Narciso: un dio che vive in me

Buongiorno a tutti.
"Vivrà se e solo se non conoscerà mai se stesso".
Mi sento molto vicino al dio Narciso: non per niente la mia diagnosi incluse un importante disturbo narcisistico della personalità, unito ad una fobia immensa (ho terrore di tutto e soprattutto di tutti) che è scaturigine di una paranoia acuta e il tutto è condito anche da una psicosi maniaco depressiva. Cerco di non drammatizzare, ma il quadro non è confortante.
Ad aggravare il tutto, c'è il fatto che sono un bellissimo ragazzo, con un viso angelico che mai farebbe pensare alla mia follia e al fatto che io sia un malato di mente. Inoltre sono assai colto e nella mia Weltanschauung coltivo moltissime letture. Nella mia vita non ho mai avuto un amico né una ragazza, perché fin da piccolo tutti mi hanno isolato. All'asilo, a soli tre anni, solevo domandare con insistenza ossessiva ai miei compagni "ma sei mio amico? Mi vuoi bene?" e chiedevo alle maestre sempre di mio papà e mai di mia mamma. Ho visto mia madre mentre si tagliava le vene e ancora sento, dopo dodici anni, l'odore di sangue (mia madre, dopo il tentato suicidio con il taglio delle vene, si è poi suicidata sul serio purtroppo). Davanti a film o scene di persone che piangono, si abbracciano e si amano io piango sempre e mi commuovo moltissimo. Fin dall'infanzia piangevo e rimanevo male per cose per le quali nessuno neanche si accorgeva. Un giorno, da adolescente, ero in autobus e la ragazza dietro a me mi piaceva parecchio. Non avevo coraggio di attaccare bottone così la guardai con attenzione, come guardo tutti del resto, e la vidi come era dentro: scrissi subito una poesia per lei su un post-it che avevo ma per l'emozione mi si sciolse tutto tra le mani e non glielo potei consegnare. A scuola i risultati erano insuperabili e sia i miei compagni che i professori dicevano fossi un genio ... ma intanto nessuno si avvicinava a me. Nel lavoro riuscivo molto bene ma ogni volta i problemi di salute mi costringono al licenziamento, anche se le mie creazioni piacciono veramente molto. Sono seguito da dieci anni da psichiatri, ho intrapreso lunghe psicoterapia cognitivo comportamentali che si sono acclarate come inutili e adesso da un anno sono in cura presso una psicoterapeuta che è una psicoanalista. Siccome anche mia madre era ben seguita e ha fatto quella fine, e io sono dieci anni che sto all'inferno, vedo molto nero il futuro davanti a me. Grazie al mio acume (vi risparmio il mio I.Q. ma non mi manca l'intuito) ho capito e saputo come ci siano molti terapeuti che in primis, loro stessi, hanno gravi problemi e anche per questo hanno scelto quella professione ... una cosa che mi ha lasciato molto perplesso invero. Io, nonostante la sofferenza immensa di avere sempre il terrore dentro e una paranoia fortissima, più di farmi curare non so che fare. Sono veramente stanco di vivere da un numero impressionante di anni una vita miserrima. Mi date una speranza? N.B. prendo 10 gocce di aloperidolo e 50mg di sertralina.
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Dr. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta 4.6k 51
Gentile Utente, la scelta di intraprendere una psicoterapia ad indirizzo psicoanalitico, quindi a lungo termine, potrebbe essere ottimale nel suo caso, così come continuare la cura farmacologica.

Chiaramente la diagnosi è importante, nel suo caso si tratta appunto di una doppia diagnosi che necessita di un trattamento integrato.

>>Grazie al mio acume (vi risparmio il mio I.Q. ma non mi manca l'intuito) ho capito e saputo come ci siano molti terapeuti che in primis, loro stessi, hanno gravi problemi e anche per questo hanno scelto quella professione ..<<
questo chiaramente è il suo punto di vista, ma non è aderente con la realtà dei fatti. Come nasce questa sua riflessione?
E' qualcosa che emerge dalle psicoterapie intraprese?

>>Mi date una speranza?<<
cosa si aspetta dal consulto on-line?
La speranza è qualcosa che si costruisce con l'impegno e la motivazione.





