Gravi problemi d'ansia e di memoria. conseguente insuccesso nel lavoro.

Sono un ragazzo di poco più di 20anni.
Fuori dal lavoro sono una persona benvoluta da quasi tutti (un ristretto gruppo di ragazzi mi violentava psicologicamente, ma con loro ho deciso di troncare in maniera definitiva e mi sono consultato con i genitori), una persona che, tutto sommato, nel suo piccolo si sente amata e realizzata. Ogni tanto qualche problemino c'è (un pochino di insicurezza), ma sono le classiche difficoltà che capitano a chiunque...niente di che. In sintesi, nelle giornate extra-lavorative me la cavo, sto bene con me stesso e con gli altri. Le uniche cose che mi turbano a livello significativo sono quelle che sto per esprimere. Sinceramente mi vergogna molto parlarne, anche se sono in anonimato...dunque mi farò coraggio...

I grandi problemi arrivano solo ed esclusivamente nel mondo del lavoro.
Ho fatto un bel po' di lavori diversi tra loro, tutti terminati dopo brevi periodi (in media sono resistito un mese, ma mi hanno anche mandato via dopo una settimana o, in un'occasione, dopo tre mesi). Una parte dei datori di lavoro mi ha dato spiegazioni vaghe e generiche (talvolta bugie per non farmi rimanere male) circa il mio non-superamento del periodo di prova. Comunque...sospetto di essere sempre stato allontanato per questi motivi:


1) Ho pochissima memoria.
Riesco solo a ricordare le cose riguardanti argomenti che mi appassionano (ho poche passioni...non riesco a farmene altre...). Per quanto riguarda il resto (es. il lavoro), anche se cerco di concentrarmi, ricordo poco o niente.


2) Al lavoro sono estremamente ansioso.
Il lavoro mi ha sempre intimorito, specie se mi vengono assegnate più mansioni o se, anche temporaneamente, vengo lasciato da solo senza una guida.
Quando chiedo spiegazioni (le chiedo spesso, per via dei problemi di memoria), mi viene l'ansia ed ho paura che il collega/datore si innervosisca. Quando si innervosisce, specie se con ferocia (urla, insulti o comunque linguaggio aggressivo), è la fine: mi viene il panico, vado in tilt e, in alcuni casi, piango.
Quando lavoro con persone severe, vado in confusione fin da subito.


3) Anche se non ho una vita frenetica, ho la testa che viene costantemente bombardata da migliaia di pensieri ed ho l'impressione di non riuscire a concentrarmi.
Questo in parte lo apprezzo molto: sono prevalentemente introverso e quindi amo concentrarmi sul mio "Io" e su tutto ciò che riguarda il pensiero interiore.
La cosa però diventa un problema quando si tratta di lavoro: talvolta mi passano per la testa talmente tante cose che mi è difficile capire cosa siano di preciso.
Vorrei concentrarmi ma mi sembra impossibile. Fatico a capire le consegne, anche se me le ripetono svariate volte.

Come è possibile risolvere questa situazione?
Devo assolutamente risolverla, in quanto ormai sto cominciando a pensare che, nelle condizioni in cui verso al lavoro, nessuno mi assumerà mai per lunghi periodi di tempo, e non voglio a rimanere a carico dei miei genitori per tutta la vita. Grazie mille!
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Gentile Utente,

partiamo con ordine, precisando che tutto ciò potrebbe essere legato alla Sua cattiva gestione dell'ansia, che sfocia nel "panico" e nella carsa memoria.

1) Se fa fatica a ricordare ciò che Le viene detto al lavoro o le scadenze ecc... perchè non prendere l'abitudine di scriverle e ordinare una scala di priorità? Le persone che hanno poca memoria devono attuare delle strategie per risolvere questo problema.

2) Perchè al lavoro qualcuno dovrebbe urlarLe contro? E' successo in passato? Se sì, a quale proposito?

3) La sensazione di testa bombardata dai pensieri è, ancora una volta, riconducubile all'ansia. A questo proposito mi pare opportuno sentire il parere di uno psicologo di persona per capire se la situazione sia patologica oppure no.

Una quota d'ansia è poi legata alla precarietà del mondo del lavoro e dal fatto che talvolta non superare il periodo di prova può essere davvero un alibi delle aziende, così come gli annunci civetta o i colloqui di selezione che servono per incrementare i data base delle aziende. Quindi Le suggerisco di leggere più lucidamente le scelte aziendali.

Cordiali saluti,

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

[#2]
dopo
Utente
Utente
Dottoressa Pileci, la ringrazio molto per la risposta! Ora rispondo alle sue domande per fare maggiore chiarezza:

1) Come suggeritomi anche da mia madre, ho provato a scrivermi (e riscrivermi molte volte) le cose...ma, a mia sorpresa, non ha funzionato.
Aggiungo anche il fatto che mi è capitato di avere vuoti di memoria fuori dal mondo del lavoro...ma non solo vuoti di memoria qualunque...anche vuoti riguardanti cose elementarissime. Le dirò la cosa più imbarazzante che avevo da dirle (cosa che non ho fatto in precedenza perché avevo raggiunto i duemila caratteri di testo). Negli ultimi sei mesi mi è capitato per ben due volte di non ricordare la mia età (non me l'ha chiesta nessuno: in quei momenti ero fortunatamente solo a pensare a varie cose). Inutile dire che mi è caduto il mondo addosso e che è stata una delle più grandi umiliazioni della mia vita. Ho dovuto andare a calcolarmela a mente.

2) Mi è stato urlato contro (o, nei casi in cui nessuno urlava, sono stato ripreso pesantemente) per diversi motivi:
- Datore di lavoro che se la prendeva con tutti sempre e comunque
- Datore di lavoro con poca pazienza
- Ripetuti-straripetuti errori circa le mansioni che mi erano state assegnate...ovviamente a seguito di numerose spiegazioni...che evidentemente non sono servite
- Non ho saputo svolgere delle semplicissime consegne: talvolta non sono stato nemmeno in grado di trovare un oggetto che mi era stato chiesto di cercare (oggetto in bella vista, tra l'altro).
Quando mi viene chiesto di trovare un oggetto, a volte vado subito in panico, ho paura di sbagliare e, ovviamente, finisco per non trovarlo. La cosa in genere suscita molto scalpore. Dentro di me mi sento sconfitto ed umiliato (a giudicare dalla faccia dei colleghi, mi sento umiliato e posso solo immaginare cosa potrebbero dire quando sono soli tra loro...anche perché d'innanzi a me nessun collega ha mai commesso errori così gravi come quello appena spiegato)

PS: Se la sensazione di testa bombardata dai pensieri potrebbe essere collegata all'ansia, ora capisco perché durante l'intero tragitto di andata verso il posto di lavoro mi sento nella più totale confusione!
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