Diagnosi discalculia

Buonasera gentili specialisti,

vi scrivo per comprendere una situazione che non comprendo data la mia ignoranza in materia trattata.

Sono stati utilizzati per una diagnosi di eventuale discalculia i test presi da: "Cornoldi C., Pra Baldi A., Friso G., 2010, MT avanzate 2 – Prove
MT avanzate di lettura e Matematica 2 per il biennio della scuola secondaria di II grado,
Giunti O.S. Firenze".

I risultati per sono stati:
-Aritmeica: criterio completamente raggiunto
-Algebra: Nella norma P.S.
- Geometria ed altro: Nella norma C.C.R.
- Problemi aritmetici: P.S.
- Calcolo mentale correttezza: P.S. (intervallo da 3 a 6 risposte corrette) totale 6 su 8
- Calcolo mentale rapidità: 220" Disturbo Richiesta Intervento Immediato (R.I.I.)
- Fatti aritmetici: Nella norma P.S (intervallo da 17 a 22 risp. corrette)

Alla luce di ciò rimane nel criterio "Richiesta Intervento Immediato" solo la parte di rapidità del calcolo mentale.

Volevo chiederVi, venendo alla domanda:
A livello nazionale della comuità scientifica, quante delle prove del Cornoldi sopra-menzionato devono essere in fascia Disturbo R.I.I. per diagnosticare una discalculia in individuo con QI normale/sopra la norma?
Lo chiedo perché nella relazione finale leggo: "In base alla valutazione clinica ed ai test effettuati secondo quanto previsto
dalle Consensus Nazionali sui DSA, non è stata possibile la diagnosi di alcun disturbo specifico
dell’apprendimento rimanendo solo "CALCOLO MENTALE RAPIDITA’" sotto la norma.
Non basta quindi un solo punto sotto la norma?

Grazie er le delucidazioni :)
[#1]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.8k 503 41
Gentile Utente,

la relazione finale redatta da uno psicologo è data, come peraltro scritto, dall'esame clinico da parte dello psicologo e dai risultati di eventuali test somministrati a seconda di quello che è il sospetto diagnostico del professionista.

Ciò premesso, per poter porre una diagnosi è sempre necessario che vengano soddisfatti un certo numero di criteri diagnostici e mai un solo aspetto. Tenga poi presente che i test di questo tipo tengono conto del fatto che i DSA possono essere lievi, moderati o gravi.

Lei è un parente del ragazzino?
O un educatore?

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

[#2]
dopo
Attivo dal 2017 al 2017
Ex utente
Grazie per la risposta.

Sono un educatore e come tale mi tengo sempre ben aggiornato in ambito DSA e problemi legati all'apprendimento. Leggo molto e mi documento. Dato che usai il sito tempo fa per un probema personale e ebbi molti dettagli, ho deciso di discuterne qui di queste curiosità con una persona preparata che potesse darmi quante più informazioni possibili e scientificamente corrette per una crescita personale nella comprensione.

Il dubbio mi era nato perché leggevo qualche tempo fa una lezione del prof. Ghidoni, noto esperto della DSA su suolo nazionale, dove parlava che appunto la lentezza nel calcolo mentale era condizione necessaria e sufficiente per stabilire una discalculia tramite test standardizzato.
Mi chiedevo quindi se vi fossero, a livello italiano nella comunità scientifica, dei valori comunemente condivisi perché con questa relazione alla mano (quella del ragazzino) invece vedo che pur essendo molto al di sotto del valore stabilito dal Cornoldi - per la velocità di calcolo a mente - è risultato non discalculico.
Mi pareva per questo che quanto affermato da Ghidoni cozzasse con quanto ho ora alla mano con questa relazione.

Per questo mi chiedo:
1) basta o non basta un solo punto sotto la norma tra quelli elencati nel primo post di apertura?
2) perché cozzano così tanto le visioni di Ghidoni e di questo specialista?

