Mio figlio ha subito dei traumi causa madre borderline

Buonasera,
sono il padre di due figli, una femmina e un maschio. La femmina non ha mai dato problemi, la mia preoccupazione nasce per mio figlio, a breve 19enne. Purtroppo la mia exmoglie soffre del disturbo borderline, le è stato diagnosticato solo da pochi mesi, ma già da tempo avevo avuto delle avvisaglie. Per paura che facesse pazzie ho lasciato perdere per tanto tempo, sia io che i miei figli abbiamo subito violenza fisica e psicologica, e io tentando di salvare capra e cavoli non ho fatto niente in concreto per sistemare le cose finché circa un anno fa ho deciso di separarmi.
La mia ex ha impedito a mio figlio di avere un gruppo di amici, lo segregava in casa e la sua unica compagnia era il computer, e io lavorando spesso all'estero non ho potuto aiutarlo a uscire dal suo guscio. Non poteva andare ai compleanni, nemmeno giocare in un qualche parco, abitando noi abbastanza distanti dal centro abitato. Questo lo ha portato a sviluppare una forte fobia sociale, abitiamo in un paese piccolo e non è riuscito a inserirsi in nessun circolo sociale, passa le giornate al computer o tutt'al più va in biblioteca, sempre da solo. Mi ha detto che spesso suda in pubblico, trema, ecc ecc. Per di più da piccolo ha avuto problemi nello sviluppo, ha dovuto prendere ormoni della crescita in quanto piccolo di statura e tutt'ora non dimostra che 15-16 anni. Non ha finito gli studi, l'anno prossimo se dio vuole si iscriverà in una scuola nuova essendoci noi trasferiti, però mi ha posto di fronte un nuovo problema: ha detto che vuole cambiare nome e cognome, data e luogo di nascita per avere una nuova identità, vorrebbe scalarsi qualche anno perché non ha potuto vivere un'adolescenza normale, pretende di potersi fare degli amici più piccoli di lui in modo da non sentirsi indietro in quanto esperienze ecc ecc. Gli ho detto che è impossibile, ma lui insiste e dice che non andrà a scuola finché non sarà accontentato. Da un lato lo capisco, ma d'altra parte questo suo tentativo di recuperare l'irrecuperabile mi sembra qualcosa di delirante. Si rifiuta di andare dallo psicologo, sono veramente disperato.
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Dr. Francesco Emanuele Pizzoleo Psicologo, Psicoterapeuta 2.4k 122
Gentile utente,

Le cognizioni adolescenziali (credenze, pensieri ed emozioni) e di conseguenza i comportamenti, variano frequentemente proprio perché vissute e sperimentate in un periodo di mutazioni ormonali, endocrine, morfologiche e cognitive.
È altrettanto vero che è assolutamente comprensibile la sua preoccupazione di padre che traspare evidente nella richiesta di consulto. Però sa una cosa? Le emozioni “passano” da persona a persona. Ad esempio: se lei vede una persona triste, molto probabilmente anche lei avvertirà tristezza.

Questo accade soprattutto in famiglia. Se io genitore sono preoccupato, quando mi rapporto con mio figlio (per giunta adolescente), mio figlio avvertirà la mia preoccupazione e la mia volontà di aiutarlo. Ma l’adolescenza è ribellione. E allora: quanti adolescenti al mondo esistono che acconsentirebbero alla richiesta del genitore di andare dallo psicologo? NESSUNO.
o se succede, lo fanno per accontentare il genitore e non per motivazione personale. E quando ciò accade, il ragazzo non sarà mai completamente compliante (aderente) alla terapia. Difficilmente si applicherà, facilmente si stancherà.

Allora, in questi casi, la strategia migliore e più valida è quella che permette al genitore (o i genitori), rivolgendosi ad un collega psicologo/psicoterapeuta-preferibilmente perfezionato in psicologia dell’eta evolutiva- di appropriarsi di strategie comunicative maggiormente utili per parlare con il proprio figlio in modo più efficace e verosimilmente più propenso ad invogliare il ragazzo alla terapia.

Inizialmente, in questi casi, è estremamente utile e proficuo che sia il genitore (o i genitori) ad avvalersi in prima battuta di una consulenza dal vivo.

Cordiali saluti

Dr. Francesco Emanuele Pizzoleo. Psicoterapia cognitiva e cognitivo comportamentale.

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Dr.ssa Rosalba Anfosso Boscolo Psicologo, Psicoterapeuta 37 4 2
Buonasera utente 434559
Ho letto con attenzione la sua storia familiare, e immagino le sue preoccupazioni, per fortuna oggi, vi sono mezzi per alleviare e curare le difficoltà di suo figlio. Dalla sua descrizione mi sembra di poter dire che ha subito traumi psicologici in quella segregazione forzata di esclusione sociale. A questo proposito consiglio l'EMDR è una tecnica psicoterapeutica che lavora proprio sui traumi , se cerca su internet trova tutte informazioni necessarie compresi nomi di colleghi che lavorano nella vs zona. Io non sono abituata a dare consigli ma mi permetto di suggerirle di parlare a suo figlio con comprensione , spiegandogli che non è necessario cambiare identità per avere serenità e pace ma lavorare invece per capire chi è veramente, avendo consapevolezza delle proprie capacità , per trovare o ritrovare il piacere della condivisione e dell'amicizia , gli spieghi che da solo non è possibile cambiare, così come abbiamo bisogno di andare dal dentista per farci curare il dente lui deve farsi aiutare da chi lavora in questo campo. La psicoterapia fornirà anche il recupero della figura materna, una madre che non è in grado di prendersi cura dei figli NON è una madre che NON ama ma che soffre. Un caro saluto

Dr.ssa ROSALBA  ANFOSSO BOSCOLO

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