Depressione..apatia..

Buongiorno, mi chiamo Monica e ho 26 anni e da 3 anni circa faccio su e giù con la depressione. Tre anni fa diciamo che un motivo scatenante c'era stato, ora un evento in particolare non c'è stato..a me sembra che sia io a non volerne uscire. Ho cambiato diversi medici, con l'ultima psicologa sembrava che andasse molto meglio, poi da quest'estate più o meno è ricominciato un percorso in discesa, ho lavorato per un mese in un ristorante che non mi piaceva, lo facevo in maniera svogliata e provavo continuamente ansia, perché non mi sento mai all'altezza della situazione. Poi ad ottobre, nel giro di due giorni prendo l'ennesima decisione frettolosa..prendo casa a Bari (io abito in provincia) e mi iscrivo alla specialistica. Mi sento una stupida solo a pensarci...credo che molto abbia influito su questa decisione il fatto di aver conosciuto un ragazzo che abitava a Bari e che avevo iniziato a frequentare da pochissimo. Capisco in fretta che dell'università non voglio saperne niente, stare a casa a Bari mi faceva venire l'ansia e quel ragazzo era anche fidanzato. Sembra il deja vù di tre anni fa, quando mi ero trasferita a Bologna con l'idea di cambiare vita, appena iscritta ad un'altra specialistica e anche lì conobbi subito un ragazzo col quale mi sono frequentata per due mesi per poi scoprire che era fidanzato... Da lì è iniziato tutto..Insomma. Ora sono di nuovo a casa dei miei, ho annullato l'iscrizione alla specialistica, con quel ragazzo ho chiuso e ho anche cambiato psicoterapeuta, dal momento che mi sono accorta di essere tornata al punto di partenza, dopo mesi - da gennaio ero in cura dalla psicologa che ho lasciato - e quindi ho pensato che non fosse la terapia adatta. Ora sono ho un altro psicoterapeuta. Ma credo di non essere io a collaborare per star meglio. Il fatto è che non sento più nulla per nessuno. Che senso ha la vita se non senti amore per chi ti sta intorno? Per i propri familiari, per gli amici..E' come se dentro di me qualcosa si fosse spento da tempo, e credo di essere passata di relazione in relazione - tutte brevi ed insignificanti, per lo più incentrate sul sesso - per cercare di provare qualcosa in tutti i modi..quello che alcuni fanno con le droghe, io l'ho fatto col sesso. Ora sono in un completo vuoto emotivo. A parte l'ansia, che sento quasi costantemente, non sento nient'altro, e il pensiero del suicidio è pane quotidiano. Credo di averci pensato così tanto ormai che è come se tale pensiero mi avesse mangiato il cervello.. non ricordo più com'è vivere senza questo pensiero, vorrei non averci mai pensato. Non mi sembra possibile tornare ad essere la persona che ero prima, che amava stare con le persone, circondata da mille amici..in questi tre anni piano piano mi sono allontanata dalle persone a cui tenevo di più. Secondo chi mi sta intorno il problema è che non trovo lavoro. Io non ho mai saputo cosa mi piacerebbe fare nella vita, e forse se lo sapessi non avrei il coraggio di farlo perché non ho fiducia in me.
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Cara Monica,

ho letto anche i consulti che ha chiesto in precedenza e sembra piuttosto chiaro che le occorra una psicoterapia svolta con continuità e anche con una certa frequenza (non una sola seduta a settimana) per affrontare il malessere che la attanaglia ormai da anni.

Non so se ha fatto bene a interrompere la terapia che stava facendo da gennaio, perchè gli alti e bassi sono normali all'interno di un percorso e spero che la sua sia sta una decisione ragionata e discussa con la terapeuta.
Che tipo di psicoterapia era? E quella attuale?
Se davvero pensa quotidianamente di suicidarsi è necessaria anche una terapia farmacologica. Sta assumendo ancora la venlafaxina?

Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it

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dopo
Utente
Utente
No, adesso ho cambiato terapia, prendo 15 gocce di cipralex - sono 15 da sabato scorso - , prescrittomi dall'attuale psichiatra(anche psicoterapeuta, indirizzo psicodinamico). La precedente psicologa era indirizzo gestalt. Mentirei se dicessi che è stata una decisione ragionata.. Ho detto alla mia ex psicologa che non vedevo miglioramenti e che avevo deciso di cambiare terapeuta. Lei mi ha detto di fare ciò che ritenevo giusto. Ho paura, sto perdendo fiducia nella terapia..mi sento un caso disperato.
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Da quanto ha iniziato la nuova psicoterapia?

In linea di massima è sempre preferibile tenere distinti i due ambiti, farmacologico e psicologico, perciò le consiglierei di parlarne con il suo psichiatra e di decidere assieme se sia il caso di proseguire così o se invece sia meglio che lui si occupi solo della parte farmacologica o della psicoterapia e l'altra parte sia demandata a un secondo professionista.
Si tratta infatti di due funzioni diverse che è bene siano gestite da due professionisti diversi.