Problemi di ansia e depressione

Salve, sono una ragazza di 21 anni e sono attualmente in cura da una psichiatra con Sertralina per una depressione.
Circa due anni fa sono andata per la prima volta da una psicologa sotto consiglio dei miei genitori, purtroppo sono riuscita a fare solamente poche sedute Perchè pensavo non mi servissero a niente e mi facevano stare peggio, non volevo affrontare la realtà.
Ora le nuove cure mi stanno aiutando un pochino, le prendo da più di 6 mesi, la depressione sta migliorando piano piano ma ho ancora dei problemi che mi impediscono di vivere e che tutti mi fanno notare, io so solo che sto male.. mi sto autodistruggendo.
Non ho il coraggio di uscire di casa, incontrare nuove persone.. sono devastata dalla sensazione di inadeguatezza, ho paura che mi giudichino e così mi inizia una forte ansia e vorrei soltanto sparire. Io sono la prima che si giudica e si fa del male, e mi vergogno anche di questo.. ma non so cosa fare, mi sento assolutamente incapace di tutto. E anche quando mi sto vergognando davanti agli altri e faccio figuracce mi vergogno ancora di più, è un circolo vizioso.
È sempre stato un mio problema del quale non me ne sono mai accorta fino a che non è diventato così grave da non farmi uscire di casa per non affrontare nessuno, nemmeno i miei amici, per la paura di essere umiliata e per la vergogna.
Mi sono chiusa in casa, è iniziata la forte depressione e i pensieri di suicidio.
Non so cosa sia.. prendo pastiglie per l’ansia ma questa situazione non migliora..
Inoltre ho la tremenda paura di essere abbandonata, cerco sempre di dare retta agli altri per paura di non essere accettata e lasciata da parte, soprattutto con i miei genitori.. ho paura di rimanere sola. Faccio di tutto per richiamare l’attenzione come se avessi un disperato bisogno di qualcuno che mi stia vicino in questa mia sofferenza.
Ho subito degli abusi sessuali da piccola e ad oggi sono ancora bloccata nella sfera sessuale, nelle relazioni, in tutto.. la mia vita è ferma ed è come se mi fossi messa sul ciglio di una strada ad aspettare che finisca.. o addirittura sperare.
Inizierò a fare terapia con uno psicologo ma nel frattempo vorrei capire meglio.. ho qualche disturbo della personalità? Me lo avevano accennato ma non ne ho idea, sono confusa, sconfortata e impaurita.
[#1]
Dr. Francesco Ziglioli Psicologo 1k 36
Gentile utente,

Il problema che ci presenta è ricco di dettagli che fanno intuire come il disagio sia a 360 .
Ha sollevato diversi aspetti che meriterebbero attenzione:
"Non ho il coraggio di uscire di casa"
Come sottolinea lei, il timore del giudizio può inibire qualsiasi attività che preveda contatti sociali. In aggiunta a questo, quando è presente un quadro depressivo, il ritiro sociale può essere ancora più marcato.

"anche quando mi sto vergognando davanti agli altri e faccio figuracce mi vergogno ancora di più, è un circolo vizioso."
Sono contento che abbia già individuato uno dei meccanismi di mantenimento (cioè ciò che alimenta il problema). I pensieri riguardo al fatto che ciò di cui abbiamo timore si sta verificando non fanno altro che ingigantire le preoccupazioni. Uno dei segni più evidenti e che più frequentemente è valutato come negativo, è arrossire. Ma rientrano in questa categoria anche il sudare, balbettare, auto correggersi.


"cerco sempre di dare retta agli altri per paura di non essere accettata e lasciata da parte"
Cosa fa di preciso? Può raccontare un episodio?

Non entro nel merito degli abusi che, in quanto tema estremamente delicato, va trattato in un contesto più opportuno che online.

Per quanto riguarda la sua domanda: la diagnosi di disturbo di personalità è difficile e complessa. Sicuramente sono necessari approfondimenti che qua non si possono fare, anche per motivi deontologici. Leggendo il suo consulto, però, non mi viene in mente una diagnosi di questo tipo.

Ritengo utile affiancare ai farmaci un percorso psicologico, che spesso si rivela risolutivo, fino alla completa sostituzione della terapia farmacologia.

Cordiali saluti
Dr. Francesco Ziglioli
Psicologo - Brescia, Desenzano, Montichiari
Www.psicologobs.it

[#2]
dopo
Utente
Utente
La ringrazio davvero molto per la sua risposta.

Provo a rispondere alla Sua domanda riguardo la paura di non essere accettata e messa da parte.
Soprattutto con i miei genitori quando mi chiedono di fare qualcosa io rispondo come loro vorrebbero sentirsi rispondere anche se so che non è quello che desidero io ma ho paura che non facendo così perdino fiducia in me e mi allontanino..
Per esempio ho iniziato l’univeristà dua anni fa e l’ho abbandonata due volte a causa della forte depressione, ma li sentivo distanti e delusi.. quindi l’ho ricominciata (online) e sto facendo un’immensa fatica.. ma lo faccio solo per non deluderli e per non essere criticata.
Mi sento molto sbagliata ed è come se necessitassi costantemente del sostegno e l’approvazione da qualcuno.
È diverso invece con gli estranei, mi sento completamente inadeguata, esclusa.. forse è dovuto a questa mia depressione che da anni mi sta annientando con pensieri di svalutazione e autodistruttivi.


Mi scusi per la lunghezza, spero di aver spiegato in maniera esaustiva.
Grazie ancora e scusi per il disturbo.
[#3]
Dr. Francesco Ziglioli Psicologo 1k 36
Probabilmente lo stato mentale che la caratterizza, causa anche la depressione, alimenta i pensieri autocritici che demoliscono la sua autostima. Come ha già avuto modo di notare, tutto ciò si inserisce all'interno di un grande circolo vizioso. Le alte aspettative verso gli altri, spesso non realizzabili (del tipo tutto-o-nulla, se finisco l'università valgo qualcosa, altrimenti non valgo nulla, per esempio), fanno si che l'asticella si alzi sempre di più. La conseguenze è che i fallimenti aumentano in modo direttamente proporzionale all'aumento delle aspettative verso di se e verso gli altri.

"Grazie ancora e scusi per il disturbo."
Questo spazio è dedicato a lei e al suo consulto. Io sono qui per rispondere perchè ho scelto di essere qui, adesso, per questo motivo. Perchè le sottolineo questo? Perchè ho letto nella sua frase un'ulteriore conferma del fatto che per lei il sentirsi accettata è estremamente importante. In questo caso, l'accettazione può essere anche ricercata con remissione. Cosa ne pensa?
[#4]
dopo
Utente
Utente
Ha assolutamente ragione, la remissione è la cosa più lontana dall’atteggiamente che assumo verso me stessa e sono sicura di doverci lavorare molto.. al primo colloquio psicologico che farò (e che spero di riuscire a concludere a differenza del primo) cercherò di spiegare tutto e capire davvero come mai sono così rigida e seguire un percorso per guarire le vecchie ferite che mi fanno essere così diffidente verso gli altri e verso me stessa.

Mi è stato davvero molto utile il suo parere e sostegno.
La ringrazio moltissimo, buona giornata.
Ansia

Cos'è l'ansia? Tipologie dei disturbi d'ansia, sintomi fisici, cognitivi e comportamentali, prevenzione, diagnosi e cure possibili con psicoterapia o farmaci.

Leggi tutto