Depersonalizzazione e derealizzazione

Salve a tutti.
Dunque, poco più di tre mesi fa, in seguito ad un periodo estremamente difficile e stressante, ho sviluppato per la prima volta i classici sintomi della depersonalizzazione e derealizzazione (come confermatomi in una seduta da uno psicologo). Per tre mesi ho sperimentato praticamente tutti i giorni attacchi di panico e le seguenti, spiacevolissime, sensazioni: confusione, appannamento visivo, sensazione di agire meccanicamente, forte distacco emotivo, sensazione che l'ambiente circostante fosse irreale (persone comprese) ed una miriade di pensieri intrusivi, perlopiù a tema esistenziale. Prima del sopraggiungere di questa situazione non avevo mai sofferto di nulla del genere, né posso dire di essere mai stato una persona particolarmente ansiosa, ragion per cui mi è precipitato il mondo addosso all'improvviso e sono stato veramente molto male. Da una decina di giorni a questa parte, tuttavia, sono abbastanza sicuro che i sintomi stiano spontaneamente e gradualmente rientrando. Non ho più attacchi di panico, mi sento molto più lucido, la mia vista è tornata a posto, mi sento di nuovo ''io'', l'ambiente circostante sembra di nuovo ''vero'' e riesco a tenere a bada i pensieri intrusivi. Ora, ci sono giorni in cui mi sento quasi del tutto ''normale'' di nuovo, ed altri in cui soffro ancora dei sintomi riportati sopra, anche se molto di meno rispetto a prima. Credo di poter essere ottimista e di star guarendo, anche se sento che c'è qualcosa che me lo impedisce, cioè questo continuare ad avvertire quei fastidiosi sintomi dissociativi, anche se in forma minore. Tra l'altro mi capita talvolta di sentirmi spaventato e di svegliarmi di soprassalto dal sonno, quando apparentemente non avrei motivo di farlo. Insomma, avverto questo continuo senso di inquietudine che pare stare lì a dirmi che non riuscirò mai a tornare al 100% quello di una volta, nonostante il fatto che mi senta decisamente meglio. Quello che vi chiedo è:
Quando si guarisce da un problema come il mio, è normale vivere questi periodi di ''assestamento'' durante i quali i sintomi vanno e vengono?
E' possibile che il senso di inquietudine e lo scombussolamento che avverto in questi giorni siano dovuti ad un accumulo di stress dovuto ai mesi scorsi?
Qual è, in questi casi, l'excursus che porta (spero) alla guarigione effettiva?
Vi ringrazio anticipatamente per eventuali chiarimenti e suggerimenti.
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Dr. Enrico De Sanctis Psicologo, Psicoterapeuta 1.3k 66
Salve a lei, le sue domande sono particolarmente interessanti.

Quello che intanto sento importante dirle in questa sede sono almeno due cose.
La prima è che quando viviamo un momento particolarmente difficile è possibile che si sviluppino le sensazioni di cui lei ha parlato. Non sempre tuttavia queste indicano un disturbo da cui guarire. È possibile che siano fenomeni temporanei comuni.

La seconda cosa è legata al "periodo estremamente difficile e stressante" di cui parla. È importante poter conoscere questo periodo, comprendere che cosa è successo e approfondire quei capitoli della sua vita che eventualmente si aprirebbero a partire da questo periodo, che ha generato in lei questo suo recente malessere.

Quindi, per poter provare a rispondere alle sue domande personalmente penso che sia necessario approfondire il suo racconto e i suoi vissuti.

Dallo psicologo è andato una volta sola o è in terapia?

Un saluto,
Enrico de Sanctis

Dr. Enrico de Sanctis - Roma
Psicologo e Psicoterapeuta a orientamento psicoanalitico
www.enricodesanctis.it

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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Gentile Utente,

certamente i sintomi che Lei descrive non spariscono per magia da un momento all'altro, si attenuano per poi essere presenti ma leggibili e gestibili dal paziente stesso.
Le faccio un esempio: la tachicardia ci sarà perché è giusto che ci sia in condizioni d'ansia, ma anziché spaventarsi fino al panico, riuscirà a leggere correttamente che cosa accade dentro o fuori di sé e a modulare questa sensazione.
Quindi, se è seguito già da uno psicologo psicoterapeuta, Le suggerisco di rivolgersi al Collega per concludere la terapia.

Cordiali saluti,

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

[#3]
dopo
Attivo dal 2016 al 2016
Ex utente
Innanzitutto vi ringrazio per aver risposto ed in così breve tempo. Dallo specialista al quale mi sono rivolto, purtroppo, ho avuto modo di andare una sola volta; anche se volessi non potrei continuare per motivi economici. Più che altro mi premeva sapere se la mia condizione fosse più grave del previsto o meno, e per fortuna sono stato tranquillizzato. Mi è stato spiegato che, probabilmente, il mio cervello ha innescato un meccanismo di difesa ''dissociandosi'' in seguito ad un grandissimo accumulo di stress, al quale oggi per fortuna non sono ancora sottoposto più di tanto. E da qui depersonalizzazione e derealizzazione. Naturalmente non mi sogno di chiedervi un'accurata diagnosi fatta a distanza, anche perché mancherei di rispetto a voi ed alla vostra professione; tuttavia, alla luce di quanto riportato, sulla base della vostra esperienza, avete da darmi qualche delucidazione circa i miei interrogativi? Grazie.
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Dr. Enrico De Sanctis Psicologo, Psicoterapeuta 1.3k 66
Penso che non sia possibile risponderle senza conoscerla personalmente in modo più profondo, almeno questo è il mio punto di vista. E non le dico questo per rispetto alla professione, ma perché non è possibile fare altrimenti, nostro malgrado, poiché ogni risposta è specifica per ogni persona. Se fosse possibile diversamente, le forniremmo senz'altro una risposta.

Se vuole approfondire il suo timore relativo alla gravità deve di fatto valutare una consultazione psicologica oggi. Potrà trovare costi contenuti anche privatamente.

Altrimenti, temporeggiando un po', anche considerando che è stato tranquillizzato, verificherà come procedono le cose e farà un bilancio in seguito. Se un certo malessere persiste e permangono in lei dei dubbi in proposito, potrà considerare allora la possibilità di fare una consultazione.

Un caro saluto,
Enrico de Sanctis