Attacchi d'ansia e panico coincidenti con l'inizio di un nuovo percorso scolastico

Buonasera, questa è la prima volta che chiedo un consulto online. Premetto col dire che sono una ragazza di 19 anni da poco compiuti; sono nata affetta da difetto interatriale tipo seno venoso, poi corretto chirurgicamente all'età di 2 anni e mezzo. La mia infanzia è stata abbastanza serena, escludendo il periodo pre e post intervento, durante il quale lo stress causato dall'operazione mi ha portato a soffrire di alopecia e a convivere con una salute cagionevole fino all'adolescenza. Ho avuto alcuni problemi familiari; i miei genitori non sono mai andati d'accordo, si sono separati e ad inizio settembre io e mia madre ci siamo trasferite a vivere con il suo nuovo compagno. Ho sempre vissuto il periodo scolastico con un malessere indescrivibile: ansia, panico e stress riempiono le mie giornate, nonostante, alla fine, riesca a conseguire eccellenti risultati. Mi aspetto sempre troppo da me stessa, i successi non sono mai bastati a darmi la tranquillità di cui ho bisogno e, se malauguratamente mi capita di fallire, la batosta è così grande da farmi scoppiare in fiumi di lacrime. Alle scuole medie inferiori il mio problem è peggiorato moltissimo: provavo una bassissima stima nei miei confronti, quel che facevo non mi sembrava mai soddisfacente. Il primo anno di liceo è stato il peggiore che ricordi: vivevo un incubo costante, studiavo moltissimo ma mi sembrava comunque troppo poco; se i miei voti scendevano al di sotto della sufficienza arrivavo a sentirmi male anche per giorni, nonostante ciò accadesse di rado grazie al mio costante impegno. Ho conseguito la maturità con 100 e lode e, a partire da settembre, mi sono iscritta ad ingegneria, dove la situazione sembra essere tornata a quell'anno di cui ho un così brutto ricordo. Sto affrontando i miei primissimi esami, proprio stamattina quello di Analisi I. Già tre giorni fa sono diventata inappetente per la tensione precedente questa prova; solo a pensarci mi assale il panico. Non so perché ogni volta che inizi un nuovo percorso scolastico la mia vita si trasformi in un tremendo abisso: io adoro studiare per il gusto di conoscere, per dare a me stessa conferme sul mio valore. Andare a scuola dovrebbe essere un piacere e una gioia. Eppure, quasi sempre, si trasforma in una maledizione. Mi piacerebbe scrivere, ma le case editrici rifiutano i miei romanzi. Mi piace molto disegnare, ma quel che faccio mi sembra sempre insignificante seppur oggettivamente di qualità...così riverso sullo studio tutte le mie attenzioni: la paura di fallire anche in questo mi trascina in una voragine di cui non riesco a vedere il fondo. Grazie anticipatamente a chi mi aiuterà, nonostante capisco che via internet non sia semplice, a trovare un modo di affrontare questo mio problema.
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Gentile ragazza,

mi pare chiaro che Lei non riesca a godersi ciò che fa come vorrebbe e come troverebbe anche sensato se è piena di paure, come ad esempio la paura di fallire.
E' anche vero che se da sempre ha affrontato la scuola e gli esami con un'ansia eccessiva, sarebbe il caso di capire che cos'è quell'ansia.
Non ha mai pensato di parlarne direttamente con uno psicologo, magari al liceo o adesso, se presente in facoltà?

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

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Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119 9
<la paura di fallire anche in questo mi trascina in una voragine di cui non riesco a vedere il fondo.>

Cara Ragazza,
basterebbe questo per comprendere che le premesse con le quali si avvicina allo studio non sono certo le migliori per affrontarlo con serenità.

Premesso che i cambiamenti ,dunque anche i passaggi da un ciclo di studi all'altro, procurano un certo stress e richiedono adattamenti, sembrerebbe evidente che la la sua carente autostima, gli alti standard che si impone, remino davvero contro il suo benessere e trasformino i suoi percorsi scolastici in una fatica davvero grande.

La sua storia di vita personale e familiare con gli avvenimenti traumatici e dolorosi che ci ha raccontato, non sarebbero estranei alla sua condizione...anche se non ci racconta come siano attualmente i rapporti tra lei e i suoi genitori separati.

Anche le sue produzioni letterarie e artistiche sono da lei svalutate, come se tutto ciò che le appartiene e proviene da lei sia privo di valore.

Credo che per vivere in modo qualitativamente migliore la sua vita e ritrovare un migliore benessere sarebbe opportuno si rivolgesse direttamente a un nostro collega che la possa anche accompagnare a ritrovare la fiducia in sé smarrita, a volersi più bene, ad affrontare in modo più sereno le sue attività.

Restiamo in ascolto

Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it

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dopo
Utente
Utente
La ringrazio sentitamente per la risposta. Non ho mai pensato di rivolgermi ad uno psicologo, di solito ne ho parlato con mia madre o con alcuni amici fidati.
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dopo
Utente
Utente
Gentile Dottoressa Laura Rinella, mille grazie per il consulto. Con mio padre non vado d'accordo; non mi ha mai dato l'affetto che un genitore dovrebbe dare a un figlio e per me è stato un sollievo vivere da sola con mia madre ed il compagno, che è una persona completamente diversa dal mio genitore, nonostante non potrà mai colmare il vuoto lasciato da lui. Con mio padre ormai ho solo sporadici incontri di cui farei anche volentieri a meno, dal momento che mi sembrano solo delle ipocrisie. Mia madre, dal canto suo, cerca sempre di spronarmi ad essere orgogliosa di me e di chi sono, ma i suoi incoraggiamenti mi sembrano di parte e tendo a non dargli il peso che dovrei. Vorrei vivere i miei anni più belli con meno stress e paura; all'inizio dei corsi universitari mi ha aiutato moltissimo passare il tempo ad esercitarmi e chiacchierare con i compagni, condividendo con loro preoccupazioni e dubbi, ma nulla è ancora riuscito a cancellare questo senso di inadeguatezza che nutro nei miei riguardi.
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Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119 9
Cara Ragazza,
rivolgersi a un nostro collega la può certamente aiutare a ritrovare una migliore stima di sé, ad affrontare in modo efficace lo stato ansioso che denuncia, a fare pace con il senso di vuoto che si porta dentro per quanto riguarda la figura di suo padre.

Si può rivolgere a un professionista privato oppure al servizio pubblico, ad esempio al Consultorio Familiare ASL Spazio Giovani del suo territorio, non occorre prescrizione medica e l'accesso è gratuito.

Cari auguri e se crede ci faccia poi sapere
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