blocco nel concretizzare

Buonasera
Cosa posso fare per migliorare e risolvere le proprie problematiche oltre alla terapia?
Ho problemi a muovermi: perché mi sento bloccata dietro uno stato di paura e depressione che non mi dà spazio.Il terapeuta sa fare il suo lavoro e mi dice spesso che comunque ho fatto progressi e anche se tra alti e bassi ci sono stati dei miglioramenti.
Sono in cura preso l'asl da due anni:per lo psichiatra ho un DAG.Per lo psicoterapeuta ho:nevrosi che a volte sfocia nel borderline;sintomi di ansia e depressione;disturbo di personalità dipendente, evitante, tratti narcisistici/istrionici e ossessivi.La causa principale è chiara: isolamento durato quasi 10 anni,non passaggio all'età adulta,dipendenza soprattutto dalle figure genitoriali iperprotettive,traumi legati a problemi di salute.Risultati: passo dall'idealizzazione al fallimento totale nel concreto,sono rinunciataria, procrastinatrice.Sono un disastro nei rapporti, che evito perché poi finisco per tirare fuori l’io dipendente.Sono molto rigida nelle mie convinzioni.Sono sola perchè non riesco a entrare in contatto con le persone.Scappo continuamente dalle responsabilità.
Le problematiche riguardano tutti i campi(paura del lavoro, grossi problemi relazionali, problemi sessuali,solitudine,obiettivi da raggiungere e le parti del mio carattere).Ho tutta la mia vita da costruire, ma al di là del ritardo fatico proprio a muovermi, a fare, a realizzare ciò che viene detto in terapia.Ho troppe resistenze.Il problema non è la psicologa, la terapia,chi mi circonda, la società e l'universo:sono io. Voglio cambiare ma a fatti sembra che io sia intrappolata nella prigione creata da me.Qualche cosa sono riuscita a superarla, ma ricado puntualmente.
Per la maggior parte del tempo sono apatica, ansiosa e depressa,in casa(credo sia la mia prigione mentale dal quale fatico a uscire), senza molti stimoli.Passo da momenti in cui potrei fare di tutto(sono positiva) a cambiare umore dopo poco tempo.Passo la maggior parte del tempo non ho amici, relazioni.Non lavoro se non ogni tanto saltuariamente.Rispetto a anni fa va meglio, ma non posso dirmi soddisfatta per di me stessa che non sono in grado di cambiare davvero.Ho raggiunto dei risultati ma molto lontani tra loro a livello temporale (uno all'anno)e con frequenti ricadute.Prima di iniziare rinuncio, oppure prima che mi convinco passano 6 mesi di terapia;e quando raggiungo qualcosa, ricado in allo stadio iniziale. Ho schemi disfunzionali che si ripetono senza che io riesca a prenderne coscienza nel mentre(nonostante li affronti in terapia).
Forse non sono un caso così di facile risoluzione, ma il tempo passa e sono molto arrabbiata, a volte rassegnata, senza speranza.Sono un'altalena di emozioni.Non reggo il confronto ma non reggo neanche il confronto con me stessa.Cosa posso fare io in primis per accelerare i cambiamenti? cosa posso fare per superare davvero le paure e crescere finalmente e iniziare a fare esperienze?(oltre al lavoro terapeutico).
grazie
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Gentile Utente,

Le sono state indicazioni nel consulto che ha postato soltanto due giorni fa...
In linea generale, se si sente bloccata, deve necessariamente parlarne con la terapeuta con cui è in cura.
A volte può capitare di arenarsi in terapia, ma bisogna capire insieme come uscirne e nessuno meglio del curante può aiutarLa.
Riesce a fare un elenco preciso (non generico) di ciò che non riesce a fare e a portarlo alla terapeuta?

