Ansia, depressione, incapacità di concentrarsi

Salve,
Vi scrivo per avere un parere su una situazione che per me sta diventando quasi invalidante. Da anni sono molto insoddisfatto della mia vita a causa di problemi nel rapporto con gli altri e a causa del mancato raggiungimento di obiettivi nell'ambito delle relazioni interpersonali. Questa situazione un paio di anni fa mi spinse ad andare da uno psicoterapeuta, grazie al quale, ho avuto notevoli miglioramenti, ma ora ho dovuto interrompere la terapia. Nonostante i miglioramenti non posso ritenermi soddisfatto delle mie relazioni, ma sto continuando ad impegnarmi. Questa era una premessa necessaria, ma il mio consulto è relativo ad una delle conseguenze derivate da questa situazione: il senso di malessere che non mi permette di far nulla. Da qualche mese mi sento sempre triste, rabbioso e ansioso a causa dei motivi già citati. Questo malessere non mi permette né di svolgere attività di svago, né di godermi il tempo trascorso assieme ad amici né di svolgere i miei doveri (sono uno studente universitario e non sto riuscendo più a studiare. sto rischiando di dover rimandare degli esami e la sola idea mi rende in uno stato anche peggiore, visto che sono già fuoricorso). Ogni volta che provo a studiare ho una sensazione negativa. Come se avessi bisogno di soddisfare prima dei bisogni "più importanti". Cosa posso fare per riuscire, perlomeno, a studiare? Capisco che l'ideale sarebbe risolvere i miei problemi ed essere soddisfatto della mia vita, però, nonostante io mi stia impegnando, e nonostante i miglioramenti stiano effettivamente arrivando, risolvere definitivamente il problema nell'immediato è impossibile. Spero di essere stato chiaro. Vi ringrazio in anticipo.
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
Come mai ha interrotto la terapia?

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

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dopo
Attivo dal 2019 al 2019
Ex utente
Ho dovuto interrompere per motivi economici. Tuttavia ci tengo a specificare che non l'ho trovata fallimentare, anzi, se non avessi fatto quei due anni di terapia temo che la situazione sarebbe molto peggiore.
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
Che frequenza avevano le sedute e per quanto tempo ci è andato?

Che tipo di approccio avete seguito? Parlare e interpretare e basta oppure ha ricevuto indicazioni pratiche e centrate sulle questioni presentate?
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dopo
Attivo dal 2019 al 2019
Ex utente
Due anni per una volta a settimana di psicoterapia dinamica breve. Abbiamo fatto entrambe le cose, ma principalmente ho ricevuto indicazioni pratiche.
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
Posso chiederle quali indicazioni ha ricevuto?
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dopo
Attivo dal 2019 al 2019
Ex utente
È un po' difficile riassumere tutto in poche righe. Però siamo riusciti a notare che questi periodi negativi che mi impediscono di essere produttivo nello studio (e non solo) capitano nei periodi in cui mi sembra di vedere meno miglioramenti nella mia vita. Sono caratterizzati principalmente da rimuginio e rancori (in breve: non sono riuscito a vivere gli anni del liceo come avrei voluto e neanche gli anni successivi sono stati troppo soddisfacenti nonostante gli sforzi). Nei periodi in cui le cose vanno meglio, invece, rimuginii e rancori scompaiono, divento più concentrato sul presente , smetto di pensare alle delusioni del passato e divento anche più motivato e produttivo nello studio. Di conseguenza abbiamo agito sulle problematiche che mi portano ad avere quello stato negativo. Ci siamo concentrati principalmente sui rapporti sociali (rapporto con i genitori, con amici, ragazze, compagni di studio ecc. ...). Sono migliorato sotto molti aspetti, ma il problema è che basta un periodo un po' più prolungato in cui non accade nulla che mi sembri un miglioramento oppure una delusione per ripiombare nel pessimismo più totale. Dire in maniera più specifica quali siano state le indicazioni mi riesce difficile, perché riguardano i rapporti con le persone con cui ho avuto a che fare nei vari periodi.
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
Provi a fare un esempio.
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dopo
Attivo dal 2019 al 2019
Ex utente
Ero solito nascondere il mio interesse per le persone. Ad esempio difficilmente mi capitava di stringere amicizie o di chiedere ad una ragazza di uscire. Abbiamo discusso spesso anche su litigi con amici e parenti. Avevo la tendenza a rinfacciare cose passate e a rimuginare troppo su litigi con conoscenti. In questo caso l'indicazione è stata quella di smettere di tirare in ballo cose passate. Non sempre riesco, ma ho diminuito drasticamente. Inoltre ci siamo concentrati sullo smettere di alzare conflitti mossi da orgoglio ferito e rancori.
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
L'indicazione è stata probabilmente corretta per quanto riguarda i litigi e le recriminazioni con amici e parenti.

