Non so se si tratti di vera e propria depressione

Salve, sono un ragazzo di 30 anni. Non so bene il motivo per cui scrivo, forse solo per sfogarmi. Riassumo brevemente la mia vita. Sono diplomato, ho studiato all'università di Farmacia per 8 anni circa per poi rinunciare e lavorare in un Call Center per 2 anni. L'anno scorso sono stato licenziato e ho quindi cercato di capire cosa volessi fare. Un mio coinquilino faceva il programmatore e da lui ho preso questo spunto per cimentarmi in quel mondo. Dopo un mese trovai un bando regionale che dava la possibilità di seguire un corso di 700 ore per diventare programmatore. Mi iscrissi e iniziai ad Ottobre. Ho terminato la parte teorica del corso circa 15 giorni fa. Ora attendo notizie per iniziare lo stage di 200 ore (compreso nel corso) in un'azienda. Il problema è che mi è passata la voglia. Il problema è che ho questo problema: mi passa la voglia,di tutto. Ogni qualvolta trovi qualcosa che mi piace mi ci butto a capofitto per poi stufarmi poco dopo. Il problema è che ho 30 anni, mi faccio mantenere dai miei e ancora non so cosa voglio fare della mia vita. Quando penso di scoprirlo poi poco dopo mi smentisco da solo. Ho portato avanti l'università per inerzia per anni. Ho dato metà esami e poi ho buttato tutto all'aria. Ero stufo.
Sono bravo, in qualsiasi cosa mi cimenti riesco sempre ad essere tra i più bravi. Anche al corso sono tra i più bravi, anche più di persone che in quel mondo (informatica) ci sono da sempre. Il problema è che mi piace tutto, so fare quasi tutto ma non concludo mai niente. Ad esempio l'anno scorso prima di cimentarmi nella programmazione, mi cimentai nella scrittura. Ora invece ho iniziato a costruire case piccole di legno con i mobili, ma mi sono già stufato, forse anche perché sento la responsabilità dello stage imminente.
Mi sento vuoto, svogliato, depresso e spesso nervoso . Non so se si tratti di vera e propria depressione,ma in ogni caso non voglio ricorrere a farmaci per superarla. Tempo fa feci una psicoterapia. Saltò fuori che sono insicuro e che ho paura a fidarmi degli altri,perché i miei genitori non mi hanno fatto sentire molto protetto da piccolo (mio padre era alcolizzato). Questo spiega perché sono introverso, diffidente e asociale, nonché il rapporto ambiguo attuale con mio padre con cui sono perennemente arrabbiato.
Per non parlare di tutto il bullismo subito alle medie e alle superiori in parte.
Insomma,questo è un po' il contesto, in cui si inserisce anche lo stress per la presenza del mio cagnolino che avevo precedentemente preso in affidamento col mio ragazzo e che ora spetta a me tenere. Litiga con la mia gatta e con un'altra cagnolina in casa, oltre a fuggire di casa alla prima occasione. Tutto ciò mi stressa e mi ansia. Non posso sempre controllarlo. So che sembra banale, ma è uno dei tanti motivi di stress, non posso uscire di casa senza di lui e con lo stage imminente sarà un problema.
Ritornando al fulcro del discorso, non so davvero cosa fare della mia vita e questo mi spaventa.
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Dr.ssa Valentina Sciubba Psicologo, Psicoterapeuta 1.6k 38 9
Gentile ragazzo,
penso che una psicoterapia dovrebbe prendere in esame anche le sue attitudini, da valutare eventualmente con test appositi.

La figura paterna è sicuramente molto importante per la realizzazione nel lavoro e sarebbe bene perciò che la psicoterapia migliorasse il rapporto con essa.
Le relazioni interpersonali possono essere migliorate in tempi molto brevi e può trovare sul mio sito un articolo al riguardo.

Esistono poi varie strategie della terapia breve ad indirizzo strategico in grado di migliorare l'autostima e la sicurezza di sé.

Lo stato depressivo può essere valutato sia dal medico che dallo psicologo e ambedue le figure le suggerirebbero, se necessario, rimedi, farmacologico e psicologico, ciascuno per la propria competenza. Tenga presente che la depressione guarisce meglio se si associa ai farmaci una terapia psicologica.
Cordiali saluti

Valentina Sciubba Psicologa
www.valentinasciubba.it Servizi on line
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