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

[#2]
dopo
Utente
Utente
Grazie della risposta. Ho riscritto la richiesta perche la precedente non era chiara a chi mi ha risposto.
Il terapeuta è ben a conoscenza delle miei fobie e di cosa non riesco a fare. Ho espresso piu volte cosa mi manda in depressione e cosa desidero in quei momenti(in cui giustamente il terapeuta non c'è) per stare meglio(sento il bisogno di qualcosa/uno che mi supporti o che mi faccia sfogare durante la settimana). Ho richiesto più volte anche un aiuto da parte sua (magari dandomi delle prescrizioni). Mi è stato risposto che no non è possibile.
Quindi io per magari 2 giorni sono propositiva gli altri sono in uno stato depressivo, perché sono lasciata in balia di me stessa e delle mie emozioni che da sola non riesco a gestire.
Non posdo permettermi di cambiare terapeuta(che non so quanto mi gioverebbe) perché allasl ci vado quasi gratis ed è l'unica cosa che mi posso permettere al momento, avendo fobia del lavoro. Quindi va bene così.
Per questo non volevo mettere in mezzo la terapia, perché tanto quella non è permesso cambiarla.
Non so se sono stata più chiara...
[#3]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Senz'altro è stata chiara, ma mi pare che uno dei problemi sia proprio la terapia, perchè le terapie di elezione per problematiche come la Sua sono le coterapie, dove vi è una terapia farmacologica, psicologica ma anche una parte psicoeducativa. Mi rendo conto dei limiti imposti dal costo della terapia, ma se Lei prova a parlarne con la psicologa, potrebbe essere indirizzata ad una struttura convenzionata che potrebbe offrirLe ciò di cui ha bisogno.

Cordiali saluti,
[#4]
dopo
Utente
Utente
Grazie per la risposta.
Posso chiederle di spiegarmi meglio la questione della terapia? (Coterapia giusto?) E cosa si intende per terapia psicoeducativa? Quali orientamenti sarebbero più indicati Quindi?
Si ritiene che le mie problematiche siano risolvibili o gravi?(naturalmente sulla base di ciò che è scritto non mi aspetto diagnosi o altro).
Grazie

Ps:Ho già affrontato altre 3 terapie in passato
-alderiana: fallita dopo un anno con 0 risultati
-cognitivo comportamentale: interrotta dopo 4 sedute per impossibilità a continuare
-sistemico-relazionale: un iniziale miglioramento ma con quand'è invasione dei genitori (cercando di inserirli in terapia fallendo)
- attuale: qualche miglioramento proprio perché ho deciso io di andarci senza nessun coinvolgimento da parte dei genitori
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Gentile Utente,

previa valutazione diretta, talvolta è di grande aiuto la terapia farmacologica ma anche una terapia educativa che, grazie all'impiego di educatori professionali in sinergia con lo psicoterapeuta, possa aiutare proprio a superare quelle paure e difficoltà di cui ci parla.
Esistono in Lombardia strutture che si occupano proprio di questo tipo di percorsi.
Chieda al curante se per il Suo caso specifico potrebbe essere una buona idea.

Cordiali saluti,
[#6]
dopo
Utente
Utente
gentile dott. Pileci

la ringrazio per la spiegazione.
Ho riportato i miei dubbi e mi è stata detto che, da soggetto dipendente, darmi prescrizioni o inserire un supporto continuativo comporta il rischio di non autonomia delle decisioni e, da soggetto borderline, di non voler portare avanti i compiti in quanto li rigetterei tutti.
Stessa cosa con la coterapia, il rischio di dipendenza nei confronti degli educatori/del percorso o di abbandono del percorso è molto alto. è già un problema per me portare avanti la terapia attualmente, la metto ogni tot di sedute in discussione.
sinceramente non so proprio come comportarmi a questo punto. La voglia di migliorare di fondo c'è, me l'ha detto anche chi mi ha in cura (perchè sennò avrebbe concluso il percorso me l'ha detto sinceramente), ma il problema è muoversi. Capisco che ci vuole tempo, che non sono un caso facile, però sono tanti anni che sono in questa situazione e vorrei solo sentirmi normale coe tutti.
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