Tuttavia, avrebbe a mio avviso aver dovuto ricevere anche indicazioni su come imparare a manifestare interesse per le persone o le ragazze da cui si sente attratto.

Perché non basta allontanarsi da ciò che non ci piace; occorre imparare anche ad avvicinarci a ciò che ci piace.
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dopo
Attivo dal 2019 al 2019
Ex utente
Sì, chiedo scusa, ma mi rendo conto di essere stato poco chiaro nel commento precedente. Qualcosa di molto simile mi è stato detto anche dal terapeuta che mi ha seguito. Anzi, prima di andare in terapia di possibilità di avere amici ne avevo poche poiché non ero molto capace a rapportarmi come lo sono ora e la mia esperienza con l'altro sesso era quasi nulla. I problemi relativi alla capacità di manifestare interesse sono quasi del tutto superati (ci sono situazioni in cui mi sento bloccato, ma non sono tali da impedirmi sempre di provare. e penso, che in questa misura, siano qualcosa di normale). Tuttavia il problema è che aver superato questi ostacoli non garantisce il successo. Come ho detto ora non ho problemi a fare amicizie, quindi magari questo aspetto possiamo metterlo un attimo da parte. Il rapporto con l'altro sesso, ora come ora, non è dei migliori (nell'ultimo anno quasi tutte le storie non sono andate a buon fine), ma è una cosa che dipende da me solo fino ad un certo punto. Questo non lo dico per giustificarmi, ovviamente. È solo che cerco di essere realista. Diciamo che l'idea che mi sono fatto di tutto ciò che abbiamo analizzato in terapia è questa. Più che altro vorrei riuscire a convivere con le emozioni negative perché mi rallentano in tutto. Ho parlato del problema della mancanza di concentrazione e motivazione nello studio perché mi pare la cosa più urgente. Ma lo noto anche in altri ambiti.
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
>>> Tuttavia il problema è che aver superato questi ostacoli non garantisce il successo
>>>

Semmai questo potesse essere definito "problema", allora è un problema che ci tocca tutti.

Nessun superamento di ostacoli ti può *garantire*, di per sé, il successo.

La vita comporta sempre l'avere a che fare con situazioni spiacevoli.

E questo vale anche per le emozioni negative.

Alti e bassi ci toccano tutti, è normale averne. Prima si impara ad avere a che fare con ciò, prima si cresce e si riesce a funzionare come individui.

Se attualmente, quindi, non ci sono motivi tali da poter essere presi come cause del suo malessere - e su questo mi permetta di dubitare, dato che se a 25 anni tutte le storie sentimentali vanno male, già questo da solo basterebbe per giustificare una depressione di media gravità - potrebbe essere che lei ancora non ha imparato, appunto, a diventare meno sensibile alle emozioni negative.

Mi rendo conto del problema economico, ma forse avrebbe ancora bisogno di consulti psicologici. Magari una volta ogni 15gg invece che tutte le settimane. Potrebbe provare a riparlarne al vecchio terapeuta e sentire cosa ne dice.
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dopo
Attivo dal 2019 al 2019
Ex utente
Capisco cosa intende dire, ma non mi riferivo a storie serie. Ma non aggiunga altro. Era solo per mettere i puntini sulle i!
Ha confermato quello che pensavo. Due volte al mese è una spesa sostenibile. Farò come dice.
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
Bene, farò il tifo per lei!

