Ansia nel mangiare con altre persone

Buongiorno, sono una ragazza di 23 anni e da qualche tempo purtroppo ho un disturbo fastidioso, ossia l'ansia quando devo mangiare con altre persone al di fuori della mia famiglia. Premetto che a casa mangio di tutto (soffro di alcune allergie alimentari ma non mi limitano molto e ci sto attenta) e il mio peso è assolutamente nella norma. A casa sono tranquilla, invece quando sono fuori con altre persone, soprattutto in pasti "formali" sono in ansia, ho un nodo alla gola e difficoltà a deglutire, solo per i solidi per fortuna. A volte mangio molto poco, a volte "normale" però comunque in ansia... che scompare magicamente quando il pasto è finito. Meno sono in confidenza con quella persona, più l'ansia è maggiore. A volte mi sono capitati dei veri e propri attacchi di panico prima dei pasti.
Non sono sempre stata così, fino ai miei 20-21 anni mi piaceva pure mangiare fuori e assaggiare pietanze nuove.
In generale sono una persona ansiosa anche in altri aspetti della vita, perfezionista e anche insoddisfatta cronica. Studio all'università e vado bene, ma non bene quanto vorrei. Ho diversi amici con cui ogni tanto esco. Non sono fidanzata, l'amore per me è un altro "argomento da bollino rosso", sono insoddisfatta perché nella mia vita ho avuto solo brevi relazioni e tutte fallimentari, e avrei paura che il mio problema col cibo possa inficiare anche una futura relazione.
Vorrei solo vivere più tranquillamente...
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Dr. Francesco Emanuele Pizzoleo Psicologo, Psicoterapeuta 2.4k 122
Gentile ragazza,

Cosa teme, qual è il suo timore più grande quando si trova a mangiare con persone con le quali non ha confidenza?

Dr. Francesco Emanuele Pizzoleo. Psicoterapia cognitiva e cognitivo comportamentale.

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Dr.ssa Elisabetta Scolamacchia Psicologo, Psicoterapeuta 739 20 3
Gentile ragazza,
Il problema della condivisione del cibo con altre persone non appartenenti alla sua famiglia sembra essere intervenuto solo recentemente, da come lei scrive. Pertanto, le chiedo se, negli ultimi due anni, come mi pare di capire, sia avvenuto qualche evento per lei significativo che abbia accentuato un tratto di insicurezza pregressa, tanto da farla rientrare in contesti conosciuti e familiari.