La ringrazio per la gentilezza, la chiarezza e il tempo che mi dedica :)
[#3]
dopo
Attivo dal 2017 al 2017
Ex utente
Volevo chiedere l'itervento anche di altri specialisti nel caso la Dr.ssa Pileci non avesse, giustamente, tempo di rispondermi.
Più che altro per avere appunto una riposta scientifica dato che non ho ancora ben chiari i due dubbi...

Grazie a tutti.

Riporto il post precedente #2:
"Grazie per la risposta.

Sono un educatore e come tale mi tengo sempre ben aggiornato in ambito DSA e problemi legati all'apprendimento. Leggo molto e mi documento. Dato che usai il sito tempo fa per un probema personale e ebbi molti dettagli, ho deciso di discuterne qui di queste curiosità con una persona preparata che potesse darmi quante più informazioni possibili e scientificamente corrette per una crescita personale nella comprensione.

Il dubbio mi era nato perché leggevo qualche tempo fa una lezione del prof. Ghidoni, noto esperto della DSA su suolo nazionale, dove parlava che appunto la lentezza nel calcolo mentale era condizione necessaria e sufficiente per stabilire una discalculia tramite test standardizzato.
Mi chiedevo quindi se vi fossero, a livello italiano nella comunità scientifica, dei valori comunemente condivisi perché con questa relazione alla mano (quella del ragazzino) invece vedo che pur essendo molto al di sotto del valore stabilito dal Cornoldi - per la velocità di calcolo a mente - è risultato non discalculico.
Mi pareva per questo che quanto affermato da Ghidoni cozzasse con quanto ho ora alla mano con questa relazione.

Per questo mi chiedo:
1) basta o non basta un solo punto sotto la norma tra quelli elencati nel primo post di apertura?
2) perché cozzano così tanto le visioni di Ghidoni e di questo specialista?

La ringrazio per la gentilezza, la chiarezza e il tempo che mi dedica :)"
[#4]
Dr. Francesco Emanuele Pizzoleo Psicologo, Psicoterapeuta 2.4k 122
Gentile utente,

Se non ne è a conoscenza, esiste un documento di intesa -approvato da pochi anni - sulla diagnosi di discalculia.

Prima che legga, le posso dire che un punto sotto la norma dice NULLA.

Tenga in considerazione anche il fatto che molte diagnosi di DSA vengono fatte senza tener conto di molte variabili ad esempio:
* lo stato emotivo del bambino che viene sottoposto al test;
*L'orario in cui vengono somministrate le scale di valutazione. Sarebbe sempre meglio che la somministrazione avvenisse al mattino ad esempio e non nelle ore successive in cui il bambino potrebbe iniziare ad avvertire stanchezza;
* colloqui preliminari con insegnanti e soprattutto genitori per poter acquisire un background sufficientemente corposo sullo stato di famiglia, le relazioni familiari etc et etc...

Questi sono solo 3 degli aspetti che un collega perfezionato in diagnosi e terapia dei DSA, dovrebbe conoscere e prendere in esame dato che:
i reattivi da soli ci dicono nulla!

Spero possa tornare utile questa lettura

http://qi.hogrefe.it/rivista/la-diagnosi-di-discalculia-il-documento-daccordo-airipa-aid-2012/

un saluto

Dr. Francesco Emanuele Pizzoleo. Psicoterapia cognitiva e cognitivo comportamentale.

[#5]
dopo
Attivo dal 2017 al 2017
Ex utente
Grazie mille per la dettaglaita risposta Dr. Pizzoleo, cercavo proprio una risposta del genere :)

Ho letto velocemente il link data l'ora ma sicuramente ci tornerò su domani o dopo con una rilettura, ma mi pare che i punti fondamentali riassumendo possano essere...

- "AIRIPA-AID raccomanda di non utilizzare criteri di classificazione facendo riferimento a sottotipi più o meno precisi, in quanto a livello internazionale non si è ancora raggiunto un accordo sulla loro distinzione"

- Inoltre leggo che: "è necessario osservare una caduta significativa in due parametri: velocità di calcolo (che è proprio uno dei test segnalati come R.I.I in questo ragazzino) e accuratezza rispetto alla propria fascia scolastica"

- e una linea guida utile alla mia domanda è ancora che: "È possibile ipotizzare la presenza di un disturbo specifico del calcolo solo se le prestazioni del bambino si collocano al di sotto dei punteggi critici [...] in almeno il 50% delle prove contenute all’interno di una batteria di test che valuti le abilità di numero e calcolo".

