Attacchi panico e ansia perenne

Salve, sono una ragazza di 24 anni che non riesce più a vivere serenamente. Premetto di essere sempre stata una persona ansiosa e di aver intrapreso più volte, nel corso della vita, percorsi con psicologi e psichiatri, a seguito di crisi di panico davvero devastanti. Ho assunto l' Elopram all' età di 18 anni a causa di un lutto, dopodiché dopo un periodo relativamente sereno ho avuto una ricaduta a 22 anni in cui nuovamente assunsi Elopram, e dopo aver terminato la cura un anno fa sotto stretto consiglio della psichiatra, ora mi ritrovo in condizioni anche peggiori di come stavo all' epoca. Da una settimana a questa parte infatti non riesco più a mangiare, a uscire di casa, a vivere una vita normale: ho attacchi di panico che perdurano anche ore senza riuscire minimamente a controllare il mio corpo, mi viene la tachicardia per qualsiasi stimolo ricevi dall' esterno, ma al contempo ho momenti in cui il cuore batte molto lento, fino a 50 (sono una persona sedentaria che non si allena), non dormo più perchè mi sveglio più volte alla notte sudata e tremante col cuore in gola, non riesco a stare in mezzo alle persone perchè divento fobica. Se un tempo riuscivo in qualche modo a convivere con queste crisi, ora hanno preso totalmente il controllo sulla mia vita. Sono preoccupata per il mio cuore perchè temo che questa ansia eccessiva e incontrollata possa avere degli effetti terribili su di esso. Nel 2014 feci una visita cardiologica e risultò che il mio cuore fosse sano e a posto, ma a questo punto forse converrebbe tornare a farmi visitare per capire se tutta questa ansia ha prodotto qualcosa di nocivo. Molte volte infatti sento delle fitte in mezzo al petto. Ormai non so più cosa fare o a chi rivolgermi: dopo un periodo latente la mia ansia cronica ritorna sempre, nonostante più volte nel corso degli anni abbia già intrapreso e concluso percorsi con specialisti. Non saprei nemmeno a cosa ricondurre tutto questo mio malessere, se non al fatto che quando avevo 5 anni mia sorella maggiore si ammalò di leucemia e da lì in avanti, per circa 10 anni, la mia vita fu uno strazio, perchè ho vissuto poco tempo coi miei genitori e ho interiorizzato da sola il dramma. Ora mia sorella è guarita completamente, ma su di me grava ancora il peso di quell' esperienza traumatica che forse, non sono mai riuscita a risolvere davvero. Non ho mai avuto modo di parlarne con i miei genitori poiché hanno sempre cercato di mascherare tutto pensando di fare il mio bene e in più il rapporto che ho con mia madre è controverso, poiché mentalmente è una persona molto chiusa e non saprei davvero come affrontare discorsi delicati con lei. Spero qualcuno possa consigliarmi su come uscire pienamente da questo vortice, il quale ora sembra davvero essere diventato immenso e non mi permette più di vivere una vita normale.
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Psicologo attivo dal 2018 al 2024
Psicologo
Gentile Utente,
quando dice

"Premetto di essere sempre stata una persona ansiosa e di aver intrapreso più volte, nel corso della vita, percorsi con psicologi e psichiatri"

intende dire che ha fatto dei percorsi di psicoterapia?
come si è sentita durante quei percorsi?

a 22 anni, quando ha avuto la ricaduta, reputa ci sia stato qualche evento che ha riacutizzato il suo disagio?

Mi colpisce molto ciò che lei dice a proposito del rapporto con i suoi genitori, sembrerebbe che lei nel corso della sua vita abbia affrontato certe situazioni come la malattia di sua sorella senza poter esternare ciò che sentiva ai suoi genitori, sentendosi cosi sola e non supportata.

Mi chiedo cosa immagina che potrebbe accadere se provasse a comunicare a loro lo stato di disagio che vive ormai da anni.

Sembra che lei faccia i conti, da molti anni, con un senso di solitudine e di "impotenza comunicativa" che la spinge a contenere tutto, le proprie emozioni, i propri pensieri, il suo modo di essere.
Gli attacchi di panico e lo stato ansioso costante potrebbero essere una diretta espressione di quanto detto.
[#2]
dopo
Utente
Utente
Salve dottore,
sì, intendevo proprio dire che ho fatto dei percorsi di psicoterapia, sia quando ero alle medie, sia durante gli anni delle superiori, sebbene già ai tempi delle elementari io avessi manifestato diversi episodi ansiosi "gravi". Come spiegavo nel mio messaggio, ho sempre sofferto di ansia cronica che si è sempre ripresentata, in maniera ciclica. Passo dei periodi in cui sto relativamente bene ad altri in cui mi sento crollare il mondo addosso e non provo più alcun stimolo vitale. A 22 anni ho lasciato il mio ex ragazzo con cui stavo da 5 anni e sebbene non ne fossi più innamorata, quel fatto mi aveva destabilizzata e riportata in un circolo vizioso di antidepressivi e fobia del mondo. I miei genitori sono persone molto all' antica e con loro non ho mai affrontato il problema della malattia di mia sorella, così come tantissimi altri problemi. Ho affrontato e vissuto ogni cosa dentro di me per incapacità comunicativa tra me e i miei genitori. Ora, la mia più grande paura è che tutta l' angoscia che sto nuovamente provando in questo periodo possa portare gravi conseguenze sul mio cuore, dato che come spiegavo non riesco a vivere nemmeno un istante in tranquillità, neanche durante la notte. Vorrei ricominciare una terapia, ma che possa aiutarmi a curare le cause più profonde piuttosto che i sintomi. Sono molto preoccupata che queste manifestazioni così angosciose e devastanti possano portarmi a sviluppare gravi malattie fisiche/cardiache oltre che mentali.
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Psicologo attivo dal 2018 al 2024
Psicologo
Dunque quando ha lasciato il suo ex, malgrado lo abbia fatto sentendo che fosse la cosa migliore, ha ricominciato a soffrire di attacchi di ansia che, forse, hanno contribuito a incrementare quella tendenza a contenere tutto dentro che è ciò che al tempo stesso le aumenta il disagio che si manifesta con l'ansia.

Episodio che si somma a quelli precedenti come ad esempio la malattia di sua sorella.

Sembrerebbe che la sua percezione di non riuscire a poter esprimere una parte importante di se stessa alle persone significative possa aver incrementato uno stato in cui l'unico modo per esprimere il proprio malessere è proprio lo spostamento di esso sul proprio corpo (da qui la sintomatologia ansiosa).

Il motivo per cui la sua ansia non sembra essersi "risolta" potrebbe essere nell'aver effettuato delle psicoterapie che, come lei dice, l'hanno aiutata a gestire i sintomi che tuttavia a periodi ciclici si ripresentano.

Accodandomi a quanto lei ha detto ritengo che una psicoterapia che le permetta di conoscere le cause del suo disagio possa essere maggiormente utile perchè implicherebbe un cambiamento interiore.
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