Sono stupido. ho 37 anni e non ho realizzato niente

Buonasera dottori
penso di essere più stupido degli altri.
Riconosco sempre negli altri una velocità e capacità di pensiero, ragionamento e soluzione maggiori delle mie. Mi accade di ravvisare questo in molte occasioni: a lavoro mi sembra spesso, ad esempio, di eseguire dei procedimenti inefficienti e farraginosi per poi arrivare ad una soluzione a cui si poteva giungere con un minimo ragionamento iniziale. Oppure quando si tratta di fare conteggi per dividere un conto, ma anche quando con un gruppo di amici passiamo il tempo svolgendo dei giochi in scatola. Ho constatato di avere spesso bisogno di maggior tempo per comprendere una concetto logico, mentre gli altri sembrano arrivarci subito.
Queste convinzioni si riflettono su tutta la mia vita, e mi fanno vivere male a 360 gradi.
A lavoro ripongono molte speranze in me e, soprattutto ultimamente, mi confronto con questioni molto difficili rispetto a cui non sono per niente all'altezza. Vivo malissimo la mia vita lavorativa per questo: ogni giorno è una continua ansia e sofferenza. Questo lavoro è anche ben pagato (rispetto alla media), ma mi sembra uno stipendio immeritato se penso a quanta gente c'è più intelligente di me, che viene pagata di meno, oppure ancor peggio è disoccupata, oppure fa lavori umili. Mi sento un impostore nel posto sbagliato, e spesso penso di licenziarmi. Per giunta, non è un lavoro che rispecchia le mie inclinazioni, e questo mi fa ancora di più sentire sbagliato.
Nella vita privata, sono single da molto tempo e le mie storie sono sempre state brevi. Vivo ancora a casa con il genitore: a differenza di tutti i miei coetanei non sono riuscito a conquistare la mia indipendenza. E' vero che la situazione economica familiare di partenza è molto poco agiata e sicuramente questo rappresenta uno svantaggio oggettivo, ma è altrettanto vero che, almeno sulla carta ho un (seppure odiatissimo) lavoro. Eppure al solo pensiero di dovermi barcamenare tutto da solo nell'acquisto di un immobile, cosa rispetto a cui non ho la minima conoscenza, investirci tutti i miei soldi ed in aggiunta assumermi l'impegno chissà per quanti decenni di un mutuo. Mi sento assolutamente incapace di farlo.
Insomma la mia vita fa letteralmente acqua da tutte le parti. La mia domanda è se c'è speranza per un uomo limitato come me di iniziare a vivere: mi basterebbe un lavoro, anche meno pagato, ma rispetto al quale mi sento adeguato e che sento di potere sostenere nel lungo periodo, e un piccolissimo appartamento tutto mio in periferia. I miei desideri sono molto semplici ed umili, eppure mi sembrano impossibili da realizzare.

Grazie.
[#1]
Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.7k 576 66
Gentile utente,

è molto difficile capire - online -
se si tratta di una reale limitatezza
oppure
di una autopercezione talmente svalutante
da rappresentarsi a se stesso come "stupido" quando in realtà non lo è.

Gli esempi che porta per farci capire
presentano tutti due facce:
. una "normale" difficoltà,
. il potere di farLa sentire inadeguato e dunque di inibire le Sue (eventuali) capacità.

Si chiede se "..c'è speranza per un uomo limitato come me di iniziare a vivere..".
Ritengo di poter rispondere SI',
se si farà aiutare di persona.
Perchè propongo ciò?
Perchè La sento molto scoraggiato e quasi "piegato" dalla difficoltà.

Ritiene di poterlo fare?

Le consiglio anche la lettura di
https://www.medicitalia.it/consulti/psicologia/413670-sono-poco-itelligente.html .

Saluti cordiali.
Dott. Brunialti

Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

[#2]
dopo
Attivo dal 2019 al 2019
Ex utente
Buonasera .
Grazie per il suggerimento di lettura. In effetti mi sento spesso come quell'altro utente.
Vorrei precisare che il mio senso di inadeguatezza nasce dal lavoro. Siccome sono consapevole che dalla mia posizione lavorativa ci si aspetta una capacità cognitiva distinta, e percepisco uno stipendio all'altezza di quella aspettativa, ogni situazione/confronto che dimostra il contrario, ovvero che non sono nulla di che a livello cognitivo, anzi che molte delle persone con cui mi interefaccio, per lavoro o no, sono migliori di me, mi fa piombare nella tristezza a nell'ansia.
Se non fosse per il lavoro, io mi basterei per quello che sono, con pregi e difetti.
Sono sempre andato bene a scuola o all'università, grazie al forte impegno. Ma quando ti pagano per quello che sei, é un'altra cosa. Mi sento un impostore. Mi sento come se portassi sulle spalle il senso di ingiustizia nei confronti del mondo, che é ingiustamente sottopagato o disoccupato.
E poi anche se cerco di sfatare queste convinzioni, penso agli insuccessi oggettivi della mia vita che ho menzionato sopra (es. Il non essere stato in grado di trovare e costruire una relazione, oppure di andare via di casa), e trovo in essi la conferma della mia insufficienza.
Grazie nuovamente.
[#3]
Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.7k 576 66
".. insuccessi oggettivi della mia vita che ho menzionato sopra ..e trovo in essi la conferma della mia insufficienza."

Rimanendo all'interno della propria visione di sè
non farà un solo passo avanti.
Se desidera "veramente" migliorare la Sua qualità di vita
può agire nel senso sopra indicatoLe.

Sinceri auguri per l'anno appena iniziato.

Dott. Brunialti