Ed è quest'ultimo punto a dire che in effetti un solo test (nel caso della relazione di cui parlavo l'unico test sotto il quindo percentile era "Calcolo mentale rapidità") non basta in quanto è meno del 50% delle prove, ho inteso giusto?


Grazie per le delucidazioni, ma preferisco avere riconferma in quanto vorrei esser certo di aver capito bene perché come ripeto è una materia che ci viene poco inseganta e se non fosse per una curiosità e volontà personale poco si muove.

Grazie di nuovo e bunanotte!
Cordialmente.
[#6]
Dr. Francesco Emanuele Pizzoleo Psicologo, Psicoterapeuta 2.4k 122
Gentile utente

<<in almeno il 50% delle prove contenute all’interno di una batteria di test che valuti le abilità di numero e calcolo".>>. Ciò vuol dire che dal 50% a salire, si potrebbe sospettare un deficit.

non si valuta una sola prova per porre diagnosi.
per farle un esempio concreto, se un paziente presenta solo allucinazioni, non si fa diagnosi di nulla.

Anche 2 deviazioni standard sotto il cutoff ci dicono nulla se non che il bambino non presenta DSA.

tenga conto comunque che sul sito on Line della Erickson potrebbe trovare interessanti spunti ed eventuali strumenti per potenziare abilità di calcolo nel bambino ;)

Un caro saluto
[#7]
dopo
Attivo dal 2017 al 2017
Ex utente
La ringrazio per la sua risposta. Ho compreso che non basta un unico test anche molto sotto la media, ma l'interpretazione di più test e vari altri parsmetri del paziente. Grazie per le spiegazioni e i consigli.

Ho solo altre due curiosità da fugare e spero mi possa aiutare con chiarezza come con la precedente. Iniziando dal primo: Leggevo in un libro riguardo i DSA che spesso ci sono correlazioni genetiche, non sempre ovviamente, ma ci può essere una correlazione con famigliare con DSA. Quel che non è però spiegato è se ad esempio avendo un genitore dislessico, il figlio potrà essere dislessico o anche discalculico.
In altre parole stando alle ricerche statistiche c'è correlazione del tipo:
Genitore dislessico ==> probabilità di figlio dislessico
Oppure può anche esserci correlazione intra DSA
Esempio
Genitore dislessico ==> figlio discalculico (anziché dislessico)

Grazie
[#8]
Dr. Francesco Emanuele Pizzoleo Psicologo, Psicoterapeuta 2.4k 122
Gentile utente,

Più che di "correlazioni genetiche" sarebbe più opportuno parlare di eventuale familiarità nei DSA. Questo per i motivi che le dico:

Un gruppo di ricercatori del "San Raffaele di Milano" ha studiato 121 famiglie, individuando nel cromosoma 15 la causa della dislessia. Ma essendo una ricerca isolata e con moltissimi limiti - tra i quali il campione analizzato molto scarso (121 famiglie non è un campione sostanzioso per avvalorare conclusioni) - andrebbe approfondita e seguita da altri studi/ricerche in proposito.

Personalmente, per esperienza sul campo, preferisco parlare di familiarità. Ovvero, una situazione in cui nella storia di una famiglia ci sono stati *più casi* di una certa patologia e che, a causa di un vissuto relazionale condiviso, può (e sottoscrivo:PUÒ) trasmettersi da genitore a figlio.

Al momento però i dati scientifici non sono chiari a proposito soprattutto in Italia.

