A chi chiedo? sono all'estero...

Salve a tutti,
vi scrivo perche' un anno e mezzo fa mi sono trasferita in america con mio marito. E' stato un anno molto difficile (per via del rapporto con lui; per via di alcune informazioni sulla mia mamma che ho saputo solo al momento della partenza, per il tumore -curato!!- di mia sorella, e altre cose..) e non riesco a mettergli una fine. Mi sembra di avere mille situazioni in sospeso e non riesco a pensare al futuro.
Ora, ci sono le strutture a cui potrei rivolgermi, ma credo che i professionisti che sono qui siano anche molto, forse troppo, lontani dalla mia cultura. I valori su cui si basa la societa' americana, in particolare, la comunita' in cui vivo sono molto diversi dai miei. Quindi temo che il loro aiuto non sia cosi' efficace (ma i costi saranno altissimi). Avendo questo bias in partenza, credo che comunque il loro intervento sara' meno efficace (a causa di questa mia convinzione).
Come posso fare?
Grazie,
Sara
[#1]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Gentile Sara,

verissimo che la vita e la cultura in America sono diversissime dalla nostra, ma intanto non ho capito per quale problema vorrebbe rivolgersi ad uno psicologo.

Poi, anche qui noi incontriamo sempre più spesso persone straniere ed è vero che ci troviamo davanti a culture diversissime, che a volte ci spiazzano perché non le conosciamo, ma è nostro compito chiedere al pz.
tenga presente che il sistema di valori e significati tra due persone della stessa cultura, talvolta della stessa famiglia, può essere molto diverso e lo psicologo aiuta il pz a farlo emergere per comprendere meglio la storia di vita.

Sui costi, immagino siano molto elevati, ma non ne ho idea con precisione.

Cordiali saluti,

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

[#2]
dopo
Utente
Utente
La ringrazio Dottoressa,
intanto mi sta dicendo che nonostante le differenze posso comunque provare ad avere un consulto qui. Il che mi facilita molto.
Credo di essere un po' depressa, ma non ne sono sicura. Ho sbalzi di umore che sono sempre piu' frequenti. I giorni neri sono sempre di piu'. Credo di essere sopravvalutata e di disattendere le aspettative, mie e di chi mi incoraggia nel lavoro e nella vita. Credo che gli altri siano notevolmente piu' bravi di me ad affrontare i problemi, sia nel lavoro sia nella vita. Non sono sicura di volere un figlio da mio marito perche' credo che non si fidi delle mie capacita' e penso che passeremmo tutta la vita a litigare su cosa e' giusto per nostro figlio (sentendomi sempre meno capace di gestire le mie responsabilita').
Non riesco piu' a progettare il mio futuro.
Nell'ultimo anno ho scoperto che mia mamma ha avuto un figlio dal compagno di mia nonna, figlio che le e' stato subito (credo) tolto. Mia mamma e' sempre stata molto possessiva nei miei confronti e molto premurosa nei confronti di mio fratello (morto di tumore 12 anni fa a 33 anni).
Con mia sorella invece e' sempre stata molto scontrosa e anche gelosa. Ci corrono 18 anni tra me e mia sorella, una volta da piccola per sbaglio l'ho chiamata mamma. Non ci siamo piu' viste per un anno.
Poi, mentre mi sposavo l'anno scorso, vedevo che mia sorella era strana e distaccata. Parto per il viaggio di nozze e la settimana dopo mi chiama mia sorella dall'ospedale perche' si era appena svegliata dall'operazione che le ha asportato un piccolo tumore dal seno. Sono partita per l'america e lei ha iniziato la chemio. Per fortuna, il tumore non si e' diffuso e sembra che sia tornato tutto alla normalita.
Prima di partire ho fatto il pap test. I risultati mi sono arrivati quando ero gia' in america. Ho fatto a colposcopia, per fortuna tutto era normale. Dopo 3 mesi, non stavo bene (stanchezza e giramenti di testa) e infatti c'era un'infezione nel sangue. Dopo altri 4 mesi, tutto e' tornato regolare.
Di li, ogni volta che ho anche un dolore intercostale, vado dal medico.
Faccio proprio fatica a fare progetti. E era il mio cavallo di battaglia: puntare, pianificare, ottenere.
Lei che dice? cerco un consulto online, magari con skype, o mi rivolgo ad un medico qui?
Grazie ancora,
Sara
[#3]
Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119 9

Gentile Signora,
concordando con quanto le ha espresso la Collega, darei la preferenza a un professionista di persona.

L'unica barriera potrebbe essere quella linguistica, semmai.

Potrebbe comunque sempre provare a cercarne uno di nazionalità italiana, importante però che si prenda cura di sé, dato quanto ci ha riferito.

I cambiamenti,per giunta così drastici, sono di per sé destabilizzanti e fonte di stress e richiedono adattamenti a volte davvero faticosi.

Comici a chiedere un primo consulto, avrà poi modo di fare le opportune valutazioni.

Se crede ci potrà poi far sapere.

Cari auguri

Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it

[#4]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Gentile signora,

lascerei perdere la consulenza psicologica via skype, perché è meglio se si rivolge di persona allo psicologo. Sono certa che il collega farà di tutto sia per inquadrare la problematica, ma anche per comprendere la nostra cultura, sicuramente diversa da quella americana.

Però, vede, vorrei sottolineare un aspetto importante. Lei teme di non essere capita, ma tra esseri umani certo che possiamo capire come si sente e che cosa sta provando e credo che qui le differenze culturali siano in secondo piano.

Importante è invece ciò che ha scoperto della Sua famiglia. il rapporto con Suo marito, il trasferimento in America e la crisi che si è aperta. Da una parte, per alcuni aspetti è fisiologico che si apra una piccola crisi: tanti cambiamenti e tutti insieme. Matrimonio, trasferimento, progetti e... malattie.

Metta ordine, se crede, non dovrebbe essere difficile trovare uno psicologo di persona e che magari parla anche la nostra lingua.

Ci pensi :-)
Cordiali saluti,
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