Se la vita perfetta non basta?

Salve, sono una ragazza di 32 anni e la mia vita vista dal di fuori potrebbe sembrare molto soddisfacente e dovrebbe davvero essere così. Ho un lavoro molto bello e molto creativo anche se "instabile" in una grande agenzia pubblicitaria che opera a livello internazionale. Ho la possibilità di gestire gli orari di lavoro (questo vuol dire che se un giorno non voglio andare in ufficio ma alzarmi alle undici e lavorare da casa, sì, posso farlo) e guadagno discretamente. Ho una casa, un compagno, e pochi amici ma decisamente molto buoni.
Nella vita mi sono sempre impegnata per raggiungere i miei obiettivi, ho studiato e mi sono messa alla prova. Apparentemente non ho niente da recriminarmi. So di essere molto fortunata soprattutto per il periodo storico che stiamo vivendo.
Eppure vivo in un costante stato di ansia, agitazione e tristezza e la verità è che non riesco ad accontentarmi di quello che ho. Ho il pensiero rivolto sempre a quelli che nel mio campo sono più bravi di me, a quelli che guadagnano di più o hanno più successo e prendono più meriti. Sto sempre ad analizzare ogni singola azione di queste persone per capire come hanno fatto a raggiungere determinati obiettivi, se hanno avuto aiuti e perché nel caso a me non sono stati dati. Quando penso al mio futuro vedo un buco nero, perché sono intimamente convinta che tutto questo finirà, che un giorno mi ritroverò senza un lavoro, e ogni volta che qualcuno muove una critica a un mio progetto penso subito che la mia carriera è finita, che invece di costruire sto tornando indietro e che sono una persona poco professionale e che sicuramente gli altri non ricevono mai critiche ma solo lodi sperticate.
So che non è così, e spesso quando confido a qualcuno le mie ansie, vengo giudicata come una superficiale incontentabile, ma non riesco a uscire dal mood per cui gli altri sono migliori di me o più fortunati o più "spinti" verso il successo.
Non riesco a smettere di paragonare costantemente il mio percorso a quello degli altri, di vedere dove ho fatto meglio e dove ho fatto peggio, di fare statistiche, calcoli, ipotesi.
So benissimo che non è un disturbo legato a qualcosa che non ho (anche perché una volta ottenuto starei di nuovo punto e a capo con la paura del futuro e il mio costante guardare gli altri). Vorrei solo godermi il momento, il lavoro che amavo ma che adesso mi costa fatica e paura (perché penso "Che lo faccio a fare, se tanto poi c'è gente che è meglio? sono davvero così indispensabile?) essere soddisfatta di quello che faccio senza paragonarmi alle altre persone, ma guardare i MIEI progressi ed essere felice di come sono, e non ci riesco. Sono costantemente convinta che il meglio sia già passato, lasciato alle spalle, che ora è solo uno scendere la china.
Sto seriamente prendendo in considerazione l'idea di seguire una terapia perché questa ossessione mi sta rovinando le giornate, è il caso di informarsi in questo senso?
Grazie.
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
Il suo problema si chiama ossessività eccessiva, probabilmente attorno al limite del patologico. E ha ragione, si tratta di ansia, dato che l'ossessività appartiene alla classe dei disturbi d'ansia.

>>> So benissimo che non è un disturbo legato a qualcosa che non ho
>>>

Esatto, il suo disturbo è legato a qualcosa che ha di troppo, cioè l'eccessivo bisogno di controllo.

Dovrebbe informarsi presso un terapeuta comportamentale o breve strategico per una valutazione e un eventuale intervento di cura, se abita a Roma non avrà che l'imbarazzo della scelta.

Dall'ansia si può imparare a uscire, ma se da soli si sta solo girando in tondo, occorre l'aiuto specialistico.

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

[#2]
Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo attivo dal 2014 al 2015
Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo
< vivo in un costante stato di ansia, agitazione e tristezza e la verità è che non riesco ad accontentarmi di quello che ho.

Ho il pensiero rivolto sempre a quelli che nel mio campo sono più bravi di me, a quelli che guadagnano di più o hanno più successo e prendono più meriti.

Sto sempre ad analizzare ogni singola azione di queste persone per capire come hanno fatto a raggiungere determinati obiettivi, se hanno avuto aiuti e perché nel caso a me non sono stati dati..>


Gentile ragazza,

accolgo le riflessioni del Collega e mi colpisce la sua eccessiva concentrazione su tutto e nulla, mi fa pensare che di tutto si prenda cura, tranne che di se stessa!

Il confronto con un terapeuta è davvero necessario, perché in questo modo non riuscirebbe a sortire nessun effetto benefico, se non alimentare questo circolo vizioso e la sua vita non sarebbe vissuta!


Un augurio,

di cuore
[#3]
Dr. Gianluigi Basile Psicologo, Psicoterapeuta 104 2 7
Gentile Utente,
il problema che espone è molto più frequente di quanto pensa. Questa insoddisfazione per ciò che si possiede e queste crisi esistenziali in un periodo di relativo benessere possono essere il segnale che sia arrivato il momento di chiedere un consulto psicologico con un professionista e nel caso fosse necessario intraprendere una psicoterapia.
E' difficile online dirle qualcosa di più ma credo che dei colloqui con uno psicologo possa esserle d'aiuto almeno per fare il punto della situazione e per capire se le sia utile un percorso terapeutico.

Resto in ascolto.

Dr. Gianluigi Basile - Psicologo - Roma
Specialista in Psicoterapia Psicodinamica Integrata
www.psicologobasile.it