.
un periodo di blocco quindi, che si riversa soprattutto nella vita sociale. Sono sempre riuscito a tenere sotto controllo la mia ansia (generale, non riferita a qualcosa in particolare), ma appunto in questo ultimo anno sta mettendo alla prova la mia pazienza. Le difficoltà maggiori le riscontro nel primo approccio con una persona, soprattutto se non l'ho mai vista prima: presentarmi mi risulta difficile, avrei voglia di pronunciare un nome diverso dal mio (non so perché non riesco a pronunciare "piacere Federico") e questo davvero non lo sopporto, e se devo raccontare una qualsiasi banalità sento che mi assale l'ansia. eppure in una cena con amici riesco ad essere l'anima della serata. mi sembra come che si sia abbassata l'asticella, che credo tutti noi abbiamo, riguardo alla suscettibilità al mondo esterno: una sorta di sensibilità maggiore generale, anche a normali fatti quotidiani.
domande: c'è da preoccuparsi? prima di rivolgersi, eventualmente a uno specialista, è utile parlarne con un amico, o per cominciare è meglio porre un veto a questa situazione?
per il resto non ho problemi con il sonno, sono felicemente fidanzato, e dimenticavo di dire che ho 30 anni. federico.
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Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119 9
< sono lontano dal lavoro da ormai un anno per colpa dei tagli al personale>

Gentile Federico,
sembra che la perdita del lavoro, con le conseguenti preoccupazioni e probabilmente bilanci su sé e sulle sue capacità, si stia ripercuotendo sulla sua fiducia in se stesso e sulla sua motivazione alla proattività, probabilmente complice un'ansia slatententizzata/amplificata da tale circostanza.

Come lei stesso dice, un periodo di blocco con ripercussioni sulla sua autostima, conseguenti difficoltà ad approcciarsi serenamente agli altri (sconosciuti), la paura di non essere all'altezza di eventuali performance lavorative che non la aiuta a perseguire nuovi obiettivi, a quanto parrebbe.

Credo che più che parlarne con un'amico nel tentativo di risolvere, sarebbe opportuno rivolgersi direttamente a un nostro collega che con ogni elemento utile alla mano, possa darle un parere sensato sul come riuscire a far fronte in modo efficace al blocco che sta sperimentando.

Restiamo in ascolto

Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it

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Dr.ssa Elisabetta Scolamacchia Psicologo, Psicoterapeuta 739 20 3
Gentile Federrico,
Sembra che lei abbia molte risorse personali che l'hanno di certo aiutata a completare gli studi, trovare un lavoro, avere dei rapporti sentimentali ecc. Comprendo, comunque, che il momento che sta vivendo, con non chiare prospettive lavorative, risulti difficile e possa amplificare la sua tendenza all' ansia e alla preoccupazione. Ci chiede se 'c'è' da preoccuparsi' e, personalmente, mi sento di risponderle di no, nel senso che ho l'impressione che lei abbia risorse adeguate a fronteggiare uno stato di momentaneo disagio. Tuttavia, la invito a chiedersi se vuole vivere in modo più sereno, rilassato e qualitativamente migliore ; in caso affermativo, posto che l'aiuto degli amici e' sicuramente sempre validissimo, una consulenza con uno psicologo potrebbe essere un aiuto ulteriore, competente e risolutivo.
Un cordiale saluto.

Dr.ssa Elisabetta Scolamacchia
Psicologa. Psicoterapeuta. Analista Transazionale

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