Depressione e senso di fallimento

Buongiorno, scrivo qui dal momento che sento il bisogno di una dritta.
Da ottobre frequento la facoltà di biotecnologie, inizialmente grande entusiasmo, ma già a inizio novembre ho iniziato a manifestare dubbi su questa mia scelta.
Premetto che sono uscita da un liceo classico, e che amo le materie umanistiche, in particolare la letteratura di qualsiasi lingua. Tuttavia, ho optato per biotecnologie pensando anche alla possibilità di trovare lavoro in futuro. Le materie scientifiche da questo punto di vista offrono maggiori sbocchi lavorativi, pertanto credevo che con biotecnologie un giorno sarei stata soddisfatta del mio lavoro.
Puntavo molto sulla biologia, perché mi è sempre piaciuta tantissimo. Il problema è che a metà novembre il senso di malessere nei confronti di questa facoltà è aumentato, così ho cercato di passare a lettere. Purtroppo le scadenze per le iscrizioni erano già passate da un pezzo, e non mi hanno presa.
Così ho continuato il mio percorso sperando che dopo i primi esami le cose sarebbero migliorate. Ad oggi ho già dato gli esami di fisica e di analisi, faticando e passando addirittura il Natale e il Capodanno sui libri.
Ma ora che si avvicina marzo, e con esso la seconda rata da pagare, mi sto ricominciando a chiedere se ne valga la pena.
Sto così male in questa facoltà che ho la nausea ogni volta che apro il libro, una nausea reale, fisica, tant'è che a volte mi devo stendere o comunque devo rilassarmi un attimo per farmela passare. Per non parlare del mal di testa dovuto allo stress, e del fatto che non ho più appetito e vivo per tirare avanti, piangendo ogni giorno.
Ho paura a dire ai miei che voglio cambiare perché loro erano stati i primi a dirmi di non buttarmi su una facoltà scientifica che non mi avrebbe rispecchiata. Avevano ragione, e me lo farebbero pesare se mi aprissi con loro.
Però non voglio più studiare cose che non sento mie, non voglio passare la mia vita in un laboratorio pur di trovare lavoro, me piace scrivere, leggere, insegnare. Ora più che mai, facendo cose che non mi piacciono, me ne sono resa conto.
Ma ormai è tardi. Ho sprecato un anno della mia vita, studiando come un'ossessa, per il niente. E se dovessi mollare davvero, mi sentirei un fallimento, come se non ce l'avessi fatta.
Cosa devo fare? Continuare a faticare pur di assicurarmi un futuro e far contente le persone che ho accanto, o mollare, lavorare sei mesi e ricominciare dal primo anno di una facoltà umanistica ad ottobre?
La cosa che mi spaventa di più è vedere le mie amiche felici nelle loro facoltà, e io disoccupata, sola, a casa, che inseguo sogni inesistenti.
Non sono depressa, assolutamente. Ma non mi era mai capitato di sentirmi così male per lo studio, in una società così pressante sotto l'aspetto formativo.
Le persone accanto a me mi giudicherebbero fallita, per questo chiedo aiuto qui. Forse mi darete anche solo una dritta per uscire da tutto questo.
Grazie
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Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.7k 579 66
Gentile Utente,

I ragionamenti che Lei si fa
. dicono tutto, MA anche il contrario;
. Le propongono delle alternative, MA Le mostrano i rischi;
. si duole di aver "sprecato" un anno, MA non vuole "mollare".

La incoraggio caldamente a chiedere un appuntamento allo "sportello psicologico" della sua università (gratuito);
solo nell'interazione di persona potrà dipanare questa matassa
che Lei stessa contribuisce ad ingarbugliare.

Saluti cordiali.
Dott. Brunialti

Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/