Confusione relazionale

Salve , sono una ragazza di 23 anni e da tre anni ho una relazione travagliata con un ragazzo con il quale finalmente da circa 7 mesi sono findanzata, o per lo meno lo ero poiché ha deciso di lasciarmi affermando di non stare bene, che probabilmente non mi ama e che la nostra relazione forse lo fa star male e che ha bisogno di stare solo e di chiudere definitivamente la nostra storia nonostante non voglia escludermi dalla sua vita. Più volte nella nostra relazione ci sono stati allontanamenti da parte sua , delle così dette “ pause di riflessione” perché non stava bene con se stesso , aveva ansia e sentiva il bisogno di star solo. Fino a qualche giorno fa era felice di stare con me , anzi diceva che tutto finalmente stava andando per il meglio, e sentiva il desiderio di stare con me ma il giorno dopo ho dovuto eseguire un test di gravidanza poiché pensavo di essere incinta, da lì la crisi perché ovviamente nessuno dei due avrebbe voluto un figlio. Questo lo ha portato a pensare che si dovrebbe essere felici in queste situazioni e che di conseguenza forse non mi ama e ha voluto troncare la relazione. Mi chiedo è possibile che sia dovuto alla gravidanza? Come devo comportarmi ? Sto malassimo, ho pensato addirittura al suicidio , perché mi trovo inerme davanti a una situazione che non posso risolvere . Grazie anticipatamente
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Dr.ssa Serena Sassi Psicologo 67 1
Cara ragazza,

mi spiace molto per il doloroso momento che sta attraversando.

Non ha specificato cosa intende per "relazione travagliata", ma ci sta dicendo che ci sono difficoltà nella vostra relazione che perdurano da tre anni e che ci sono state diverse occasioni in cui questo ragazzo ha deciso di allontanarsi da lei. Purtroppo queste premesse fanno ipotizzare che il rischio di gravidanza sia stato soltanto una di queste, varie, occasioni di presa di distanza. Il test di gravidanza era negativo? Da quanto tempo vi siete lasciati? Adesso vi sentite ancora?

Quello che la esorto a fare è chiedersi per quale motivo abbia deciso di portare avanti una relazione che immagino l'abbia fatta stare male in più occasioni e che, se adesso che è stata "troncata" la porta a pensare al suicidio, non era una relazione sana.

Vuole spiegarci meglio come si sente adesso? Le era mai capitato di stare così in passato e di pensare al suicidio? Cosa crede che otterrebbe?

C'è qualche persona a lei cara con cui può parlare di ciò che le sta accadendo?

È molto importante che se tali pensieri persistono si rivolga al più presto a un collega di persona. Cosa ne pensa?

Dr.ssa Serena Sassi

Psicologa

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dopo
Utente
Utente
Salve Dottoressa, la ringrazio per l’interessamento. Comunque diciamo che per tre anni non siamo stati fidanzati ma ci siamo frequentati sulla base di una relazione prettamente fisica, nonostante io fossi innamorata e lui no ma col tempo è nato un sentimento e abbiamo deciso di stare insieme. Il test di gravidanza era negativo ,attualmente siamo lasciati da un paio di giorni , ci sentiamo pochissimo e quando ci sentiamo più che altro lui mi dice di non star male perché sta male anche lui e che passa tutto il tempo a piangere. Mi è capitato di pensare al suicidio perché ho sofferto di depressione in passato a causa anche di alcuni abusi che ho subito da bambina, un brutto rapporto con mio
Padre .Mi sento impotente, perché è una cosa che non dipende da me, da un mio errore o da un lato del mio carattere che posso smussare, non posso fare nulla e mi sento vuota e incapace , perché se in tre anni nonostante tutti i sacrifici la persona che ho davanti non capisce i miei sentimenti allora significa che io
Non so amare. Sapere che lui sta male e che la nostra storia possa aver causato questo mi fa sentire in colpa, io non voglio far del male a nessuno, non voglio causare problemi a nessuno anzi li avrei condivisi. E allora se la mia presenza può fare del male sarebbe meglio uccidermi.
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Dr.ssa Serena Sassi Psicologo 67 1
Cara ragazza,

da chi le è stata fatta la diagnosi di depressione in passato? È stata presa in carico per la stessa?

Si riferisce ad abusi sessuali?

Purtroppo è tipico di chi ha subito abusi credere di non essere degno di amore o capace di amore, ma questo non è vero. Quando una relazione finisce le motivazioni dipendono sempre da entrambe le parti. Se il suo ragazzo ha preso le distanze in diverse occasioni perché "non stava bene con se stesso, aveva ansia e bisogno di stare da solo", ha probabilmente bisogno di risolvere alcune problematiche psicologiche personali che al momento non gli permettono di instaurare relazioni stabili o di ricambiare appieno i suoi sentimenti.

La decisione di allontanarsi di nuovo da lei è stata presa da lui, lei non ha fatto male a nessuno. È uccidendosi che farebbe realmente del male a questo ragazzo e alle altre persone che le vogliono bene, lasciando tutti con un senso di colpa straziante.

Adesso ha bisogno di prendersi del tempo per elaborare la perdita, che è molto recente e dolorosa. Le consiglio caldamente di farsi aiutare da un collega di persona in questo momento.

Adesso con chi vive?
C'è qualche persona cara con cui può parlare di ciò che sta accadendo?
[#4]
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Utente
Utente
Salve dottoressa, all’età di circa 15 anni sono stata seguita da una psicologa che mi aveva diagnosticato la depressione , ho sofferto di attacchi di panico ma poi i miei genitori hanno deciso di non farmi seguire questo percorso con la psicologa. Si ho subito abusi sessuali all’età di nove anni da uno sconosciuto , e fatico a parlare ancora di questa cosa. Adesso vivo con mia madre e mio fratello più piccolo, i miei genitori sono separati perché mio padre tradiva mia madre con l’attuale compagna e in più era molto manesco nei nostri confronti. E per molti mesi non ho visto ne ho parlato con mio padre. Adesso mi ritrovo sola, ho molti amici ma ho paura del giudizio e del rimprovero , loro non capirebbero e mi direbbero che me la sono cercata. Non ho nessuno così vicino con cui potermi confidare. Non mi sento voluta bene da nessuno
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Dr.ssa Serena Sassi Psicologo 67 1
Cara ragazza,

lei avrebbe voluto continuare il percorso con questa psicologa?
Adesso lei è maggiorenne e non dipende più dai suoi genitori per quanto concerne le decisioni inerenti la sua salute.

Io non posso che rinnovarle tale consiglio, ma ovviamente sta a lei decidere se ha il desiderio di effettuare un percorso di lavoro su di sé che, se efficace, le apporterebbe miglioramenti anche nelle relazioni con gli altri (sentimentali e non).

Gli abusi subiti nell'infanzia e le relazioni problematiche con i propri genitori quando si è piccoli, portano a sviluppare un particolare modo di percepire se stessi e gli altri che, se non affrontato, può generale una maggiore vulnerabilità ad eventi psicopatologici (come la depressione) in momenti critici della propria vita, così come riflettersi negativamente sulle relazioni interpersonali.

Il fatto che non si senta amata da nessuno o capace di amare, sono con molta probabilità una conseguenza della sua storia personale.
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Utente
La ringrazio davvero dottoressa, cercherò di decidere se iniziare questo percorso
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