Aggiungo che è oggetto di ricerca la correlazione tra la presenza in famiglia di casi di D.S.A. e la presenza del disturbo nel bambino. Tale correlazione è stata studiata ancora poco in Italia (l’interesse per le DSA è piuttosto recente), mentre vi sono molti studi importanti europei e americani. In Finlandia ad esempio si fa molta più ricerca sui DSA rispetto all'Italia.

Morale di tutto ciò:
1)non ci resta che attendere nuovi e più attendibili sviluppi in ricerca scientifica sui DSA (e non solo...)
2) occuparci dei bambini che presentano DSA avvalendosi di strumenti dispensativi e compensativi.

Con la speranza di aver fugato i suoi dubbi, le auguro in bocca al lupo per il suo lavoro.

Un saluto a lei e alla mia cara L'Aquila
[#9]
dopo
Attivo dal 2017 al 2017
Ex utente
Grazie dottore,
Non ho capito però dalla sua risposta se la correlazione famigliare può essere anche dislessia - discalculia ad esempio o se è di solito dislessia -dislessia
Discalculia-discalculia
Stando agli studi effettuati seppur in fase embrionale.

Venendo quindi all'ultimo punto per cui vi ho scritto per chiarirmi le idee, da quanto mi è stato detto i DSA (quali appunto dislessia e discalculia) sono spesso correlati a difficoltà della memoria di lavoro. Ora mi chiedevo se questa difficoltà fosse sempre la causa del DSA o se una dislessiae/o doscalculia potevano avere altre origini oltre il deficit della memoria di lavoro. Ovvero ogni bambino con DSA ha difficoltà nella memoria di lavoro o vi sono ragazzini con DSA che hannouna memoria di lavoro efficiente?

Chiudo così il consulto molto soddisfatto del servizio gratuito che offriete.
Rinnovo i saluti e le rimando un aigurio di buon lavoro. Son stato fortunato ad incontrarla anche solo virtualmente.
Buona giornata!

Ps: mi scuso per i molteplici errori di battitura dovuti alla qwerty dello smartphone
[#10]
Dr. Francesco Emanuele Pizzoleo Psicologo, Psicoterapeuta 2.4k 122
La correlazione familiare può avvenire anche per: dislessia - discalculia/ disortografia -discalculia. O anche viceversa.

la Memoria di Lavoro: mantiene ed elabora le informazioni durante l'esecuzione di compiti cognitivi (è il nostro presente). Quindi quello che le è stato detto è esatto. Un deficit di memoria di lavoro può condurre all'insorgenza di DSA e mantenerlo.

Dato però che uno dei più grandi privilegi del nostro cervello, è la plasticità neuronale - ovvero capacità di modificarsi e adattarsi a stimoli ed esperienze nuovi - sulla memoria di lavoro si può lavorare eccome potenziandola.

le dico di più. Non di rado accade che un potenziamento della memoria di lavoro, possa dare eccellenti risultati nella diminuzione quantitativa e qualitativa di un DSA.
[#11]
dopo
Attivo dal 2017 al 2017
Ex utente
La sua risposta mi ha dato ancora una.volta info molto utili.

Torno a scriverle però perché mi acccorgo di esser stato poco chiaro. Se un deficit della memoria di lavoro appunto può dare insorgenza di DSA. Mi chiedevo se fosse vero il contrario: '' vi può essere un DSA (dislessia, discalculia che sia) che non ha un deficit di memoria di lavoro come base?

In logica la chiameremmo è condizione necessaria e sufficiente per il DSA il deficit della memoria di lavoro?


Rinnovo l'augurio di buona continuazione :)
[#12]
Dr. Francesco Emanuele Pizzoleo Psicologo, Psicoterapeuta 2.4k 122
Con la speranza di chiarirle ulteriormente le idee in proposito,
riporto esattamente le parole di Cornoldi:

"I maggiori problemi dei DSA si ritrovano comunque nella Memoria di lavoro, cioè nella capacità di mantenere temporaneamente e manipolare informazioni verbali o visuospaziali"

saluti

L'allergia è una reazione immunitaria eccessiva di fronte a una sostanza (allergene) innocua per molti. Gli allergeni più frequenti e le forme di allergie.

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