Dott. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta
Specialista in Psicoterapia Psicodinamica
www.psicologoaviterbo.it

[#2]
dopo
Attivo dal 2015 al 2015
Ex utente
Dottor Giuseppe Del Signore,

riguardo alla speranza correlata ad impegno e motivazione: sia per quanto afferisce l'impegno - parimenti nella terapia come nelle relazioni sociali e nel lavoro - tutti i terapeuti, conoscenti, ex amici e parenti concordano sul fatto che più di così io non potessi e non possa fare. Infatti, rispetto ad altri con il mio quadro psicopatologico, mi metto molto in gioco ed è incredibile che ancora dia fiducia al mondo della psicologia e psichiatria dopo anni di fallimenti e dopo le vicende relative a mia mamma. Come tutti i grandi fobici so essere molto coraggioso (tutte le persone molto coraggiose sono molto fobiche, lo dice l'analisi di tutte le figure eroiche della retorica ellenistico-greco-romana) e questo ha fatto si che contrariamente agli altri malati io "tento sempre". Per quanto riguarda l'aspetto patologico di molti psichiatri lo dico perché lo so in quanto ho conosciuto psichiatri malati di mente e anche psicologi. Ripeto, ho un I.Q. altissimo e una sensibilità rara (non posso avere solo difetti, già sono dilaniato dalla malattia, qualche pregio lo avrò anche io no?) nonché i giusti contatti per sapere tutto di tutti, e così ho saputo che MOLTI scelgono quella strada perché li riguarda personalmente: del resto TUTTE le nostre scelte sono una parte di noi. O no dottore? Nessuno fa qualcosa "per il bene del paziente" ma perché in primis riguarda sé stesso. Nello specifico, a corroborare questa mia Weltanschauung, ho saputo di psichiatri con genitori suicidi, con passati depressivi di enorme portata e con disturbi psicotici importanti. E non facciamo finta di cadere dalle nuvole per cortesia. Tralascio l'analisi dei professoroni che invadono gli schermi televisivi, perché ce ne sarebbe da scrivere un volume Treccani. Poi certo io non dico che TUTTI abbiano problemi, ma la mia esperienza mi insegna che molti che ho conosciuto io ne hanno, e non è una opinione, sono cose che ho visto e sentito io. Poi è ovvio che ci sono moltissimi psichiatri e psicologi che sono equilibrati, e chi dice il contrario? Ma molti approfittano del fatto che, essendo una materia dove niente è certo e verificabile (il cervello è l'organo più sconosciuto dell'Uomo) loro possono fare il bello e cattivo tempo. Per esempio, coloro che hanno mal seguito mia madre purtroppo non sono in galera perché nella psichiatria c'è sempre una scusa possibile, mentre se un cardiologo sbaglia paga signori miei.
[#3]
dopo
Attivo dal 2015 al 2015
Ex utente
Secondo me sapete che ho ragione, e non sapete confutarmi. Aggiungo questa lettera che ho scritto a una persona non certo sciocca a guisa di commento di un fatto accaduto.
Caro (omissis), siamo di nuovo qui, Lei e io, a disquisire di umane disgrazie. Questa volta prendo volentieri in prestito un Suo principio: quello della brevità (assai stimato da Giuseppe Verdi, peraltro). E dico: colei che ha evirato quel povero ragazzo era stata curata dal Centro di Salute Mentale ("non mi piace il Csm", dice l'eviratrice sul (nome del quotidiano), pag. 20, 4 Febbraio). Bene. Da chi era stata curata? Da psichiatri, è ovvio. Allora caro (Omissis), è mai possibile che ogni volta si oda questa frase nella cronaca nazionale "(...) in cura da anni presso i servizi di salute mentale, tal dei tali ha ucciso, picchiato, ferito ecc ecc.. (...)". Siccome esistono questi medici deputati e preposti a curare queste persone, e sono pagati adeguatamente come dirigenti medici, non possiamo certo incolpare il malato che ad essi si rivolge. Spero, avendo provato una fortissima compassione per il giovane evirato, che quest'ultimo faccia causa ai curanti, pubblici e privati (era seguita poi da un privato questa donna, (nome di un altro quotidiano) del 4/02, servizio di E.V.), di questa ragazza eviratrice e che vengano condannati. Non si sa perché, ma quando si scopre un morto o ferito da parte di un malato di mente, chi lo curava e avrebbe dovuto evitare a-priori il fattaccio, non paghi mai, e dico mai. (nome e cognome a cui scrivo, omissis per privacy), sappiamo quanto la mente sia ancora molto sconosciuta, ma siccome questi lo stipendio da medico lo prendono...beh ABBIAMO FORSE PERSO UN PENE, CHE SIA ALMENO COMMINATA LA GIUSTA PENA.
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Dr. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta 4.6k 51
>>Secondo me sapete che ho ragione, e non sapete confutarmi.<<
questo è tipico dei narcisisti non crede?

Comunque mi sembra di notare una certa nota "polemica" in quello che scrive e forse questo non è il luogo più adatto.






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