Dr.ssa Elisabetta Scolamacchia
Psicologa. Psicoterapeuta. Analista Transazionale

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dopo
Attivo dal 2018 al 2018
Ex utente
Rispondo a entrambi.
Non so nemmeno io di cosa abbia paura.. forse di non digerire (a volte mi capita ma nemmeno spesso), oppure di non avere abbastanza fame e di lasciare li qualcosa, o che le persone mi possano giudicare per ciò che mangio... ma ormai è quasi una cosa indefinita, una "paura della paura"
Circa due anni fa ho avuto una gastrite (causata da un'allergia alimentare) in cui mangiavo anche pochissimo e mi veniva la nausea... forse è paura che mi possa risuccedere da un momento all'altro. Dal punto di vista personale una breve relazione con un ragazzo che non ho mai amato ma che volevo amare, mi sono sentita in colpa per questo.. non so se possa c'entrare.
Fatto sta che ora di stomaco sto bene ma fuori a mangiare con altri non sono più tranquilla!! A parte quando nessuno ci fa così caso, come ai buffet o a mangiare il gelato..
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Dr.ssa Elisabetta Scolamacchia Psicologo, Psicoterapeuta 739 20 3
Credo che, come lei scrive, si tratti ‘della paura della paura’ piuttosto che di un disagio legato alla situazione specifica del mangiare in compagnia. Tuttavia, gli episodi recenti che lei riferisce, quale la sua situazione con un ragazzo che non amava ma voleva amare, il senso di colpa conseguente, il timore del giudizio, danno l’idea che lei stia passando un periodo delicato a seguito del quale sarebbe opportuno lavorare su alcuni aspetti che predispongono a uno stato di ansia e di insoddisfazione. Per esempio: come spiega il senso di colpa relativo al fatto che non sentiva di amare il suo ragazzo? Dove è la colpa? Perché la vive come tale? E ancora: da dove viene il senso di vergogna e la paura del giudizio da parte degli altri?
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Dr.ssa Elisabetta Scolamacchia Psicologo, Psicoterapeuta 739 20 3
Gentile ragazza,
Il problema della condivisione del cibo con altre persone non appartenenti alla sua famiglia sembra essere intervenuto solo recentemente, da come lei scrive. Pertanto, le chiedo se, negli ultimi due anni, come mi pare di capire, sia avvenuto qualche evento per lei significativo che abbia accentuato un tratto di insicurezza pregressa, tanto da farla rientrare in contesti conosciuti e familiari.
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dopo
Attivo dal 2018 al 2018
Ex utente
Diciamo che volevo amarlo perché le mie storie passate non sono mai durate tanto e perché mi sono sempre innamorata (mi è successo 2 volte nella mia vita, una a 16 anni e una a 18/19) di persone che "adesso non mi piacerebbero più" non erano per nulla adatte a me. Ma facciamo che lì ero ancora giovane... Invece a 21 anni ho incontrato questo ragazzo, che sulla carta sembrava quello giusto e sembrava avere intenzioni serie con me... eppure a me frenava, soprattutto fisicamente non mi piaceva: ho troncato io, ma mi sono sentita una persona molto superficiale perché lo ho lasciato per una cosa come la bellezza, e immatura perché non in grado di amare una persona del genere. Io ho già detto di essere una insoddisfatta cronica, la mia insoddisfazione è anche dovuta al fatto che alla mia età, cioè ormai età adulta, non abbia mai avuto relazioni davvero importanti, sarà perché non sono in grado o semplicemente perché non è ancora arrivata la persona giusta?
Non so se possa c'entrare... ma secondo me si. Non mi sento mai all'altezza degli altri, pur oggettivamente essendolo (ed eccellendo anche in più campi).
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Dr.ssa Elisabetta Scolamacchia Psicologo, Psicoterapeuta 739 20 3
Cara ragazza,
Lei chiede molto da se stessa e si svaluta ed autoaccusa per comportamenti che rientrano nel processo di crescita, considerato che lei è davvero giovane. Il campo delle relazioni non è certamente una zona di comfort, considerate le proprie credenze al riguardo, il ruolo delle aspettative, il timore di non essere accettati, non tanto per quelli che si fa ( e in questo, lei sicuramente eccelle), ma per quello che si è. Tutto questo sembra essere messo in campo nella situazione della condivisione dei pasti con persone che lei non conosce.
Il mio collega ha giustamente focalizzato la sua attenzione sui timori che questa situazione per lei comporta e, a tale proposito, le chiedo di osservare il contesto, le persone coinvolte, se succede sempre, spesso o qualche volta. Comunque, ritengo anche che questa sia la manifestazione di una problematica che riguarda il campo delle relazioni non familiari, l’immagine che ha di se’ e le credenze collegate.
Ha mai pensato di confrontarsi con uno psicologo sul problema che lei porta?
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dopo
Attivo dal 2018 al 2018
Ex utente
Mi capita soprattutto quando sono con persone con cui non sono in confidenza, e in situazioni in cui tutti mi vedono. A volte è quasi ansia da prestazione... Di non apparire abbastanza brava, matura, rispettosa nei confronti degli altri. Pur rispettando tutti e avendo anche diversi amici.
Quindi le due cose possono essere correlate?
E' che non accetterei mai di avere ancora la maturità di una adolescente... dal punto di vista pratico sono completamente autosufficiente, ma come maturità vorrei essere altrettanto adulta
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Dr.ssa Elisabetta Scolamacchia Psicologo, Psicoterapeuta 739 20 3
Non so dirle se vi sia una correlazione, in quanto, via internet, sarebbe azzardato affermarlo. È un’ipotesi e un eventuale suggerimento a scandagliare meglio. Sono dell’idea che quella che lei chiama ansia da prestazione potrebbe essere in parte collegata a come lei percepisce le relazioni extra familiari, in quanto sembra viverle come giudizio. Il discorso sarebbe lungo, ovviamente.... Voglio solo attirare la sua attenzione sul concetto che lei ha di maturità affettiva, come un dato di fatto che scatta, o dovrebbe scattare, da una certa età in poi. Personalmente, vedo la maturità affettiva come un processo, lungo e per nulla semplice e lineare, che passa attraverso esperienze personalmente elaborate e un andamento non lineare anch’esso.
[#10]
dopo
Attivo dal 2018 al 2018
Ex utente
Io non dico che vorrei maturare a comando, solo che mi rendo conto che il mio assetto affettivo forse non è quello di una ragazza di 23 anni. Il pensiero che due anni fa sono scappata davanti a una responsabilità che dovevo invece affrontare (dato che ormai non sono piu una ragazzina) mi attanaglia da due anni, e non riesco a non pensarci... per l'aspetto fisico e per il fatto che questo ragazzo non mi accendeva nulla poi, come se la bellezza durasse in eterno. Io mi rendo conto benissimo di tutto ciò, ma non riesco a cambiare...
E lo stesso vale per il cibo... questo problema è iniziato nello stesso periodo della fine della mia storia. Vedo tutto come un possibile giudizio nei miei confronti...
Non so cosa potrei fare, almeno per sentirmi meglio
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Dr. Francesco Emanuele Pizzoleo Psicologo, Psicoterapeuta 2.4k 122
Abbastanza verosimilmente è arrivata al punto “Vedo tutto come un possibile giudizio nei miei confronti...”

Il timore del giudizio altrui, di persone poco confidenziali, lontane dalla sua zona comfrort familiare, in varie ricerche di psicologia e psicoterapia cognitiva, correla positivamente con:
- timore di assunzione di responsabilità
- timore dell’errore
- ansia
- tendenza al controllo
- autocritica
- senso di scarsa autoefficacia personale.

Le tornerebbe estremamente utile affidarsi ad un/una collega psicologo psicoterapeuta per decrementare non solo l’intensità del sintomo: “l'ansia quando devo mangiare con altre persone al di fuori della mia famiglia“, ma anche per lavorare su componenti persomologiche, caratteriali ed emotive che ha descritto nel dialogo con la Dottssa Scolamacchia con lo scopo di renderle più funzionali, adattive e sane consentendole maggiore serenità!

Cordiali saluti
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Dr.ssa Elisabetta Scolamacchia Psicologo, Psicoterapeuta 739 20 3
Credo che il mio Collega abbia riassunto perfettamente molte delle tematiche sulle quali anche io la invito a riflettere, consigliandole di farlo con la guida esperta di uno psicologo psicoterapeuta, al fine di venirne fuori in tempi più brevi che se dovesse affrontare il tutto da sola.
Auguri e cordiali saluti.
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