Le resistente psichiche al cambiamento

Buon pomeriggio,
chiedo un consulto per ricevere il parere di un esperto in ordine all'approccio metodologico più corretto da seguire al fine di risolvere talune problematiche che affliggono la mia forma mentis.
In particolare, nel corso della adolescenza ho attraversato diverse esperienze di bullismo e collezionato numerosi insuccessi scolastici e amorosi che hanno concorso a forgiare un complesso di inferiorità, dal quale negli ultimi anni pian piano sto uscendo.
Vorrei sottolineare che in passato avevo provato a sottopormi ad una cura psicoterapeutica, ma non avevo (e sfortunatamente non ho tuttora) i mezzi finanziari occorrenti, per cui ho dovuto interropere quasi prima ancora di cominciare; decisi anni dopo di recarmi presso un consultorio, ma mi dissero che non potevano seguirmi, perché vi erano già molte persone con problemi più gravi che giustamente avevano priorità. Conseguentemente, i progressi che sono riuscito a fare nel corso di questi ultimi cinque anni dipendono dalla mia forza di volontà e dal fervido desiderio di cambiare.
Studiando e analizzando il flusso del mio pensiero sono riuscito a sostituire alcuni schemi di pensiero distorti e distruttivi, che prima mi affliggevano, con altri più efficaci. Prova ne sia che ad oggi rientro tra i migliori del mio corso di studi universitario e non ho più molte difficoltà nell'approcciarmi all'altro sesso. E tuttavia, i pensieri distorti e distruttivi su di me sono sempre lì, in agguato; e non accennano ad arretrare. Se sulle mie capacità intellettuali non ho più alcun dubbio, per quanto riguarda le relazioni sociali e sentimentali mantengo alcuni comportamenti disfunzionali che riecheggiano quel complesso di inferiorità che sto ancora affrontando, nonostante sia chiaro che cerco di convincermi del mio inconfutabile valore personale.
Faccio un esempio pratico: ultimamente mi frequentavo con una coetanea; per tutto il periodo della frequentazione, la mia mente coglieva ogni indizio che confermasse che in realtà a lei non piacevo e che mi stesse prendendo per i fondelli. Scavando nel profondo, ho capito che inconsciamente ancora credo di non essere amabile, nonostante a livello conscio da tempo mi sforzi di convincermi del contrario. Anche questa ennesima frequentazione purtroppo è finita e in questi giorni non sto molto bene, alternando momenti in cui riesco a sorvolare su certe cose ad altri in cui nella testa passano frasi dispregiative su di me e pensieri secondo cui la rottura di questa relazione confermerebbe la mia carenza di valore personale e di attrattiva estetica. Aggiungo che nonostante i miei sforzi ancora non sono riuscito ad avere una vera relazione sentimentale, avendo accumulato soltanto rifiuti nel corso degli anni; ciononostante razionalmente rimango fiducioso per il futuro, determinandomi a non lasciare prendere il sopravvento ai miei pensieri.

Voi cosa mi consigliereste di fare?

Vi ringrazio per il vostro tempo
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Dr.ssa Valentina Sciubba Psicologo, Psicoterapeuta 1.6k 38 9
Gentile ragazzo,
mi complimento con lei per i risultati ottenuti, pur senza l'aiuto di uno psicoterapeuta.

I sentimenti di disistima generalmente nascono da non ottimali rapporti con i genitori nei periodi dello sviluppo, per cui sarebbe bene recuperare rapporti migliori. E' agevole farlo con l'aiuto dello psicoterapeuta; può leggere al riguardo un articolo sul mio sito che parla di relazioni interpersonali.

Quanto sopra potrebbe comunque non essere sufficiente; esistono diverse strategie della terapia breve molto efficaci nell'ottenere risultati che possono essere usate in aggiunta o anche in alternativa.

Cordiali saluti

Valentina Sciubba Psicologa
www.valentinasciubba.it Servizi on line
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