Scelta universitaria sbagliata e difficoltà a volt

Buonasera, due anni fa mi sono laureata in infermieristica dopo aver trascorso tre anni di studi veramente pesanti. A metà del primo anno mi resi conto che l'infermieristica non era la mia strada. Sono stata male: mi sono odiata, mi sono sentita una persona senza nessun valore, ho provato moltissima rabbia e sono arrivata ad essere apatica e non essere più interessata a niente. Tutto questo é accaduto quando ancora stavo studiando, poi mi sono piano piano rialzata ed ho deciso di continuare il corso, anche se ad oggi non so se avrei fatto la stessa scelta.
Adesso sono passati due anni dalla laurea ed io sto meglio. Ho cercato e svolto altri lavori e sono stata bene. Cerco sempre di seguire quello che mi piace fare: mi sono iscritta a un corso di teatro, a un corso di fotografia. Faccio altre cose che riguardano i miei interessi.
Il punto é che oggi mi è arrivata una proposta di lavoro come infermiera in ospedale. Il mio fisico ha reagito per me: mi sono subito agitata, le gambe hanno iniziato a tremare.
Ho parlato con i miei genitori (che sono a conoscenza di tutto quello che ho passato) e, come era logico dicessero, vorrebbero spingermi ad accettare questa proposta.
Io non voglio perché temo (ne sono certa) che tornerei a stare male come anni fa. Non voglio tornare ad essere triste.
Allora mi chiedo: ha senso accettare un lavoro che non piace e sapere già di stare male? Perché dovrei farlo?
Mio padre dice che sono esagerata. Io non credo di essere esagerata, io sto solo male al pensiero di fare l'infermiera. Purtroppo questa sono io.
Mi dispiace molto per tutto perché sento di aver deluso i miei genitori, sento il peso di dover dire di no a questo lavoro.
Ogni volta che mi arriva una proposta di fare l'infermiera sto male. Mi é già successo un anno fa e rifiutai.
Cosa devo fare? Io non voglio fare questo lavoro, ma ho anche un gran senso di colpa perché mi dispiace per i miei genitori.
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Dr. Riccardo Ciprandi Psicologo, Psicoterapeuta 18
Gentile utente,
accolgo il disagio che porta attraverso le sue parole, un percorso non facile, come descrive, "Sono stata male: mi sono odiata, mi sono sentita una persona senza nessun valore, ho provato moltissima rabbia e sono arrivata ad essere apatica e non essere più interessata a niente". Oggi sembra più sicura rispetto a quelli che sono i suoi interessi, che continua a coltivare, e da quanto riferisce rispetto ai sintomi fisici manifestati in relazione alla proposta lavorativa, sembra chiara la decisione rispetto al non voler intraprendere la carriera di infermiera.
"Io sto solo male al pensiero di fare l'infermiera": questa la sua affermazione che se fa emergere chiaramente un rifiuto rispetto a questo. D'altra parte, però, in merito a ciò vorrei portarla a riflettere su un aspetto: è il solo pensiero di fare l'infermiera che le procura ansia o ha intrapreso tirocini, durante il corso di studi, attraverso i quali ha davvero capito che, concretamente parlando, non si è sentita in grado di intraprendere questo percorso professionale?

Dr. Riccardo Ciprandi
Psicologo e Psicoterapeuta
Specialista in Psicoterapia Cognitiva

[#2]
dopo
Utente
Utente
Grazie Dottore per la risposta.
Durante il percorso di studi ho svolto moltissime ore di tirocinio in svariati reparti. Devo dire che non mi sono trovata bene: solo il primo mese di tirocinio ero abbastanza contenta, ma, credo, che la mia contentezza fosse dovuta al fatto che stavo facendo una cosa nuova e io, per carattere, tendo sempre ad essere ottimista e quindi all'inizio di un nuovo percorso sono sempre entusiasta.
Accadde un episodio in cui sentii una paziente parlare con un'altra e, riferendosi a me, disse che "Non ero adatta a fare l'infermiera". Era da solo una settimana che avevo iniziato il tirocinio e ci rimasi malissimo. Purtroppo, visto quello che poi ho passato dopo, la paziente ci aveva visto lungo.
Non sono mai stata felice di andare in tirocinio. Anzi, non vedevo l'ora di finire il turno e tornare a casa.
Durante il tirocinio mi sono sentita un pesce fuor d'acqua. Inadeguata e molto debole. Mi sentivo così e lo vedevano anche gli altri.
Sicuramente ho provato e provo ansia e paura nell'intraprendere questo mestiere, ma di base c'è tutto il resto che ho scritto sopra e che non posso dimenticare.
Sono quasi sicura che se facessi l'infermiera starei male, sarei infelice e non voglio che succeda di nuovo. Ero arrivata al punto di non riconoscermi più.
Inoltre mi spaventa la responsabilità che deriva da questo mestiere. Ho paura di non essere capace o di sbagliare. Non mi sento di volere troppe responsabilità addosso. Io voglio stare tranquilla.
Gli unici luoghi di tirocinio dove sono stata un po' più a mio agio sono stati gli ambulatori, che infatti sono una realtà più ristretta rispetto ad un reparto ospedaliero.