Saluti
[#14]
dopo
Attivo dal 2019 al 2019
Ex utente
Scusate se torno sull'argomento a distanza di tanto tempo, ma sono tornato dallo psicoterapeuta e mi piacerebbe avere un parere da qualcun altro, perché vorrei sentire più opinioni. La situazione è peggiorata. Ho fatto dei tentativi do risolvere dei mei problemi, ma ho finito solo per rimanere deluso di nuovo. Non sto riuscendo a studiare. Ma io voglio capire una cosa: se sto così male da tanto tempo, a tal punto che ripensare al passato mi fa stare male e a tal punto da non riuscire ad immaginare un futuro migliore. Come faccio a studiare? Quello che non riesco a far capire a nessuno è che non ho più voglia di fare NIENTE (Lo sottolineo perché non è un modo di dire). Adesso sto diventando anche aggressivo. Provo a stare un po' da solo quando accade, ma così non si può andare avanti. La mia famiglia non mi capisce, quindi ho smesso di chiedere aiuto a loro. Ogni volta che ci provo si finisce col litigare. Mi rispondono cose del tipo "ma perché stai così?", "la vita è così", "riposati un po' che ti passa"... abbiamo detto che bisogna saper convivere con le emozioni negative, ma è possibile che per me esistano solo quelle? Non sono semplicemente pessimista oppure uno che non si accontenta io non faccio la vita che vorrei fare. Non avrei mai voluto arrivare a 24 anni così. A questo punto mi sento come se non servisse più fare niente. Non ho più progetti. Non mi interessa più l'università, nessun hobby ecc. ... e non riesco a fare progetti per il futuro. Il fatto è che ora non so davvero cosa fare.
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
Se sei tornato dal terapeuta che era riuscito ad aiutarti a suo tempo, è a lui che devi rivolgere questi dubbi.

E dopo poco, bisognerebbe che ti rendessi conto che probabilmente è proprio continuare a insistere con la ricerca dei perché, a scapito dell'azione, che ti sta debilitando.

Facciamo un esempio: le ragazze. Dicevi di essere incapace di dichiarare il tuo interesse per loro. Se attualmente le cose stessero ancora così e tu non avessi ancora una ragazza, ovviamente sarebbe normale essere depressi. Chiunque lo sarebbe.

Non so se sia questo il caso, ma è solo per fare un esempio.

In altre parole il tuo problema è probabilmente che ti fai troppe domande e poi, all'atto pratico, ricadi nelle vecchie abitudini che ti debilitano.

La serenità arriva solo dalle cose che facciamo e che ci piacciono. Se come ti vanno le cose non ti piacciono, devi cambiare ciò che fai. Semplice a dirsi, ma ad alcune persone occorre un impegno maggiorato per riuscirci.

Ma chiedersi "perché" o "perché proprio a me" o "ma quando finirà" non serve assolutamente a nulla, purtroppo.

Questi sono problemi che non si risolvono parlando o pensando, si risolvono cambiando i comportamenti.
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dopo
Attivo dal 2019 al 2019
Ex utente
Lo avevo pensato anche io. E qualcosa di simile mi è stato detto anche dal mio terapeuta. Ma il fatto è che è difficile smettere di farsi domande e pensare poco in momenti (anche se in realtà oramai sono anni) di difficoltà. Comunque ora proverò a parlarne meglio col mio terapeuta. Per quanto riguarda gli atteggiamenti e le azioni da fare, mi sto mettendo all'opera.
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
Bene che ti stia mettendo all'opera, ed è importantissimo che ti renda conto che i cambiamenti veri potranno arrivare solo dopo che avrai iniziato ad avere successi e ottenere ciò di cui hai bisogno.

E per questo è necessario cambiare comportamenti.

Potrà anche volerci del tempo, ma sarà tempo ben investito.
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